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Autore: chiaretta85_    01/11/2012    9 recensioni
I miei occhi si fecero neri. Un ringhio selvaggio si liberò dal mio petto. Afferrai Bella per un braccio trascinandola come una bambola fuori dall'abitacolo. Le feci sbattere violentemente la schiena contro la carrozzeria della macchina. Era in trappola. Era mia. In sottofondo potevo sentire le urla di Alice, non provava nemmeno a spostarmi. Non sarebbe servito.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Capitolo 51

Pov Bella



«E così, ora, sei la signora Cullen»

«Già»

Storpiò il naso.
Non si sarebbe mai abituato a immaginarmi sposata. Con il tempo forse...

«Papà?»

«Si?»

«Sarò sempre la tua Bells»

Sorrise riprendendo a dondolare, insieme a me. Nessuno dei due era un fan dei balli, ma nemmeno mio padre avrebbe potuto sottrarsi al tipico ballo padre e figlia. E comunque io non glielo avrei permesso, con tutta probabilità quella sarebbe stata l'ultima volta che sarei riuscita ad abbracciarlo.

«Sai cos'è la cosa più incredibile?»

Spostai il viso dalla sua spalla per guardarlo in volto.

«Cosa?»

«Che siamo riusciti ad arrivare all'altare senza cadute, svenimenti e botte in testa»

«PAPÀ!»

Gli schiaffeggiai scherzosamente,una spalla, fingendomi indignata per il modo in cui si divertiva a prendermi in giro.

Sbuffai, nascondendo di nuovo il volto nella sua spalla. Alzai gli occhi quando sentii volteggiare qualcuno al mio fianco. Edward, che teneva tra le braccia mia madre, guidandola in un perfetto Valzer, mi sorrise dolce, con sguardo complice. Lui aveva sicuramente sentito ogni cosa ed ero certa che se la stava ridendo anche lui sotto i baffi. Come Emmett e Jasper, che se la ridevano allegramente in un angolo, sotto lo sguardo esasperato delle loro mogli e, ora, mie cognate.

Guardai Edward implorante,mi mancava, dopo la cerimonia avevamo fatto un solo ballo, poi avevo passato tutta la sera tra le braccia di tutti gli altri uomini Cullen, e anche in quelle di Mike Newton, Ben, e Eric. L'idea di invitarli era stata di Alice,insieme a loro c'erano anche Jessica e Angela, io non li vedevo da anni, ma era bello ritrovare quella parte della mia vita.

Mio ..marito..- dovevo ancora abituarmi a pensare a lui con questo termine – non era entusiasta quanto me, tanto che alla fine Mike si era ritirato in un angolino, a disagio, dopo essersi beccato un occhiataccia da Edward. Chissà a cosa stava pensando per farlo arrabbiare così. Preferivo non saperlo.

Gli unici assenti erano i Denali. Non era venuto nessuno di loro, nemmeno Carmen e Eleazar. Evidentemente c'erano ancora dei problemi da risolvere. Tuttavia nessuno di noi commentò quell'assenza. Il motivo del loro distacco poteva essere solo uno: Tanya.

E poi era arrivato il turno di Jacob.

Era stato il momento più difficile...





«Tocca a me ora, giusto?»

Carlisle mi aveva guardato sorridente, sotto lo sguardo rassicurante di Edward.

«Certo, prego Jacob»

Sospirando mi aveva abbracciato. Lo avevo lasciato fare, sapendo che comunque Edward avrebbe capito di quanto avessi bisogno del suo abbraccio in quel momento. Appoggiai la testa sul suo petto. Anche con i tacchi arrivavo sempre sotto le sue spalle.

«Dovrò chiamarti signora adesso»

Sorrisi scuotendo la testa.

«Scemo»

«Partirete subito, alla fine di questa festa?»

Annuii. «Edward ha già organizzato tutto..»

«No, no»

Mi spostai per scrutarlo in viso. Sembrava sofferente.

«Jacob...»ansimai senza fiato.

«Ti prego Bells, è già difficile sapere...quello che so...non raccontarmi altri particolari, non riuscirei a trattenermi»

Aprii la bocca,ma la richiusi, incapace di rispondere di fronte ai suoi occhi sofferenti. Chiusi i miei e tornai sul suo petto. Ballammo per minuti interi in silenzio, le note della canzone stavano per arrivare alla fine.

«Jacob?»

«Si?»

«Un giorno anche tu sarai felice, la ragazza giusta per te è li fuori, da qualche parte...lo sento, devi solo sapere aspettare»

«Certo, certo...ora devo andare, è il mio turno per la ronda...»

Mi staccai da lui. Evitava il mio sguardo.

«Capisco, certo...ciao Jacob»

Dovevo lasciarlo andare. Dovevo farlo per lui, dovevo farlo per Edward. Mi carezzò una guancia con la sua enorme mano calda. Si abbassò fino a lasciarmi un bacio sulla fronte che mi sembrò eterno.

«Ciao Bella» sussurrò appena, prima di sorpassarmi e sparire.





«Posso?»

La voce più melodiosa e dolce del mondo, quella di Edward, mi riscosse dai miei pensieri

Mio padre, sospirò sollevato. Poverino, era così in imbarazzo, non ne poteva più.

«Certo figliolo, è tutta tua»

Figliolo? Lo guardai stralunata mentre quasi mi lanciava tra le braccia di mio marito che accolse prontamente, con un grande sorriso sulle labbra.

«Che gli prende?» bisbigliai , osservando mio padre che si allontanava borbottando.

«Che vuoi dire?»

Lo guardai eloquentemente ma sembrava non capire.

«Ti ha appena chiamato figliolo!»

Il suono della sua risata cristallina riempi la sala e il mio cuore. Ancora non potevo credere che quella creatura meravigliosa fosse mio marito

«Oh quello...piacevole vero?»

Piacevole? Trattandosi di mio padre, lo trovavo quasi inquietante, ma evitai di dirlo ad alta voce, lui sembrava così compiaciuto dal quel cambio di umore di Charlie.

Sorrisi entusiasta di vederlo così felice. Mi accoccolai tra le sue braccia, stringendolo con tutta la forza che avevo. Lui se ne accorse.

«Ehi...tutto bene?»

«Si, sono solo tanto felice Edward»

«Lo so, lo vedo, no sai come mi fa sentire vederti così felice, e non sai com'è rassicurante per me, sapere che sei finalmente mia...aspettavo da tutta la vita di sentirmi completo Bella, ed eccomi qui finalmente, con te. Non permetterò a nessuno di portarti via da me..Ti amo Isabella Cullen»

«Ti amo Signr. Cullen...per sempre...promettimi...promettimi che non lo scorderai mai...qualsiasi cosa accada...»

Mi guardò stranito dalla mia richiesta, ma qualcosa nei miei occhi sembrò rassicurarlo. Sorrise baciandomi le labbra.

«Lo prometto»

Sapevo che non c'era motivo di sentirmi così, eppure la paura che la mia felicità potesse essere spazzata via in un secondo, da un momento all'altro, era sempre li dentro di me, quella orribile sensazione che presto sarebbe successo qualcosa di brutto, non mi abbandonava mai. Come un sesto senso.

Chiusi gli occhi ispirando il suo odore, cercando di deviare i miei pensieri e di godermi quel giorno fino in fondo. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo, lasciandogli un bacio sotto il colletto della camicia. Avvertii immediatamente il suo corpo fremere.

Sorrisi. Mi piaceva sapere di avere questo potere su di lui. Si accorse del mio compiacimento e sorrise avvicinando le labbra al mio orecchio.

«Attenta signora Cullen, potrei decidere di rapirla qui, davanti a tutti gli ospiti, per portarla al piano di sopra, dove c'è ancora una camera che ci aspetta...»

Arrossii uscendo dal mio “nascondiglio” per guardarlo negli occhi, a un soffio dalle sue labbra.

«Non ne avresti il coraggio»

Mi guardò con un sopracciglio alzato.

«E una sfida?»

Spalancai la bocca. Se c'era una cosa che avevo imparato era che non era mai una buona idea sfidare un vampiro, o meglio non era mai una buona idea sfidare Edward.

«No, no...ti credo, ti credo...solo non farlo..o almeno, non ora»

Il pensiero di tutta quella gente che ci vedeva sparire al piano di sopra, immaginando quello che stavamo facendo, mi fece quasi andare in ebollizione, scatenando l'ilarità di mio marito e a malincuore – notai- anche quella dei suo fratelli, che ovviamente avevano sentito ogni cosa.

Continuammo a ballare, stretti, dondolando appena, nonostante la musica a volte prendesse ritmi più vivaci, rimanendo immersi nella nostra bolla di felicità. Realizzai in quel momento, che tutto era perfetto.

Se solo avessi potuto avrei fermato il tempo, rimanendo così, per sempre.

Ma la realtà arrivò presto a ridestare i miei sogni.

«Ragazzi?»

Tenni gli occhi chiusi continuando a godermi il contatto con il corpo di mio marito. Nemmeno lui sembrò far caso a chi ci chiamavi.

«Ragazzi! Insomma!»

Sentii Edward sbuffare, seccato e infastidito da quell'intrusione.

«Sparisci Alice»

«No!Vi faccio notare che il vostro aereo parte tra meno di due ore, è ora di salutare gli ospiti e andare all'aeroporto!»

Ci staccammo rassegnati dal fatto che era ora di interrompere il nostro ballo. Ci guardammo negli occhi e non potei trattenere una smorfia al pensiero di dovermi staccare da Edward, anche se per pochi secondi. Lui ovviamente fraintese.

«Amore non siamo costretti a partire...se vuoi possiamo restare qui»

Posai due dite sulle sue labbra – lo facevo spesso ultimamente- interrompendo il flusso delle sue parole. Mi avvicinai di nuovo e sostituii le dita con le mie labbra. Un po' sorpreso rimase fermo, per poi riprendersi immediatamente cercando di approfondire il bacio. Questa volta fui io a staccarmi. Sbaglio o ultimamente era lui a essere diventato un po' impaziente?

Risi compiaciuta della sua faccia contrariata.

«No, voglio partire... e solo che mi costa staccarmi da te, anche se solo per poche ore...»

Sorrise complice, regalandomi uno dei suo sorrisi sghembi, che nascondevano sempre quella leggera punta di malizia e che tanto avevano il potere di farmi girare la testa.

Lui lo sapeva. Lo aveva fatto apposta. Imbroglione.

Cercai di riprendere a respirare sotto il suo sguardo divertito. Scossi la testa, fingendo un minimo di autocontrollo. Santo cielo, se continuava così sarei impazzita prima di arrivare a destinazione.

Feci un passo un dietro, mi serviva per ragionare.

«Vado a cercare i miei genitori, vorrei stare un minuto da sola con loro prima di....partire»

Il suo sguardo diventò serio, sapeva anche anche lui che, con molta probabilità, non li avrei più rivisti. Annuì,cercando di nascondere la tristezza.

«Certo amore, sono in giardino, con Carlisle ed Esme»

«Grazie...torno subito»

Mi voltai cominciando a percorrere tutta la sala ma, a pochi passi dalla portafinestra che dava sul giardino, mi sentii strana. Mi bloccai. Portai una mano sul mio stomaco. Un terribile senso di nausea mi invase prepotentemente. Lo sentii risalire dal mio stomaco fin su per l'esofago, arrivando fino in gola. Mi voltai allarmata, incontrando molti sguardi confusi. Io però cercavo solo il suo.

Ansante lo cercai tra le gente, che immobile mi guardava, ignara di quello che mi stava succedendo.

Poi finalmente lo vidi. Era di spalle, con le mani sosteneva qualcuno per le braccia...Alice. Il suo sguardo era vitreo.

Fu un secondo, il suo corpo, la sua testa scattarono verso di me, incrociando subito il mio sguardo.

Deglutii, cercando di fermare la nausea.

Funzionò, ma ancora qualcosa non tornava. La stanza girava veloce, troppo veloce. Mi sentii le forze mancare, le gambe cedere. Con lo sguardo trovai mio marito, che a passo svelto, ma pur sempre umano, correva verso di me.

Sentii la sua voce ansiosa chiamare il mio nome, una, due, tre volte. Poi il buio mi avvolse.

Il mio inferno iniziò così.



D'accordo, state calme. So che ci sono un po' di cose da spiegare. E lo farò con piacere. Quindi sotto con le domande.

Intanto ne approfitto per ringraziare qualcuno:

Chocolate Eyes, elnri, _Kristal _ , Cangu 300, giova71 per tutte le parole gentili che mi rivolgete puntualmente ogni volta!!!Grazie!!Questo capitolo lo dedico a voi!

E ovviamente il mio tesoro che è sempre li per me: Angy Pattz ( ti voglio bene)

Bene ho detto tutto!

A presto!

   
 
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