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Autore: _occhicielo    02/11/2012    2 recensioni
Dalia ha 19 anni da dopo la separazione dei suoi,si è chiusa in se stessa poi un colpo di scena che le fa cambiare vita..non si aspetta però che John non sia più quello di qualche estati prima,adesso è all'apice di tutto,adesso non è più solo suo. Riuscirà a vedere oltre e a trovare la sua felicità?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La casa era silenziosa,i ragazzi erano usciti e John era di sopra a farsi la doccia,lei stava seduta compostamente sul divano e guardava il fuoco,la cena era pronta,avrebbero cenato le e John da soli e dopo sarebbe arrivato Brian,sapeva già come sarebbe finita la serata,i due ragazzi l’avrebbero convinta di dover fare la cosa giusta,di curarsi e che non era il momento per avere un figlio ma lei non aveva nessun dubbio,Dio gli aveva messo nelle sue mani una vita umana e lei non l’avrebbe mai e poi mai uccisa.

 
John rimase un po’ immobile sulle scale  a guardare i lunghi capelli della sua ragazza,era voltata non sapeva che espressione avesse ma se lo immaginava e dentro di sé questo faceva crescere una rabbia ceca,scese piano e arrivato davanti al divano,l’abbracciò da dietro. “ehi” disse lui con un fare fin troppo dolce. “Lennon questa dolciume?” rispose lei ironica,guardandolo “se sono dolce non ti va bene,se sono acido nemmeno..cosa vuoi?” fece lui con l’aria del finto offeso e lei senza rispondere lo baciò,solo dopo aggiunge un “sei perfetto così” e si avviarono insieme in cucina,dove cenarono in assoluta tranquillità,senza “toccare” l’argomento,Dalia per un attimo credette di essersi sbaglia,credette che John l’avesse capita…
Alle nove il campanello suono e quando Dalia andò ad aprire si ritrovo un Jones bellissimo davanti,con dei pasticcini in mano,lo abbracciò e dopo avergli preso la giacca e i pasticcini lo guido verso il divano,dove John leggeva beato.
I due si misero a fare conversazione mentre la ragazza se ne stava in cucina a riordinare,quando torno di la con i pasticcini ,i due si interruppero bruscamente e l’italiana li scruto con aria accigliata per poi chiedere “cosa tramate voi due?”
“Niente” rispose il biondo
“Piccola..siediti qui” fece un John calmo,indicando le sue ginocchia “anche se eviti l’argomento..dobbiamo parlarne..ed io e Brian siamo le persone più vicine a te,spiegaci cosa vuoi fare” 
Dalia si senti sollevata a queste parole e rispose “non voglio interrompere la gravidanza,non voglio assolutamente..chiederemo al medico se durante la gravidanza posso curarmi in qualche modo e appena avrò partorito,sperando non ci siano complicazioni,inizierò ad occuparmi della mia salute..”
“è troppo pericoloso,potrebbe essere tardi” profero l’amico,guardandola.
“lo so,ma lo sbaglio è stato mio,nostro..e non possiamo far pagare un innocente” rispose secca lei.
“amore..sei così giovane,per favore,ragiona.. Non è un omicidio quello che saresti costretta a compiere te,ti staresti solo curando.” replicò Lennon
“John non ti ci mettere pure te..la vita è mia e deciso io cosa farne.” concluse lei.
“Dalia,non fare la testona cerca di ragionare per l’amore del Cielo” fece un Jones accigliato
La ragazza si alzò dalle gambe del suo amore per poi dire anzi quasi urlare “quindi siete d’accordo,dovrei interrompere la vita di  un innocente per guarire la mia,e nessuno ci da nemmeno la certezza che guarirò davvero? La pensate veramente così?”
I due si guardarono senza rispondere, “allora rispondete!” disse la diciannovenne.
“vogliamo solo il tuo bene..” convenne Brian,parlando anche per John.
“non credo proprio…se non avreste capito come mi sento e invece volete decidere per me,cosa pensate sia una bambina che non sa prendere una decisione?” chiese l’italiana.
“non sei una bambina,ma ti stai comportando come tale..” rispose semplicemente il chitarrista dei Beatles.
E a quel punto Dalia non ci vide più e prese a gridare come una pazza, “IO NON SONO UNA BAMBINA INTESI? È una vita che mi occupo da sola delle mie cose e non mi ci vorrete certamente voi due a dirmi cosa devo o non devo fare,intesi? E’ LA MIA VITA E DECISO IO. Hai capito?“ i due ragazzi non sapevano cosa fare,cosa dire,solo quando la situazione sembrò più stabile,il biondo se ne uscì con un “forse è meglio che io vada..”
“no,stai qui,vado io”  e senza dare diritto di replica usci,uscendo incontro Paul e la sue bellissima Jane sulla soglia della porta,a cui riuscì soltanto a dire “ciao” e poi fuggì ingogliata dalla notte mentre le lacrime le ricoprivano il viso.

 
Cammino senza metà per metri e metri,addirittura kilometri e solo dopo un po’ si accorse di essere dove la porto Paul quella notte d’estate,si sedette proprio dove lui e McCartney si erano seduti mesi prima e guardo il panorama,mentre le lacrime le scendevano lentamente sul viso,chiuse gli occhi e per molto tempo,forse per ore rimase così,immobile con la testa piena di  confusione e il cuore distrutto,non sapeva affrontare anche questa,era stanca di lottare.
Poi un rumore la scosse,era una macchina,la paura la invase,non sapeva cosa fare,rimase immobile e aspettò fino a quando non vide una macchina familiare,da cui scese un volto familiare,si girò,non voleva parlare con lui.  
“Dalia,per favore guardami..siamo tutti preoccupati,vieni a casa è tardi.” fece il ragazzo dolce.
“Non ci voglio stare la,voglio starmene qui da sola” rispose la ragazza con aria da bambina
“Per favore,io non so nemmeno cosa sia successo,so solo John sta malissimo,vieni a casa..” insistette il ragazzo.
“Paul..perché non sei con Jane?” chiese l’italiana guardandolo.
“il mio migliore amico aveva bisogno di me..” rispose semplicemente McCartney
La quasi ventenne la guardo tristemente “ah..” aveva sperato in una risposta diversa.
“Ora vieni a casa,su da brava..” concluse il ragazzo,guidandola alla macchina.
Dalia annui,cercando di nascondere il tremore,il freddo si era impossessato di lei e non riusciva quasi a parlare,Paul se ne accorse e le porse la sua giacca “tieni..” la ragazza la indosso e ringrazio il bassista con gli occhi e poi respiro a pieni polmoni il profumo svenevole del ragazzo di Liverpool.
In macchina non dissero nemmeno una parola,solo quando giunsero di fronte alla casa,l’italiana fece “grazie..”  ed un freddo Paul rispose “l’ho fatto per John”,una volta scesi,si avviarono verso il portone,prima di entrare la giovane donna guardo gli occhi verde bosco del ragazzo ma non riuscì a dire niente.
Entrati in casa,John le corse incontro e l’abbraccio “ero preoccupatissimo…dobbiamo parlare,da soli noi due.” lei annui e lo baciò sulla guancia e poi rispose “faccio la camomilla e in camera parliamo per bene” e lo guardò con uno aria così dolce,a cui nemmeno Lennon sapeva controbattere e così salì piano,Paul stava per fare lo stesso quando si accorse che l’italiano lo stavo fissando, “che c’è?” chiese ingenuamente
“pensavo…” rispose semplicemente lei
“ a cosa?” domandò curioso il bassista,avvicinadosi.
“al fatto che mi salvi sempre…” fece timidamente la ragazza.
“forse questo è il mio compito..” concluse lui,portandosi davanti a lei.

 
Erano incredibilmente vicini per impedire qualsiasi cosa.

________
Questo capitolo non mi convinceva tanto,spero che vi paiccia,fatemi sapere cosa ne pensate.
Ah chiedo venia se non sono veloce a postare ma la scuola mi stressa,davvero.
Grazie a tutti,a chi recensisce o anche a chi semplicemente legge.
Adiooos!

 
  
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