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Autore: Ce_    30/10/2012    7 recensioni
Sequel di “Ricomincio da Te’’
Questa è la storia della nuova generazione, la storia di un Hogwarts diversa da come ce la ricordiamo, un mondo magico diverso da quello che conosciamo.
Una storia che non si ripete: la storia di una generazione che vive al di fuori della guerra, ma non della sofferenza....una sofferenza diversa, forse più giuista, forse più ''normale'', ma non per questo meno forte.
Quindi, preparatevi ad andare incontro ai pregiudizi, al peso che un cognome, inevitabilmente, si porta dietro, ai fantasmi del passato che tornano, prepotenti, alla paura di non essere all'altezza, di non essere abbastanza bravi.....all'adolescenza.
Ma non ci sarà solo questo.. troverete anche felicità, speranza, amore, gioia di vivere, rivalsa e una grande forza per andare avanti, nonostante tutto e tutti.
Questa è la storia della nuova generazione, ma anche della vecchia, una storia piena di speranza che difficilmente scompare, perchè tutti noi non finiamo mai di sperare.
Spero di avervi incuriosito,
Ce_
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Louis Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Amore impossibile diventa possibile, prima o poi.

 

<< Ehi, Al! >> si annunciò, entrando nella sua stanza nel dormitorio dei Serpeverde 
Vide il moro girarsi svogliatamente verso di lui.
<< Ehi, amore >> gli disse e, in quel "amore" Lorcan ci sentì tutto quello che Albus voleva dirgli e voleva dimostrargli.
Andò lentamente verso di lui..
<< Allora, che combini di bello? >> Gli chiese dolcemente, toccandogli una spalla con la mano
<< Nulla.. Sto cercando di finire questo tema di pozioni, ma è dannatamente difficile >> sbuffò sonoramente Al
<< Se vuoi te lo passo io.. sicuramente l'ho già fatto l'anno scorso, Lumacorno fa fare sempre le stesse cose >>
<< Si, ma così non imparerò nulla >> questa volta toccò a Lorcan sbuffare. Albus aveva spesso quei momenti del tipo "sono un secchione, lasciatemi studiare", era il suo modo di essere e, a volte, li trovava un po' fastidiosi, ma, alla fin fine, amava anche quella sua parte, amava tutto di lui, a dirla tutta.
<< Allora lo finirai dopo, ora devi fare una cosa con me >> l 
<< Cosa? >> gli chiese curioso. 
Era mai possibile che non capisse mai quando era il momento di obbedire e basta, era mai possibile che non afferrasse mai i suoi doppi sensi? Ormai aveva perso le speranze, Lorcan.
<< Vuoi farmi il favore di alzare il tuo adorabile sederino da quella dannata sedia? >> era un ordine.
<< Ok, ok. Mi arrendo >> Albus si alzò dalla sedia, le mani alzate all'altezza della testa, in segno di resa << allora, che dobbiamo fare? >> 
Lorcan aveva raggiunto il suo scopo e in quel momento non riusciva più a capire nulla, vedeva le labbra di Al muoversi velocemente, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare non era il significato delle sue parole, che neanche stava ascoltando, ma quanto quelle due linee rosse di muovessero sensualmente e la reazione che gli provocavano.
<< Questo >> Lorcan si avvicinò al viso del suo ragazzo con una lentezza estenuante e, in men che non si dica, le loro labbra si scontrarono, era un contatto strano, abitudinario, ma, allo stesso tempo, nuovo, Lorcan sentiva il sapore di casa in bocca, ma non la trovò una cosa negativa, non pensò neanche per un secondo che quel gesto fosse diventato troppo scontato, perché non lo era, riusciva a provocargli sempre emozioni così nuove ed intense che anche lui ne era sempre più sorpreso. 
Si staccarono per respirare, il biondo si sentì afferrare per i fianchi e trascinare verso il letto, fu costretto a stendersi su quest'ultimo, Albus aveva preso in mano la situazione anche se, probabilmente, aveva perso la ragione.
Le loro labbra si riunirono in un bacio delicato, a stampo, poi Lorcan infilò le mani nei capelli di Al, impedendogli di andare indietro con la resta, tracciò con la lingua la linea delle labbra del suo ragazzo, quasi chiedendogli il permesso di entrare, il moro acconsentì all'istante, dischiuse la bocca e da li il bacio si fece sempre più intenso e passionale, era una lotta all'ultimo sangue  tra le due lingue, ognuna voleva prevalere sull'altra, ma c'era una situazione di assoluta parità. 
Albus cominciò a strusciarsi su Lorcan, infilò una mano sotto il suo maglione, accarezzandogli ogni piccolo muscolo del petto, pian piano scese verso il basso, arrivato all'altezza dell'ombelico il biondo sentì chiaramente  la sua erezione spingere contro i suoi pantaloni, così, ribaltò le posizioni e cominciò lui a giocare con Albus, si avvicinò al suo collo, lasciandogli una piccola scia di morsi, poi, lentamente gli sfilò il maglioncino, lasciandolo a dorso nudo; lo osservò per alcuni istanti, era la visione più bella di sempre, vide Albus arrossire sotto il suo sguardo, così, torno a baciarlo, a farlo sentire desiderato..
Il moro non aveva mai avuto un fisico perfetto.. Niente muscoli scolpiti, niente addominali ben definiti, niente di niente, solo un mucchietto di ossa e carne, ma per Lorcan era la persona più bella del mondo.
<< Non guardarmi così >> gli sussurrò Al all'orecchio, la sua voce era roca, colma di piacere, era così sensuale da far venire i brividi.
<< Sei bellissimo >> fece Lor in risposta
<< E tu un gran bugiardo >> eccola li, tutta la considerazione che Potter aveva di se stesso, perché non riusciva a capire che per Lorcan era la cosa piú bella del mondo, che era l'unica persona che l'avesse mai fatto sentire in quel modo? Era così testardo e così poco narcisista, per Merlino! 
<< Lor >> lo richiamò dai suoi pensieri
<< Mh mh >> rispose con un mugugno
<< Devo dirti una cosa >> il tono di Albus era troppo serio per i suoi gusti, si tolse da sopra di lui e gli si stese accanto. 
Aveva paura, cosa doveva dirgli Albus, perché già stava immaginando il peggio?
Guardò negli occhi il moro, pronto a tutto. 
Si sentì accarezzare delicatamente la guancia.
<< Lor... Ti amo >> silenzio totale, l'unico rumore era il battere unisono dei loro cuori. Lorcan era rimasto li impalato, senza sapere se credere o meno alle proprie orecchie, senza sapere cosa diavolo dire. Aveva di nuovo paura.. Era pronto a dirlo anche lui? A dirlo con sincerità? 
Albus gli tolse quegli interrogativi dalla testa, gli prese il viso nelle mani, lo guardò con quei profondi occhi verdi.
<< Aspetterò, Lor.. Tranquillo, Io non me ne vado. >> detto ciò lo baciò di nuovo, riprendendo in mano la situazione, Lorcan si abbandonò completamente a lui.
 

***


<< ROOON >> la voce soave di sua moglie svegliò brutalmente Ron.
<< Mmmmh >> non c'era niente da fare, non sarebbe mai cambiato, la mattina non si sarebbe mai alzato in orario.
<< Ronald, sono le otto, tra neanche trenta minuti devi essere in ufficio, tesoro >> quel "tesoro" metteva davvero paura, c'era una velata minaccia dietro di esso. Così, il rosso aprì gli occhi e si rivolse alla sua adorata moglie..
<< Altri cinque minuti e arrivo, tesoro >> disse, calcando l'ultima parola.
Vide Hermione lasciare la stanza con qualcosa come "Ecco da chi ha ripreso Hugo" e si lasciò ricadere sul letto, più stanco di come c'era andato la sera prima. 
Solo quattro ore di sonno, era stato in ufficio fino alle quattro di notte. 
Non si poteva continuare così, prima o poi si  sarebbe fermato.
Il lavoro lo stava distruggendo, avevano continuamente dei doppi turni, le ronde in città aumentavano sempre di più, Harry era completamente nel pallone e, oltretutto, erano da mesi in un vicolo cieco..
Ron stava perdendo le speranze, a dirla tutta, erano nei casini come non succedeva da anni ormai, la popolazione magica era in allerta, così come quella babbana, eppure, non riuscivano a beccarli, la scia di stupri non si fermava. 
A nulla servivano le pattuglie di Auror di notte e di giorno. Loro colpivano. Sempre.
Con questi pensieri si alzò e si diresse in cucina, da dove proveniva un ottimo profumino di pancake.. Hermione era un genio nel prepararli.
<< Eccoti, finalmente! >> sbuffò la moglie
<< Herm, Merlino, cercavo di riposare! >> mai farlo innervosire di prima mattina, soprattutto quando aveva così sonno.
<< Se devi riposarti, vedi di non tornare così tardi la sera >> lo riprese lei
<< Beh, certo.. Perché vado a divertirmi in giro, no? Lavoro Hermione, lavoro, lavoro e solo lavoro.. Ne ho la nausea. >> Sbadigliò sonoramente, evitando anche  di mettersi la mano davanti la bocca.
<< Ok, ok, scusa.. È che così non si può andare avanti. Prima o poi stramazzerai al suolo esausto e, sicuramente, preferirei un marito forte e sano, non uno che si addormenta appena si sdraia, capisci cosa intendo? >> gli fece un sorriso malizioso e le orecchie di Ron, nonostante fossero passati tanti anni, arrossirono, come se fosse il primo riferimento al sesso che Hermione avesse mai fatto.
<< Ho afferrato! Comunque, questi sono i turni.. Li abbiamo rivisti ieri con Harry, non ci sono uomini a sufficienza ne tantomeno soldi per pagare altri Auror >> i problemi o le scuse accampate dal ministero erano sempre quelle.
<< Beh, trovate un modo! Davvero, Ron.. Sono preoccupata per la tua salute >> era seria Hermiome, in quel momento, la sua preoccupazione era tangibile.
<< Sto bene, sta tranquilla >> detto ciò salì al piano di sopra per cambiarsi.
 
<< Buongiorno >> rispose al saluto di un Auror con un lieve cenno del capo, era troppo stanco anche per alzare una sola mano.
Si diresse velocemente verso l'ufficio di Harry, aveva un piano per smaltire un pochino l'orario degli Auror e doveva parlargliene subito.
Entrò e trovò il suo migliore amico chino su alcune scartoffie.
<< Ehi >>  alzò lievemente la testa in segno di saluto.
<< Allora, novità? >> 
<< Niente di niente >> Harry era frustrato, proprio come lui, Ron lo conosceva troppo bene ormai, a lui serviva l'azione, non gli piaceva starsene li seduto a studiare vari piani senza venirne a capo, per giunta.
<< Con gli orari? >> chiese, il moro sbuffò e alzò gli occhi al cielo
<< Ron, te l'ho già detto. Gli orari sono questi. Ognuno deve fare il suo dovere >>
<< Harry, qui non si parla di fare il proprio dovere, si parla della salute dei nostri Auror! I turni sono troppo pesanti, non vedi che dormiamo tutti in piedi? >> disse, puntando un dito verso la porta chiusa alle sue spalle
<< IO INVECE CE LA FACCIO, EH? NON VEDO MIA MOGLIE DA DUE GIORNI EPPURE NON MI LAMENTO, EPPURE SONO QUI, SEMPRE! >> si innervosì Harry
<< BEH, NON DOVRESTI LASCIARE SOLA GINNY, NON DOPO QUELLO CHE È SUCCESSO TRA DI VOI. E, COMUNQUE, OGNUNO DI NOI HA LA SUA VITA PRIVATA E IL DIRITTO DI GODERSELA! >> urlò in risposta Ron, che cercò di ricomporsi subito << comunque. Il punto non è questo. Non vedi, Harry, che nessuno di noi ce la fa più? Siamo troppo stanchi, tu sei esploso per una stupidagine ed io ti ho seguito. Non ce la facciamo più, devi prenderne atto. O prendiamo più uomini, o l'esaurimento nervoso è alle porte >> continuò risoluto. 
Harry sembrò capire, probabilmente Ron era solo riuscito a dire ciò che lui pensava da mesi.
<< Sai quale è il problema: niente soldi >> disse, rassegnato. Il rosso non lo riconosceva più, possibile che si arrendesse così facilmente? 
<< Io ho un idea >> fece e vide il volto di Harry illuminarsi come mai negli ultimi mesi. 
<< Dimmi tutto >>
<< Dobbiamo prendere uomini senza pagarli, giusto? Beh, chi meglio di quelli che devono fare esperienza? >> poi, vedendo la faccia perplessa del suo amico, aggiunse << studenti, Harry! >>
<< Ma se abbiamo già preso con noi tutti gli studenti dell'Accademia Auror.. Te ne eri forse dimenticato? >> 
<< E chi ha parlato di Accademia? Prendiamo gli studenti del settimo anno di Hogwarts che vogliono diventare Auror. Loro fanno esperienza e noi acquistiamo uomini. >> per lui era la cosa più semplice e logica del mondo
<< Non se ne parla, sono troppo piccoli >> disse Harry, smontando l'idea sul nascere.
<< Sono tutti maggiorenni, sanno ciò che fanno >> vide il suo migliore amico pensieroso e capì. James era al settimo anno ed era un aspirante Auror, non si sarebbe mai fatto sfuggire quell'occasione
<< Non puoi proteggerli per sempre >> gli disse, ben sapendo quanto fosse difficile accettare la cosa. Per i genitori i figli non dovrebbero crescere mai, non sono mai pronti a fare nulla. 
Ron conosceva bene quella sensazione, quella che ti porta a fare di tutto per proteggere i tuoi figli.. Quella che, sicuramente, Harry stava provando in quel momento.
<< Ron, Ginny ha i capelli rossi, quindi, è una possibile vittima, Lily uguale e, inoltre, non so neanche dove sia ed è esposta ad un pericolo costante, non posso rischiare anche James... Sarebbe troppo >>  spiegò lui velocemente 
<< Non li manderemo da soli, ci saranno sempre due Auror esperti con loro, il pericolo sarà ridotto al minimo. Ci servono altri uomini, Harry >> era vero, gli servivano e basta, senza non si sarebbe potuti più andare avanti.
<< Si, ma sai quanto James possa essere impulsivo >> 
<< Devi lasciarlo provare, è l'unico modo per scoprire come se la caverà. >> da dove veniva fuori tutta quella saggezza made in Ron Weasley?
<< Ok, ok.. Va bene! >> acconsentì il capo degli Auror << ognuno degli studenti farà due ronde a settimana e starà per due giorni qui a Londra, il resto staranno ad Hogwarts e seguiranno le lezioni normali >> perfetto, ormai Harry era stato convinto, mancava solo la McGranitt, ma non sarebbe stata tanto difficile convincerla.
<< Grazie, Harry! Allora, io vado dalla preside a chiederle il permesso >> si sentì uno studente a tutti gli effetti, dopo aver pronunciato quella frase.
<< Si, vai tu, per favore.. Intanto io penso a come rifare gli orari >> Ron uscì dalla stanza velocemente, prese la metropolvere e, in men che non si dica, era ad Hogwarts, nella ufficio della preside.
 

***

 
Sapeva di non poterlo fare, sapeva che, probabilmente, stava per fare la cosa più dolorosa di sempre, sapeva che non avrebbe più vissuto la sua vita come una volta, sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta a dire quello che aveva in mente, a guardare James negli occhi, ma sapeva anche che doveva farlo perché non si poteva più andare avanti in quel modo, perché quella situazione li stava logorando dall'interno, perché c'era sempre qualcosa tra loro, qualcosa che li ostacolava, qualcosa che, ostinatamente, non voleva andarsene e perché era la cosa giusta, questo era quello che si ripeteva Dominique da quasi una settimana, da quando aveva preso quella decisione.
Perché lo fai? Perché stai buttando via i tuoi sentimenti? Perché è la cosa giusta. Doveva ripeterselo in continuazione, altrimenti non ce l'avrebbe mai fatta.
Era da quel maledetto giorno in cui Lily era scappata di casa che ci pensava.. La sua famiglia non avrebbe accettato la loro relazione, di questo era sicura e lei si sentiva in gabbia, costretta a scegliere. 
Era pronta a sacrificare la sua famiglia per James? Non lo sapeva, questa era la verità, ma, nel dubbio, aveva scelto la via più facile, per alcuni versi, quella che le conveniva, stava scegliendo la sua famiglia, si stava allontanando per sempre dall'amore della sua vita.
Le lacrime continuavano a scendere imperterrite sul suo viso e Dominique non le fermava, doveva sfogarsi prima perché davanti a James sarebbe dovuta essere forte, niente scenate, gli avrebbe detto le cose chiaramente, o almeno, sperava di riuscirci.
La lettera che stava scrivendo era ormai bagnata, ma non ci fece caso, Lily avrebbe capito, ne era sicura... La rilesse prima di spedirla:
 

''Cara Lily, 
Come va li da te? Le lezioni alla Royal si fanno sempre più dure, eh? Ma sta tranquilla, so che ce la farai.. Tu ce la fai sempre, al contrario di me.
Ecco, a proposito di questo.. Io non ce la faccio, la situazione con James è diventata insostenibile,  non sono abbastanza forte per reggere il peso di questo segreto. 
Lui è perfetto, per carità, e io lo amo come non amerò mai nessun altro, ma è inutile illuderci, la nostra è una relazione clandestina e non posso scegliere tra lui e la mia famiglia, non so chi scegliere, così, vado sull'opzione giusta anche se dolorosa.
Domani mattina mi trasferisco a Beauxbatons, è l'unica cosa da fare..
Lontano dagli occhi lontano dal cuore, no? 
James un giorno mi dimenticherà, anzi, quando ci rivedremo alle vacanze di Pasqua già starà insieme ad un'altra ragazza, sai come è fatto tuo fratello.. Io.. Io mi abituerò all'idea di non averlo più tra le mie braccia, di non poterlo più baciare, sarà difficile e non ce la farò mai del tutto, ma sono sempre stata un ottima attrice.. Fingerò di stare bene per tutti e due.
Voglio dirti solo una cosa perché devo dirla a qualcuno e quel qualcuno devi essere necessariamente tu perché so che non mi tradirai, non l'hai mai fatto...
Lo amo, lo amo come non ho mai amato e mai amerò  nessuno, il solo pensiero di lasciarlo mi annienta, ma so che sto facendo la cosa giusta, per il suo bene, perché devo permettergli di farsi una vita senza di me.
Non chiedo di schierarti dalla mia o dalla sua parte, ti chiedo solo di starmi accanto, so che sarà difficile per te, ma mi serve il tuo appoggio, altrimenti non riuscirò ad andare avanti, mi serve la mia migliore amica.
Ti prego, assicurati che lui sia felice, è l'unica cosa che conta per me.
Salutami Allison! 
Con infinito amore, 
Tua Dominique.''

 
Era pronta, bastava aprire quella porta. Era pronta, doveva convincersi di essere pronta, o altrimenti non ce l'avrebbe mai fatta.
Dominique prese tutto il suo coraggio da Grifondoro ed aprì la porta dell'aula in disuso.. 
Dentro ci trovò un James intento a guardare un punto imprecisato fuori dalla finestra.
<< Ciao >> perché il suo tono era così freddo. Il moro sussultò al suono della sua voce, si avvicinò a lei e la strinse in un veloce abbraccio
<< Ciao >> nei suoi occhi Dominique leggeva la paura, paura per quella maledetta frase: "ti devo parlare" ecco con quale scusa lo aveva trascinato fin li, troppo banale, troppo scontata per i suoi gusti.
Lei le rivolse un piccolo sorriso, ma solo dopo si rese conto di quanto fosse subdola quella cosa, la calma prima della tempesta, no?
James, vedendola un pochino più tranquilla le si avvicinò di nuovo e posò dolcemente le labbra sulle sue. 
Dominique tentò di mantenersi lucida, doveva farlo, altrimenti dopo non sarebbe stata capace neanche di dirgli una parola, ma la furia del ragazzo glielo impedì, si lasciò travolgere da quel bacio, ma ci sentì un sapore diverso, di addio, non sapeva se era solo una sua sensazione o lo sentiva anche James, ma non era come tutte le altre volte che si erano lasciati solo temporaneamente, quel bacio sapeva di una addio duraturo, sapeva di fine.
Fu quella sensazione che le fece riprendere il controllo di se stessa, si allontanò delicatamente da Potter e lo guardò dritto negli occhi, senza essere capace di dire una parola..
<< Allora, come mai mi hai fatto venire qui >> le chiese James innocentemente
<< Devo parlarti di una cosa importante >> e questo l'aveva capito il ragazzo, ma il problema era che Dominique non riusciva ad andare avanti. 
Era pronta? Chi diavolo aveva detto una cosa del genere? Lei? Beh, no, non lo era, aveva dannatamente paura. 
<< Dom, mi stai facendo preoccupare >> la faccia del moro era tornata come quando lo aveva trovato a guardare fuori dalla finestra
<< James, lo sai... Io non sono mai stata una perfetta Grifondoro, non sono mai stata coraggiosa come te, impulsiva come Louis o forte come Lily, io sono sempre stata io.. Dominque e beh, io non riesco più ad andare avanti, la situazione tra noi due si fa sempre più difficile e io non ho abbastanza coraggio, istinto e forza per andare avanti, è troppo difficile farlo, stiamo lottando contro qualcosa di più grande di noi ed è inutile che ci ripetiamo che ce la faremo, perché anche noi sappiamo che non sarà così, che verremo schiacciati dalla verità. >> la faccia di James era imperturbabile, non reagiva, niente di niente, così Dominique andò avanti << domani mattina vado a Beauxbatons e proseguirò li i miei studi, così tu potrai continuare a vivere la tua vita ed io la mia. Ce ne staremo lontani per un po' e piano piano tutto si aggiusterà. Devi capirmi, James, non sono pronta a voltare le spalle alla mia famiglia come faresti tu, è una cosa troppo difficile per me, quindi, ti chiedo di accettarlo e basta >> a quel punto la voce si spezzò, Dominque represse le lacrime, doveva essere forte, doveva esserlo per se stessa, ma, soprattutto, doveva esserlo per James che la guardava stralunato
<< Non devi scegliere, puoi avere sia me sia la tua famiglia... Lo sai >> le disse, dopo vari istanti di silenzio.
<< Non è vero.. Sai che mio padre non lo accetterà, tantomeno il tuo. È una cosa illegale per loro, James, inconcepibile.. Basta illuderci, dobbiamo smetterla perché continuiamo a prendere solo delusioni su delusioni e ci facciamo solo del male >> fare quel discorso era, probabilmente, la cosa più  difficile che le fosse mai capitata di fare
<< Perché mi stai lasciando, Dominique? >> il suo tono era duro, fece quasi paura a Dominique che cercò di rispondere.
<< Te l'ho detto.. Non sono pronta a scegliere tra te e la mia fam.. >>
<< HO CHIESTO PERCHÉ MI STAI LASCIANDO, DOMINQUE! NON VOGLIO BALLE! >> la ragazza arretrò, guardò il moro negli occhi e ci vide una preghiera, la stava pregando di dirgli la più grande bugia di tutti i tempi.
Dominque sapeva che quel momento sarebbe arrivato, doveva dire quelle quattro parole per rendere la cosa più vera, per mettere un ulteriore barriera tra lei e James
<< Non ti amo più >> entrambe sapevano che non era vero, ma entrambe sapevano anche che era l'unica cosa che sarebbe riuscita a dividerli.
<< Scusami >> detto questo Dominique corse via e cominciò a piangere, buttando al vento quel poco coraggio Grifondoro che possedeva.
 

***


Che cazzo stava succedendo? Per le mutande di Merlino, che stava succedendo? Louis odiava non avere la situazione sotto controllo, eppure in quel momento non sapeva nulla, non sapeva perché sua sorella le aveva urlato di andare al secondo piano mentre piangeva a dirotto, ne tantomeno sapeva cosa ci faceva il suo migliore amico, in piedi in un aula in disuso,  lo sguardo vitreo fisso nel vuoto.
<< James, che cavolo sta succedendo? >> lo scuoteva, ma niente,  non reagiva
<< James mi sto preoccupando! >> ancora nulla
<< James, devo chiamare la McGranitt? >> niente. Louis si diresse verso la porta, ma prima che riuscisse a fare qualunque altra cosa sentì un sussurro provenire dalla bocca del suo migliore amico
<< Mi ha lasciato >> cosa? Chi? Dominique! Ecco perché piangeva, ecco perché James era in quello stato.
<< Che diavolo dici? Mia sorella non farebbe mai una cosa così. Ti ama troppo >> gli disse risoluto e sapeva che era la verità
<< Ha detto che non mi ama più >> sussurrò di nuovo, James, senza riuscire ancora a guardarlo in viso
<< Sai che non è vero. Sai che Dominique ti ama più della sua stessa vita >> lo sapevano entrambe
<< Lo so, ma così sarà più facile accettarlo >> a quel punto James lo guardò negli occhi e in quel marrone Louis ci vide tanta voglia di piangere, tanta tristezza e un senso di smarrimento che mai avrebbe pensato di leggere nello sguardo del suo migliore amico.
<< Lo so, lo so.. Vedrai che tutto si sistemerà >> detto ciò Louis l'abbraccio delicatamente perché era l'unica cosa giusta da fare in quel momento, non importava se James non voleva, se sarebbero sembrati due femminucce, quello era la cosa che serviva in quel momento, Louis lo sapeva. 
Era il suo migliore amico, era suo fratello, lo conosceva troppo bene per non sapere che in quel momento aveva bisogno di un abbraccio, che aveva bisogno di lui, del suo migliore amico.
Sentì il maglione che portava farsi sempre più umido, si girò delicatamente e vide il volto di James inondato di lacrime, si potevano contare sulle dita di una mano le volte in cui aveva visto il moro piangere, anche quando era piccolo lui non piangeva mai, appendeva il muso, magari, ma mai una lacrima era scesa dal suo viso, e da quando erano diventati più grandi James aveva  pianto pochissime volte e sempre per cose davvero serie. 
Ora era li, indifeso e Louis non riuscì a far altro che non fosse stringerlo  ancor di più.
<< Non ce la farò senza di lei, non posso vivere senza di lei >> il biondo non sapeva cosa significava amare, ma in quel momento si rese conto che James era davvero innamorato di Dominique e non sapeva per quale motivo sua sorella avesse preso quella decisone, nonostante anche lei fosse innamorata, ma sapeva che quello era amore vero, nonostante fossero cugini, nonostante ci sarebbero stati tanti ostacoli, quello era il loro amore, non dovevano mollare.
Ma Louis era fiducioso, sapeva che non avrebbero mollato, quello era solamente un momento di crisi, ma la loro coppia avrebbe resistito, ne era sicuro.
<< L'amore impossibile diventa possibile, prima o poi >> sussurrò all'orecchio di James e lo sentì sospirare sulla sua spalla.
 
NDA 
Salve a tutti gente!
Allora, che ne dite di questo capitolo? 
C'è stato un bel colpo di scena, no? 
Dominique e James si sono lasciati e non so se Louis ha ragione, forse tutto si risistemerà, o forse no, forse la fiaba è finita davvero..
Per quando riguarda gli Auror.. Come dice Ron, ne servono di piú!
Albus e Lorcan *_* sono innamorata di loro, come lo sono di tutte le coppie principali, ma loro sono i miei bambini, sono così perfetti!
Ringrazio infinitamente chi segue/preferisce/ricorda la storia, chi legge solamente e, soprattutto, le fantastiche ragazze che recensiscono:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 
   
 
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