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Autore: Yuna_Orange    01/11/2012    3 recensioni
(Dal capitolo 13)
- Posso sapere almeno che cazzo ci fai qui? – Sputò, acida.
Quello ci pensò su, prima di rispondere con uno scialbo: - Non lo so, Gaho ieri notte mi ha portato qua. –
Cane traditore!
- E ti sembra una spiegazione sensata? –
- Boh, forse: avevo sonno e non sapevo neanche dove mettevo i piedi. –
- Ah, adesso sì che ha senso! –
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   Capitolo 12 – Because
 
 
 
 
 
T.O.P. si stava dando dell’idiota da quando era arrivato in Corea.
Ormai da due ore era chiuso nella sua camera in attesa che la Notte avvolgesse il suo corpo in un dolce tepore e gli consentisse di dormire in santa pace.
Ma quella stronza non si era presentata, lasciandolo agonizzare nei suoi pensieri.
Infilò le pantofole e scese in cucina, alla ricerca di qualcosa di forte.
Sapeva benissimo dove si trovavano i liquori, quattro mesi prima.
Peccato che in casa c’erano due brave casalinghe che ogni tanto rivoluzionavano tutto.
Non senza lasciarsi sfuggire qualche imprecazione, cominciò la sua ricerca.
- Stavi cercando questi? –
La sua voce era apparsa come un fantasma.
Seung-hyun, per lo spavento, sobbalzò, andando a sbattere con la nuca sotto il lavello, dove stava perlustrando. Si mise in piedi, massaggiandosi la testa, e la vide seduta al bancone della cucina, attorniata dalle sue bottiglie.
- Da dove sei uscita? – Chiese, impaurito, come se avesse uno spirito davanti.
- Io sono sempre stata qui. Ero sul divano, di là. – disse, indicando il soggiorno – Ti ho visto cercare qualcosa in ogni anfratto della cucina e mi sono chiesta se non stessi cercando queste. –
- Beh…sì…le stavo cercando. Ma tu che ci fai qui, con il mio liquore? –
- Magari lo bevo? – replicò, retorica, prima di sospirare – Non riuscivo a dormire. –
 
 
 
Due bicchieroni di Brandy, uno davanti all’altro, come i proprietari.
Si ritrovò seduto di fronte ad una Nives impassibile, illuminata dalla ritmica fiamma della sigaretta che aveva fra le labbra carnose.
E stettero così, in silenzio, per attimi che sembrarono non finire mai.
- Credimi, io volevo dirtelo, ma non trovavo le parole adatte…- La sua voce risuonò ancora più bassa in quel frangente. Avrebbe preferito bruciare fra le fiamme del sole piuttosto che affrontare quell’argomento, ma i suoi occhi neri, che non avevano fatto altro che fissarlo, sembravano vagliare la sua coscienza, alla ricerca di qualcosa. E quel qualcosa, ipotizzò lo Hyun, doveva essere necessariamente il perché non le avesse confessato d’essere un idol.
Quella, in tutta risposta, gli sbuffò una nuvoletta azzurra sul muso: - Sei un idiota. –
- Ma…- Avrebbe voluto spiegarle, anche in maniera confusa, ma quella stroncò sul nascere i suoi tentativi con: - Avrai avuto le tue buone ragioni, no? E non mi interessano. – sorseggiando il suo Brandy – Ricordi? Sei stato tu a farmi promettere che non sarebbe cambiato niente. –
 
‘   - Nives…mi prometti che non cambierà niente? –
    - Perché dovrebbe cambiare qualcosa? –
    - Per favore, mi sentirei meglio se me lo promettessi…-
    - Te lo prometto: non cambierà niente. A meno che non mi diventi una donna e non ti fai chiamare Hyuna –   ’
 
Al ricordo di quella promessa frivola, strappata un mese prima, T.O.P. non poté far altro che sorridere.
Se ne era ricordata.
Lei gli accarezzò i capelli mormorando: - In fondo sei sempre il solito, stupido Ao…-
Vuotò il bicchiere, tracannandone il contenuto. Spense la sigaretta, che ormai stava bruciando il filtro tanto che era consumata, nel posacenere, prima di dirgli: - Sono le due e mezza…è meglio se andiamo a dormire. –
Misero tutto il suo arsenale a posto e salirono le scale in silenzio.
Le loro camere erano una di fronte all’altra.
- Buona notte. – Disse Seung-hyun, che già girava il pomello della propria stanza.
Si sentì stringere il petto da due braccine e avvertì il suo respiro sul collo: - E tu? Tu me lo prometti che non cambierà niente? –
La sua voce non aveva mai tremato così: era spaventata da quell’eventualità, che a T.O.P. sembrava lontana anni luce.
Poche volte l’aveva vista così fragile, e mai per qualcosa che riguardasse direttamente lui.
Strinse le piccole mani che gli cingevano il petto: - Non c’era neanche bisogno di domandarlo…-
 
 
 
                                                                                             ~~~~~
 
 
 
Qualcosa di schifosamente viscido le stava impiastricciando il viso, e qualcosa di pesante le comprimeva quel po’ di tette che aveva, impedendole di respirare. Qualcos’altro, poi, le faceva il solletico ai piedi.
- Boss! - - Gaho! – Sentì gridare.
Nives dischiuse gli occhi e il suo campo visivo fu invaso da due occhi rugosi neri.
E divenne una statua di sale.
Per la paura non riusciva a muoversi: restò immobile, con gli occhi spalancati, finché non le si avvicinò JiYong.
- Gaho! Ma ti sembra il modo? – E allontanò quell’incubo rugoso da lei.
Anche ciò che le faceva il solletico non c’era più.
Molto lentamente, si mise a sedere sul materasso.
Due cani.
Quelli che le avevano quasi fatto venire un infarto, altri non erano che due fottutissimi cani.
- Scusali…- Disse Taeyang, che aveva fra le braccia uno scricciolo di Boston Terrier bianco e nero.
Il coglione, invece, cercava di tenere buono uno Shar Pei su di giri.
Tale cane, tale padrone.
Nives li guardò di sbieco.
Poi si toccò il volto.
Qualcosa di viscoso e puzzolente le imbrattava il viso, e, quando il suo cervellino addormentato, partorì l’idea che quella fosse bava, saltò giù dal letto e cominciò: - Schifo, schifo, schifo, schifo, schifo, SCHIFO! –
Si fiondò in bagno, che era già occupato, ma poco le importava: doveva togliersi quella roba dalla faccia: - Non guardo niente, non guardo niente! Schifo, schifo, schifo! –
Si strofinò il volto con foga, insaponandolo per bene.
- Per me puoi anche entrare nella doccia con me, è spaziosa, sai? –
SeungRi.
Nives si girò.
Era mezzo nudo, con solo un asciugamano legato in vita, tutto bagnato, con rivoli di schiuma che scivolavano felici sull’addome scolpito.
- Ma che stronzate vai dicendo? – gli disse, caustica, prima di riconcentrarsi sul lavandino ed il suo mantra: - Schifo, schifo, schifo, schifo! –
Il ragazzo uscì dal bagno, venendo travolto da quella furia di Shar Pei.
- Che stavi facendo in bagno con il maknae? –
La voce di JiYong arrivò anche troppo maliziosa alle sue orecchie.
Ancora con la faccia insaponata, si girò e gliela indicò: - SECONDO TE?? Tieni a bada il tuo cane! E PURE SEUNGRI! –
 
 
 
Quando scese in cucina, trovò un Ao-san in brodo di giuggiole: si stava facendo rincorrere da una palla di pelo, un Cocker Spaniel che gli faceva le feste.
- I cani ci hanno invasi…- Disse, sconfitta.
I cinque bambini troppo cresciuti giocarono con quelle palle di pelo in salotto per un bel po’, lei rimase in cucina a godersi una tazzona di tè in santa pace: dopo un risveglio del genere, quello era un toccasana.
E poi lo Shar Pei le si avvicinò, si sedette di fianco a lei e la osservò, tutto contento.
- E così, sei ritornato. – Gli disse, scazzata.
Abbaiando, lo raggiunsero anche gli altri due cani.
Nives non sapeva come comportarsi con quegli animali: lei era proprietaria di una gatta che non si vedeva e non si sentiva, e quelle bestie erano tutto, fuorché silenziose e discrete.
- Oh, gli piaci! – Sentì dire da un Taeyang sorridente, che subito le si fece vicino – Non sono meravigliosi? –
- No. – Asserì, cinica.
- A te non piace mai niente! – Sputò JiYong, che si avvicinò allo Shar Pei.
- Ma hai visto come m’hanno svegliata?? –
- Non è colpa nostra se non hai chiuso la porta ieri sera! –
- Ma io la porta l’ho chiusa! –
E fu così che dieci occhi si fissarono gli uni negli altri, prima che otto decidessero di perforare quelli di SeungRi.
- Non sono stato io! – Cercò di difendersi.
- Sei proprio un depravato! – Si lasciò sfuggire Taeyang.
- Ma non sono stato io! –
- Ci crediamo tutti. – Affermò, sarcastico, Daesung.
- Oooh, siete stronzi! Vi ho detto che non sono stato io! –
Nives sbuffò, annoiata da quello spettacolo da quattro soldi che le veniva proposto - Come si chiamano? – chiese, cercando di cambiare argomento.
- Lui è Boss! – Disse un Taeyang su di giri, che stritolava quel povero Boston Terrier.
- Lui è Charlie. – Sentì dire da Seung-hyun, che accarezzava quella palla di pelo fulva, l’unico cane su tre che non le aveva ancora fatto niente.
- E lui è Gaho! – Affermò JiYong.
- Ma che carino che è lui! – Disse, quando Boss, che era fra le braccia di Taeyang, le leccò una guancia.
- No, aspetta: se Gaho ti lecca la faccia, ti fa schifo, ma se lo fa Boss è carino? MA LA COERENZA L’HAI LASCIATA IN GIAPPONE? – Sbottò JiYong.
- Cretino, il tuo cane non mi ha leccata: mi ha fatto il bagno! È lievemente diverso! –
 
 
 
- Mi raccomando, ci stiamo fidando di te, NON fare stronzate. –
Il sempre molto gentile Kwon JiYong la salutò così, prima di andarsene a fanculo assieme al resto degli spostati.
L’avevano lasciata sola, in quell’appartamento decisamente troppo grande, assieme a tre cani , per andare alla YG ent: s’erano portati dietro pure Ao-san…’il lavoro tocca anche a lui’…stronzo di un coreano, JiYong dei miei maroni, pure io devo lavorare!
E lei sul serio doveva lavorare: s’era portata dietro le traduzioni da fare, non c’avrebbe messo molto, qualche giorno, ma le doveva pur fare!
Ma prima, la curiosità vinse sui suoi buoni propositi.
I cinque cretini credevano che lei, probabilmente, avrebbe raccattato il possibile, svaligiando il loro appartamento e vendendo tutto alle fangirl: lo dimostravano tutte le raccomandazioni che le erano state riferite.
Non hanno tutte le rotelle al loro posto se la pensano così.
Ma lei voleva esplorare la casa di Ao, quindi, cominciò.
Al piano di sotto c’era una porta scorrevole di vetro, che dava su un’enorme terrazza.
Seguita nella sua esplorazione da tre pallette di pelo, che le facevano da mascotte, se ne andò al piano superiore, cominciando ad aprire porte a caso.
Lei sapeva solo che la seconda porta sulla destra era della camera che le era stata assegnata, e che quella di rimpetto alla sua era di Ao-san.
Aprì la porta della camera affianco alla propria: era uno spazio piccolo, poco illuminato, molto, troppo disordinato. C’era una scrivania piena di scartoffie e una porta, che, ovviamente, spalancò. E passò dal disordine fatto stanza all’ordine fatto stanza: un guardaroba di tutto rispetto: collane, collanine, orecchini e patacche simili occupavano la prima parte di quella camera enorme; milioni di completi improbabili e scarpe altrettanto strane erano disposte metodicamente; una caterva di cappelli erano sistemati, assieme ai foulard, in base al colore, per non parlare delle maglie!
- Cani, andiamo via! – Non volle distruggere cotanto ordine, e portò le mascotte con lei.
Aperse, poi, l’altra porta affianco alla sua camera.
Caos.
Riviste sparpagliate un po’ ovunque, pantaloni utilizzati come moquette…le uniche cose che conservavano un minimo d’ordine erano i video games: una TV era stata piazzata ai piedi del letto, accompagnata da ogni tipo di console esistente, sulla testiera del letto erano disposti tutti i giochi possibili ed immaginabili.
- Gaho, ma questa è la camera del tuo amato padrone? – Mi sto riducendo come loro…parlo con i cani! E ci parlo in coreano, giustamente, perché così loro mi capiscono!    Scacciò quei pensieri dalla propria scatola cranica, e si diresse verso le tre camere di fronte.
La prima la si poteva definire con una sola parola: otaku.
E Doraemon.
Appena aprì la porta, subito la richiuse, investita dalla troppa pucciosità di quell’ambiente. – Andiamo via, cani, andiamo via. – E quelli le obbedivano.
Ed era giunto il momento di vedere la camera di Ao, o, come lo chiamavano i suoi compari, di T.O.P..
Il rosa ferì i suoi occhi.
Le pareti erano rosa, le tende erano rosa…IL MIO AO È UNA FOTTUTA PRINCIPESSA…
Sembrava la camera di una bambina, c’erano pure le bambole! Ma che cazz…??
Sconvolta, portò via le povere bestie da quel luogo confettoso, ripetendo: - Andiamo via, cani, andiamo via. –
E dopo delle stanze del genere, che andavano via via peggiorando, si ritrovò davanti all’ultima.
Se trovo una camera in stile ‘segreta di castello medioevale’ giuro che quando vengono li piglio a sberle, così, senza neanche sapere la stanza di chi è!
Girò lentamente il pomello e spalancò la porta.
La normalità più assoluta.
La stanza di un normale ragazzo di venticinque anni: poster di cantanti americani sulle pareti, CD, accessori vari buttati un po’ a caso su una scrivania, qualche vestito dimenticato in un angolo. Ma qualcosa, sul comodino, attirò la sua attenzione, un libro.
Si avvicinò.
La Bibbia.
No…ma che è?…me ne vado a lavorare, che è meglio!
 
 
 
                                                                                             ~~~~~
 
 
La giornata era stata sfiancante per tutti.
Soprattutto perché T.O.P., quando scoperse che lui, il suo caro leader, gli aveva preparato una caterva di lavoro da fare, organizzandoglielo, si era fatto venire una crisi isterica. Per non parlare di quando venne a sapere che avrebbero dovuto girare un nuovo MV per Giugno, e non sapevano neanche di quale canzone!
- Ma ti rendi conto che non sono tornato neanche da due giorni e tu già mi hai riempito di lavoro?! – E quel cretino con la ricrescita continuava a ripetergli sempre le stesse cose.
- Non t’ho detto io di ‘andartene in vacanza’, e io ti avevo avvertito che ci sarebbe stato molto lavoro da fare al tuo ritorno. –
Ma nonostante JiYong continuasse a spiegargli la situazione, quello, dimostrando d’essere ottuso, non gli dava ragione.
E dopo 12 ore passate in questo modo, ritornarono finalmente a casa.
…Sperando di non trovarla smontata e rosicchiata dalle fangirl…
E con suo stupore, scorse la testolina di Nives sul divano, attorniata dai loro amati cani, intenta a tradurre.
- Alla buon’ora! Siete fuori da un bel po’! – Disse, appena misero piede in casa, con un velo d’ironia – E poi vorrei sapere: ma come cacchio mangiate? Ho trovato solo schifezze nel frigorifero! –
- Qui l’unico che sa cucinare sono io! – Dichiarò Taeyang, fiero.
- Ma non cucina quasi mai. – Lo smontò, acido, JiYong.
- Che stronzo…- La sentì dire, ghignando.
- Va bene, ma io ho fame! Chiamo il ristorante cinese. – Affermò Daesung.
- No, chiama il giapponese! – Disse il maknae – Non ho voglia di ravioli al vapore pure stasera! –
- Idioti, di là c’è la pasta al sugo avanzata, mangiatevi quella! –
Mamma chioccia.
Ecco cosa le ricordò, una chioccia che si prendeva cura dei suoi pulcini: prima si era occupata solo ed esclusivamente di Seung-hyun, e ora aveva adottato anche loro quattro.
- Oooi! Da dove hai tirato fuori questa roba? – Daesung si stava esaltando. Eppure erano solo dei maccheroni al sugo, niente di speciale insomma.
- Magari dalla vostra dispensa? Erano le uniche cose ancora commestibili…-
E fu così che lui, idol strafamoso e straricco, si ritrovò a mangiare gli avanzi.
Che tristezza…
Ma il fatto che lei avesse abbandonato il suo lavoro per dedicarsi al loro pasto, che lei avesse domato Ri orinandogli di apparecchiare, che gli avesse offerto il suo piatto regalandogli un sorriso…tutto questo donò a quella cena, che prima gli era sembrata tanto penosa, un nuovo sapore, facendogli sembrare anche gli avanzi buoni. Infatti si spazzolò tutto.
- Ao-san, mangia! – Ecco che ricominciava con il suo mammachiocciare*.
- È troppo. –
- Tutte le sere la stessa storia! Se non è sushi non mangi! DEVI mangiare anche la pasta! –
E a lei si unirono anche gli altri, che scassarono le palle al poverino che mangiò tutto, ma che, e JiYong lo sapeva, il giorno dopo si sarebbe ucciso sulla cyclette.
 - Posso fare una domanda stupida? –
Ri, e quando mai hai chiesto o anche solo DETTO, qualcosa di intelligente?
Tanto, anche se gli avessero detto: - No, tieniti le tue domande cretine per te! – quello avrebbe parlato lo stesso.
- Perché chiami lo Hyun ‘Ao-san’? –
E fu uno spettacolo vedere le sottili sopracciglia di Nives assumere quella caratteristica forma ad arco, tipica di quando era stupita.
Ma a rispondere alla sua domanda, non fu la ragazza, ma Taeyang: - Deficiente, ma a cosa serve cantare in giapponese quando non sai neanche come si dice ‘azzurro’?? –
E l’espressione di Ri cambiò in un millisecondo dal confuso all’illuminato: aveva avuto un lampo di genio.
- Ah! Ho capito! Lo chiami Ao per i capelli! –
- Sei un genio. – Sputò quella, acida.
Peccato che il loro maknae non sapeva cogliere la sottile ironia di quell’affermazione, quindi s’inorgoglì, contento d’aver capito.
 Che idiota.
La mattina seguente, ognuno di loro doveva andare da qualche parte, e dovevano svegliarsi tutti prestissimo.
Tutti tranne GD.
Lui sarebbe rimasto a casa, a ponderare sui testi delle canzoni del suo nuovo album.
- Questi cani non si scollano più! – E mentre organizzava mentalmente il lavoro suo e quello degli altri, arrivò alle sue orecchie quella voce scazzata.
- Si sono affezionati a te! Quanto sono carini! – Il cinofilo Taeyang non si smentiva mai.
- Beh, pigliateveli, io voglio andare a dormire! Sono stanca! –
 
 
 
Si ritrovò solo, in quel salone troppo vuoto, con il suo Gaho.
Riascoltò le demo delle basi più e più volte, sperando che arrivasse il lampo di genio, quella scintilla che avrebbe dato inizio ad un incendio nella sua mente, facendogli scrivere un testo degno della sua sfavillante persona.
Peccato che il lampo di genio si era sprecato con Ri.
Sconfitto ed esausto, si lasciò guidare da un Gaho, che lo spingeva da dietro, conducendolo davanti ad una porta.
Peccato che quella non fosse la sua camera.
- Gaho, ti sei rincitrullito. Questa è la camera della pazza. –
Ma quello continuava a scodinzolare, mettendo le zampe sulla porta.
- Vuoi entrare? –
Probabilmente si incazzerà…
Ma ormai aveva già aperto la porta e il suo caro, dolce amico Gaho si era piazzato sul letto, ai piedi di quello scricciolo che dormiva beato.
Un’idea pazza gli balenò in testa.
Guardò l’orario: le 02:17 AM.
Si chiuse la porta alle spalle e si andò a stendere di fianco alla mamma chioccia.
Un profumo di viole aggredì piacevolmente il suo olfatto.
La strinse leggermente a se, sperando che non si svegliasse.
E si lasciò cullare dal suo respiro dolce, finché non la raggiunse nel mondo dei sogni.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
~ The idiot’s space o(*o)(o*)o   ~
Buona sera, buona sera, buona sera (?) Sono arrivata ad aggiornare presto :°D e anche il tredicesimo arriverà presto 8D *per vostra sfortuna* MA QUANTO SONO BELLI I GIORNI DI NULLAFACENZA?
Che dire…l’ho scritto in un momento di ispirazione particolarmente forte (?) praticamente tutto oggi :D ma, poiché mi piace, lo pubblico lo stesso, sperando che piaccia anche a voi :)
Io mi diverto a scrivere cose demenziali, perché? *si nota che mi piace :D* Alla fine tutti i miei capitoli hanno un pizzico di comicità (?) *ma dove?* LOL vabeh, mi sto perdendo :D
Mi concedete di descrivere in quel modo assurdo le camere dei nostri beniamini? TuT *che poi è vero che quello scemo di T.O.P. ha la camera rosa e una collezione di bambole LOL *
E vogliamo parlare dei cani? Ho passato mezz’ora a litigare con il mio cervello perché non mi ricordavo le razze :°D poi ho risolto (?) *gli amici cinofili servono in queste situazioni (?)*
Babeh, ho detto anche troppe stronzate, e se ne dico ancora venite sotto casa mia e mi spaccate la tastiera in testa…*Yuna, lo faranno anche quando leggeranno ‘sta cazzata che hai fatto fare a GD…* LO SO :°D *MASOCHISTA °-°*
Come al solito (sono monotona quando arrivo a questo punto nelle note LOL) ringrazio le personcine care che mi dicono ciò che pensano recensendo e quelli che leggono e basta (?) TuT e ringrazio anche quelli che hanno salvato la mia storiella da qualche parte :D
Alla prossima bella gente!!~
 
 
 
* me lo concedete qualche neologismo qua e là? LOL
 
 
P.S. non so se qualcuno c’ha fatto caso (?) *nessuno TuT* ma, il titolo di questo capitolo vaccoso (?) corrisponde ad una OST di T.O.P. e SeungRi, non molti la conoscono, quindi, se non l’avete ancora sentita e non avete guardato il MV, VI ORDINO di andare a guardarlo! Perché la canzone è troppo bella e il video è stupendo ç^ç MUOVETEVI! *e poi io ho scritto ‘sto coso ascoltando ‘sta canzone a ripetizione (?)…sto male TuT*.
   
 
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