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Autore: MissNanna    01/11/2012    3 recensioni
Arianna a dodici anni lo aveva visto per la prima volta ed era già innamorata di lui.
Dopo quattro anni di una cotta non corrisposta e due in cui non l'aveva più visto, la giovane sventurata si ritroverà faccia a faccia con il suo primo amore platonico. Nico. Dopo sei anni se lo ritroverà ancora lì, sotto il suo naso. Che ne sarà di lei?Così normale, noiosa , grassa e totalmente e perdutamente decisa ad evitarlo per il resto dei suoi giorni?
Peccato che non le sarà tanto facile evitare il fratello maggiore del bambino a cui fa da baby sitter...
Peccato che le risulterà difficile non finirci a letto e farsi spezzare il cuore.
Eppure...eppure ...non è tutto perduto,non credete?
ATTENZIONE:Questa storia era stata pubblicata con un altro contatto..
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 9.9

Fragile

Quel sabato era stato veramente uno schifo. Per non parlare del fatto che avevo aspettato un’altra ora che le mie amiche arrivassero, quando in realtà tutte mi avevano mandato un messaggio per disdire l’appuntamento. Il problema era che avevo preso il cellulare con la scheda vecchia. Passai quella sera con un enorme barattolo di nutella tra le  mani a guardare per la trentesima volta la maratona di Dowson’s Creek mandata in onda da La5. Proprio mentre Joey confessava a Dowson che era sempre stata innamorata di lui, una fottutissima telefonata. Mi voltai verso il comodino,con un boccone di pop corn in bocca. Risposi in modo distratto.

-Rospo!

Corrugai la fronte e guardai il display. Un numero anonimo, ma quel nomignolo l’avevo sentito proprio quel pomeriggio.

-Oi stronzo, che c’è?

Risposi esasperata dalle mie stesse scelte. Come avevo potuto chiedergli di essere amici?

-Sai guidare una moto?

Rialzai un sopracciglio, un po’ più incuriosita da quella sua domanda.

-Nico, ma tu di sabato sera, alle..-lasciai in sospeso la frase per guardare bene l’ora. -..alle 00 e 43, non hai da fare?

Lo sentii sbuffare e imprecare contro qualcuno.

-Sono in ospedale, ho avuto un mezzo incidente con la moto.

La mascella mi cadde all’altezza delle ginocchia e il cuore cominciò a tamburellarmi in petto.

-..Co-come? Oh Dio stai bene?

Chiesi senza curarmi del mio tono anche troppo preoccupato. Lo sentii ridacchiare.

-Sto bene, ho avuto solo qualche punto sul sopracciglio, ma non vogliono lasciarmi guidare. Mamma è fuori città per il week end e i miei amici risultano irraggiungibili..

Terminò alludendo a me.

-Quindi non ti restavo che io, giusto?

Dissi ovvia.

-Esatto!

Sbuffai e mi guardai intorno, in cerca di una tuta da indossare su due piedi.

-Senti io la moto non la so guidare, piuttosto in che ospedale sei?Passo a prenderti con la macchina di mia madre.

Se la persona in questione si fosse svegliata proprio in quel momento , ci sarei andata proprio a piedi. Era troppo gelosa delle sue cose e diceva che io non ero all’altezza di custodire nulla,perché ero sciatta e distratta.

-Sono Al Policlinico vecchio.

Presi un respiro , ormai decisa.

- Va bene , sono da te tra dieci o quindici minuti massimo.

***

Nella corsa tra casa mia e il policlinico avevo pensato bene a cosa potevo dirgli e a come comportarmi. Da quando eravamo così amici?

Avevo messo la tuta che in genere usavo per andare in palestra, avevo legato i capelli ed ero senza un filo di trucco. Sperai tanto che non mi guardasse proprio. Parcheggiai l’auto poco distante dal pronto soccorso e mi inoltrai tra i corridoi bianchi ed asettici di quell’ospedale. C’erano bambini ammalati, raffreddori, varicella , c’era di tutto. Mi guardai intorno in cerca di quel caprone e lo ritrovai sorridente che giocava con un infermiera e si rigirava le chiavi della moto tra le mani. Aveva i pantaloni chiari tutti stracciati e sporchi di terreno, la giacca di pelle intatta e un sopracciglio coperto da una benda. Per il resto c’erano solo graffi e qualche escoriazione.  Mi portai una mano sul fianco e lo guardai più di qualche attimo. Chissà cosa aveva di così magnetico. Persino quella ragazzetta di quanti anni?Forse trenta , lo fissava come una succulenta bistecca, dopo un periodo di digiuno. Nico era così, era qualcosa che si desiderava e basta. Qualcosa che potevo guardare , magari toccare, ma mai avere. Magari era così per tutte. Poi notai che la biondina che gli stava accanto mi indicò e lui si voltò a fissarmi. Sobbalzai come colta in fallo. Lui mi sorrise, ancora in quel modo che non seppi riconoscere. Mi mossi di qualche passo e mi avvicinai a loro.

-Scusa il ritardo,ma mia madre aveva parcheggiato di merda e c’ho messo un’eternità ad uscire.

Cominciai cercando di sembrare naturale. Lui continuò a sorridermi mettendo in mostra quelle odiose fossette.

-Vorrà dire che dovrai sdebitarti in altro modo stasera!

Mi disse facendomi l’occhiolino. Sgranai lo sguardo e arrossii per il semplice fatto che l’infermiera era ancora presente e sicuramente aveva preso quella battuta come un allusione a qualcosa di sessuale.

-Se come no!-sbottai sistemandomi la coda di cavallo. -Intanto che fai?Hai intenzione di alzare il culo da quella sedia o vogliamo dormire qui?

Lui si riportò in piedi e fece qualche passo zoppicante. L’infermiera rise e se ne andò salutandoci con un gesto della mano.

-Non dovresti urlare, ho battuto la testa, potrei avere una commozione cerebrale .

Scossi il capo.

-Ma io te la rompo quella testa di cazzo se non la smetti di farmi fare queste figuracce!

Si fermò a fissarmi perplesso.

-Ma di che parli?

Mi voltai e presi a camminare a passo svelto.

-..della mezza allusione sessuale che hai fatto davanti all’infermiera!

Ero rosso pomodoro e non accennavo a fermarmi. Lui sempre zoppicante,mi seguiva a stento. Giunsi all’auto e l’aprii con la chiave, solo allora sostai qualche secondo per aspettarlo.

-Dai, non dirmi che te la sei presa?

Lo fulminai con lo sguardo.

-No, per niente. Se permetti però preferirei che evitassi!

Sbottai stizzita. Lui alzò le mani in segno di resa.

-Okay, te lo concedo Rospo!Non mi permetterò mai più di fare delle allusioni sessuali dinnanzi a terzi.

Terminò divertito. Sbuffai e gli feci cenno di salire in auto.

Accesi il motore poco dopo.

-Mi raccomando, guida decentemente, perché già sono a pezzi!

Affermò prima di gettarsi con la testa contro il sedile e chiudere gli occhi.

CAZZO è PROPRIO BELLO!

Mi riscossi dai miei pensieri deliranti e mi concentrai sul parcheggio.

DEVO RIPORTARCI A CASA!

***

-Bello addormentato, siamo arrivati.

Dissi frenando proprio fuori casa sua. Lui si svegliò dal suo pisolino e sembrava mezzo rimbambito.

-Mammamia che cazzo di mal di testa.

Affermò stringendosi la benda in fronte.

- Bonjour finesse !

Risi di gusto per quella sua espressione. Battei una mano sul manubrio e spensi l’auto, per poi gettarmi contro il sedile .

-Allora?Vuoi che ti porti in spalla sino al letto?Come una principessa?

Azzardai divertita. Si voltò verso di me con un espressione indecifrabile.

-Sono sconcertato dal tuo umorismo.

Scoppiai a ridere.

-Beh,non sei il primo a dirmelo. Ho una simpatia che non molti comprendono,ma c’è chi mi vuol bene lo stesso, sai?

Mi sorrise e poi tornando con la testa sul sedile mi fissò in silenzio. Deglutii in imbarazzo, per la prima volta mi maledissi per aver indossato la prima cosa trovata,per non aver stirato i capelli e non avere nemmeno una linea di trucco. Mi morsi un labbro,mentre Nico,richiamava ancora la mia attenzione.

-Ne sono sicuro ,Rospo!

Si voltò per riaprire lo sportello ed io tornai a respirare facendo leva con le mani sul parabrezza.

-Ei, è tardi..- sussultai quando lo sentii nuovamente riferirsi a me. Mi guardò perplesso ed io cercai di sembrare naturale,nonostante le guance in fiamme e il cuore in festa.

-Che ne dici di passare da me? Ormai il sabato è rovinato comunque. Mia madre non c’è e possiamo vederci un film ..- mi disse sereno. Io intanto stavo per  svenire  e battere rovinosamente la fronte sullo sterzo.

-Domani mattina potresti tornartene a casa in auto.

Ero realmente combattuta sul da farsi?

NO, CHE NON LO ERO.

Per quanto stronzo e menefreghista potesse essere e fosse stato in passato,la mia risposta a Nicola , in qualsiasi caso era dettata dal cuore , di conseguenza era sempre un maledettissimo si.

-Allora?

Mi esortò tenendo ancora lo sportello dell’auto con una mano.

-Va bene, parcheggio l’auto e mando un messaggio ai miei.

Mi fece un occhiolino e mi lasciò da sola. Mi guardai nello specchietto retrovisore.

-Quanto faccio schifo da uno a mille?

Presi un respiro e riaccesi la macchina.

-Menomale che lo specchio non può rispondere, se lo facesse sicuramente non sarebbe d’aiuto.

Cambiai la marcia e mi impegnai a trovare un posto tranquillo capace di custodire il piccolo tesoro di mia madre. Quella macchina del cazzo.

*Angolo Autrice*

Non vorrei esser ripetitiva ma grazie Mille per esserci quando ho bisogno di voi. *_*

Scusate se non sono entrata prima ,ma quando torno la sera efp mi fa dei problemi e non mi fa accedere =S

Grazie per le recensioni , risponderò immediatamente a tutte voi.

Intanto per il prossimo aggiornamento aspetterò sempre i 5 commenti di chi legge, per poter procedere. 

Vi mando un bacio.

P.s. Se questa storia vi piace,vi suggerisco altre storie che ho in corso :

-Una limousine per due : Aggiornata da poco

-Thoch - The History of Criminals Hearts


   
 
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