Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: justinsgirlfriend    02/11/2012    2 recensioni
Dovevo trovare qualcosa da dire,subito. Dovevo mettermi in mostra in qualsiasi modo possibile.
Ma solo dopo mi accorsi che se ne era già preoccupato il mio conoscente Louis Tomlinson,che mi aveva appena rovesciato accidentalmente la spremuta d'arancia sul vestito aderente color pesca che indossavo. Strinsi i pugni e prima di alzare lo sguardo,sorrisi beffarda immaginando quanto si stesse trattenendo Louis da scappare da questa maledetta casa prima che gli abbia tolto ogni singolo capello unto di gel per vendetta. Quel preziosissimo vestito me lo aveva regalato Grace,era sacro! Costava il ben di dio di mille e cinquecento dollari,scontato.
Se c'era qualcosa che non si doveva toccare di Jami,quelli erano i vestiti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Born this way.

Image and video hosting by TinyPic


Prologo.
- Il giorno del Ringraziamento,casa di zia Heather,Nashville.


Giravo moribonda dalla nottata impegnativa di ieri per l'ampia casa di mia zia insieme a mia sorella,che anche lei,insieme a me,aveva messo tre chili di fondotinta per camuffare quelle occhiaie fino a sembrare un'adolescente che si trucca per la prima volta.
Ma chi cazzo mi aveva fatta uscire fino alle quattro di notte (o mattina?) per Nashville senza accompagnatore?
Ogni donna di una scala sociale importante aveva bisogno di un accompagnatore,di certo nessuno l'avrebbe mai vista guidare un'auto sporca e con un sacchetto di patatine sul sedile posteriore.
E mi sentivo un po' come se stessi facendo qualcosa per la prima volta,ma non capivo bene cosa.
Forse erano solo le pareti del salotto di questa lurida e insulsa casa a farmi girare la testa. Non ero sicuramente ubriaca,altrimenti non avrei detto a mio cugino Peter di smetterla con quei videogiochi ma anzi lo avrei sconfitto a Pokémon. Secondo me ci saprei fare,basta avere un po' di culo e premere un tasto qualsiasi e urlare. Urlare all'infinito.
Più volte avevo imitato mio cugino durante i sabato sera passati davanti a una pizza ordinata dal ristorante a due isolati da qui,insieme a Sally - che continua a sostenere che il suo nome sembra adatto a quello di un cane,ma continuo a contraddirla per non abbassare la sua misera autostima - e a un film vecchio dove il lieto fino esiste e la parte in cui si fa sesso viene tagliata.
— A proposito di sesso,ieri un tizio mi ha dato un numero! —maledetta boccaccia. Mi soffocai con la fetta di ciambella e quando il viso diventò rosso come quello di nonno Andrew quando si ubriacava con il vino,caddi dai quei trampoli chiamati da qualche femminista.. "tacchi".
— Mi fai fare delle figure di merda Jami! — ho già detto di odiare il mio nome? no? Ah,odio il nome Jami.
— Non sono io quella che voleva comprare dei tacchi solo per non sembrare una nanetta Sally! — le sussurrai stizzita,pulendomi quel ben di dio che avevo addosso.
Solo allora capii di aver esagerato con il mio fidato profumo nuovo: ora odoravo di sigarette,casa di zia Heather e vaniglia. Ben fatto Jami! — Ah no? Allora perché hai voluto farmi fare il giro di tutto il centro solo per prendere quei trampoli che costano più di quattrocento dollari? — mi morsi il labbro,la mia sorellina aveva ragione.
Io ho sempre la meglio però,in famiglia sono la rompiscatole viziata con un minimo di orgoglio e cultura,altro che giardinaggio e uova al bacon bruciati. - tipica colazione a casa dei nonni,sopportata per dieci anni prima di trasferirmi negli Stati Uniti -.

Dovevo trovare qualcosa da dire,subito. Dovevo mettermi in mostra in qualsiasi modo possibile.
Ma solo dopo mi accorsi che se ne era già preoccupato il mio conoscente Louis Tomlinson,che mi aveva appena rovesciato accidentalmente la spremuta d'arancia sul vestito aderente color pesca che indossavo. Strinsi i pugni e prima di alzare lo sguardo,sorrisi beffarda immaginando quanto si stesse trattenendo Louis da scappare da questa maledetta casa prima che gli abbia tolto ogni singolo capello unto di gel per vendetta.
Quel preziosissimo vestito me lo aveva regalato Grace,era sacro! Costava il ben di dio di mille e cinquecento dollari,scontato.

Se c'era qualcosa che non si doveva toccare di Jami,quelli erano i vestiti. Ma a che cosa serviva il giorno del Ringraziamento? Per cosa dovevo ringraziare Dio?
Di avermi fatto conoscere un cretino come Louis Tomlinson che solo dopo due giorni dal nostro prima appuntamento mi sporcò il mio vestito preferito?
Sono costretta a definirlo appuntamento perché da gentiluomo che raramente si dimostra tale ha pagato lui quella cena,altrimenti l'avrei definito come andare ad un concerto dei Green Day in tutù e ballerine,con tanto di chignon. Non avevo ancora capito cosa mi avesse attratto di Tomlinson,forse i suoi occhi o il suo culo che è da sempre in competizione con il mio,o da quei capelli che sembrano leccati da una mucca in fin di vita.. o direttamente morta.
Tutto iniziò da una terribile,noiosa,umida,uggiosa,giornata di Settembre inoltrato.


***

SALLY'S POV.


— Non pensi di aver esagerato con gli alcolici stasera,Jami? — sbuffai all'interno del taxi.

Lei fece una smorfia incomprensibile e io sbuffai annoiata dalla stupidità di mia sorella che mi faceva sembrare una psicopatica che parlava da sola alle tre del mattino. L'unica cosa che si sentiva era la pioggia che silenziosamente cadeva sui finestrini laterali del veicolo e ogni tanto qualche bisbiglio del tassista che era altrettanto noioso. Lui e mia sorella,se non fosse stata per la differenza d'età,sarebbero stati carini insieme. O forse no.



— Hotel Greeners,17,Oklahoma's Street. — Non avevo ancora capito cosa c'entrasse Oklahoma con quella via,ma ero troppo impegnata con la mia sorella-zombie-alcolista che avrei dovuto portare su per le scale dell'hotel fino alla nostra stanza. Ma chi mi aveva fatto prendere la sala al quarto piano? Il tempo di chiudere gli occhi e dimenticarsi dello stress eccessivo che mi procurava quell'imbecille che mi accorsi che non ero stata intelligente da chiedere aiuto al tizio della reception di darmi una mano con quei cinquantasei chili di capelli biondi,ossa e lardo, che avrei dovuto portare su per l'Hotel.
Vidi un ragazzo nuovo che evidentemente non era del posto proprio come noi due,visto che il taglio dei pantaloni era decisamente indiscreto e l'abbinamento dei colori della maglietta a righe con quelle Vans era davvero azzardato. Aveva tra le mani un IPhone bianco e scriveva nervoso a qualcuno,sbuffando. Sembrava uscito da un circo.
— Ehi,ehi! Puoi darmi una mano? — soffocai,sotto a quella massa di capelli che aveva mia sorella. Rischiai davvero di fare una capriola sui gradini e se non fosse stato per il mio angelo custode,nonché salvatore,dio greco più audace e coraggioso dell'allievo di Zeus,l'ammirato Ulisse,ora vi starei scrivendo dall'ospedale dietro l'angolo.
Quando finii a pochi centimetri da lui e dai suoi occhi azzurri profondi e magnetici,capii che eravamo letteralmente fatti per stare insieme e sopratutto i lamenti che si sentivano in sottofondo non erano abbastanza romantici da permettere che mi baciasse e mi chiedesse di fare coppia fissa sul momento. Avremmo fatto tantissimi bambini belli.


Jami!


Da adorabile e premurosa sorella mi dimenticai della mia sorellina che dopo aver rotolato come un salame per i gradini stava dormendo ai piedi del divano dove poco prima era seduto comodamente il mio futuro marito. Ah l'amour.

— Qualcuno mi aiuti porca puttana! — sbraitò all'improvviso quella bastarda di Jami,che mi risvegliò da un Paradiso piacevole ed estasiante. Ma cosa avevo fatto di male per avere una sorella rompiscatole come lei?
Il mio principe azzurro mi posò sulla poltrona sorridendomi sornione e raggiungendo la gallina ubriaca che aveva la gonna alzata che faceva intravedere le mutande e la faceva sembrare una prostituta. Appena il ragazzo la vide mezza nuda con quei tacchi a spillo e la borsetta di Gucci che le avrei tanto voluto sbattere in testa,arrossii di colpo e sembrò diventare un bambino piccolo ed infantile che aveva trovato un nuovo peluche con cui giocare. — Senti caro,guardale il culo dopo. Ora portaci da bravo gentiluomo al piano di sopra. — dissi con un tono serio ed autoritario,sperando che la rabbia venisse camuffata sul momento.
— Solo ad un patto. — disse sicuro,senza distogliere lo sguardo da mia sorella che sembrava si fosse appena svegliata dal coma. Sospirai spostandomi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
— Quale sarebbe questo patto? — sbuffai incrociando le braccia al petto quasi facendomi mancare l'aria per cercare di risaltare il mio seno e distrarlo dal culo di mia sorella,ma fu inutile.
Scendi sempre più in basso,Sally.
— Lei deve uscire con me. — Okay,il mistero era appena stato chiarito: il tizio era gay.

***


Ciao a tutti:) sono nuova su EFP quindi siate gentili per favore,è la prima volta che scrivo una fan fiction che fa letteralmente..cacare. sì,cacare. Non copiate niente e siate originali,che già facendo il banner mi hanno fregata una volta. Spero vi piaccia come prologo e se siete in vena vi prego di lasciare una recensione,mi farebbe davvero piacere ricevere consigli:) Niall e Grace entreranno in scena più tardi.
Avete visto ieri sera i One Direction? E Harry che regalava la maglietta a Simone? solito cretino. sisi,ti amo comunque harreh.
Ah! Se avete bisogno di aiuto con qualche banner mi piacerebbe collaborare con voi,a costo di ricevere dei credits. Evaporo. Adiooos.

Giulia. x
vi lascio con una tenerissima foto di Tomlinson,al prossimo capitolo!:3





Image and video hosting by TinyPic
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: justinsgirlfriend