Crossover
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Autore: XYZ     17/05/2007    1 recensioni
*CITY HUNTER – FULL METAL PANIC* Ciao a tutti!!!! Questa è la prima fanfiction che scriviamo ed è per questo motivo che abbiamo pensato di incentrarla su due delle serie che hanno saputo maggiormente appassionarci. Non abbiamo grandi pretese…L’unica cosa che desideriamo è quella di poter allietare e divertire coloro che decideranno di seguire questa nostra storia…speriamo di riuscirci! Buona Lettura! Karategirl e Rinrei aka XYZ
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3



La mattina era arrivata senza grandi imprevisti e Sousuke era già pronto ad entrare in azione.
Quel giorno sarebbe toccato a lui pedinare la giovane donna.
I due soggetti, lei ed il suo coinquilino, erano già usciti di casa con la ragazza che camminava serena, mentre il “ragazzo”, con un’aria un po’ assonnata e svogliata, la seguiva due passi dietro.
Sousuke li stava pedinando a distanza senza mai perderli di vista.
Lui era un professionista e quando lavorava era certamente uno dei migliori.
Non si sarebbe fatto notare, come invece, aveva fatto Kurz.
Stranamente gli venne alla memoria l’episodio in cui il suo compagno biondo aveva fatto lo stesso con Chidori anni prima; l’aveva pedinata, conosciuta ed erano pure andati a bere insieme! Inammissibile…per fortuna, che al tempo, era presente anche Kyoko.
In questo momento si trovava dietro un grande albero che costeggiava la strada, mentre i due, la signorina Makimura e quel altro individuo, erano fermi davanti ad una vetrina. Probabilmente lei doveva aver visto un bel vestito.
Da quando stava vicino a Chidori, aveva capito, che per una ragazza indossare dei begli abiti ed essere sempre presentabile era una cosa molto importante, a differenza di quello che aveva sempre pensato lui, cioè che un vestito doveva essere soltanto pratico, ma soprattutto mimetizzabile in caso di attacco.
La giornata per attuare un pedinamento era perfetta; le strade non erano molto affollate, quindi in caso di necessità la possibilità d’azione era molto più elevata e poi, lungo il percorso, vi erano diversi luoghi che potevano essere utilizzati per nascondersi. Comunque nell’eventualità aveva già comprato il giornale…poteva tornare utile.

Fu questione di un momento. Un flash.

Vide la sua protetta arrabbiarsi ed inveire verso l’uomo dai capelli corvini che l’accompagnava. Notò che la ragazza stava per tirar fuori qualcosa. Che lei stesse cercando di difendersi da lui? Che quel tipo volesse rapirla o farle del male? Se questa fosse stata la sua intenzione ce l’avrebbe fatta di sicuro, considerata la sua stazza ed il suo fisico. Doveva intervenire.
Che fosse una talpa? Un doppio-giochista? Uno dell’organizzazione che aveva finto di esserle amico e che stava cercando di plagiarla con l’inganno?
La notte prima, in effetti, l’aveva visto rientrare molto tardi ed il suo comportamento gli era risultato strano.
Sicuramente era andato ad informare i suoi complici e l’aveva fatto di notte per evitare che la ragazza lo vedesse. Inoltre la sua faccia non gli piaceva per niente.
Basta! La situazione rischiava di diventare pericolosa. Era il momento di agire, il destino di quella giovane era nelle sue mani.
“Kurz, Io vado!” disse Sousuke con voce ferma a Kurz che, nel frattempo, lo stava seguendo sull’AS.
“COSA??!! COSA VUOL DIRE VAI??!! Ma sei scemo?!”
Troppo tardi…Sousuke era già partito.
“Ma guarda te questo idiota! Chissà cosa gli è passato per la testa stavolta!” inveì Kurz cercando di mettersi in comunicazione con Melissa.
“Mao! Sono Uruz 6…mi ricevi?”
“Si, Kurz. Che c’è? Sono con il vice-comandante” rispose Melissa.
“Senti, dove ti trovi esattamente?”
“Sono in auto, nei pressi di Shinjuku…perché?”
“Perché quel idiota di Sousuke ha deciso di attaccare il coinquilino della nostra protetta!”
“CHE COSA??!!!”
“Fai qualcosa…io non posso usare l’AS per una cosa del genere; ti sto inviando le coordinate del luogo esatto.”
“Perfetto. Ci pensiamo noi. Ah, Kurz…”
“Si?”
“Ricordati i granchi prima di tornare a casa! Altrimenti non ti faccio entrare!”
“Uffa! Si” rispose scocciato Kurz chiudendo la comunicazione.
“Ma tu dimmi a cosa deve pensare questa qui in un momento del genere!!”


Mentre il Sergente Maggiore ed il suo sottoposto stavano discutendo animatamente, il vice-comandante, seduto sul lato del passeggero, stava leggendo con attenzione i rapporti riguardo alla missione, in quanto avrebbe dovuto recarsi dalle autorità competenti giapponesi, in via diplomatica, per ottenere supporto e collaborazione; dovevano assolutamente evitare che ostacolassero le loro operazioni.
Quando sentì però la parola coinquilino, andò subito a controllare, tra le carte, la sua scheda per scoprirne l’identità; Sousuke non avrebbe mai attaccato senza un ragionevole dubbio.
Si sorprese nel notare che non vi erano informazioni sul conto di quel uomo, ed era molto strano visto che erano poche le cose che sfuggivano alla Mithril, e vi era soltanto una sua fotografia.
Rimase di sasso.
Per un istante, il vice-comandante, non poté evitare di rimanere sbigottito.
Ecco perché non erano riusciti a trovare informazioni su di lui…quella fotografia…
Dopo un secondo Melissa ricevette, sul computer di bordo dell’auto, una Jeep di proprietà della Mithril, il messaggio inviatole da Kurz.
“Sergente Maggiore Mao, dobbiamo intervenire immediatamente. Potrebbe succedere di tutto” ordinò con voce autoritaria, ma calma il Tenente Colonnello, quando la ragazza terminò la conversazione.
Dopo il leggero stupore iniziale era tornato, come sempre, ad essere freddo ed impassibile con i suoi occhi di ghiaccio.
“Si, signore! Non si preoccupi…farò volare quest’auto!” Rispose Mao premendo, con tutta la sua energia, il pedale dell’acceleratore; dovevano arrivare il prima possibile sul luogo indicato.


Sousuke era entrato in azione con l’intenzione di salvare la sua protetta, non poteva fallire.
Fece un esame veloce di quale delle sue tante armi avesse potuto usare considerando anche il contesto ambientale.
Alla fine optò per la sua affezionata pistola con silenziatore; i pugnali era meglio non usarli e le bombe a mano rischiavano di creare troppo scompiglio, ripensando a tutte le volte che le aveva usate e ripensando a Chidori, che ogni volta, gli aveva rigorosamente picchiato in testa il suo micidiale harisen.
Uscì dal suo nascondiglio, tirò fuori la sua arma e sparò.


Kaori era pronta a scaraventare su Ryo uno dei suoi pesantissimi martelli, in quanto aveva osato dirle di nuovo che quel abito, che tanto le piaceva, sarebbe stato molto meglio indosso a Miki, ma non ne ebbe il tempo.
Ryo l’afferrò per la vita e la buttò a terra proteggendola con il suo corpo.
Nell’arco di un secondo si rialzò e con lei andò a ripararsi dietro l’angolo in un vicoletto buio.
Non c’era neanche da dirlo. Ryo, con una velocità impressionante, tirò fuori la sua amica più fedele, la sua Colt Python 357 Magnum.
“Ryo…che succede?” chiese Kaori spaventata non avendo capito cosa fosse successo e nascondendosi dietro le spalle del suo socio.
“Sshh!” rispose piano Ryo mettendo il dito indice sulle labbra per farle segno di stare in silenzio.
Non era tranquillo. Fino all’ultimo non si era accorto di nulla, non aveva notato niente, finché non aveva udito il rumore di un grilletto che scattava.
Chi aveva di fronte, non era un pivello, era qualcuno che sapeva fare il suo mestiere. C’era mancato davvero poco.
Allora esisteva sul serio qualcuno che seguiva la sua socia, ma il proiettile appena esploso, non aveva come bersaglio Kaori, ma bensì lui. Sembrava essere la solita vecchia storia…chi lo desiderava morto questa volta?


Sousuke, appena sparato il colpo, si rinascose dietro un’insegna pubblicitaria. Era scioccato. Quel uomo era stato capace, con una rapidità allucinante, di schivare il suo proiettile tanto che questo si era andato a conficcare nella pavimentazione del marciapiede.
Era riuscito a percepire il pericolo. Non sapeva più che pensare, il suo bersaglio doveva essere un vero professionista come lui.
La tensione era altissima.
In quel momento si sentì un forte stridio dovuto ad una repentina frenata di una Jeep che aveva appena posteggiato, in qualche modo, al limite della carreggiata.
In contemporanea le portiere si aprirono e scesero freneticamente due individui, un uomo ed una donna.
Lei sembrava molto piccola in confronto a lui che invece era un gigante.
Sousuke, nell’attimo in cui vide il suo superiore, il Tenente Colonnello Kalinin, si pietrificò.
Lo vide girarsi dalla sua parte ed osservarlo con uno sguardo intenso, prima di dirigersi con passo sicuro verso la ragazza e quel altro che ancora era oscuro per lui.
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse di Melissa che l’aveva appena raggiunto e che gliene stava dicendo di tutti i colori.
“Ma dico, ti sei rimbecillito del tutto Sousuke?!! Andare ad attaccare il brunetto che sta con Kaori?! Che accidenti ti è saltato in mente…si può sapere?! Cosa hai al posto del cervello, delle scimmie urlatrici?!”
Sousuke non rispose nemmeno, era troppo intento ad osservare cosa stesse facendo il vice-comandante.


Ryo e Kaori erano ancora nascosti dietro l’angolo, in attesa della mossa successiva del loro nemico. Avevano sentito anche loro quel forte rumore di freni ed avevano udito scendere da un auto degli altri individui, forse alleati di colui che aveva sparato.
Lo sweeper stava per saltare fuori ed agire, quando improvvisamente si presentò davanti a lui un uomo alto e grosso.
Non riusciva a vederlo bene in volto, essendo contro luce; vedeva solo la sagoma nera di un grande uomo che lo oscurava dalla luce dei raggi del sole.
“Ciao Ryo. Quanto tempo”.
Quella voce…non poteva essere…
Si sporse leggermente per vedere meglio, quei lunghi capelli argentei erano inconfondibili.
“Andrey…il puma bianco.” Ryo pronunciò queste parole in maniera quasi impercettibile.
Subito dopo abbassò la pistola.


“Per oggi basta. Ormai c’è troppo movimento.”
Ed una figura oscura, dal terrazzo di uno dei tanti grattacieli vicini, si allontanò non lasciando traccia.

  
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