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Autore: CowgirlSara    30/10/2012    7 recensioni
E quando ti chiami Sherlock Holmes e sei uno di quei rari esseri umani cui è stato concesso il privilegio di poter usare una percentuale del proprio cervello esponenzialmente superiore al resto dei comuni mortali, la ricerca della perfezione è quasi un obbligo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Your love is like a soldier, loyal till you die'
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Perfection
Un’ispirazione improvvisa mi ha fatto scrivere questa flash molto Johnlock e fluffosa a palla per cui potrei essere cancellata dai testamenti delle mie amiche (sempre che abbiano fatto testamento e io vi sia menzionata). Perciò che John e Sherlock se ne assumano le conseguenze!

I personaggi usati appartengono ai loro legittimi autori e sono usati senza scopo di lucro.
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Baci
Sara

- Perfection -


Nella cultura occidentale esiste il pensiero comune che la perfezione non sia di questo mondo. Questo contrasta con lo stesso concetto di perfezione. Primo, perché se non appartiene a questo mondo, a quale dovrebbe appartenere, visto che non è scientificamente dimostrata l’esistenza di altri mondi, universi, elisi o paradisi vari? Secondo, perché, se qualcosa non esiste, è assolutamente inutile creare un sostantivo che lo descriva.


Quindi, appurato ciò, si può dedurre che la perfezione esista.

E quando ti chiami Sherlock Holmes e sei uno di quei rari esseri umani cui è stato concesso il privilegio di poter usare una percentuale del proprio cervello esponenzialmente superiore al resto dei comuni mortali, la ricerca della perfezione è quasi un obbligo.

Lasciando perdere la perfezione estetica – concetto fin troppo soggettivo e dalla natura labile e passeggera – ci sono infiniti campi in cui è possibile riscontrare qualcosa di perfetto.

Il violino perfetto. Sicuramente opera di qualche illuminato liutaio italiano del XVIII secolo. Capace di pungere, far volare, commuovere e rabbrividire col suo suono perfetto.

Il concetto matematico perfetto. La gelida, razionale bellezza dei numeri, che non ti deludono mai. Sempre che non sia tu a sbagliare.

La formula chimica perfetta. Quella che ti da proprio la reazione che volevi. Certezza e meraviglia per un risultato che aspettavi.

Il delitto perfetto. Che, in vero, confermerebbe la teoria che la perfezione non è di questo mondo, poiché pare che non esista nemmeno lui. Ma Sherlock è dell’idea che la perfezione di un delitto non sia data dal suo restare insoluto, quanto da una certa armonica eleganza nell’elaborazione e nello svolgimento del delitto stesso.

I delitti insoluti, se c’è lui ad indagare, non esistono davvero. Perché lui ha la deduzione perfetta ed il perfetto modo d’incastrare il colpevole.

La noia perfetta. Quel momento in cui tutto si ferma, tu sei steso sul tuo divano e pensi che il tuo cervello imploderà, lasciandoti per sempre come un povero demente. Meglio sparare al muro.

Ma, alla fine di tutto, queste sono cose poco importanti, anche se perfette.

Perché poi ti capita di svegliarti in una mattina d’inverno, nel tuo letto caldo ed in quel momento, tutto, ma veramente tutto, ti sembra perfetto.

L’avvolgente bozzolo del piumone intorno al tuo corpo.
Due braccia sicure che ti stringono piano.
Un respiro dolce sulla nuca.
Un profumo buono e rassicurante.
Il cuore che batte placido ed il cervello che finalmente trova pace.
Un nome sussurrato che ti riempie l’anima che non credevi di avere.
John…

E la perfezione non sarà di questo mondo, ma Sherlock è certo che sia del suo mondo.  



   
 
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