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Autore: Charlotte Mellark    02/11/2012    4 recensioni
'Con gli occhi pieni di lacrime diedi un ultimo sguardo alla mia amata città che mi aveva ospitata per diciassette anni.La Svizzera mi stava aspettando e i miei genitori pure. '
'Presi il corpo senza vita e lo portai nel bosco. Un’altra vittima innocente. Le lacrime bagnarono il mio volto. Nei miei attimi di depressione andavano di mezzo sempre ragazze innocenti.'
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emily
Accesi l’Ipod e mi misi comoda nel sedile del taxi,stavo per iniziare una nuova fase della mia vita. Con gli occhi pieni di lacrime diedi un ultimo sguardo alla mia amata città che mi aveva ospitata per diciassette anni. La Svizzera mi stava aspettando e i miei genitori pure. Ripensai a mia nonna:lei che mi vide fare i primi passi,lei che mi accompagnò a scuola,lei mi consolò quando Luca mi lasciò. I miei genitori..bah chi li conosce? ‘Il nostro lavoro ci occupa troppo tempo,i nostri Hotel sono i più famosi del mondo. Poi,mi manca troppo la mia amata Svizzera. Prenditi cura di nostra figlia.’ Queste furono le parole di mia madre prima di lasciarmi nelle mani di mia nonna. 
Fui svegliata da un botto.
’Signorina,siamo arrivati.’ Disse il tassista.
Mi guardai in torno. 
’Presto ci sarà il suo volo,non vorrà mica perderlo!’ continuò lui.
Mi disse quell’uomo con le mie valige in mano. 
Mi alzai,spensi l’Ipod e presi le valige. 
’Quanto le devo?’ dissi con la voce impastata dal sonno.
’Ha già pagato tutto sua nonna. Buon viaggio!’ 
Disorientata mi diressi verso il cartellone e controllai il mio volo. Mancava un’ora. 
Andai in bagno e mi guardai allo specchio. Sistemai il contorno dei miei occhi azzurri con la matita nera. Mi laccai le unghia di nero e uscii dal bagno. 
Dopo un’ora presi il mio volo. 
Arrivai e trovai un uomo seduto in una panchina. Gli occhi del mio stesso azzurro e i capelli un po’ più scuri dei miei, doveva essere mio padre!
Quando alzò lo sguardo riconobbi le labbra.
‘Tu dovresti essere Emily.’ Una voce alle mie spalle mi fece sussultare.
Era l’uomo di prima. 
’Si,sono io.’ 
’Io sono tuo padre.’ 
Feci una smorfia di disgusto. 
’Come sicuramente sai il mio nome è Call.’ 
’Si,conosco il tuo nome.’ 
’Vieni,ci aspettano a casa.’ 
L’unico posto che avrei definito casa era quello dove ero cresciuta.
Lo seguii e arrivammo davanti ad una macchina nera. Un signore,credo l’autista,mi aprii la porta e mi fece accomodare. 

Enrico
Presi il corpo senza vita e lo portai nel bosco. Un’altra vittima innocente. Le lacrime bagnarono il mio volto. Nei miei attimi di depressione andavano di mezzo sempre ragazze innocenti. Guardai la ragazza prima di abbandonarla. Il corpo senza vita era uguale a quando,poche ore fa,era steso sul mio letto. 
Mi ricomposi e uscii dal bosco. Cercai di assumere la mia solita immagine. Mi ripulii la faccia sporca di sangue e chiamai Fede,il mio manager. 
 

Ciao a tutti :) 
Lasciate una recenzione,mi farebbe tanto tanto piacere,lol. 
Scusate se è piccolo,ma prima devo vedere in quanti la leggono c: 

  
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