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Autore: dearjoseph    30/10/2012    5 recensioni
"Dovresti rimanere con qualcuno stanotte" si avvicinò spostandole una ciocca nera di capelli dietro l'orecchio.
Non lo sapeva neanche lui, ma gli era bastata una sera per sentirsi responsabile della vita di una completa sconosciuta.
"Rimani qui" continuò poi facendo fermare per un attimo il cuore della ragazza.
E lei, non poteva di certo immaginare che quello sarebbe diventato il suo migliore amico. O, come lo definiva sempre, il suo amico speciale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Twenty-One
 
Hanna tirò indietro i capelli bagnati dal sudore mentre qualche goggiolina continuava a scenderle lungo la schiena. Passò una mano sulla fronte di Joe, anch'essa imperlata di sudore e sulla quale era rimasta attaccata qualche ciocca di capelli neri.
Sorrise impercettibilmente e si ritrovò a pensare alla prima volta in cui lo aveva visto in quelle circostanze. Erano già passati quasi tre mesi. I giorni erano volati da quando i due avevano deciso di diventare ufficialmente una coppia e Joseph avrebbe ricevuto notizie sulla sua carriera lavorativa entro la fine del mese, ma nessuno dei due aveva intenzione di affrontare il problema in quel momento. Avevano deciso di parlarne quando le cose si sarebbero presentate davanti ai loro occhi e così anche l’imminente partenza di Hanna, che sarebbe avvenuta solo una settimana più tardi, era passata in secondo piano.
Joe portò entrambe le mani sui fianchi della ragazza, che poi cominciò ad accarezzare dolcemente. La mano di Joseph scivolò su quella piccola e candida di Hanna, la intrecciò alla sua e la portò alle sue labbra. Era incredibile come solo il contatto di quelle labbra sulla sua pelle facesse completamente uscire di testa Hanna. Ogni cosa con lui non era fine a se stessa. Ogni minima cosa era dolce ed eccitante al tempo stesso. Quel gesto le fece ricordare la sensazione della sua barba che le faceva il solletico lungo tutto il corpo e non potè fare a meno di sorridere di nuovo al pensiero di quanto le piacesse ogni sua piccola attenzione.
Hanna si sistemò poggiando la testa sul petto del ragazzo e iniziò a tracciare con l’indice cerchi immaginari su di esso. Adorava rimanere tra le sue braccia, quasi quanto amava il modo in cui le Joseph le accarezzava i capelli.
“Non sono mai stata così bene” confessò lei rompendo il silenzio che si era impadronito di quella stanza. Chiuse poi gli occhi, godendosi il momento, godendosi lui così come avrebbe voluto fare il più a lungo possibile.
“Hai ragione, non sono stato niente male” Hanna lo colpì affettuosamente provocando la bellissima risata del giovane.
“Dico davvero. Non sono mai stata bene come in questo periodo” nel pronunciare quelle parole Hanna fu colpita da un improvviso dolore allo stomaco che lei sapeva a cosa fosse dovuto.
Inoltre, la domanda che continuava ad echeggiare con insistenza non l’aiutava.
Quanto sarebbe durato ancora?
“Neanch’io piccola, neanch’io” Joseph le baciò i capelli mentre lei continuava a segnare gli addominali sfiorandoli con le dita. Dal tono utilizzato, i pensieri di Joe non dovevano essere molto differenti dai suoi.
“Joe” lo richiamò dopo una breve pausa. Si sistemò su un gomito e lui cominciò a guardarla incuriosito.
“Vieni con me in Italia” quell’affermazione lasciò il ragazzo perplesso.
“Un mese, due giorni, non importa quanto. Vieni, e appena ti chiameranno per il lavoro potresti ritornare a New York, ma almeno avremmo un pò più di tempo da passare insieme" continuò Hanna tutto d’un fiato.
“Oh” fu la sola cosa che Joe riuscì a dire, corrugando la fronte.
“Oh?” ripetè lei confusa. “Ok, lascia perdere. Dimentica tutto” si affrettò poi a dire sicura che quella fosse stata davvero un’idea stupida. “Non so neanche perchè te l’ho chiesto, non ha senso in realtà. Sarebbe solo un inutile, lungo, viaggio. E poi sicuramente riceverai la chiamata questa settimana, prima ancora che io parta. Insomma, è inutile posticipare l’inevitabi-“ Joseph bloccò quell’eterno monologo sapendo che Hanna non avrebbe mai resistito alle sue labbra morbide, e infatti fu così.
“Ci vengo” disse poi tra un bacio e l’altro.
“Ci vieni?” chiese lei titubante, allontanandosi dal suo volto il minimo indispensabile
"Ci vengo" ripetè ancora una volta Joseph, ritrovandosi immediatamente su di lei.
Sorrise e prese il viso di Hanna tra le mani.
“Ehi, non devi neanche pensarlo” disse poi, notando lo sguardo assente della ragazza. “Non devi neanche pensare che ti libererai facilmente di me. Non dimenticarti della nostra giornata speciale”
Hanna sembrò ricordare solo in quel momento la strana abitudine che li legava, il 22 di ogni mese.
“Sarà difficile poterci vedere una volta al mese”
“Sarà difficile ma non impossibile” si affrettò Joe a rassicurarla. Finalmente la ragazza sembrò avere il volto sollevato.
"Posso dire che non mi potrai più scappare, allora?"
"Ti sbagli, sei tu che non mi scapperai più" sussurrò Joe mentre Hanna dischiuse le labbra quel poco che bastava a far incontrare le loto lingue e intensificare quel bacio che ancora le faceva venire le farfalle nello stomaco.
 
"Che cosa vuoi dire, Joseph?" chiese Hanna minacciosamente.
“Nulla, ho solo detto che la colazione che ti preparo io è molto più buona” rispose Joe per poi addentare una delle frittelle contenute nel suo piatto.
“Bene, preparatela da solo la prossima volta” lei incrociò le braccia al petto stizzita e si alzò dal tavolo, diretta in bagno. In realtà sapeva benissimo che Joe aveva ragione, ma sarebbe stato troppo facile dargliela vinta così in fretta.
"Vuol dire che mi inviterai a passare di nuovo la notte con te?" il ragazzo si alzò di scatto e con due grandi passi la raggiunse e l’avvolse nelle sue braccia prima che lei avesse il tempo di divincolarsi.
"Dopo la tua affermazione non credo" disse lei ridacchiando a causa del naso di Joe contro il suo collo.
"Allora ritiro tutto" sussurrò lui prima di iniziare a mordicchiare quello stesso punto. Hanna spostò di lato la testa per lasciarlo lavorare con più facilità. "Sei la migliore a cucinare" la prese in giro lui, mentre le sue mani iniziarono a salire intente a sbottonare la camicia, la sola cosa che Hanna indossava.
"Sei un maiale, Joe!" urlò lei per poi prendergli le mani e spostarle.
"Non sto facendo niente" si giustificò Joseph con un aria fin troppo innocente "sto solo riprendendo ciò che è mio" continuò poi malizioso in riferimento alla sua camicia.
"Beh, ho messo la prima cosa che ho trovato" ribattè lei a sua volta, mendendogli spudoratamente. Anche se ci fosse stato il suo intero guardaroba a disposizione, molto probabilmente ora sarebbe stata comunque con addosso quella camicia. Adorava indossare i suoi vestiti, avere ancora il suo profumo addosso. La faceva sentire completa e forse quella sarebbe stata una delle cose che l’avrebbero aiutata a sentire meno la mancanza durante la sua vita in Italia.
“Vado a fare una doccia e te la ridò, okay? Intanto, nvece di perdere tempo, perchè non alzi il riscaldamento? Si congela” Hanna fu scossa da un brivido di freddo e si disse che una doccia calda era proprio quello che le ci voleva. Si mise sulle punte per dare al ragazzo un bacio sulla guancia prima di recarsi in bagno.
"Perchè non la facciamo insieme?" si sentì urlare dietro prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle. Non riuscì a trattenere una risata, ma poi si ricompose e cercò di ottenere il tono più autoritario che sapesse usare.
“Fa’ quello che ti dico!” Urlò a sua volta, prima di chiudersi a chiave.
Joseph, a sua volta, sorrise pensando allo strano rapporto che lo legava a quella ragazza.
Di certo non era un rapporto perfetto, ma chi lo aveva detto che le cose perfette erano le migliori? La perfezione alla fine stancava tutti, ed era molto meno bella di quanto si potesse immaginare.
Prese il piatto suo e quello della ragazza e li appoggiò nel lavandono prima di aprire il getto d’acqua e riempire la vaschetta nella quale li aveva riposti.
Era stato lui stesso a dire ad Hanna che tutto sarebbe andato bene, che nel loro rapporto nulla sarebbe cambiato, che la distanza, seppur tanta, poteva essere facilmente annientata con la buona volontà e con l’amore puro che li legava. Ma a dir la verità, in quel momento nulla gli sembrò poi così ovvio e facile.
Soprattutto perchè ancora non sapeva come dire ad Hanna del messaggio appena ricevuto.
Come le avrebbe detto che il lavoro lo avrebbe cominciato due giorni dopo?
E soprattutto, come le avrebbe detto che il lavoro non era a New York?
Joseph chiuse gli occhi e si appoggiò contro la cucina.
Il giorno seguente sarebbe già dovuto partire per San Francisco.

 
 
Beh, siamo quasi arrivati alla fine.
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo, poi ci sarà l’epilogo.
Non so cosa pensare... non mi va di concludere questa storia, mi ci sono affezionata (?)
Ma lasciamo le lacrime per l’ultimo capitolo.
 Intanto ditemi che ne pensate di questo, e grazie ancora a chi continua a mettere questa storia nelle preferite e seguite dfghjfghj vi adoro anche se non vi fate sentire.
Vi piace il banner? :D è il secondo di tutta la mia vita, quindi abbiate pietà.


Intanto ripeto che se volete passare da un’altra fan fiction a cui tengo TANTISSIMO cliccate QUI
 



Grazie di tutto ♥ 

  
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