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Autore: Annabeth Smith    01/11/2012    4 recensioni
Immaginate : Caroline ha vissuto i suoi 18 anni con la famiglia Mikelson ( essendo di quell’epoca) Si interessa a Klaus ,ancora umano ma una strega del villaggio ,innamorata e gelosa di Klaus , spedisce Caroline e la sua famiglia nel futuro facendogli ricordare una vita che in realtà non avevano vissuto (quella che conosciamo noi) lì incontrerà di nuovo Klaus potrà durare il loro amore anche dopo anni? Se vi ho incuriosito leggete (: .
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE RATING ROSSO.


2° Giorni dopo il rapimento di Caroline-Chigago.

La ragazza si era svegliata in un letto , niente catene , niente paletti , niente verbena , niente di niente.
La porta di metallo era chiusa a chiave  , nessuno veniva a farle visita.
Camminava istericamente  avanti e indietro ai piedi del letto.
La mattina trovava una sacca di sangue posta sul tappetino vicino alla porta.
Chi era? Cos’era successo? Perché nessuno si era fatto vivo? Queste erano le domande che si poneva Caroline o semplicemente : ‘’ Perchè gli mancava Klaus?’’ Non lo sapeva , non lo voleva sapere , non ora. L’unica cosa che poteva sentire era l’odore della maglia di quell’uomo.
L’aveva ancora addosso , insieme ai suoi pantaloni.
Ecco un tonfo alla porta.
Un uomo finalmente dopo due giorni entrò in  quella stanza.
Era un uomo alto , la corporatura non troppo esile , i capelli erano castani e gli occhi di un color cioccolato.
-Chi sei , perché mi hai preso? Cosa vuoi da me?-
Domandava schietta la ragazza.
Il ragazzo sorrise beffardo e non gli rivolse la benché minima parola.
Caroline , allora , con la sua velocità sovrannaturale provò ad attraversare la porta ma qualcosa la bloccò.
Un incantesimo , disse fra sé e sé.
Neanche il tempo di girarsi qualcuno l’aveva già presa dalle spalle e l’aveva sbattuta sul letto.
Vampiro , pensò Caroline , più vecchio di lei.
-Chi sei?- Balbettò Caroline.
-Definiscimi il tuo peggior incubo.- Dette queste parole il ragazzo le tolse bruscamente la maglia e cominciò a palpargli il seno quasi a fargli male.
Caroline si dimenava con tutte le sue forze , si agitava , combatteva quanto più poteva.
Ma non ci riusciva. Era nuda di fronte ad un uomo che neanche conosceva.
Un uomo che stava abusando di lei.
Strinse i pantaloni ma quel ragazzo fu più veloce che glieli strappo via e con essi l’intimo di Caroline.
Prese bruscamente la mano di Caroline portandosela in mezzo ai pantaloni ma la bionda riuscì a spostare la mano e quelle labbra, che la sera prima furono toccate dall’ibrido, ora venivano baciate da un uomo sconosciuto.
Si sbottonò i pantoloni ma Caroline , presa dalla rabbia , riuscì a spostarlo facendolo sbattere con il muro.
Con la sua velocità sovrannaturale , quasi per sentirsi protetta , riprese la maglia impregnata dell’odore dell’ibrido e si mise in un angolo seduta ,con le ginocchia sul mento e la maglietta  a coprirle quel poco di dignità che le restava.
Provava vergogna , si sentiva nuda benché si fosse coperta.
Non poteva non pensare alle immagini di poco prima.
Ma ora eccolo lì che si asciugava il sangue dalla bocca, camminò fino a Caroline e la guardò negli occhi.
-Continueremo dopo.- Detto questo uscì dalla stanza e chiuse a chiave.
Le lacrime di Caroline uscirono volontarie le andarono a coprire il corpo nudo della ragazza e i capelli impregnati dell’odore di quell’uomo che aveva abusato di lei.
Lei che era forte , ora , non riusciva nemmeno a tirarsi in piedi  e a rivestirsi.
Aveva paura di tutto.
Riusciva a sentire i passi dell’uomo nell’altra stanza e sospirò solo  quando sentì la porta chiudersi.
Un nome  usci spontaneamente dalle sue labbra , l’unica cosa a cui voleva  chiedere aiuto.
‘’Klaus’’

***

Villa Salvatore.

-Caroline doveva essere con te!- Urlava Elena in faccia all’ibrido originario.
La rabbia , l’unico sentimento che ora provava.
-Te l’ho detto , Elena. Non ha fatto ritorno pensavo fosse ripartita per ritornare a Mystic Falls ma non è così.- Disse Klaus.
Neanche il tempo di dire altro , Klaus aveva sentito un nome. Il suo , pronunciato da una voce cristallina , quasi quella .. di Caroline.
Cosa gli stava succedendo?
-Quindi non sappiamo dov’è Barbie. Per quanto ne sappiamo potrebbe averla presa la persona che ci sta perseguitando- Disse Damon sorseggiando del Bourbon.
Klaus non ebbe il tempo di ribattere perché il bicchiere di Damon cadde al suolo e il bourbon che vi era dentro aveva formato una frase : ‘’Chicago , Klaus’’
Rimasero stupiti da quel messaggio e indecisi sul da farsi lasciarono la parola a Klaus.
-Ci sono molti posti che ..- Non fece in tempo a finire perché quasi un immagine gli venne spontanea.
‘’La sua casa a Chigago’’
 -So dove andare.- Klaus si diresse fuori seguito da Damon.


Arrivarono a villa Mikaelson e Klaus non perse tempo ad aprire la bara che racchiudeva sua sorella : ‘’Rebekah’’
Chi meglio lo avrebbe potuto aiutare se non lei?
Entrarono nel suo studio dove 4 bare erano esposte davanti alla scrivania.
Aprì quella di Rebekah.
Le accarezzò una guancia , la guardò bene e le levò il pugnale dal petto.
-Chi sarebbe?- Pronunciò Damon.
-La mia piccola sorellina- Rise beffardo Klaus.
Damon fece un cenno mentre Klaus intanto si dirigeva vicino al freezer.
-Avrà bisogno di sangue al suo risveglio.-
Neanche il tempo di voltarsi , la figura di sua sorella lo aveva già tra le mani.
Gli conficco un paletto nel cuore ma egli , preoccupato per cose più importanti , dopo un respiro lo tirò fuori e lo buttò a terra.
-Grazie per avermi svegliato. Presto, direi.-
Il fratello la sorpassò.
-Che posso dire. Mi mancavi- Rise beffardo.-Devi aiutarmi- Tornò improvvisamente serio.
-Cosa? Mi hai risvegliato non meno di 5 secondi fa..- La ragazza non fece in tempo a parlare perché dalla bocca dell’ibrido uscì un solo nome , il più bello , il più ovvio , il suo : ‘’ Caroline’
-Tu l’hai..- L’ibrido fece segno di tacere constatando il fatto che nessuno sapeva chi fosse veramente Caroline.
La sorella presa da una gioia irrefrenabile non poté fare a meno di correre verso il fratello e di abbracciarlo quanto più poté.
Si distaccò poco dopo.
-Che le è successo?-
-Aspetta , conosci Caroline?- Disse Damon.
I due fratelli si guardarono complici e Klaus andò davanti a lui.
Dilatò le pupille e pronunciò poche parole : ‘’Rebekah non conosce assolutamente Caroline. Noi le abbiamo raccontato cosa fosse successo e ha detto che ci avrebbe aiutato’’
Damon confuso annuì.
Klaus cominciò a raccontarle tutta la storia tralasciando la parte di come l’avesse ritrovata poiché in presenza di Damon.


***


Caroline singhiozzava tremante seduta ancora sull’angolino di quella stupida camera.
Aveva un’ odore familiare che non aveva notato prima.
Forse era la maglietta dell’ibrido o forse era proprio la camera a farle ricordare lui.
Si toccava  le braccia per poterle sentire quasi non riuscisse a percepire , se non toccandole , le proprie parti del corpo.
Quasi come se  Caroline Forbes non avesse corpo ma stesse viaggiando solo con l’anima.
Quale anima , disse fra sé e sé , non ho più nemmeno quella.
Ed ecco altre lacrime a solcarle il viso e a scendere su quella maglietta.
Lacrime sporche di rimmel , lacrime sporche di trucco , lacrime sporche di sofferenza , lacrime di una persona che ha subito così tanto da andare sempre avanti  ,con un sorriso, e che ora stava buttando tutto fuori.
Chiuse gli occhi per poco , stando comunque allerta , appoggiò la testa al muro ma sentì una voce.
Alzò gli occhi di scatto e non riuscendo ad alzarsi guardò stupita la scena che si ritrovava davanti.
La stanza non esisteva più , c’erano alberi , foglie ma la cosa principale era lui.
Lui , Klaus , vestito con abiti medievali alzato vicino ad un altro ragazzo poco più alto con i capelli mori e lunghi.
Ma la cosa che la sorprese di più era vedere lei , seduta vicino ad un'altra ragazza dai capelli biondi.
-Qual è il tuo fiore preferito?- Sentì la voce di Klaus e un tuffo al cuore la fece sobbalzare.
-Rosa Selvatica-
Si ricordò dell’albergo , di come sapeva , di cosa sapeva e come faceva.
Non continuò neanche a sentire le voci , quasi volesse essere protetta si alzò piano e camminò lentamente verso di lui.
L’unica cosa che riuscì a dire fu il suo  nome poi tutto scomparve e lei cadde a terra trascinando il proprio corpo pesante sempre sullo stesso angolo e sempre con la stessa maglietta.
Nella mente sempre un solo nome , sempre il suo nome , l’unica cosa che sembrava amare in quel momento.


***

Un mal di testa folgorante fece sbandare la macchina di Klaus per un attimo.
Sentiva il suo nome dappertutto.
-Nik , sei sicuro di aver imparato ad usare questo aggeggio?- Disse Rebekah toccando i sedili.
 Il ragazzo non rispose pensava e non riusciva ancora a capacitarsi di come potesse sentire il suo nome ripetuto una miriade di volte.
-Diciamo che tuo fratello , Rebekah , impara molto alla svelta- Damon si girò verso l’originaria rivolgendogli un occhiolino ma ella , sbuffando , incrociò le braccia sotto al petto e spinse la schiena contro il sedile.
Sorrise.
Poteva rivedere Caroline , la sua unica amica , l’unica persona con cui parlare.
Ecco un dolore improvviso alle spalle di Klaus.
Fermò la macchina con una frenata e scese dall’auto consapevole di essere su una strada desolata.
Si tolse la camicia nel punto in cui sentiva più dolore.
Un livido si esponeva sulla spalla ma solo pochi secondi dopo  la sua pelle ricomparve normale , liscia , intatta.
Un unico pensiero si fece spazio nella sua mente : ‘’Caroline’’
Salì in macchina più veloce che poté e partì.
Controllò la distanza.
Solo venticinque minuti e la potrà rivedere.
Venticinque minuti e potrà rassicurarsi.
Venticinque minuti per poter ricordare i suoi sentimenti.
Venticinque minuti per poter  risentirsi umano.


***

Caroline sentì sbattere la porta e si strinse ancora di più le ginocchia al petto.
Era consapevole che lui fosse tornato.
-Sono andato a fare un po’ di spesa. Vuole che ti faccia soffrire- Disse da lontano quell’uomo.
Il viso che prima si era asciugato ora si era  bagnato di nuovo al pensiero di cosa gli potesse fare , ancora , quell’uomo spregevole.
Aprì la porta emettendo un rumore sgradevole , portava alla mano dei guanti e ora si sporgeva a prendere della verbena.
Caroline chiuse gli occhi e con la sua velocità sovrannaturale , quasi fosse più potente di chiunque altro , si diresse verso l’opposto della camera.
L’uomo ,più agile e più vecchio, la segui e la buttò sul letto strofinandogli la verbena sull’addome.
La ragazza urlò dal dolore , ma non era quello a fargli male.
Ecco di nuovo il ragazzo sopra di lei.
Il ragazzo stava attento a non bruciarsi e così , senza toccare l’addome le si sporse sul collo leccandone la vena.
A quel contatto  Caroline rabbrividì.
Gridava forte , gridava no , ma non serviva.
Quell’uomo era irrefrenabile.
Tanta era la forza , tanta era il dolore che nemmeno il carattere forte della ragazza sopraggiunse.
Riusciva a scatenare le gambe , le prese sul braccio si fecero sempre più forti.
Il calore del respiro di quell’uomo sempre più presente.
Gli tolse il reggiseno e cominciò a passare dal collo al seno.
Disegnò il seno di Caroline con le labbra mentre ella continuava a dimenarsi.
Non voleva , non voleva , non DOVEVA , non poteva permetterglielo.
Ma ancora una volta la forza di spingerlo al muro non ebbe effetto.
Oramai si stava togliendo la cinta e così fece con il suo intimo e per quanto Caroline cercò di fermarlo questa volta era più forte.
Le buttò sull’addome l’intero bicchiere di verbena che aveva preparato appositamente.
La ragazza stava perdendo i sensi ma non doveva , non poteva.
Continuava a ripeterselo ed era quello che la faceva rimanere sveglia.
Stava per entrare dentro di lei quando dalla porta si sentì un rumore.
Il ragazzo velocemente si tolse da lei e si sistemò con velocità sovraumana.
Ora , la ragazza , aveva chiuso gli occhi. Ma non dormiva , non se lo poteva permettere.
Si era rannicchiata su un lato aveva messo le mani sull’addome e sentiva ancora la bruciatura della verbena.
Il suo corpo non c’era più un'altra volta , anche la sua dignità era inesistente ,era nuda.
Con e poche forze che gli restarono riuscì a mettersi l’intimo e la maglietta che le arrivava a metà cosce.
Si concentrò sui passi.
Il ragazzo ora era uscito dalla camera , aveva chiuso la porta, e stava affrontando gli sconosciuti che si erano appena infiltrati.
Caroline ora si concentrò sulle voci.
-Allora , sei tu il famoso Klaus?- Disse il ragazzo.
L’ibrido emise un risolino e poi tornando serio gli si avvicinò e gli scandì bene le parole.
-Dov’è Caroline?-
La ragazza non poté fare a meno di emettere un gridolino il quale Rebekah e gli altri sentirono alla perfezioni.
-Prendilo , ci può essere utile.- Detto questo Klaus aprì la porta e con un anello apposito , preparato da Bonnie per l’eventualità , sorpassò la porta senza problemi.
Ed eccola che la vide.
-Klaus..- Sussurrò ancora flebile  la ragazza.
In pochi secondi l’ibrido capì la situazione.
Aveva abusato di lei , lo aveva fatto sul suo letto , con la sua Caroline.
Gli occhi dell’ibrido non erano più quelli dolci e allegri di rivedere la sua bionda bensì erano furiosi.
Chiuse i pugni nella giacca e con velocità vampiresca spostò la sorella e prese per il collo il ragazzo.
-COME HAI OSATO!- Un urlò forte uscì dalla bocca dell’ibrido dopo di che il vampiro venne scaraventato a terra.
L’ibrido furioso non ci ripensò due volte lo raggiunse dandogli infiniti calci sull’addome.
Lo riprese per il collo.
-Non meriti neanche di morire , tu devi soffrire-
Detto questo , Klaus , prese un coltello trafisse più punti indefiniti del corpo facendo gemere il ragazzo.
Quando ne furono abbastanza buttò via il coltello e lo guardò negli occhi.
-Questo è quello che ti meriti-
La mano dell’ibrido strappò il cuore dal petto del ragazzo dopo di che , levato il sangue dalle mani , andò verso la ragazza.
Gli occhi gli divennero subito lucidi , non aveva mai visto Caroline così , non avrebbe mai voluto farlo.
Alzò la maglietta ,l’addome era la parte più bruciata ma sapeva che non era quella la cosa più dolorosa che stava provando Caroline.
L’avevano bruciata al cuore , era come se glielo avessero strappato dal petto , gli avevano strappato la sua dignità.
Rebekah da fuori alla porta , non potendo entrare , fece scendere poche lacrime sulle guance.
-Ni..Nik.. co-come sta?- Balbettò Rebekah.
Il ragazzo non accorgendosi di lei , non distolse lo sguardo da Caroline e le accarezzò le guance prima di prenderla in braccio.
Si stava bruciando anche lui , la verbena nel corpo di Caroline si poteva ancora sentire  , ma non gli interessava.
La depose sui sedili anteriori facendola stendere sulle gambe di Rebekah.
-Grazie- Fu l’ultimo sussurro della vampira.
L’unico a rispondere fu Damon appena entrato nella macchina.
-Di niente , Barbie- Disse con un occhiolino.
La ragazza rise , finalmente ,  e si addormentò sulle gambe della vampira.




***


La bionda si svegliò su un lenzuolo di seta , l’odore di gelsomino e una vestaglia.
Quando aprì gli occhi poté scorgere una ragazza , a lei sconosciuta , guardarla dai piedi del  letto.
-Caroline!-
La ragazza si sedette pian piano sul letto sentendo un oggetto metallico sul collo.
La sua collana a forma di cuore.
La toccò e subito dopo guardo la ragazza di fronte a sé.
Aveva un qualcosa di familiare , ma ella non riusciva a capire.
All’improvviso si ricordò.
Il suo sogno , la sua allucinazione dove c’era anche Klaus.
-Tu.. sei?- Balbettò stiracchiando le braccia la ragazza.
-Oh.. già. Mi chiamo Rebekah , sono la sorella di Niklaus.-
-Dov’è?- La ragazza scattò in piedi dal letto e Rebekah la seguì.
-E’ nel suo studio-
Non fece in tempo a muovere passo che la collana che portava al collo le aveva bruciato la pelle.
Per magia si sciolse dal suo collo e lievitò in aria.
Uscì fuori dalla stanza e le due ragazze la  seguirono.
Scesero le scale ma Rebekah non avanzò di un passo accorgendosi che anche un’altra collana stava uscendo dallo studio del fratello seguito da lui.
Caroline e Klaus si guardarono negli occhi quasi uniti , quasi si conoscessero da un ‘eternità  , anzi era proprio così.
Quando le due collane si toccarono una scintilla le scosse e le fece cadere a terra , questa volta le collane si erano unite  , forti , pure.
Si avvicinarono entrambi sulla collana e quando la toccarono tutti e due si aprì da sola.
Klaus prese il bigliettino per primo ma Caroline riuscì a portarglielo via dalle mani.
La ragazza rabbrividì.
Sul foglio c’era esibito un : ‘’Ti amo , Klaus’’ Ma la cosa che la stupiva di più era la sua firma al lato del foglio.
  
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