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Autore: Igvonain_Z    01/11/2012    2 recensioni
Vietnam, 1968. Il capitano Smith ha due possibilità: la fuga con la sua squadra o il sacrificio.
Cosa sceglierà questo eroe diverso?
Racconto già pubblicato su un forum di scrittura dove ha riscosso commenti positivi
Il racconto contiene termini che potrebbero urtare la sensibilità del lettore, si sconsiglia la lettura ai bambini.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’eroe

Vietnam, 1968.
-Qui 17°. Abbiamo fatto saltare il ponte 1. Voi avete concluso?
-Qui 22°. Negativo, stiamo minando il ponte 2.
- Va bene 22°. Posizione musi gialli?
-Cinque kappa emme ad est del fiume. I vostri?
-Si stanno dirigendo verso il vostro ponte da quando hanno sentito l’esplosione.
-Quanto ci metteranno ad arrivare?
-Venti minuti, forse meno.
-Ok.
-Ci vediamo al campo, 22°.
- Roger, passo e chiudo.
Il capitano Ken Smith del 22° interruppe la trasmissione radio. Dovevano sbrigarsi a far saltare quei dannati ponti o i Vietcong in mezz’ora sarebbero arrivati al campo e li avrebbero fottuti. Senza ponti li avrebbero costretti a guadare il fiume, impresa lunga e faticosa a causa, anzi, grazie al diluvio che stava lavando via il sangue da quel paese. Gli americani avrebbero guadagnato ore preziose per ricevere i rinforzi.
-Ben, quanto cazzo ti manca? Non abbiamo tutto il giorno !!!
-Ho finito capitano. Dobbiamo solo allontanarci e fare salta…
Si interruppe senza un motivo. Il tempo si fermò, per qualche istante, forse per minuti, forse per ore e infine un rivolo di sangue scivolò piano dalla bocca del soldato Ben White, che si afflosciò a terra come un piccolo e fragile fuscello staccatosi brutalmente da quel grande albero che è la vita e dal vento portato in quell’inferno.
-E’ l’avanguardia !!!
Gridò Smith, lanciando una granata e aprendo il fuoco, imitato dai suoi uomini.
-Non c’è tempo da perdere. Vado a prendere il detonatore e lo facciamo saltare.
-Capitano, e il corpo di Ben?
Obbiettò un soldato. Il superiore rifletté qualche istante poi, imitato dagli altri, si tolse il cappello, scaricò il suo fucile e sparò alcuni colpi a salve.
- Si meriterebbe molto più, ma non lo si può trasportare. Lo farò saltare col ponte: non cadrà in mano nemica.
Resi questi onori corse verso il cadavere cercando il detonatore: non lo trovo.
-Dove cazzo è il detonatore !?
-Ce l’aveva in mano Ben, prima di …
-Oh cazzo.
-E’ scivolato nel fiume.
-Cazzo.
Ripeté il capitano. Poi disse:
-Bisogna farlo saltare con la miccia. Devo rimanere su questo ponte.
-Possiamo fare l’estrazione con le cannucce, capitano.
-Branco di deficienti, non l’avete ancora capito che abbiamo appena ammazzato l’avanguardia dei Vietcong? Questo significa che il grosso ci piomberà fra capo e collo a momenti.
Silenzio. Tutti si guardavano in faccia senza il coraggio di parlare.
- Jack Miller, ti nomino capitano del 22° fino a nuove disposizioni del comando centrale. Ora muovetevi, cazzo !!!
Urlò il capitano. Quando gli altri se ne andarono, trascinò il cadavere di ben sopra ad una carica di dinamite. Non diede fuoco alla miccia, ma dalla tasca del suo giubbotto spuntò fuori il famoso detonatore. Chiuse gli occhi e premette il pulsante. “Meno male, non ce l’avevo ancora fatta” pensò il capitano. Poi pensò qualcos’altro, ma l’esplosione coprì quel pensiero. quell’ultimo pensiero.


New York, sei mesi prima.
- Smith, Ken.
Chiamò una voce. Ken entrò nello studio dell’ufficiale del servizio di leva volontaria.
-Buongiorno
-Buongiorno, signore.
-Ho analizzato attentamente la tua richiesta di entrata nelle forze armate per andare nel Vietnam.
-Bene, signore.
-E- Continuò come se non lo avesse neppure sentito- Non posso fare altro che rigettarla.
I due si guardarono negli occhi.
-Signore, io ci devo andare.
-Non puoi, temo.
-Non potrebbe fare qualcosa, signore?
-Lo sto già facendo, ragazzo: ti lascio vivere serenamente quello che ti resta.
-Io non voglio, signore
-Prego?
-Non voglio morire qua, in un letto di ospedale, signore.
-Senti ragazzo, la tua cartella clinica parla chiaro: hai sette mesi, otto al massimo, da vivere …
-Si, ma lo sappiamo solo io, lei e il dottore che mi ha diagnosticato il tumore, signore
-Quindi?
-Quindi i miei genitori e mia moglie non lo sanno. A loro ho raccontato che è tutto a posto, che c’era stato uno scambio di cartelle, signore.
-Ebbene, dica loro la verità.
-Non ho intenzione di farlo, signore.
-Come desidera. Ma in tutto questo cosa c’entrano le forze armate degli Stati Uniti?
-Niente, signore.
-Esatto e noi non accettiamo pazienti terminali, temo.
Disse prendendo lo stampo per certificare la non idoneità.
-La prego, non lo faccia, signore.
-E perché no? Non preferisci morire in famiglia invece che come un  cane in quell’inferno?
-No . Voglio che mia moglie, e fra otto mesi mia figlia, piangano un eroe, non un bugiardo.
L’ufficiale guardò quegli occhi morenti. Li penetrò con lo sguardo e timbrò: “Idoneo”.

GMZ

  
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