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Autore: Melisanna    18/05/2007    4 recensioni
Kandrakar sta andando in rovina e l'Oracolo giace morente. Mentre le Witch devono difendersi dalle aggressioni inaspettate di sei sconosciuti guerrieri, un mondo lontano cerca di arrestare la sua inevitabile decadenza. E' tutto collegato? E come? La spiegazione dell'Oracolo è semplice, ma sarà quella vera? Un mistero da risolvere e una guerra da combattere, mentre le cinque ragazze abbandonano l'adolescenza e entrano nell'età adulta attraverso dubbi e turbamenti.
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo scusa a tutti per l'assenza, ho avuto un periodo complicatissimo e sono veramente tanto impegnata. Ho finito di scrivere questo capitolo alle 11, 45 di sera, dopo 10 ore di lavoro e la prospettiva di alzarmi alle 7 ( e il gatto protesta perché ha finito i biscottini). Voi abbiate fede, però: costi quel che costi finirò di scrivere "Terra Magica" e spero che possiate apprezzare i prossimi capitoli come i precedenti.

Vi avverto che questo capitolo è un po' ostico... Non posso dire niente per non rovinare la trama ma... siete sempre liberi di spengere il pc e andarvene ^^

Ad Personam:

MaxT: Come sempre mi sostieni moltissimo con la tua costanza a seguire la mia storia. Spero che le soluzioni dell'inghippo, che si faranno via via più chiare, ti possano soddisfare. Per questo capitolo, invece, ti toccherà pazientare, perchè la telecamera si sposta fuori dall'azione... sulla dispersa delle cinque ragazze.

Amantha: Cerca di seguirmi, se ce la fai, tra un impegno e l'altro, così come io cercherò di scrivere ^^. Mi fa piacere che la mia storia ti appassioni, spero che il resto non ti deluda. Grazie delle entusiasmo!

AyaCere: Sei veramente un tesoro ç_______ç mi sono commossa! Immagino che sia stato grazie a te, se ho avuto un improvviso aumento di lettori! Non sai quanto mi fa contenta leggere una recensione così ben scritta e intelligente e incredibilmente positiva. Continua a seguirmi e fammi sapere cosa pensi del seguito. (A proposito... spero che il ritorno in scena di Flood sia stato di tuo gusto ^^ Scrivere di lui e Irma è così divertente...).

Fruittella110: Una nuova lettrice, che bello! E' la recensione di AyaCere che ti ha indirizzato? I tuo commento mi fa molto piacere, sono sempre molto felice di sapere che sono riuscita a trasmettere le emozioni dei personaggi, perchè è quello a cui tengo di più, quando scrivo. Aspetto altre recensioni ai capitoli seguenti!

Marina: Grazie della recensione e benvenuta tra le mie lettrici. Aspetto di sapere cosa pensi del resto della storia (se mai arriverai a leggere questo capitolo lo saprai^^)

Witch 92: Che recensioni entusiaste! Grazie mille! Mi sembra che la storia ti stia prendendo e questo mi fa un grandissimo piacere. Spero che il resto e gli altri colpi di scena non ti deludano.

Meg leggeva con quella sua voce bassa e roca, quasi mascolina. Il fumo le sfuggiva dalle labbra insieme alle parole. La ragazza sembrava trovare uguale piacere in Prevert e nello spinello. Era incredibile la capacità di Meg di godersi appieno qualsiasi piccola soddisfazione potesse offrirle la vita, pensò Cornelia, aspirando l'odore dolce e pungente della canna.

"Non si può leggere Prevert senza fumare!" aveva commentato con uno di quei sorrisi candidi che sconvolgevano all'improvviso i suoi lineamenti imbronciati, tirando fuori un panetto di fumo dalla tasca.

Aveva usato una cura pignola a non perdere nemmeno un grano di fumo, bizzarramente in contrasto con la sfacciataggine con cui si rollava una canna in pieno parco pubblico; in un orario in cui avrebbero dovuto essere a scuola, per di più.

Cornelia avvertì un vago senso di colpa. Non avrebbe dovuto essere lì e non soltanto per la scuola. Taranee aveva cercato ripetutamente di mettersi in contatto con lei, tramite i suoi poteri da telepate, ma lei aveva chiuso la mente e li aveva tenuta fuori. Quello che la preoccupava di più, però, era che non aveva dovuto sforzarsi, per non ascoltare. La voce di Taranee, nella sua testa, era stato poco più d un sussurro ovattato, di cui poteva percepire il suono, ma non le parole.

Stava forse perdendo i suo poteri?

O era a causa dell'attrito che c'era fra loro in quel momento? Non sarebbe stata la prima volta che il pomo della discordia, gettato fra di loro, indeboliva il loro legame, non solo affettivo, ma anche empatico e psichico.

Non aveva voglia di vederle o di confrontarsi con loro, però. Non aveva voglia di dare spiegazioni, di ascoltare scuse e di fornirne, di concedere perdoni. Non aveva voglia di raccontare cosa aveva fatto in quei giorni e cosa aveva provato in quegli ultimi mesi.

Non aveva voglia di confidarsi e di affrontare giudizi.

Uscire con Meg, chiaccherare, ascoltarla leggere e sedere al sole, in mezzo al verde e ai fiori, era decisamente meglio. Decisamente più facile.

Le parole della poesia ondeggiarono pigramente nella mente di Cornelia, ai limiti della coscienza.

"...Contre le portes de la nuit

Et les passent qui passent les désignent du doigt

mais les enfant qui s'aiment

Ne sont là pour personne..."

Si piegava sul libro Meg, leggendo. Lo teneva sollevato con una mano sola, quel libretto leggero di un centinaio di pagine, poggiando appena il gomito destro sul ginocchio e incurvando le spalle ossute. Il braccio destro penzolava dal lato metallico della panchina, sollevandosi per portare la canna alle labbra.

Era incredibile come potesse apparire bella anche in quella posizione assurda. Cornelia la fissò con invidia, mentre l'amica soffiava volute di fumo aromatico dalla bocca. Lei sarebbe sembrata ridicola nella medesima posa, goffa e sgraziata. Invece Meg sembrava soltanto ancora più sexy del solito, mentre gustava sulla lingua, le erre arrotate del francese.

Incredibile che Margareth Shane, la delinquente, la perenne ultima della classe, leggesse il francese con tanta naturalezza, caricandolo della la stessa insopportabile carica di sensualità che gli danno i madrelingua.

Il ventre di Cornelia si strinse dolorosamente, mentre un'altra melodiosa voce francese mormorava al suo orecchio.

Lo spinello sembrava così attraente. L'espressione di Meg così rilassata e dimentica di tutto, mentre aspirava con voluttà.

La punta irregolare, strettamente arrotolata intorno a un filtro fatto con un biglietto dell'autobus, aveva un fascino ipnotizzante.

"...Excitant la rage des passants

leur rage leurs mèpris leurs rires et

leur envie..."

Lo sguardo di Cornelia seguiva famelico il movimento della canna.

Voleva sapere che sapore avesse, quel cilindretto allungato, appena inumidito dal contatto con le labbra di Meg. Erano giorni che, tutte le volte che Meg tirava fuori una sigaretta, rimaneva incantata a fissarla, tormentata dalla curiosità di sentirne il sapore sulla lingua.

Tese un braccio, quasi in sogno, senza sapere bene cosa stava facendo.

"Fammi fare un tiro" esordì, brusca per mascherare l'imbarazzo.

Meg sollevò lo sguardo dalle pagine, la squadrò per qualche secondo, poi allungò languidamente il braccio, passandole lo spinello da sopra al libro.

"Aspira bene" le raccomandò con voce incolore "Butta giù".

Cornelia strinse goffamente la canna fra le dita, studiandola nervosamente. Non ne aveva mai provata una, così come non aveva mai provato una sigaretta. Aveva sempre avuto un pessimo rapporto con il fumo. Odiava chi riempiva le stanze di nebbia puzzolente, che le faceva bruciare gli occhi e si attaccava ai capelli e a i vestiti.

Però adesso le sembrava di non poterne fare a meno.

Appoggiò sospettosamente lo spinello fra le labbra e aspirò, sforzandosi di "buttare giù" come aveva detto Meg.

Un momento dopo stava tossendo convulsamente sulla panchina, piegata in due e con le lacrime agli occhi.

L'amica recuperò con prudente destrezza lo spinello, prima che lei lo facesse cadere in terra e prese una boccata con soddisfatto piacere, indifferente al fatto che lei stesse passando le pene dell'inferno.

"Così non ti verrà in mente di riprovarci un'altra volta" commentò tranquillamente.

Cornelia le rivolse uno sguardo rancoroso, carico di orgoglio ferito.

"Ti ci metti anche tu, adesso, a dirmi che cosa devo fare?" ansimò ferita.

"No" rispose la punk scrollando le spalle "Io ti faccio imparare dall'esperienza. O saresti ancora interessata a provare adesso?".

Cornelia rispose con una smorfia disgustata.

Meg esplose in una risata fragorosa e improvvisa che cessò rapidamente come era cominciata.

Appoggiò con cura il libro fra di loro, mentre Cornelia la fissava perplessa e ancora indispettita. Le avvolse il braccio libero intorno alle spalle sottili e la strinse contro di sé, con uno dei gesti inaspettati e affettuosi che la bionda aveva imparato a conoscere ed ad amare.

Con il viso premuto contro le scapole sporgenti di Meg, Cornelia sorrise fra sé e sé: era proprio una sciocca, ma come si faceva a tenerle il broncio?

La sentì aspirare sopra la sua testa e fu avvolta dal profumo dolciastro della canna quando espirò.

La faceva sentire bene bene, quella pazza, tranquilla e rilassata, come nessun altra. Sospirò di soddisfazione, strofinando la fronte contro il cotone ruvido della camicia dell'amica.

Meg la scostò, con un gesto altrettanto brusco del primo, affondandole le dita fra i capelli lunghi e luminosi.

Cornelia non capì esattamente lo svolgimento dell'azione nei secondi successivi, ma poco dopo i capelli scompigliati di Meg le solleticavano la fronte e le sue labbra morbide premevano sulle sue.

Un'ondata di panico confuso la invase e la ragazza reagì nell'unico modo che conosceva; attaccando.

Allontanò da sé Meg con decisione e, fissandola negli occhi, scandì con freddezza: "Io non sono una di quelle".

L'altra ricambiò il suo sguardo e, per un attimo, a Cornelia parve di scorgere un lampo di inquietudine attraversare le sue iridi scure, poi scrollò le spalle e si voltò per prendere un altro tiro.

"Davvero?" chiese con moderata curiosità "Allora mi sono sbagliata".

Raccolse il libro, lo aprì alla pagina che aveva lasciato e riprese a leggere.

"...bien plus loin que la nuit

bien plus haut que le jour

dans l'éblouissante clairté de leur prémier amour"

Cornelia, accanto a lei, fissava nel vuoto, calma solo in apparenza.

Cosa sarebbe successo adesso?

Aveva sempre saputo delle tendenze di Meg, non che con lei ne avesse mai parlato, ma lo sussurravano tutti, nei corridoi. Non le era mai importato prima. Era convinta che non le importasse.

Nella pratica, però, era ben diverso. Come avrebbe dovuto comportarsi ora? Avrebbero potuto continuare a essere amiche?

Un groppo doloroso le salì in gola. Non poteva perderla. Come Elyon, come Juliette. Non poteva farcela senza di lei. Nessuno poteva prendere il suo posto.

Era normale avere un rapporto così totalizzante con una ragazza?

Aveva sempre evitato di porsi la domanda. Si era testardamente rifiutata di ascoltare la vocetta che le sussurrava insinuante, all'orecchio, parole che le scavavano un vuoto nello stomaco.

Perché era una risposta troppo complicata, troppo spaventosa, troppo imperfetta, per la perfetta miss Hale.

Ed era troppo semplice, troppo ovvia, troppo chiara, perchè potesse sfuggire a una brillante come lei, se si fosse posta la domanda.

Era sempre stata incapace di stringere rapporti reali con ragazzi reali. I suoi innamoramenti svanivano appena si concretizzavano.

Non si era mai sentita sciogliere per un complimento, come Will o Hay Lin, li accettava come dovuti, più graditi alla sua vanità che al suo cuore.

Aveva sempre provato un certo disgusto nel sentire Taranee e Irma discutere dei loro rapporti con i ragazzi, che si facevano via via più fisici. Li trovava atti così volgari e grezzi e di scarso interesse.

Aveva sempre giudicato e neppure troppo nascostamente, la bellezza femminile decisamente superiore a quella maschile.

Con le ragazze, invece, aveva sempre stretto rapporti di gelosa e intima amicizia che, difficile negarlo, sconfinavano nell'amore, più di quelle fantasiose infatuazioni.

Quella domanda da cui era fuggita per così tanto tempo, però aveva continuato inseguirla, fino a raggiungerla e, adesso, si trvava costretta ad affrontare le conseguenze di una risposta.

Poteva negare, sapendo di mentire e riprendere il suo ruolo di ragazza perfetta, di modello ideale, ritornare ad essere la principessina che sua madre, i suoi insegnanti, le sue amiche volevano.

O poteva accettarsi per com'era, pacchetto completo e superare definitivamente il limite, tra ciò che il mondo giudicava giusto e ciò che giudicava sbagliato.

Dall'altra parte di quel limite stava Meg.

"Forse sono io che mi sono sbagliata".

Pronunciò quelle parole con voce chiara e decisa, continuando a guardare davanti a sé.

Sentì lo sguardo di Meg su di sé e si voltò verso di lei per guardare negli occhi lei e quel destino che le faceva tanta paura. Avrebbe affrontato le sue paure a testa alta. Non sarebbe fuggita più, perché lei non era tipo da affrontare le sfide tremante e timorosa, una volta che le aveva accettate.

Lo spinello cadde dalle dita di Margareth, dimenticato, mentre Cornelia le allacciava le braccia intorno al collo, con la stessa irruenza con cui si era stretta a lei per proteggerla dalla furia di Taranee.

La punk le strinse la vita con un braccio, mentre le accarezzava timidamente il viso con il dorso dell'altra mano.

Si sfiorarono le labbra solo per un istante, sufficiente, però, perché Cornelia sentisse qualcosa accendersi dentro di lei, una smania, un calore che nessun ragazzo era mai riuscito a infonderle.

Meg le nascose il viso nella piega del collo, stringendola a sé e tremando leggermente per la tensione, che doveva aver nascosto fino a quel momento; Cornelia si sentì finalmente, pienamente completa.

Adesso sapeva da cosa era scappata per tanto tempo, adesso sapeva cosa l'aveva tormentata, rendendola aggressiva e intrattabile. Era pronta a ricominciare, ad affrontare il giudizo degli altri, ad affrontare la vita, perché sapeva per cosa l'avrebbe fatto ed era sicura che nevalesse la pena.

  
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