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Autore: telesette    31/10/2012    0 recensioni
Gli occhi della kunoichi erano sereni, anche se tristi, e nel suo sguardo si leggeva chiaramente tutta l’ammirazione e l’orgoglio che provava verso il genitore. Tenten si inginocchiò per deporre i fiori e, come ogni volta che veniva a trovarlo, si mise a pregare in silenzio sulla sua tomba.
Nonostante fosse assorta nella sua preghiera, d’un tratto si accorse di una presenza familiare vicino a lei. Subito si voltò per vedere il nuovo venuto ma, una volta riconosciuto, rimase alquanto sorpresa di vederlo lì...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Tenten uscì dal negozio di Ino, con un grosso mazzo di fiori stretto tra le braccia, e attraversò la piazza del villaggio imboccando la strada principale. Vedendola passarle vicino, un’anziana venditrice di polpette sollevò lo sguardo e la salutò cordialmente.

- Buongiorno Tenten!
- Buongiorno a lei, signora!
- Vai a trovare tuo padre?

Tenten sorrise annuendo.

- Oggi è il giorno dell’anniversario - spiegò la kunoichi.
- Capisco - osservò la donna, con una punta di tristezza nella voce. - Salutalo anche da parte mia, mi raccomando!
- Senz’altro, buona giornata!

Tenten salutò la venditrice con un cenno del capo e proseguì lungo la strada.
Poco oltre il palazzo dell’Hokage, uscendo dalla zona abitata, si intravedevano le bianche file ordinate di un piccolo cimitero. A differenza del più grande cimitero del villaggio, questo era il luogo ove riposavano gli shinobi distintisi per abilità, coraggio e meriti speciali.
Tra quelle lapidi e le iscrizioni gloriose che vi erano incise sopra, Tenten si fermò davanti a quella di una persona davvero speciale…

- Ciao papà - mormorò.

Gli occhi della kunoichi erano sereni, anche se tristi, e nel suo sguardo si leggeva chiaramente tutta l’ammirazione e l’orgoglio che provava verso il genitore. Tenten si inginocchiò per deporre i fiori e, come ogni volta che veniva a trovarlo, si mise a pregare in silenzio sulla sua tomba.
Nonostante fosse assorta nella sua preghiera, d’un tratto si accorse di una presenza familiare vicino a lei. Subito si voltò per vedere il nuovo venuto ma, una volta riconosciuto, rimase alquanto sorpresa di vederlo lì.

- Neji - esclamò. - Che ci fai qui ?

Lo Hyuga non rispose.
I suoi bianchi occhi glaciali passarono da Tenten al nome scritto sulla lapide. Neji lesse attentamente i caratteri dell’epitaffio, anche se il suo volto sembrava non tradire la benché minima emozione, ma ciò che disse dopo denotava in lui un grande rispetto verso quel coraggioso jonin defunto.

- “Kizoku Igarashi” - declamò Neji, leggendo l’iscrizione ad alta voce. - “Per il suo grande coraggio e spirito di sacrificio, nell’anteporre alla propria vita quella di un bambino, che la pietra conservi il suo esempio e il suo ricordo rimanga scolpito nella memoria”…

Tenten chinò il capo, guardando la lapide con un sorriso colmo di affetto.

- Ogni volta che leggo questa frase, non posso che essere orgogliosa di avere il suo stesso sangue!
- Era un ninja valoroso - concordò Neji. - Non sapevo che fossi sua figlia!
- Ho preferito non dirlo troppo in giro, in effetti - spiegò lei. - Quand’ero piccola, mio padre diceva che il coraggio non è una medaglia da sfoggiare: “il coraggio in sé risiede nel cuore di ognuno di noi, così come la consapevolezza di fare la cosa giusta, e non bisogna guardare solo alla persona coraggiosa quanto all’esempio che essa trasmette”… Mio padre era coraggioso, ma non certo per il nome che portava!
- Capisco - osservò Neji. - Preferisci che siano le azioni a parlare per te, piuttosto che il nome di tuo padre!
- Già - annuì lei, rialzandosi in piedi. - Ma devo ancora farne di strada, prima di arrivare al suo livello, non sei d’accordo?

Neji non disse nulla.
Non era mai stato un gran chiacchierone, ma probabilmente era d’accordo con lei. Seguire le orme di un uomo coraggioso non era certo facile, nonostante le promesse e l’impegno, tuttavia non aveva dubbi che Tenten fosse degna di suo padre.

- Come mai sei qui, a proposito? - domandò Tenten, ancora stupita di vederlo in effetti.
- Niente di strano - spiegò l’altro. - Rendere omaggio ai propri defunti è uno dei compiti di noi Hyuga; ti ho vista per caso, non intendevo disturbarti…
- Oh no, non ti preoccupare - si affrettò ad aggiungere Tenten. - E’ che non mi aspettavo di trovarti qui proprio oggi, di solito non c’è mai nessuno!
- Adesso però devo andare - tagliò corto lo Hyuga, volgendo appena un cenno del capo in direzione della lapide e allontanandosi in silenzio.

Tenten lo vide andar via così, senza nemmeno salutarla, ma tutto sommato non era poi così strano da parte sua. A differenza di molti altri coetanei, Neji non era solito mostrare alcun tipo di interesse per le relazioni sociali. Alcuni lo ritenevano un presuntuoso, altri solo un gran maleducato, ma c’era anche chi considerava il suo atteggiamento come degno del clan cui apparteneva
Tutti gli Hyuga erano noti per la loro altezzosità ( solo Hinata costituiva un’eccezione alla regola! ), e tuttavia Neji non aveva tutto in comune con suo zio Hiashi. Indubbiamente molti a Konoha lo trovavano odioso quasi quanto il capoclan, e in quel “quasi” appunto Tenten sentiva che vi era una qualche importante differenza.

 

( continua ) 

   
 
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