Amavo il modo aggressivo con cui aveva applicato il fondotinta sul viso per coprire le lentiggini e le piccole imperfezioni, il tutto solo per me.
Amavo il fatto che aveva passato ore a trovare un vestito che copriva le sue forme tanto perfette per me, giusto per sembrare un po’ più provocante.
Non mi serviva tutto quello, lei lo sapeva, ma voleva farlo capire: ero suo.
Non cercava di farsi notare da qualcun altro al di fuori di me.
Ma a cosa serviva? Si muoveva sulla pista, scuoteva il bacino con energia, perché?
L’amavo, tutto quello non cambiava nulla. Avrei voluto che lo sapesse.
Le attenzioni che cercava di attirare facevano tenerezza, non l’avevo mai vista così intenzionata a fare ingelosire un uomo. Ed ero lusingato, quell’uomo ero io.
Stava mostrando le sue gambe che urlavano ‘vieni a coprirci, idiota. Siamo tue.’. Ma non ce la facevo, era così bella quando era gelosa. Diventava leggermente color porpora quando veniva scoperta, ma non importava, l’amavo.
La musica riempiva le orecchie, il frastuono cominciava a farsi più forte e profondo, quasi a penetrarti in vena.
Decisi di prenderla per mano e condurla fuori, dove nessuno vedeva, dove nessuno disturbava.
- Non serve che tu faccia questo. –
- Questo cosa? –
- Sarò tuo, per sempre. –
Le presi il bacino scostandole i capelli color d’ocra e la baciai con tutto l’amore che avevo in corpo. Non con prepotenza, con amore.
L’amavo, era sicura, e ora lei lo sapeva, ero suo.
Giusto una piccolissima os, perchè avevo voglia di scrivere. Questa volta è dal punto di vista maschile, di un maschio che ama, di cui ormai tracce non se ne trovano più in giro, cioè, non si trovano più ragazzi che pensano all'amore e non al sesso. E proprio per questo ho scelto di dare il volto a Harry, quello che tutti pensano puttaniere.