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Autore: Yu_    31/10/2012    5 recensioni
Questa è la storia di una ragazza qualunque che un giorno torna a casa e la sua vita cambia completamente: Caspian e i re di Narnia la trascinano in questo meraviglioso mondo scoprendo, successivamente, di avere anche un fratello. Tuttavia le cose si complicano: la guerra contro Miraz è imminente e le forze per contrastarlo sono poche, ma fortunatamente alla fine arriverà un aiuto da più lontano.
Dal quinto capitolo:
"Io sono tua sorella"dissi titubante.
"E cosa te lo fa pensare?"mi chiese Caspian.
"Te l'ho già detto!"gli urlai.
"Tutto questo è impossibile! Io non ti credo"
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando aprii gli occhi il sole era già sorto. Caspian e gli altri dormivano ancora. Provai in tutti i modi a riaddormentarmi, ma senza successo, quindi decisi di alzarmi. Senza fare rumore tornai dove ero la sera prima, cioè davanti alla Tavola di Pietra. Cominciai a osservarla per bene, quando qualcosa oscurò il sole sulla mia destra: era Aslan.

“Cosa ti affligge, mia cara Miriam?”mi chiese.

“Non voglio tornare nel mio mondo.”risposi. “Non voglio lasciare mio fratello.”.

“Non devi preoccuparti di ciò che sarà, pensa al tuo presente.”mi consigliò il leone. “Sul futuro si deciderà in seguito.”.

Aslan riusciva sempre far riflettere le persone.

“Non c’è modo di farla tornare normale?”chiesi indicando la Tavola.

“Solo tu puoi scoprirlo.”mi disse e poi sparì così come era apparso.

Il solo difetto di Aslan era che lasciava i discorsi incompleti e quindi le cose le dovevi capire da solo. Il problema era che non tutti erano esseri supremi intelligenti come lui

Poi improvvisamente mi ricordai della gonna che avevo tolto prima della battaglia. Era in mezzo alle macerie. Pur sapendo che era pericoloso mi ci diressi e cominciai a spostare i massi per cercarla. Appena toccai il primo, esso si sollevò in aria e tornò esattamente al suo posto, cioè dove era prima di cadere. Ne toccai un altro e accadde la stessa cosa. Non riuscivo a capire come poteva essere successo, ma sicuramente ero contentissima. Cominciai a toccarli tutti e nel giro dieci minuti la Tavola di Pietra era tornata come nuova.

Poi in mezzo al prato vidi qualcosa di rosso. Corsi fino a quel punto e constatai che era un pezzo di stoffa. Lo sollevai e lo guardai meglio: era la mia gonna (o meglio quello che rimaneva di essa). Era tutta impolverata e naturalmente rotta da alcune parti. La presi e decisi di andare dentro.

Aprii la porta della camera e con mia sorpresa vidi che era intatta, come la sera prima della battaglia in cui ci eravamo messi a ballare per scacciare via le nostre preoccupazioni.

Riposi la gonna dentro la mia canoa. Più tardi avrei pensato ad un modo per aggiustarla. Dovevo assolutamente informare gli altri dell’accaduto e non stavo più nella pelle dalla felicità.

Uscii dalla stanza e sentii un gran trambusto.

“Ma come è possibile?”chiese una voce che mi sembrò quella di Hermione.

“Aslan?”propose la voce di Lucy.

Aumentai il passo.

“Ehi, ma dov’è mia sorella?”questo era Caspian.

“Miriam?”mi chiamò Draco.

Arrivai e li trovai tutti all’entrata.

“Eccoti!”esclamò Susan.

“Ma tu hai visto che cosa è successo?”mi domandò Luna.

“Ti sei alzata prima di noi.”constatò Peter. “Hai visto chi è stato?”.

Esitai un attimo: non sapevo che dire. Non volevo fare la presuntuosa. Non era nel mio stile.

“Non vorrei vantarmi”cominciai. “Ma sono stata io. Non chiedetemi come, so solo che quando ho cominciato a toccare le macerie esse sono tornate al loro posto.”.

Rimasero sbalorditi. Non mi avrebbero creduto come minimo e avrebbero pensato che ero pazza.

“Veramente?”chiese Trumpkin e annuii.

“Straordinario!”esclamò Ripicì.

“C’è tutto.”li informai. “E’ come se non fosse mai successo niente.”.

Gli altri avanzarono piano e poi alla fine corsero in camera.

“Grazie!”esclamò Edmund abbracciandomi e sollevandomi da terra. Le mie guance si tinsero leggermente di rosso.

“Adesso puoi riprenderti la corona che ti avevo fatto.”gli dissi.

“Assolutamente!”esclamò.

Mi posò a terra e anche lui andò subito in camera urlando:

“Ehi, ragazzi! E’ qui la festa??”.

A quell’esclamazione cominciai a ridere come un’idiota. Perché lui era un idiota, un simpatico idiota di cui ormai ero innamorata persa.

Anche io andai in camera. Tutti erano indaffarati a mettere a posto le loro cose e l’Ordine duplicava le canoe perché non bastavano per tutti.

“Ma che è successo alla tua gonna?”mi chiese Susan.

“Niente!”risposi innocente. Ci penso un attimo e poi si ricordò cosa le era successo. Mi guardò malissimo. “Però quando saremo di nuovo a palazzo la aggiusto!”esclamai infine alzando le mani.

“Quali sono i vostri ordini, maestà?”chiese Trumpkin a Peter.

“Aslan ci ha chiesto di andare a Cair Paravel.”rispose lui.

“Scusate, miei re.”intervenne Ripicì. “Non vorrei sembrare né impiccione né scortese. So di non esserne degno, ma il mio sogno più grande è sempre stato quello di incontrare il grande Aslan.”.

“Dopo quello che hai fatto per noi è d’obbligo!”esclamò Lucy. “E vieni pure tu, Trumpkin!”.

Dopo circa mezz’ora finimmo di caricare le canoe e partimmo. Per fortuna questa volta Peter azzeccò il ruscello giusto. Il viaggio parve breve perché naturalmente se ci si diverte il tempo passa più velocemente. I ragazzi dell’Ordine facevano dei giochi con l’acqua e si divertivano a schizzarci.

Alla fine approdammo sulla spiaggia sotto il palazzo. Le rovine spiccavano sulla collina.

“Benvenuti, re e regine di Narnia.”.

La voce di Aslan risuonò per tutto quel tratto di costa. Ci girammo e lui era dietro di noi.

“Benvenuti anche a voi, Trumpkin e Ripicì!”.

Il topolino appena lo vide fece subito un profondo inchino.

“E’ una gioia e un onore per me essere qui oggi!”esclamò. “Desideravo tanto fare la vostra conoscenza!”.

“Beh, il piacere è mio, piccolo ma coraggioso Ripicì!”.

“Grazie, Vostra Maestà!”disse il topo rialzandosi.

“Come mai ci hai richiamati qua?”gli chiese Peter.

“Siete stati bravi, ragazzi miei, avete combattuto con valore e lealtà.”cominciò. “Avete salvato questa terra e ve ne sono davvero molto grato.”.

“Ma cosa c’entra Cair Paravel?”chiese Susan.

“Ai tempi dell’Età dell’Oro è in questo palazzo che siete stati incoronati e in cui avete vissuto fino alla vostra scomparsa.”rispose il leone. “Molti anni or sono e voglio farvi tornare là con la stessa magia come successe secoli fa.”.

“E’ impossibile!”esclamò Susan. “Insomma, è tutto in rovina.”.

“A Narnia niente è impossibile!”esclamò Lucy sorridendo complice con Aslan.

“Quindi non vivremo a Telmar?”chiese Caspian.

“Una cosa per volta, mio caro, una cosa per volta.”rispose lui.

Aslan intonò un canto dolce e melodioso. Dava davvero gusto ascoltarlo: quietava l’animo, metteva allegria e faceva venir voglia di saltare dalla gioia. Insomma, la cosa più bella che abbia mai ascoltato.

Guardai verso la roccia e vidi che piano piano il castello si ricostruiva. I massi tornavano al loro posto (proprio come avevo fatto io con la Tavola di Pietra), le erbacce scomparivano, le scale si ricostruivano e tutto tornava come milletrecento anni prima. Era davvero una cosa fantastica e allo stesso tempo indescrivibile.

Dopo circa cinque minuti il castello era tornato normale. Aveva un tetto di vetro circolare che corrispondeva alla sala dei quattro troni. C’erano molte finestre ed erano enormi. Doveva essere un castello immenso, arioso e luminoso data la quantità delle finestre.

Edmund scoppiò a ridere per la felicità e Lucy abbracciò il leone.

“Grazie Aslan!”disse.

Eravamo tornati a casa. Quella era la nostra vera casa.

“Possiamo andare?”chiese Susan.

“Ma certo!”esclamò Aslan. “E’ vostro!”.

Noi re ci avviammo per la scalinata, ma ben presto ci accorgemmo che l’Ordine era rimasto indietro.

“Voi non venite?”chiese Peter.

“Noi non c’entriamo niente.”esclamò Hermione. “Non siamo re e non è casa nostra.”.

Peter andò verso di lei, le prese la mano e le fece un inchino.

“Non importa!”esclamò. “Sei una mia amica e chiunque sia mio amico è il benvenuto in casa mia.”.

Lei sorrise e poi insieme all’Ordine ci avviammo sulle scale verso il palazzo lasciando le canoe sulla spiaggia. Quando fummo su (le scale erano davvero tante) ci fermammo davanti al portone: era molto grande e maestoso. Peter lo aprì e davanti a lui apparve un grande corridoio con colonne bianche. In fondo ad esso c’era una scalinata molto ampia. Sulle pareti erano appesi molti quadri che ritraevano i quattro re dell’Età dell’Oro alla loro prima incoronazione. Continuammo ancora salendo le scale e arrivammo di fronte ad un altro portone.

“Aprilo!”disse Peter a Caspian.

“Perché io?”domandò lui stupito.

“Perché so che devi essere tu a farlo.”rispose lui sorridendo.

Mio fratello aprì cautamente la porta e davanti a noi si innalzò un grande salone con un tetto di vetro e in fondo i quattro troni. I troni dell’incoronazione.

Tutti rimanemmo all’inizio della stanza stupiti dalla bellezza del salone e dalla maestosità dei troni.

Poi Susan e Peter avanzarono e si girarono verso di noi.

“Ora tocca a voi.”disse Peter.

“Che intendi?”gli chiese Caspian.
“Noi ormai siamo cresciuti, invecchiati e lasceremo il posto ad altri re.”spiegò lui guardandoci.

“Ma è impossibile!”esclamai.

“Ti sbagli mia cara. Peter ha ragione.”.

Anche Aslan era arrivato.

“Voi sarete i prossimi re.”disse ancora.

“Ma noi siamo già stati re.”osservò Lucy.

“Non re supremi, però.”disse Aslan. “Voi vi sottovalutate e non dovreste. Siete molto più saggi di quanto credete!”.

Una cosa era certa: sarei diventata regina. Ma che sarebbe successo quando me ne sarei andata insieme ai Pevensie e all’Ordine? Sarebbe rimasto solo mio fratello a governare da solo. Da solo. Avrei affidato a lui la mia stessa vita, ma non poteva restare da solo un’altra volta.

“Aslan, però tu sai che proveniamo da un altro mondo…”cominciai. “Quando ce ne andremo che succederà?”.

“Mia cara, ora è tutto diverso!”rispose lui. “Liberando i portali si è sprigionata una forza immensa che rimarrà nell’aria fino alla fine di Narnia. Questa energia ha fatto riaprire i passaggi con il vostro mondo e a causa di questa forza rimarranno aperti per molto tempo. A questo punto sta a voi decidere se restare, se tornare o se fare una vita a metà. Ora siete voi i padroni del vostro destino.”.

Avevo sentito bene? Avevo davvero sentito bene? Potevo fare come volevo. Una vita a metà è una cosa complicata, ma avrei trovato un modo per riuscire a farla. Una volta avevo sentito Hermione parlare di una certa giratempo, tipo una clessidra che ti faceva tornare indietro nel tempo. Sicuramente me la sarei fatta prestare per riuscire a fare tutto. Se ci riusciva lei a seguire così tante lezioni in così poco tempo, perché non potevo riuscirci io facendo una vita a metà?

Aslan si avviò su per le scale.

“Dove vai Aslan?”gli chiese Lucy.

“Non preoccupatevi per me, riflettete sul vostro futuro.”rispose e se ne andò.

Tutti cominciammo a mormorare e piano piano la sala si riempì di risate e chiacchiere. Caspian prese Susan per un braccio e la trascinò da una parte.

“E tu che farai?”le chiese.

“Io non lo so...”rispose lei sorpresa. “Mi serve tempo.”.

“Però hai intenzione di restare?”le chiese ancora.

“Io qui sto bene e sono felice, ma lo sono anche nel mio mondo.”rispose lei.

“Devi fare una scelta adesso.”la avvertì Caspian.

“Cosa faresti al posto mio?”gli chiese lei.

“Io resterei se ci fossero di mezzo persone a cui voglio bene.”le rispose lui.

“Le persone a cui vogliono bene qui sono probabilmente molte di più di quelle a cui voglio bene nel mio mondo.”commentò lei. “Quindi magari posso restare qui.”.

“Non devi farlo perché te l’ho detto io.”le disse Caspian dolcemente.

“Non lo faccio perché me l’hai detto tu.”mormorò lei. “Me l’hai fatto capire tu. Qui c’è qualcuno a cui tengo più di tutti. Il mio affetto verso questa persona supera tutto ciò che lascerei se restassi qui.”.
“E, se posso chiedere, chi è?”disse lui.

Ma era scemo oppure estremamente intelligente? Lo sapeva, perché doveva chiederglielo?

“Lo sai.”ripose lei sorridendo.

Lo prese per la camicia e lo portò a sé. Si guardarono per un attimo prima di unirsi in un bacio.

Nessuno tranne me se ne accorse perché erano tutti impegnati a chiacchierare.

Ero proprio contenta e tutti dovevano sapere cosa era successo. Come perdersi una scena così importante?

Cercai Peter. Sicuramente non l’avrebbe presa bene poiché anche se non lo dava a vedere era davvero geloso di sua sorella. Quando lo trovai gli sussurrai:
“Guarda!”.

Come previsto non la prese bene. Diventò tutto rosso, strabuzzò gli occhi e poi tornò subito normale.

“Ehm… dai, sono contento!”esclamò battendo le mani.

Il suo comportamento non mi era del tutto chiaro, ma se era contento allora io ero più felice di lui.

Anche io cominciai a battere le mani. Pure gli altri se ne accorsero e ci seguirono a ruota.

Susan e Caspian si staccarono e lei era diventata tutta rossa. Poi entrambi sorrisero mentre noi continuavamo a guardarli.

“Non c’è niente da vedere qua!”esclamò Caspian ironico.

“Ragazzi, vogliamo andare a prendere le nostre canoe?”propose Peter e cominciammo ad avviarci per le scale.

Feci l’occhiolino a Caspian. Per la prima volta non svoltò gli occhi al cielo ma mi sorrise a trentadue denti e mi mostro il pollice della mano. Ero proprio felice per loro. Poi si presero per mano e li lasciai da soli nella Sala dei Troni.

“Lo sapevi, vero?”mi chiese Edmund che mi era venuto accanto.

“Se non lo avessi saputo l’avrei capito di sicuro!”risposi.

“Però lo sapevi…”insistette

“Sì, certo che lo sapevo!”esclamai. “Non ci voleva nemmeno così tanto per comprenderlo.”.

“Ora capisco…”disse.

“Che cosa?”.

“Quelle lunghe chiacchierate che facevi con lui dopo cena…”rispose. “Era per quello.”.

“E non solo.”aggiunsi. “Perché sei così stupito?”.

“Perché io non parlo molto con le mie sorelle.”rispose dispiaciuto. “Susan è troppo grande e se vuole parlare di qualcosa lo fa o con Peter o con Lucy. Con Lucy ho finito di litigarci da poco.”.

“Beh, non è troppo tardi per aggiustare le cose.”gli consigliai. “Devi capire che è un sacco di tempo che non stavo con mio fratello e in tanti anni di assenza le cose si accumulano.”.

Vedemmo Susan e Caspian passarci avanti abbracciati e stavolta noi rimanemmo in fondo da soli.

“Non l’avevo capito che era innamorata di Caspian.”disse.

“Ed, non fare così!”mi indignai. “Hai ancora una vita per conoscerla e capirla meglio.”.

Mi abbracciò.

“Grazie!”esclamò. “Grazie per farmi sentire sempre bene.”.

“Non mi costa nulla.”dissi accarezzandogli i capelli neri.

Mi stampò un bel bacio sulla guancia. Tentai con tutte le mie forze di non arrossire, ma probabilmente fu un tentativo vano. Ci guardammo negli occhi ed eravamo molto vicini.

“Ma vi muovete?”disse una voce facendoci staccare immediatamente. Era George. “Oh scusate…”.

“Stavamo arrivando.”dissi.

“Certo!”esclamò come se fosse stata una presa in giro.

Andammo verso le scale e le scendemmo senza parlare. Alcuni già stavano risalendo con le canoe. Gli avevano fatto un incantesimo, perché pesavano troppo e non potevano essere portate su a mano, quindi volavano. Una volta arrivati sulla spiaggia Fred ce le incantò e poi tornò sopra velocemente ad occuparsi della sua canoa lasciandoci nuovamente da soli. Mentre tornavamo su non parlammo.

“Secondo te avrò una stanza?”gli chiesi quando eravamo già all’interno del palazzo.

“Ma certo!”rispose lui. “Questa è la nuova Cair Paravel. Ci deve essere per forza.”.

Caspian mi stava aspettando nella sala dei quattro troni.

“Miri, vieni!”esclamò quando arrivai.

Mi prese per mano e cominciò a correre lungo un corridoio.

“Caspian, rallenta!”esclamai ridacchiando.

Arrivò davanti a una porta e la spalancò. Subito una luce mi colpì gli occhi. Poi la guardai meglio: era la nostra camera.

“Ti piace?”mi chiese entusiasta.

Annuii.

“Nostra?”chiesi.

“Nostra!”.

Ci entrai: era circolare. Sulla sinistra c’era una grande vetrata e un letto matrimoniale. Davanti a me invece c’erano due letti separati da due comodini. Sulla destra c’era uno scrittoio e due poltrone. Poi tutt’intorno c’erano mobili di legno pregiato. Vicino ai due letti c’era una porta che portava al bagno.

“E’ stupenda!”esclamai.

“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta!”esclamò lui felice. “Vai a prendere la canoa, così sistemi le tue cose.”.

Andai nella Sala dei Troni dove l’avevo lasciata e la trascinai fino in camera facendo uno sforzo immane. Era davvero pesante senza l’incantesimo di Fred.

Entrata in camera cominciai a mettere a posto le mie cose. Mentre facevo questo mio fratello andò a farsi una doccia. Cercai un vestito pulito e tra i tanti che avevo vidi quello con cui ero sparita. Quello era perfetto per una normale serata tra re.

Dopo circa venti minuti Caspian uscì dal bagno e ci entrai io. Anche quello era circolare con al centro una grande vasca rotonda. Mio fratello l’aveva svuotata e già ci aveva rimesso l’acqua. Mi ci immersi quasi completamente: era bollente. Era bellissimo riuscire finalmente a farsi un bagno caldo. L’acqua del fiume era sempre e costantemente fredda. Non volli farmi scappare quell’occasione e quindi rimasi un buon quarto d’ora a godermi quell’acqua calda che sognavo da mesi.

Poi uscii e mi vestii velocemente. Infine mi asciugai i capelli, me li appuntai e me ne andai dal bagno. Vidi Caspian sdraiato sul letto che dormiva beatamente e mi diressi verso di lui. Mi dispiaceva svegliarlo perché era stupendo mentre dormiva, ma dovevamo andare a prendere la zia a Telmar. Mi sedetti accanto a lui.

“Caspian…”lo chiamai e lui si svegliò di soprassalto. “Ehi, l’era in cui ci svegliavamo in questo modo è finita!”lo rassicurai sorridendo.

“Ancora mi ci devo abituare.”mi disse.

“Ti capisco.”gli dissi.

“Come mai mi hai svegliato?”chiese, ma non come un rimprovero.

“Dobbiamo andare a prendere la zia.”gli ricordai.

“Hai ragione!”esclamò lui improvvisamente.

“Allora andiamo!”esclamai alzandomi dal letto.

“E questo vestito così corto?”mi chiese.

“Lo trovo molto più comodo!”gli risposi.

“Ti sta molto bene.”disse.

Lo ringraziai e uscimmo dalla camera. Raggiungemmo la sala dei quattro troni dove c’erano già tutti. Avevano ognuno un vestito nuovo, anche i ragazzi dell’Ordine: le ragazze con quelli lunghi, i ragazzi con i pantaloni di fustagno e una camicia larga.

“Per una volta potevi anche evitare di fare l’anticonformista, non credi?”mi rimbeccò Susan osservando il mio vestito.

“E’ comodo!”esclamai scocciata.

“Ed è anche carino!”si complimentò Lucy.

“Grazie.”.

“Io e Miriam dobbiamo andare a prendere nostra zia a Telmar.”li informò Caspian. “Voi venite?”.

Gli altri annuirono. Attraversammo la sala e scendemmo le scale. Non ci avevo fatto caso prima, ma intorno al palazzo c’era un gran giardino pieno di fiori e piante.

Sulla spiaggia c’erano otto cavalli pronti a galoppare e a portarci a destinazione. Naturalmente ci dovevamo andare in coppia perché eravamo esattamente il doppio. Decisi di prendere le redini di uno di essi e quindi ci salii sopra.

“Posso?”mi chiese una voce: era Edmund.

“Ma certo!”risposi felice che me l’avesse chiesto lui.

Scorsi Malfoy ancora sulla spiaggia. Ci stava guardando malissimo e aveva una faccia molto contrariata. Chissà con chi ce l’aveva. Era un ragazzo davvero strano.

“Sicura di voler prendere le redini?”mi chiese Edmund.

“Certo!”esclamai.

“Comunque bel vestito!”mi disse.

“Grazie!”.

Cavolo, quel vestito faceva davvero un sacco di scena. Alla faccia di Susan la per fettina (senza offesa naturalmente).

Peter si girò per vedere se eravamo tutti e partimmo al galoppo. Per arrivare ci volle circa un’oretta e mezza tra le varie soste. Dopo un po’ non ce la facevo più e Edmund prese il mio posto.

“Te l’avevo detto che non reggevi!”mi disse.

“Dove sta il problema?”esclamai e lui non rispose.

Telmar era diversa rispetto al giorno prima: c’era una sensazione di pace e le persone erano in giro. Tutti ci accolsero benevolmente e poi ci indicarono la via per la casa della zia.

Scendemmo per una stradina sotto il paese. Lei stava in una casetta a dir poco minuscola con un piccolo giardino. Caspian bussò.

Lei ci venne ad aprire: aveva una veste da casa, ma non di certo tipica dell’ex moglie del re.

“Caspian!”esclamò abbracciandolo. “Allora sei venuto veramente!”.

“Io mantengo sempre le mie promesse!”le disse lui.

“Hai preparato le tue cose?”gli chiesi.

“Tanto non sono molte…”disse lei tristemente.

“Ma perché stavi qui e non al castello?”le domandò Caspian.

“Sono una donna…”rispose lei. “A Telmar le donne non possono governare da sole, quindi mi hanno cacciato.”.

“Sapendo che avevate anche un figlio da mantenere?”chiese Edmund scandalizzato e lei annuì.

“Dovrebbero imprigionarli solo per questo!”si indignò Peter. “E’ una crudeltà.”.

“Tanto quello che è fatto è fatto!”si rassegnò lei. “Sobespian mi aveva mandata via. Ora è morto e ha pagato per quello che ha fatto.”.

Andò in un’altra stanza e poi ci portò suo figlio.

“Ti dispiace tenerlo un secondo?”mi chiese.

Me lo porse e lo tenni in braccio mentre lei prendeva le ultime cose. Il piccolo dormiva tranquillo e beato.

“Ecco fatto!”esclamò la zia. “Possiamo andare.”.

Uscimmo dalla casa e quando la zia si fu sistemata sul cavallo le porsi il bambino e poi salii insieme a Edmund come prima. Dopo poco arrivammo a casa e le mostrammo la sua stanza che non era lontano dalla nostra. Io poi andai in camera mia e mi rilegai per bene i capelli.

Quando uscii nuovamente incontrai Peter. Sembrava che mi stesse aspettando.

“Ah eccoti.”esclamò agitato. “Puoi dire a tuo fratello di andarci piano con Susan?”.

“Peter, calmati.”cercai di tranquillizzarlo.

“Dimmi che lo farai!”esclamò.

“Sì, lo farò!”esclamai prendendolo per le spalle. “Però ora datti una calmata!”.

Dopo qualche secondo tornò in sé.

“E’ normale che tu sia geloso.”gli dissi.

“In fondo è sempre mia sorella.”spiegò. “Anche Caspian farebbe così se ti vedesse sbaciucchiare Edmund.”.

Aveva l’aria di uno che la sapeva lunga. A quanto pare anche lui l’aveva capito.

“Lui mi prende solo in giro!”mi difesi.

“Ora fa così.”disse lui. “Voglio vedere quando ci si troverà davanti quello che farà.”.

Riflettei un attimo. Avrebbe davvero reagito in quel modo? Beh, da come si comportava non sembrava. E poi non ce lo vedevo mio fratello come tipo geloso. Protettivo magari, ma non geloso.

“Perché tu pensi che un giorno o l’altro mi ritroverò a sbaciucchiare Edmund?”gli domandai cambiando argomento.

“E’ possibile…”rispose lui vago.

“Certo, come no.”dissi.

“Scommettiamo?”propose lui.

“Non ho voglia di perdere nemmeno un centesimo con te!”esclamai.

“Perché sai già che accadrà.”.

“Perché se accadrà non voglio perdere nemmeno un centesimo con te.”riformulai la frase.

“Fai come ti pare.”si rassegnò. “Poi vedremo chi aveva ragione.”.

Lo guardai male prima di dirigermi in sala da pranzo. Non avevo voglia di ammetterlo. Le mie emozioni erano così ovvie che non potevo nemmeno smentirmi. Era un po’ fastidiosa come cosa.

La sala da pranzo aveva un bel lampadario con pendenti di cristallo e in mezzo c’era un bel tavolo di legno lavorato. Le sedie erano in pelle e tutt’intorno c’erano affreschi e mobili d’epoca.

Mi misi a sedere anche se non era ancora arrivato nessuno.

“Già fame?”mi fece una voce alle mie spalle facendomi sobbalzare: era Draco.

“No, sono solo un pochino in anticipo.”risposi.

Lo osservai meglio. Con gli abiti in stile narniano stava proprio bene.

“Non voglio fare tanti rigiri di parole, quindi andrò dritto al sodo.”disse.

“Dimmi tutto.”.

Poi qualcuno spalancò la porta.

“Miriam, mi servi un secondo!”esclamò George.

“Eh no Weasley!”esclamò Draco. “Prima ci sono io!”.

“Peccato che mi serve urgentemente in cucina!”ribattè il gemello.

“Calmatevi!”esclamai guardandoli. “Ora vado giù in cucina e quando torno mi dirai ciò che devi dirmi.”.

Seguii George al piano di sotto. Il motivo “urgente” per cui mi aveva chiamato era che dovevo sentire se ciò che aveva preparato Lucy era giusto o no di sale. Che idiozia. Il bello era che ci stetti un buon quarto d’ora. In un certo senso ero davvero curiosa di sentire cosa aveva da dirmi Draco. Era un botto di tempo che rimandava e anche io mi ero un pochino stufata.

Quando tornai su lui non c’era. Uscii dalla sala da pranzo e mi misi a cercarlo. Feci il giro di tutto il castello, ma non lo trovai. Mentre stavo per rassegnarmi incontrai Edmund. Teneva una mano sulla faccia.

“Ehi Ed, hai visto Draco?”gli domandai e lui mi fece segno di no.

“Va tutto bene?”gli chiesi.

Si tolse la mano dalla faccia e scoprì un livido evidente sotto l’occhio sinistro.

“Che diavolo ti è successo?”.

“Sono andato a sbattere contro una mensola!”rispose.

Non so perché, ma sapevo che ciò che mi aveva detto non era vero.

“Sei sicuro?”domandai ancora e lui fece segno di sì, ma non gli credei.

“Edmund, non mentire a me!”esclamai. “Chi te lo ha fatto?”.

“Nessuno, te l’ho detto!”rispose. “Sono solo andato a sbattere contro una mensola.”.

“Sai, puoi provare a convincermi meglio con qualche scusa un pochino più decente…”mormorai.

“Ti dico che è andata così.”.

“Non ti credo!”.

“Fidati!”.

Ero determinata a scoprire chi gliel’aveva fatto. Tirai fuori la bacchetta dal vestito e urlai:
“Legilimens!”.

Entrai nel ricordo di Edmund. Erano lui e Draco.

“Pevensie, mi sono stufato!”esclamò Draco furioso. “Sei proprio una persona odiosa, quasi quanto Potter. Il problema è che io non mi faccio mettere i piedi in testa dai fighettini.”.

“Non nego di essere un fighettino ma io non ho fatto niente di male!”si difese Edmund.

“Non hai fatto niente di male?”esclamò lui prendendolo per il colletto della camicia. “Tu non hai idea di quello che hai fatto! Non ci arrivi perché sei troppo stupido!”.

“Allora perché non ti prendi ciò che vuoi? Cosa ti impedisce di farlo? La tua timidezza?”.

Draco gli tirò un pugno e Edmund cadde a terra urlando di dolore. L’altro corse via senza nemmeno vedere se gli aveva fatto male o meno. Bene non gli aveva fatto di sicuro e non era di sicuro sua intenzione.

Il ricordo finì.

“Ma che diavolo è successo?”esclamai. “Perché quell’idiota ti ha dato un pugno?”.

Silenzio. Perché non voleva dirmelo? In fondo si fidava di me.

“Edmund, guardami!”esclamai. “Che hai fatto?”.

Ancora silenzio. Per caso avrei dovuto usare la Maledizione Cruciatus?

“Edmund non costringermi a fare cose che non vorrei fare!”urlai.

“Secondo lui faccio troppo il simpatico ora che diventerò pure re.”rispose infine. “Ho fatto lo sbruffone con lui e si è arrabbiato.”.
Silenzio. Non sapevo se credergli, ma decisi che stavolta diceva la verità.

“Aspetta qui che guardo se trovo una pomata.”gli dissi.

“Non dirlo a Draco.”mi disse. “Ti prego.”..

Lo ignorai e andai a vedere se c’era qualche medicina. Draco era un idiota e Edmund quasi quanto lui. Si può litigare per cose del genere? È stupido quanto insensato!

Trovai la pomata, tornai da Edmund e gliela diedi.

“Grazie!”esclamò.

“Sperando che faccia effetto su questo bel faccino!”esclamai e lui tornò in camera sua.

Andai in sala da pranzo decisa a parlare con Draco (ma non del litigio, sia chiaro). Avrei fatto finta di non sapere niente o perlomeno di essermi bevuta la storia della mensola. Quando entrai lo vidi. Feci per parlarci, ma venni bloccata da Hermione. Insomma, arrivata alla fine della serata non ero riuscita ad avere un dialogo con lui.

La cena fu molto divertente: c’erano suonatori che erano venuti a vedere il nuovo castello e si erano fermati per allietarci con le loro canzoni. Erano davvero bravi e le loro musiche mi ricordavano l’oriente del mio mondo. Mentre ascoltavo Edmund mi sciolse i capelli che ero riuscita ad acconciare in uno chignon quasi perfetto per la cena.

“Potrei avere un istinto omicida!”esclamai. “Ci avevo messo parecchio per farlo!”.

“Ma stai meglio così!”.

“Questo non ti giustifica!”esclamai. “Senti caldo!”.

“Dai te lo rifaccio, così mi perdoni.”si rassegnò.

In qualche modo riuscì a rifare la crocchia, anche se molto peggio di come era prima. Infatti dopo qualche minuto si sciolse.

“Ops!”esclamò recuperando il fermaglio. “Ci riprovo…”.

Tentò di nuovo, ma anche questo tentativo fallì miseramente.

“Sei un parrucchiere veramente pessimo!”commentai.

“E’ colpa dei tuoi capelli!”si difese lui. “Sono troppi, ricci e non c’entrano in questo fermaglio.”.

“Certo, ora diamo la colpa ai ricci!”.

“Esattamente!”esclamò giocando con essi.

“Almeno rendimi il fermaglio!”esclamai e lui me lo posò sulle mani.

Gli osservai meglio il livido e un pochino si era sgonfiato. Gli altri si erano bevuti perfettamente la storia della mensola.

“Ha fatto effetto.”dissi.

“Un pochino!”esclamò. “Grazie.”.

Continuò a giocare con i miei capelli fino a che i musicisti non smisero di suonare. Dopodiché lo salutai e andai verso camera mia. Vidi Caspian e Susan che si stavano baciando in un angolino del corridoio. Ridacchiai e poi feci finta di non vederli e entrai in camera. Cercai nell’armadio qualcosa per dormire. Trovai solo camicie da notte bianche.

Rimasi un po’ male. Io ero abituata a dormire con una maglia enorme o al massimo anche con un pantalone di una tuta.

“Perché fissi l’armadio?”mi chiese Caspian che era appena entrato.
“Cerco qualcosa per dormire!”esclamai.

“La scelta non sembra vasta.”obiettò.

“Non è che mi presteresti una tua camicia?”gli chiese.

“Perché?”.

“Le camicie da notte sono scomode…”.

Andò verso il suo armadio, ne tirò fuori una e me la porse.

“Ehi, non ti ci abituare!”esclamò. “Non pensare che ti presterò camicie per tutta la vita!”.

“Grazie!”esclamai stampandogli un bacio sulla guancia.

Andai in bagno e mi cambiai velocemente. Quando uscii lui era già nel letto matrimoniale.

“Posso?”gli chiesi avvicinandomi.

“Certo!”esclamò facendomi posto. “La mia camicia ti sta grande.”.

“E’ quello che deve essere”.

Mi cinse le spalle.

“Ah, Peter mi ha chiesto di dirti di andarci piano con Susan.”.

“E tu puoi tranquillamente dirgli che non sarò frettoloso!”esclamò.

“Su questo non avevo dubbi caro!”esclamai.

Ci fu un attimo di silenzio.

“Se io mi mettessi con Ed, tu che faresti?”gli chiesi.

“Sarei contento.”rispose.

“Non geloso?”.

“Forse un pochino.”rispose. “Ma non molto.”.

Sorrise. Sarei annegata nel suo sorriso che era magnifico.

“Ti voglio bene, Caspian!”esclamai.

“Anche io cara!”.

Detto questo mi appoggiai a lui, chiusi gli occhi e mi addormentai fantasticando sui giorni che sarebbero venuti.

 

 

 

 

 

Ma salve cari J

Eccomi qua a postare finalmente (era tipo più di un mese che non aggiornavo D:). Scusatemi, ma di solito scrivo la sera e quasi tutte le sere ho avuto prove per concerti vari D: Non uccidetemi, vi prego :D

Ma veniamo al capitolo (che tra l’altro nemmeno mi piace ed è per questo che ci ho messo tanto a scriverlo D:). Qualcuno magari ancora non sarà rimasto contento perché vuole questo benedetto bacio tra Edmund e Miriam, però dai, diciamocelo: in questo c’è stato il bacio tra Caspian e Susan, il che è tutto dire :D Li trovo molto carini insieme :D

Ragazzi, ci stiamo avvicinando alla fine. Ci sono rimasti tre o quattro capitoli purtroppo D: E il bacio… boh, non so *la lettrice si diverte a far arrabbiare i lettori che prima o poi la uccideranno se non vedranno questo maledetto bacio*

Buon Halloween a tutti :D

Miriam

   
 
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