Salve,
popolo di EFP. Sono Veronica, qui per voi Lilies.
Poche
parole, poi vi lascio a questa piccola one-shot.
Ispirata
dalle inimitabili cescapadfoot, Hiraedd,
Writer96
e Libra Prongs (che stimo profondamente e seguo con
costanza)
ho deciso di iniziare a scrivere anch'io di Lily e James, che amo
indiscutibilmente, e del mondo di Harry Potter, a cui sono
affezionata da quando ero piccola.
Questa
è la mia prima storia, il tema non è originale ma
per iniziare ho
cercato di non fare scelte troppo azzardate. Siate clementi se ho
fatto schifo, vi prego..
Beh,
spero di essere stata almeno un pochino capace. In caso contrario,
credo tornerò a recensire solamente..
Buon
Halloween. Lilies
In memoriam
In
ricordo della tragica notte del 31 ottobre 1981,
in
cui James e Lily Potter morirono assassinati dal Signore Oscuro
cercando
di proteggere il loro unico figlio, Harry.
Il
coraggio Grifondoro non aveva abbandonato James, mai.
In
quei cupi giorni di guerra, tuttavia, ovunque guardasse non vedeva
altro che odio, paura e devastazione.
Quella
guerra gli aveva portato via gran parte della spensieratezza che un
ragazzo di vent'anni meritava di vivere.
La
reclusione in casa, oltretutto, lo stressava smisuratamente.
Sono
inutile, qui dentro,
ripeteva
continuamente ad una Lily sempre più sconfortata ma
ugualmente
combattiva, bella più che mai.
Le
continue notizie di assassinii di innocenti e di inutili spargimenti
di sangue spaventavano James al punto da fargli temere che la
prossima a morire sarebbe stata la sua famiglia.
Sono
prigioniero di casa mia e la gente muore continuamente. Non sono in
grado di proteggere nessuno, neanche le persone che amo più
di
chiunque altro al mondo.
Lily
era esausta.
Lily
era spossata da quel frenetico susseguirsi di tragedie che ormai da
quattro anni si abbattevano sulla sua vita.
Lily
era nervosa.
Lily
era costantemente all'erta, ma non lo dava a vedere.
“L'Oscuro
Signore lo designerà come suo eguale,
ma
egli avrà un potere a lui sconosciuto...”
L'eco
della profezia della Cooman risuonava insistentemente nella sua
testa.
Harry
aveva appena un anno e mezzo, ma Voldemort voleva lui, voleva la sua
vita.
Lily
aveva paura.
Era
preda di quell'amore incondizionato che solo una madre può
provare
per un figlio, preda di un amore capace di superare ogni limite,
un amore impossibile da scalfire.
Lily
avrebbe preferito morire, piuttosto che vivere
senza i due
uomini della sua vita.
Lily
la percepiva chiaramente, l'ira di James.
La
furia imperversava dentro di lui; una furia mista ad un'ansia
incontrollata.
Suo
fratello, Sirius, era là fuori.
Non
poteva affiancarlo e combattere con lui, come aveva sempre fatto.
Ma
Lily sarebbe impazzita a sapere il suo James fuori di casa, facile
preda dei Mangiamorte e di Voldemort stesso.
▪
Lily
era in cucina, mentre il piccolo Harry scorrazzava felice sulla sua
scopa giocattolo.
Quella
mattina avevano ricevuto la visita di Alice e Frank e del loro
piccolo Neville. I due bambini andavano molto d'accordo,
così le due
mamme si erano accordate per un pomeriggio di giochi per i due
piccoli, l'indomani a casa Paciock.
James,
appoggiato allo stipite della porta, sorrise. Il suo era il sorriso
di un uomo fiero, di un uomo innamorato della vita.
E la sua,
di vita, era tutta lì, tra quelle mura.
Lily,
la sua Lily, la stessa donna che per anni l'aveva
rifiutato.
La stessa che gli aveva rivelato di aver finalmente aperto gli occhi
e capito di amarlo, la stessa che aveva urlato al mondo quel fatidico
sì all'altare, rendendolo l'uomo
più felice dell'universo.
E
poi c'era Harry, la piccola, grande prova del loro
amore, la
prova dell'amore vero, quello eterno. Il loro orgoglio, il loro
piccolo, grande tesoro.
Harry,
i cui occhi erano l'esatta copia di quelli di Lily, verdi come la
speranza.
E
a quel tempo nessuno poteva
fare a meno di sperare.
James
si stiracchiò, lasciandosi cadere pesantemente sul divano
del
piccolo soggiorno.
Vide
il visetto allegro di suo figlio fare capolino da dietro la porta:
Harry oscillava pericolosamente, ancora troppo malfermo sulle
gambette paffute. James si rialzò, sollevò Harry
da terra e lo
strinse a sé in un abbraccio forte e protettivo. Poi, si
sedette sul
tappeto e sistemò il piccolino accanto a sé,
facendo attenzione che
non si sbilanciasse e combinasse qualche guaio.
A
quel pensiero James ridacchiò sommessamente: la settimana
prima la
piccola peste aveva mandato in mille pezzi una lampada dopo essere
andato schiantarcisi addosso, una caduta dovuta alla sua ancora
totale precarietà a stare in piedi da solo e senza la mano
di mamma
o di papà come sostegno. Harry aveva assunto una buffissima
aria
contrariata e aveva stretto forte i pugnetti agitandoli velocemente,
al che sia James che Lily erano scoppiati a ridere a crepapelle.
James
estrasse la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans e la
agitò,
facendo comparire tanti scintillanti sbuffi di fumo colorato che il
piccolo si divertì a cercare di acchiappare, ridendo come un
matto.
In
quel momento Lily entrò nella stanza, i folti capelli ramati
imbiancati di farina e una macchia di cioccolato sulla guancia.
-James,
passami Harry. Non vedi che ha gli occhi stanchi?- lo
rimproverò la
giovane donna con un finto tono di rimprovero. -Tesoro, non so come
sia potuto succedere, ma... la torta di zucca è... esplosa-
aggiunse poi, desolata.
James
sogghignò, gettò la bacchetta sulla poltrona
facendo sparire gli
sbuffi colorati con sommo disappunto di Harry, che mise il broncio, e
si avvicinò alla moglie posandole un leggero bacio sulla
guancia,
sussurrandole dolcemente:
-Lils,
hai tutto il tempo del mondo per rifarla. Domani, il giorno dopo, o
quello dopo ancora. Hai tutto il tempo che vuoi per trasformare tuo
marito in una immensa palla di lardo.
-Lo
so, ma ci tieni sempre così tanto, ad
Halloween. Mi dispiace
di essere così terribile in cucina... Comunque, fai poco il
lecchino, continuo a non condividere appieno la tua idea di far
girare per il paese nostro figlio vestito come una grossa ed insulsa
zucca, oltretutto sotto il Mantello. Andiamo, che senso ha?- James
alzò gli occhi al cielo. -L'hai fatto anche l'anno scorso-
continuò
Lily imperterrita, -quando tuo figlio aveva tre mesi. Tre
mesi, capisci? Quando siamo rientrati dormiva, e l'ha fatto per tre
quarti della serata. Mi domando chi sia il vero
bambino, in
questa casa.
James
le si avventò contro con energia e le arruffò i
lunghi capelli
rossi, lanciandole un'occhiata di sbieco.
-Stai
farneticando, moglie. Harry si è divertito un mondo, solo
che non ha
potuto dimostrarmelo. E poi Halloween e le zucche sono le cose
migliori del mondo; dopo il sottoscritto, s'intende.
Lily
scosse la testa, lo baciò teneramente sulle labbra e, prima
di
avviarsi verso la cameretta di Harry, lanciò a James uno di
quegli
sguardi infuocati che sapeva lo facessero impazzire.
-Nonostante
tutto, ti amo, Potter- mormorò.
James
sfoderò il sorriso sghembo che ai tempi di Hogwarts aveva
fatto
delirare ogni singola ragazza e che Lily odiava.
-Evans,
è la prima volta che mi chiami con il mio cognome senza che
sembri
un insulto. Sai cosa? Forse dovrei annotarlo da qualche parte,
conservare quella prova e poi venderla per cento galeoni a chi non mi
crede se gli dico che ti sei arresa alla mia magnificenza. Ammettilo,
Lils, nemmeno tu sei riuscita a resistere al
fascino dei
Potter.
Lily
sbuffò divertita, fece la linguaccia a James che ancora
sghignazzava, girò sui tacchi con il figlioletto scalpitante
che le
arrancava accanto ancorato alla sua mano e si avviò su per
le scale.
James
tornò in soggiorno e si sdraiò nuovamente sul
divano di pelle,
compiaciuto per aver avuto la meglio su sua moglie. Un rumore
improvviso, proveniente dall'ingresso, lo fece rizzare in piedi un
istante dopo, i sensi all'erta.
Corse
subito verso la porta, e quello che vide gli gelò il sangue
nelle
vene...
Qualcosa,
nell'Incanto Fidelius che li proteggeva, non aveva funzionato.
-Lily,
prendi Harry e corri! È lui! Vai! Scappa! Io lo trattengo...
Trattenerlo?
Non
aveva alcuna speranza, era disarmato e completamente indifeso.
Nonostante
ciò, James si disse che almeno lo avrebbe rallentato,
avrebbe dato a
Lily abbastanza tempo per fuggire con Harry. Anche se ciò
avrebbe
significato lasciarli per sempre.
Un'espressione
disumana iniziò a farsi prepotentemente strada sul volto
serpentesco. Voldemort levò la bacchetta, ed un guizzo
smeraldino
fuoriuscì dalla punta.
James
udì un ultimo spaventoso grido belluino...
-Avada
Kedavra!
La
luce verde riempì l'angusto ingresso, illuminò la
carrozzina contro
la parete, fece scintillare le sbarre della balaustra come
parafulmini. James Potter cadde come una marionetta a cui erano stati
tagliati i fili...
Lily
urlò il nome di James dal piano di sopra, sconvolta dalla
disperazione.
Le
sue richieste d'aiuto lui non le avrebbe mai ignorate, James sarebbe
subito arrivato al suo fianco, per proteggerla. Lily ormai
singhiozzava, completamente stravolta.
La
consapevolezza che il suo James non ci fosse più le
attanagliò lo
stomaco. Quei pensieri non smettevano di vorticarle in testa, come
una triste e continua nenia che non avrebbe mai
voluto
sentire.
Harry
era tranquillo, non sembrava essersi reso conto di ciò che
stava
accadendo. Lo strinse più forte che poté, il
cuore che le
martellava nel petto.
-Harry, Harry sei tanto amato, tanto amato... Harry, mamma ti ama, papà ti ama... Harry, sii prudente. Sii forte.
Lo
sentì spalancare la porta, evitando facilmente i mobili che
lei
aveva frettolosamente accatastato.
Lily
Potter guardò un'ultima volta il suo bambino, gli occhi
verdi umidi
di lacrime, una manina di Harry stretta tra le sue. Gli
baciò le
piccole dita calde, gli accarezzò i capelli, incapace ancora
di
allontanarsi da lui. Harry la fissò con quei suoi occhi
così verdi,
così simili ai suoi...
Lily
si voltò verso l'ingresso della cameretta, e
sentì la paura
impadronirsi di lei.
Nel
vederlo, depose il piccolo nel lettino alle sue spalle e
aprì le
braccia, come se potesse servire a qualcosa, come se nascondendolo
sperasse di poter essere scelta al suo posto...
-No!
Harry no, ti prego!
-Spostati,
stupida... spostati...
-Harry
no. Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry...
-E'
il mio ultimo avvertimento...
-Non
Harry! Ti prego... per favore... lui no! Harry no! Per favore...
farò
qualunque cosa...
-Spostati...
spostati, ragazza...
Avrebbe
potuto allontanarla dal lettino con la forza, ma pensò che
fosse più
prudente finirli tutti...
Un lampo verde. L'urlo prolungato di una donna. Infine, il pianto disperato di un bambino.