BLOSSOM
-Oh!-
Un petalo, entrato dalla finestra lasciata aperta la sera prima,
si posò leggero sulla guancia di Naruto.
-E’ arrivato. Anche
quest’anno è arrivato.-
Sorrise con falsa allegria.
Guardò la sveglia: le 7.30. Dannazione… era troppo presto per fare
tutto, ma decise comunque di
alzarsi.
-Uno, due, tre-
Cominciò piano piano
a contare, sussurrando i numeri, come quando era piccolo.
-quattro, cinque-
Ancora un po’ e sarebbe arrivato a quello desiderato. Si incamminò verso il bagno.
-sei, sette, otto-
Come ogni anno si guardava allo specchio, notando i più o meno lievi cambiamenti del
viso.
-nove, dieci-
Appoggiò le mani sul lavandino, pensando che ora come ora non stava poi così male con se stesso.
-undici, dodici-
Aprì la doccia, facendo scorrere l’acqua, che scivolava
silenziosamente sulle fredde mattonelle.
-…tredici.-
Tornò a guardarsi allo specchio, ravvivandosi i capelli con una
mano.
-Auguri Naruto.-
>>><<<
Un doccia e una
colazione veloce, come tutte le mattine. Corse giù per le scale del suo palazzo
e arrivò al luogo di incontro
prefissato dal maestro Kakashi in un batter d’occhio.
Sakura e Sasuke erano già li.
Il maestro come al solito in
ritardo.
-Buongiorno Sakura-chan, buongiorno
Sasuke!-
-‘Giorno Naruto.-
rispose la ragazza scocciata.
-Buongiorno dobe. Come mai oggi saluti anche me?-
-Niente… così, tanto per provare che effetto faceva.-
-Mpf… dobe.-
Sakura guardò afflitta il suo compagno di squadra. Ora sicuramente
avrebbe risposto alla provocazione urlando e sbraitando.
… e questo che
doveva significare?
Naruto non solo non aveva aperto bocca ma sorrideva pure! Forse… forse non si sentiva
bene o semplicemente non sentiva
bene. Spezzò la strana atmosfera l’arrivo di Kakashi, accompagnato da una
nuvoletta di fumo.
-Salve ragazzi, la solita
folla di gente mattutina mi ha fatto arrivare in ritar-
-Si si maestro
lo sappiamo.- tagliò corto Naruto.
Gli altri si girarono a fissarlo, mentre finiva di parlare quasi
scocciato.
-Allora che missione abbiamo
da portare a termine oggi?-
-Bhe…- Kakashi aggrottò le sopracciglia –veramente vi volevo
comunicare che non ci sono
missioni per il momento.-
A Naruto gli si illuminarono
gli occhi, mentre Sakura esultava scioccamente e Sasuke guardava di sott’occhi
il biondino.
-Bene, benissimo! Quindi possiamo tornare a casa vero?-
-Veramente… io avevo previsto
un emozionante allenamento per oggi!- si lamentò Kakashi.
-Fuori dal villaggio spero…-
sussurrò Naruto, con lo sguardo fisso per terra, la su a gioia
svanita in un attimo.
-Ovvio, ovvio. Vuoi allenarti davanti al ristorante di ramen?-
-Neanche per sogno. Andiamo, forza.-
Il biondo prese la rincorsa e con un rapido scatto passò da un
tetto all’altro per arrivare alle grandi porte di Konoha. Gli altri lo
seguirono in fretta e furia, non riuscendo a capire il perché del suo strano
comportamento.
“Il giorno è ancora lungo” si disse Sasuke “ne ho di tempo per scoprire
cos’ha quel dobe!”
>>><<<
-Lanciare… gli shuriken… contro… un tronco? E’ questo l’allenamento speciale?- disse Naruto, tra
un tiro e l’altro.
-Ma il bello deve
ancora venire ragazzi! Pazientate! Ora guardate qui…-
Il maestro Kakashi continuava a parlare. Agitava le mani,
indicando vari lunghi nei quali forse dovevano dirigersi.
Ma ormai Naruto
non seguiva più. Vedeva la sua maschera muoversi
ma non sentiva più le sue parole.
Ragionava… ragionava
e ragionava. C’era qualcosa che doveva ricordare a che ogni volta gli sfuggiva.
“Oggi, solo per oggi, fai il bravo ragazzo e rimani a casa.”
Cosa stava facendo?
Lui non sarebbe dovuto uscire!
Gli era stato detto molti anni
fa, per il suo bene, dal 3° hogake. Lui non poteva andare in giro
tranquillamente quel giorno… perché… perché è…
-Meinichi.- sussurrò.
-Cosa hai detto
Naruto?- la voce di Kakashi giunse nuovamente al ragazzo.
-Oggi… maestro oggi è il meinichi! Io… io non dovrei essere qui!-
-Ma cosa stai
dicendo?- disse Sakura, guardandolo quasi con disprezzo –Sei impazzito?-
Sasuke gelò la ragazza, squadrandola e si avvicinò a Naruto.
-Chi è morto Naruto?-
Kakashi sospirò. Aveva fatto finita di non sapere niente ma
d’altronde come ignorare il problema? Si avvicinò a Naruto, facendosi fare largo da Sasuke. Lo prese per
le spalle, guardando gli occhi ora spenti e terrorizzati.
-Naruto… Naruto! Ora non sei più un bambino. Puoi uscire anche in
questo giorno.-
-No, no, no maestro lei non capisce! Oggi è il meinichi!-
Vecchi ricordi che affioravano alla sua mente.
Per lui era sempre stato noioso… il tanjo-bi… com’era stato
infantile! Ma del resto ora
non era cresciuto molto.
-Si lo è ma non
per te!- gli scosse le spalle.
-No…- si portò le mani sul
viso –non è colpa mia… ma… allora perché?-
Si staccò da Kakashi, guardando spaesato prima Sakura e poi
Sasuke.
-Perché quegli
sguardi? Perché tornando al
villaggio tutti mi grideranno contro, accusandomi di aver ucciso i loro figli,
fratelli, genitori? Perché?! Eppure… eppure l’ha detto anche lei maestro… non
sono stato io!-
-Naruto…-
-La cosa peggiore è sentirsi soli pur avendo un sacco di persone
attorno… lo sa maestro?-
Il cuore di Kakashi si riempì di tristezza, stringendo le spalle
di un Naruto confuso e spaventato.
-Anche voi un giorno mi guarderete così vero?-
Si allontanò, facendo qualche passo indietro, fissò Sasuke e poi
spostò il suo sguardo su Sakura.
Nessuna risposta. Questo lo fece infuriare.
-ANCHE VOI UN GIORNO MI GUARDERETE COSI’ VERO?!!- gridò a squarciagola.
-No, Naruto…-
-Narutooo!- qualcuno lo chiamava da lontano.
Chi?
-Maestro Iruka! Cosa
ci fa lei qui?- disse Sasuke, sorpreso.
-Sono qui- disse con il fiatone
–per Naruto. Forse è meglio che-
-Cosa? Cosa
sarebbe meglio? Tutti sapete
cosa è meglio per me!- urlò il biondo, fissandolo con arroganza.
-Ma… Naruto!-
tentò di replicare Iruka.
Naruto indietreggiò, spingendosi ai margini del bosco alle sue
spalle.
-Forse è davvero meglio che per oggi… io non mi faccia vedere in
giro.- sussurrò, mentre
entrava nella boscaglia.
-Usura… tonkachi!- sibilò Sasuke.
-E adesso cosa facciamo?-
disse Iruka, rivolgendosi a Kakashi.
-Vado io.-
-Sasuke che…?- disse
Sakura, che fino a quel momento non aveva aperto bocca –Non è meglio lasciarlo
da solo?-
Il moro le rivolse un’occhiata indifferente e glaciale. Di certo
non volevo stare a sentire i suoi inutili consigli.
-Vado io.-
Naruto.
Ora, come sempre, era lui la cosa più importante.
>>><<<
Il biondo correva a perdifiato, non curante dei rami che gli
strappavano i vestiti o gli graffiavano il volto.
“Di certo nessuno mi verrà a cercare, qui… qui potrò stare al
sicuro per tutta la giornata.”
Sorrise, appoggiandosi ad un albero. Respirava a fatica, aveva corso troppo. Si lasciò
cadere lungo il tronco, sentendo l’erba morbida sotto di se.
-Che scenata che hai
fatto di fronte a gli altri…-
-Ah!- gli scappò un grido e si tirò su di scatto.
-Ne… usuratonkachi?-
Spalancò gli occhi, fissando il giovane Uchiha. Gli era corso
dietro!
-Ma… ma che ci fai qui?-
-Davvero hai intenzione di passare il giorno del tuo compleanno da
solo?-
Naruto tremò, indietreggiando
mentre Sasuke si avvicinava a lui.
-Che ne dici invece
di passarlo… con me?- sussurrò, portandosi una mano sul petto.
-Ma Sasuke…-
-A me… non interessa cosa c’è qui.-
Gli sfiorò la pancia, stringendo la tuta.
-Io continuerò sempre a guardarti… sempre.-
-Ma Sasuke… oggi
è-
-Non mi interessa
cos’è o cosa non è oggi!- urlò, stringendogli le spalle.
Naruto sussultò, confuso.
Perché Sasuke non lo
respingeva come facevano tutti gli altri? Girò la testa da un lato, con
l’espressione di un bambino piccolo.
-Perché?- sussurrò,
accarezzandogli il viso –Perché? Perché
vuoi passare il tanjo-bi con me? Nh?-
Si avvicinò, facendo aderire le sue gambe a quelle di Sasuke.
-Naruto… usura… tonkachi!- scandì lentamente, incorniciando il suo
viso.
Fronte contro fronte.
Niente da fare. Nessuno poteva spezzare il loro legame.
Nessuno ci sarebbe riuscito, neanche in futuro!
-Baka…- sussurrò Naruto prima di assecondare i suoi movimenti.
Un bacio.
Il loro primo bacio. Tenero e dolce.
Labbra che si sfioravano,
morbide.
Naruto arrossì terribilmente, stringendosi a Sasuke.
-E’… è strano…-
-Cosa?- chiese il moro, soffiando sul suo naso.
-No…- sorrise –niente, niente. Piuttosto… prendo questo come
regalo di compleanno.-
-Ma io pensavo a qualcosa… di più… grande!-
-Per me questo è già tantissimo… fin ora io ho sempre-
-Shhh basta non pensare più al passato.- gli pose gentilmente due
dita sulla bocca –Vieni… andiamo da me.-
>>><<<
Sasuke richiuse gentilmente alle sue spalle la porta della grande tenuta Uchiha. Naruto mosse
qualche passo all’interno, titubante, aspettando che il moro lo raggiungesse.
-Sasuke ma sei sicuro?-
-Di cosa dobe?-
-Smettila di chiamarmi dobe!- si
imbronciò –Sicuro che io… che tu voglia stare con me tutto il
giorno.-
-Ti fai troppo problemi tu…-
Lo prese per
mano, conducendolo lungo l’interminabile corridoio esterno.
-Possiamo anche rimanere qui in giardino… l’aria è ancora calda,
nonostante sia ottobre.-
-Mh…- mugugnò Naruto sedendosi sul tatami di legno.
-Che c’è ancora non
sei convinto?-
-Ma no è che…
mai nessuno… aveva… no niente.-
-Aveva? Dai continua, odio
quando si inizia un discorso e non lo si finisce.-
-No… lascia stare.- si girò,
arrossendo.
Sasuke lo prese
per le spalle, facendo cadere schiena a terra e mettendosi sopra di lui.
-Dimmelo.- disse,
autoritario.
-Lo vuoi sapere davvero… Sasuke Uchiha?- lo guardò negli occhi,
fisso e determinato –Vuoi davvero saperlo?-
-Ma che… ?-
Naruto ribaltò le posizioni, finendo su Sasuke.
-Vuoi sapere come mi sento alzandomi ogni mattina e sapendo che
nessuno mi rivolgerà parola se non forzatamente? Vuoi sapere come si è sentito
per anni un bambino al quale non era permesso uscire il giorno del suo
compleanno? Vuoi sapere…- arrossì maggiormente –come mi sento quando la persona
che amo è l’unica ad essere gentile con me?-
Lo guardò fugacemente, poi si alzò e scappò via. Sasuke ebbe una
frazione di secondo per realizzare
quello che stava succedendo, scattò in piedi e lo rincorse.
-Naruto! Dove vai?-
Fece appena in tempo ad abbracciarlo da dietro, prima che
raggiungesse la porta di ingresso.
Caddero entrambi per terra, ansimanti
per la corsa.
-Usuratonkachi! Dove credevi
di andare?-
-Via!- urlò, dimenandosi e scuotendo la testa –Se non l’hai capito
mi sono appena dichiarato.-
-Allora… faccio proprio bene a chiamarti dobe!-
Sasuke lo girò, stringendolo tra le sue braccia, mozzandogli il respiro mentre il suo viso affondava
nel petto giovane ma forte e sicuro.
-Dobe, dobe, dobe, dobe e ancora mille volte dobe.-
-Bastaaa…- si lamentò in sussurrò,
cominciando a versare lacrime di rabbia e vergogna.
-Rimani… con me… anche stanotte?- azzardò Sasuke, abbassando lo sguardo verso il basso.
Silenzio. Nessuna risposta.
Naruto avrebbe voluto urlare a squarcia gola “si certo rimango!” ma l’orgoglio e la
vergogna glielo impedivano.
-Naruto guardami…-
Sasuke gli alzò il mento.
-Vuoi-
-Si! Certo che voglio… dobe.-
-Ehi…- sorrise –non mi rubare le battute.-
-Si, si… ho capito.-
Lo baciò a fior di labbra, accarezzandogli i morbidi capelli
scuri.
-Grazie…- sussurrò, carpendo
ancora l’attenzione del moro –grazie… questo è il miglior giorno
della mia vita. Il miglior compleanno della mia vita…-
-Ah già ancora non te l’ho detto… auguri Naruto.-
Sempre. Così… insieme.
Nessuno poteva spezzare il loro legame. Nessuno ci
sarebbe riuscito, neanche in futuro!
Sasuke strizzò gli occhi, il segno maledetto di Orochimaru aveva ricominciato a dolergli. Ma non se ne curò, dedicando tutta
la sua attenzione alle effusioni che gli stava dedicando il piccolo kistune.
Nessuno poteva spezzare il loro legame…
Nessun ci sarebbe riuscito… neanche in futuro!
Nessuno…
Eccomi qua ^^ prima Eika
l’aveva eliminata per il contenuto troppo
forte ora l’ho sistemata, spero vi piaccia ^^ chiunque voglia
leggere la seconda parte tagliata mi può contattare sulla mia e-mail sere.rondinotto@tiscali.it ^^
commentini mi raccomando >_< grazie anche solo per averla letta! Baci,
Mirai!
Piccolo edit! Avevo dimenticato di
mettere alcune “traduzioni” XD Meinichi: anniversario
di morte, Tanjo-bi: compleanno e per chi non lo
sapesse Usuratonkachi è il nomignolo scelto da Sasuke per Naruto significa scemo
o scemotto XD