Ultimo capitolo! Poi c’è l’epilogo! ;-)
Buona lettura!
Nono capitolo: Il muro
“Ciao Santana” La ragazza dopo
essersi ripresa dallo spavento si voltò a guardare la persona che l’aveva
salutata,
“Ciao Puck…”, il giovane le lanciò
un occhiata si apprezzamento,
“Belle gambe! Se non temessi di
ritrovarmi congelato penso che ci proverei con te!” Santana sorrise, sapeva che
il ragazzo stava scherzando.
Puck le si sedette accanto,
“Stai andando da lei” Disse
rimarcando un’evidenza, Santana si voltò a guardarlo e lui si strinse nelle
spalle, “Visto il tuo abbigliamento una passeggiata era da escludere…”.
Rimasero ancora in silenzio, Santana sentiva che il coraggio iniziava ad
abbandonarla, forse avrebbe dovuto farsi riaccompagnare nell’infermeria, al suo
letto.
“Qualche anno fa c’era un ragazzo, Artie, lo chiamavamo X, perché era su una sedia a rotelle,
sai come il professor X, il fondatore della scuola… comunque Artie si era preso una cotta per Brittany…”
Si interruppe e le gettò un occhiata perplesso, “Credevo che ti saresti
scaldata… letteralmente… invece rabbrividisci…” Si tolse la camicia che
indossava sopra la maglietta e gliela drappeggiò sulle spalle. Era vero,
Santana sentiva freddo, l’idea di Brittany con un
altro… non la faceva arrabbiare, la… spegneva.
“Vai avanti…” Disse al ragazzo che
annuì,
“Bene, questo è il punto, lui è
morto, il suo potere era strano, incontrollabile… lui ne ha perso il controllo
e si è ucciso.” Santana guardava il giovane sconvolta,
“Perché non me l’ha mai detto
nessuno?” Il ragazzo si strinse nelle spalle,
“Non è esattamente una cosa che
amiamo ricordare, è stato duro per tutti, ma per lei in particolare” Santana
ripensò all’incoraggiamento che le dava in continuazione, la sua sicurezza che
ce l’avrebbe fatta, quanto doveva essere stata forte per amarla sapendo che era
così instabile, sapendo che avrebbe potuto uccidersi? Non era stato, come
pensava lei, ottimismo e ignoranza, lei aveva provato sulla sua pelle cosa
avrebbe potuto succedere.
“Pensavo che dovessi saperlo prima
di vederla… lei ora… credo che vederti perdere il controllo, vedere che non
tornavi in te… la prima settimana quando non eri sedata ardevi come un falò,
solo lei riusciva ad avvicinarsi tanto da darti le dosi di sedativo… beh credo
che sia stato troppo.”
“Troppo?” Ricordò le parole del
Riccio, la sorellina di Brittany, le aveva detto che
non voleva più baciarla, credeva fosse ferita per il suo tradimento, ma forse
non era così, forse aveva ancora una possibilità. “Devo andare da lei!” Si alzò
in fretta e Puck la afferrò al volo impedendole di cadere,
“Hei,
ragazza! Piano, così non arrivi neppure al primo scalino!” Santana sorrise,
“Portami!” Il ragazzo scosse la
testa poi con estrema facilità la prese tra le braccia,
“Un desiderio che si realizza,
porto verso le stanze una ragazza mezza nuda!” Santana gli lanciò un’occhiataccia,
“Non deve saperlo nessuno!” Puck
rise,
“Ok bellezza! Non dirò che hai
avuto bisogno di un forte e muscoloso uomo per andare a riprenderti la tua
principessa!”.
Salì gli scalini con facilità per
poi deporla a terra e fargli un occhiolino,
“Benvenuta al suo piano signorina!”
Santana gli lanciò in faccia la camicia che le aveva prestato poi gli sorrise,
“Grazie Puck, di tutto!” Il ragazzo
sorrise poi assunse il suo sguardo da seduttore,
“Ricordati di me quando voi due
avrete finito le idee su come divertirvi!” Santana gli voltò la schiena non
dandogli la soddisfazione di una risposta e lo sentì ridere. Percorse il
corridoio fino alla stanza di Brittany. Bussò, non
aveva paura, beh forse un pochino.
“Quinn, ti ho già detto che non ho
voglia di uscire!” Santana aprì la porta e la ragazza sgranò gli occhi nel
vederla. Fece un passò nella stanza e Brittany
abbassò lo sguardo, un muro di ghiaccio si alzò rapido nella stanza
frapponendosi tra loro due.
“Brit…”
Provò la ragazza avvicinandosi al muro, poteva ancora vedere l’ombra della
ragazza dietro il muro, ma da lei non provenne nessuna risposta.
“Brit,
per favore!”
“Vai via San!” Santana sorrise,
aveva detto il suo nome, l’aveva persino accorciato, era stata la prima a
farlo, la prima in tutta la sua vita, era stata la prima in così tante cose che
Santana ormai non le contava più. Alzò la mano appoggiandola al muro che subito
iniziò a sciogliersi. Brittany se ne accorse e posò a
sua volta la mano sul muro. Ora erano vicine, le loro mani separate solo dal centimetro
di ghiaccio che la ragazza continuava a rafforzare.
“Perdonami…” Sentì la ragazza
sbuffare,
“Non devo perdonarti!” Santana
sentì il cuore sollevarsi, “Hai salvato mia sorella!”
“L’ho messa anche in pericolo…”
Silenzio, Santana aumentò un po’ il calore, ma il muro non cedette, la ragazza
lo rinforzava ancora.
“Bribri?”
Chiese, anche se sapeva che la ragazza era ancora lì, vedeva la sua ombra,
sentiva la sua mano così vicina.
“Vai via!”
“No, mai” Sentì la giovane
trattenere il respiro e lo disse: “Ti amo Brit. Come
non ho mai amato nessun’altro. E non ti permetto di lasciarmi…”. Brittany non rispose, a lungo ci fu solo il silenzio, poi
la ragazza disse,
“Ho paura” Santana accese la sua
mano spingendola nel ghiaccio, con decisione questa volta, fino a quando non si
ritrovò a stringere la mano della ragazza, con forza.
“Anche io, ma se sei con me allora
non potrà succedermi nulla!” Posò l’altra mano sul ghiaccio che rapidamente si
sciolse finendo a terra e riempiendo il pavimento di acqua. Finalmente Santana
poté guardarla negli occhi che erano pieni di lacrime,
“E’ vero?” Chiese Brittany, un piccolo sorriso che nasceva sulle sue labbra,
“Cosa? Che ti amo? O che andrà
tutto bene?” Il sorriso di Brittany si ampliò e
Santana disse ancora,
“Ti amo, ti amo, ti amo!” La
ragazza la attrasse a sé baciandola con passione,
“Anche io ti amo San!”. Si
sorrisero poi Santana si rese conto dell’acqua a terra, rise e disse,
“Lo so perché mi ami…” Si chinò
sull’acqua che evaporò rapidamente sotto le sue dita, “Perché posso risolvere i
tuoi casini!” La ragazza rise poi notò qualcosa e il suo volto si fece di nuovo
serio. Alzò la mano passandola sul fiocco di neve ormai fissato alla sua carne,
“Ti fa male?” Santana scosse la
testa,
“No, è parte di me ora…” Sorrise
mentre la ragazza accarezzava il piccolo oggetto d’argento, “Sai non ha mai
fatto male… credo che l’altra parte di me… quella nascosta… l’ha voluto fissare
a sé…”, la ragazza rimase immobile contro di lei mentre rifletteva,
“L’ho conosciuta…” Santana deglutì
di nuovo tesa,
“Puck mi ha detto che eri l’unica
che riusciva ad arrivarmi vicina a sufficienza per sedarmi… mi dispiace se lei
ha fatto qualcosa per ferirti o…” Brittany scosse la
testa,
“No, io avevo paura che vi
uccideste, che non tornassi più da me… lei era così spaventata…” Santana la
guardò perplessa, non provava paura o rabbia per quella cosa, ma compassione!
“Comunque io l’avevo già vista prima… quando siamo state insieme la prima
volta… voglio dire quando abbiamo…” Santana arrossì,
“Sì ho capito…” Brittany
sorrise poi scosse la testa riprendendo il filo del suo discorso,
“Quella volta c’è stato un attimo
in cui l’ho vista nei tuoi occhi e… so che non mi farebbe mai del male”.
Santana rimase ancora più stupita nel sentirla dire una cosa simile,
“Vuoi dire che lei… era lì?”
“San, credo che lei, sia tu! Solo
che magari un po’ più selvaggia…” Santana le prese il volto tra le mani e la
baciò, sentendo che la ragazza le avvolgeva le mani attorno al corpo
stringendola a sé. Le sue gambe si misero a tremare e Brittany
la trattenne per non lasciarla cadere.
“San! Stai bene?” Santana sorrise,
“Sì… solo che dovremmo rimandare… a
quando starò un po’ meglio…” Brittany la guardò
dolcemente scostandole i capelli dalla fronte, poi la sollevò tra le braccia
sistemandola sul suo letto,
“Va bene, ma non sei troppo stanca
per questo vero?” Si abbassò su di lei baciandola.
“Mai…” Sussurrò Santana contro le
sue labbra.
Note
Avrei potuto farle soffrire di più? Sì, ma non ci riesco! ;-)
Santana ha avuto il coraggio di affrontare Brittany e grazie a Puck anche di capire meglio la ragazza e la sua paura.
Brittany aveva già conosciuto la sua parte nascosta e visto che nella sua ingenuità sa essere molto profonda è riuscita anche a capirla e ad accettarla.
Grazie mille, ciao ciao e al prologo!