«Che cosa? Non ho capito!» gli urlai, così lui ripeté ma non sentii ancora, mi piegai leggermente avanti indicandomi l’orecchio per fargli capire di ripetere, lui allora si alzò, me lo ritrovai davanti, aveva appoggiato le mani sullo schienale del divanetto su cui ero seduta e ci trovavamo a un soffio l’uno dall’altra, si avvicinò al mio orecchio e disse
«Buonasera, bellezza»