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Autore: The_Ruthless    01/11/2012    3 recensioni
Dolore, acuto dolore, così insopportabile da voler provarne anche di fisico per riuscire a coprire quello che ho dentro. Un mostro comincia a crescere dentro di me e lo libero con un urlo assordante. Nessuno c'è ad aiutarmi, provo solo dolore e poi, niente. Mi rannicchio nell'oscurità, mentre una mano si tende verso di me...
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono a scuola seduta nel mio banco con la testa chinata, sul tavolo si leggono scritte del tipo "Se ti piace la figa qui metti una riga" con sotto circa una trentina di righe. Possibile che le madri degli stupidi siano sempre incinte? Mi perdo nei miei pensieri, mi sento così depressa, non c'è una cosa che vada bene. Molestata più volte da pervertiti ripetenti quando ero alle medie, il mio migliore amico morto in un incidente d'auto in Liguria, le amiche pensano solo alle solite cose da adolescenti: sesso e shopping. Mi danno della masochista, della depressa, della terrorista. Mio fratello a cui ho sempre tenuto non mi comprende e non mi aiuta nel momento del bisogno, i miei genitori mi rompono dalla mattina alla sera dicendomi di fare meno il broncio, la mia migliore amica si è allontanata, la scuola è uno schifo, ho scelto quella sbagliata, e Braian...oh Braian come hai potuto? Il mio pugno colpisce il banco, sento un leggero dolore che non è abbastanza per coprire quello che provo dentro.
La prof mi manda al bagno ma prima di alzarmi prendo furtivamente il taglierino, arrivo nel bagno delle ragazze con le lacrime agli occhi, brutto stronzo, fottuto bastardo, pezzo di merda!!!
E, senza averlo pianificato, mi appoggio la lama del taglierino sul palmo e la faccio scorrere premendo leggermente. Il sangue comincia subito a uscire dalla ferita, lo guardo delusa, il dolore provocato da essa non è abbastanza per calmare l'urlo d'angoscia che mi sta crescendo dentro. Lo libero incapace di trattenerlo ancora. Mi sento leggera, mi rannicchio in un angolo del bagno e chiudo gli occhi.
Dall'oscurità una mano si tende verso di me come per aiutarmi, la guardo, incapace di prenderla, di fidarmi di nuovo di qualcuno...
   
 
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