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Autore: Miss H_    02/11/2012    8 recensioni
Spoiler Mockingjay!!!!
Ho deciso di raccontare ciò che secondo me avviene tra l'ultimo capitolo capitolo di Mockingjay e l'epilogo. Spero vi piaccia, anche se sono sicura che è un obrobrio con la O maiuscola, visto che è solo la mia seconda FF.
Vi prego recensite in ogni caso, sia che vi sia piaciuta che in caso contrario. Accetto qualsiasi critica costruttiva perché nella vita si può sempre migliorare e questo vale anche per la scrittura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XI Una sorpresa non è sempre è visibile ad occhio nudo.


Dopo aver camminato per altri pochi minuti arriviamo alla spiaggia, ma non una spiaggia qualunque: è una piccola caletta riparata da una pineta dove non vi è nessuno.
La sabbia è finissima e bianca come il latte ma è tiepida grazie al calore dei raggi solari.
Ci sediamo sulla spiaggia e sento i granelli sotto di me, non mi danno fastidio solo mi ricordano momenti infelici, ma li scaccio via con la mente. Non posso tutte le volte che vado in un qualche posto farmi prendere da delle crisi a causa dei ricordi.
Devo abituarmi ad andare avanti senza portarmi dietro i ricordi.  
Inizio ad osservare il mare di fronte a me mentre Peeta mi accarezza dolcemente. La superficie è leggermente increspata dovuta alle lievi onde e questo gli conferisce secondo me un fascino ulteriore ma l’orizzonte è ben visibile e divide il cielo azzurro dal mare scuro. Una linea sottile, immaginaria che però è fondamentale, una linea che divide due mondi: il cielo dove vi sono le persone a noi care e il mare dove vi sono i nostri peggiori incubi, una linea che spesso uno guarda con speranza, come fa Annie che a volte la fissa aspettando di veder comparire da un momento all’altro Finnick con il suo tridente.
Mi asciugo velocemente una lacrima senza farmi notare da Peeta e sposto lo sguardo verso il bagnasciuga. Noto che dove le onde si infrangono con dolcezza vi è una striscia di sabbia rossastra, è molto strano e curioso questo fenomeno perché si può notare solo quando le onde si ritirano.
– Che cosa meravigliosa non è vero? – I miei pensieri vengono interrotti da questa frase che viene pronunciata da Peeta. So perfettamente a cosa si riferisce. – Sì. – mormoro ancora incantata dalle onde. – Questa striscia che vedi è costituita da tanti frammenti di corallo. – dice con naturalezza.
- E tu come fai a saperlo? – domando curiosa. Queste cose non ce le hanno insegnate a scuola e poi noi non abbiamo mai visto il mare nel nostro Distretto 12, l’abbiamo visto per la prima volta quando abbiamo fatto il Tour della Vittoria e ci siamo fermati nel Distretto 4, quindi come fa a sapere una cosa simile?
– Me lo ha detto Annie mentre le insegnavo qualche ricetta. Volevo farti una sorpresa e così le ho chiesto se conoscesse un posto carino e appartato dove passare il pomeriggio e lei mi ha parlato di questa piccola caletta che pochi conoscono e che è particolare proprio per questo fenomeno. –
Arrossisco leggermente. Peeta ha fatto tutto ciò per me. Sono quindici anni che stiamo insieme e ancora mi tratta come una regina, con dolcezza come il primo giorno.
Devo ammetterlo, la fortuna è stata a mio favore.
 – Beh, adesso è venuto il momento di mangiare una bella fetta di torta. –
– Sì. – mormoro automaticamente senza pensarci, ancora ammaliata dalle onde. Quando capisco cosa ho detto, sbatto le ciglia e voltandomi ribatto. – Aspetta, cosa? Una torta e come hai fatto a portarla fin qui? – Per tutta risposta lui alza un cestino da pic-nic che ho notato solo ora. Sorrido e mi accomodo di fronte a lui.
Peeta sistema una tovaglia sul terreno e vi ci appoggia la torta, poi con un coltello la divide in tante fette. Il profumo è invitante e mi fa venire l’acquolina in bocca. Le sue torte sono speciali, ognuna è diversa ma in certo senso uguale perché in ciascuna c’è sempre quella cura e quella passione che non lo abbandonano mai. Questa è fatta con vaniglia e cioccolato bianco, un ingrediente che ora è molto diffuso nei Distretti ma che prima era solo presente a Capitol City in quanto cibo molto raffinato. – Questa colazione sarà meravigliosa – penso tra me e me. Avvicino una mano ad uno spicchio ma vengo bloccata dalla voce allarmata di Peeta che dice – No! Ferma! Faccio io. – E’ un po’ agitato, glielo si può leggere in faccia.
Lo guardo sconcertata e allontano la mano. Lui sceglie con estrema cura la fetta di torta come se ci fosse differenza tra uno spicchio e l’altro. Certo che è strano!
Quando tutto è pronto mi porge il piatto e mi dice – Buona colazione! – io sorridendo rispondo – Anche a te! – Con la mano sollevo lo spicchio e lo porto alla bocca. Gli do un piccolo morso e nella mia bocca esplodono mille sensazioni di piacere. Adoro questa torta.
Vorrei gustarmela lentamente ma non ci riesco e addendo nuovamente la superficie del dolce ma stavolta i miei denti incontrano qualcosa di duro come il metallo. Metallo?
Ritraggo la bocca dalla torta e osservo quest’ultima con molta attenzione.
Esternamente non c’è niente di strano, è una torta normale senza neanche troppi ornamenti ma sono sicura di aver sentito qualcosa di duro scontrarsi con i miei denti.
Curiosa di scoprire cosa vi sia dentro spezzo lo spicchio con le mani e vedo una piccola catenina. Con le dita la estraggo dal dolce e la osservo bene. Me la rigiro tra le mani più volte senza riuscire a capire il significato di tutto ciò.
Poi metto meglio a fuoco l’oggetto che ho in mano.
E’ una collana fine in oro giallo e al centro c’è un nome: Mitch.
Mitch
Il nostro Mitch.
Il piccolo Mitch Mellark.
 
I miei occhi iniziano a pungere e non riesco a contenere le lacrime.
Mitch, il nome del nostro bambino.
Ancora non mi sembra vero ma è così. Finalmente potrò provare cosa significa essere madre e non ho paura di questo perché c’è Peeta qui con me. Getto le mie mani al suo collo e lo stringo a me mentre numerose lacrime bagnano la sua maglietta.
Lui mi accarezza la schiena e rimaniamo in quella posizione per diverso tempo finché lui dice – Kat, spero ti piaccia. Questa è la prova che io non ho intenzione di portarti via il bambino ma di crescerlo insieme a te. – A questo punto lui mi allontana leggermente, mi prende la collana dalle mani e me la aggancia intorno al collo. Prendo il ciondolo tra le mani e leggo più e più volte il nome che si trova sul ciondolo. Non ho più un filo di voce, l’ultimo rimasto lo spreco dicendo – Grazie, è bellissima. – Gli do un lieve bacio sulle labbra e poi torno a contemplare il regalo che mi ha fatto.
Ad un tratto, come un fulmine a ciel sereno, mi si insinua nella mente la domanda che avevo scacciato con tutte le mie forze e stavolta prima di rendermene conto la dico a voce alta.
- E se invece sarà una femmina? –
- Sarà bellissima come te. – dice mentre mi dà un bacio sul collo. Ma no,non ha capito quello che volevo dire. Possibile che io sia una frana con le parole?
–No, non intendevo dire questo. Solo…se è una femmina non possiamo chiamarla Mitch e quindi questa collana non ha molto senso ma non voglio cambiarla perché è bellissima e… - Vengo interrotta da Peeta che mi mette due ditta sulle labbra per zittirmi. – Tranquilla, non importa. Vuol dire che questa la terremo per il prossimo. –  dice con un sorriso sincero.
Io sgrano gli occhi. – Il prossimo? Non te ne basta uno?  Non è nato ancora questo, o questa, e già pensi a quello dopo? – rimango allibita, pensavo che uno potesse bastare, ho sempre avuta molta paura perché dovrei volerne due?
- No, Kat non ti arrabbiare, solo… ecco io… pensavo che magari potevamo avere due bambini invece che uno solo ma non subito, magari tra un po’, sai che non ti voglio mettere nessuna fretta. –
La testa inizia a girarmi vorticosamente, cerco di respirare e inspirare per cercare di riprendermi e funziona. Quando ho riacquistato un minimo di forza dico – Peeta, sai che ho sempre avuto molta paura… - non riesco a continuare perché mi interrompe dicendo – Scusa sono uno sciocco, dovrei accontentarmi e invece ti chiedo ancora. Ti prego lascia perdere e fai finta che io non abbia detto niente ok? Scusami. -   
Rimango in silenzio per un attimo, accenno ad un sorriso e dico
 – Ok, però Peeta… – lui cerca di interrompermi perché sicuramente non vuole farmi preoccupare ma io non gli lascio il tempo di dire niente che continuo – ecco, io… io non ho intenzione di farti soffrire ancora ma vedi, non so se mi sento pronta, ancora non so di preciso cosa aspettarmi da questa gr…gr… - mi rimane ancora difficile pronunciare questa parola a voce alta. Oh, insomma forza che cosa c’è di male? dice una vocina nella mia testa. Mi faccio coraggio. – da questa gravidanza. – Finita la frase sospiro enormemente sollevata.
- Katniss, tranquilla. Ti ho detto di lasciar perdere. Ho organizzato tutto questo per farti passare una bella giornata e per renderti felice non per farti agitare ancora di più. – mormora con voce calma e pacata.
Rimaniamo in silenzio per pochi secondi, poi lui dice – Senti Kat, è ora di andare, fra poco dobbiamo essere all’ospedale per l’ecografia quindi sarebbe meglio incominciare ad incamminarci.-
Sistemiamo velocemente tutto nel cestino da pic-nic e diamo un ultimo sguardo al mare di fronte a noi.
 
Siamo appena arrivati davanti all’ospedale, all’ingresso c’è la stessa signorina che c’era un mese fa. Le sorridiamo cordialmente e le notando la mia pancia ci dice – Se siete venuti per le ecografie dovete salire fino al secondo piano, percorrere il corridoio a destra, e andare fino alla terza porta a sinistra. – La ringraziamo e ci dirigiamo nella direzione che ci è stata indicata.
Arrivati troviamo davanti alla porta mia madre ma stavolta la reazione non è la stessa del mese scorso. Adesso ci teniamo in contatto, lei è venuta più volte a trovarci e ci sentiamo almeno tre volte alla settimana per telefono. – Mamma! – dico abbracciandola. – Katniss, tesoro come stai? – mi domanda contraccambiando l’abbraccio. Non è un abbraccio come quello che c’è tra me e Peeta, quell’abbraccio che è pieno d’amore, di comprensione e di sicurezza ma è comunque un abbraccio che sa di casa, perché viene spontaneo e viene da mia madre.
Quando ci allontaniamo dico – Tutto bene grazie. E te? – Lei mi guarda raggiante, era da tanto che non la vedevo così felice. – Anche io tutto bene. E noto con piacere che la pancia è aumentata. – dice indicando il mio ventre e sorridendo. Poi sposta lo sguardo verso Peeta e dice – Peeta caro, scusami se non ti ho salutato prima ma stavo controllando che il mio nipotino stesse bene. Come stai?  – e mentre annuncia questa frase noto che il suo volto si illumina, fiera di poter dire il mio nipotino e questo rende felice anche me.
- Salve signora Everdeen, sì sto bene. Sono molto eccitato all’idea di scoprire finalmente se è un maschio o una femmina e vedo che anche lei sta bene. –
Mentre mamma e Peeta chiacchierano ci accomodiamo nella stanza C6, la stessa della mia prima ecografia.
Mi distendo sul lettino e goffamente, mi alzo la maglia fin sotto al seno e mi sgancio i pantaloni.
Mia madre si avvicina mentre Peeta si siede al mio fianco. Gli stringo la mano, non so di preciso il motivo per cui lo faccio forse per rilassarmi e per sentirmi più sicura. La sua stretta non è serrata né forte da stritolarti, la sua stretta è delicata e gentile come un fiore ma a sua volte è salda e ti fa capire che non puoi scappare, che non ti lascia sfuggire e che soprattutto non permette agli altri di portarti via da lui.
Mia mamma prepara tutto l’occorrente per l’ecografia, mi sistema il gel sulla pancia, sul quale fa scorrereuna specie di sonda e inizia ad osservare un piccolo schermo dove si dovrebbe vedere il bambino.
Io e Peeta osserviamo con attenzione lo schermo e dopo poco ecco che vediamo una testa piccola, seguita dal corpo rannicchiato, l’immagine non è chiarissima però con un po’ di immaginazione si può osservare ciò che vi è raffigurato.
Mamma continua ad analizzare la situazione con la stessa espressione che aveva quando doveva curare un paziente, è entrata nel suo mondo, in quell’universo parallelo dove esistono solo lei e il suo cliente. Dopo minuti di attesa si volta verso di noi, ha la voce che le trema dall’emozione. – Allora ragazzi, è tutto a posto, il bambino sta bene e cresce sano e forte. Il suo corpo ora è completamente formato e si sente chiaramente il suo battito cardiaco. – si interrompe un attimo e Peeta coglie la palla al balzo  – Signora Everdeen, ha detto bambino, quindi è un maschio? – dice sottolineando la parola bambino.
Ogni cellula del mio corpo sembra urlare: Mitch,Mitch,Mitch e sento dentro di me la convinzione che sia un maschio.
Già mi immagino di stringere fra le braccia un piccolo fagotto celeste dove dentro vi è il mio piccolo Mitch.
Osservo mia madre ansiosa, sperando che metta fine ai miei dubbi e che dica di sì.
- Ehm, ecco io ho detto bambino per generalizzare, in realtà… - inizia a parlare ma poi si blocca.
– In realtà cosa, mamma? – cerco di farla continuare a parlare. Ci guarda con tenerezza e poi dice – Oh, ragazzi mi ricordate tanto me e mio marito quando aspettavamo Katniss. – questa frase non è malefica ma crea dentro di me un urgano, un vortice di tristezza e di compassione per quella donna che ho tanto odiato perché a causa del dolore non era riuscita a prendersi cura di noi. Con le lacrime agli occhi mormoro – Mamma. – e lei capisce ciò che voglio dire, si avvicina a me e io la tengo stretta tra le mia braccia, come forse non ho mai fatto. Rimaniamo in quella posizione per un po’ di tempo, poi lei si ritrae e dice – Bene, dopo questo momento di compassione – mentre parla si asciuga una lacrima – è arrivato il momento della verità. Allora, il nascituro,chiamiamolo così, è…- si blocca un momento per creare un po’ di suspance, il mio cuore inizia a battere velocemente, anche troppo forse, tremo al solo pensiero che è arrivato il momento della verità.
Guardo mia madre e la incito con gli occhi a continuare, a pronunciare il verdetto finale. – E’… è una femmina! – annuncia la notizia con un sorriso che le va dall’orecchio sinistro a quello destro.
Dentro di me invece c’è solo delusione. Mi sforzo di fare un sorriso per nascondere ciò che provo veramente. La voragine di prima si riapre e stavolta non è facile allontanarla né tanto meno evitare di sprofondarci. Ero convinta che fosse un maschio e invece mi sbagliavo. Non che io non sia contenta però sono delusa da me stessa e dai miei falsi presentimenti.
Poso una mano sulla pancia e senza accorgermene tocco il gel vischioso poi ancora in trance pronuncio una parola, una sola. – Dandelion. –
Peeta si volta verso di me e mi domanda – Che hai detto Kat ? – in automatico mi volto anche io a guardarlo e un sorriso involontario mi si forma sulle labbra. – Dandelion, si chiamerà Dandelion. –
Lui osservandomi mi fa un’ulteriore domanda – E’ un nome bellissimo ma quando l’hai deciso? –
Io rispondo – lo stesso giorno in cui abbiamo deciso che se fosse stato maschio l’avremmo chiamato Mitch, solo che ero convinta che fosse maschio e quindi non ti ho rivelato il nome nel caso in cui fosse una femmina. –
Dopo aver sentito la mia spiegazione pronuncia soltanto – Dandelion Mellark. – e continua a ripetere questo nome a voce bassa per diverse volte finché, convinto non dice – Kat, è un nome bellissimo e perfetto per la nostra piccolina. Sono sicuro che sarà bellissima come te e splendente come il dente di leone di cui porta il nome. – Appena finisce la frase mi sporgo con il volto verso di lui e lo bacio.
La fortuna è stata proprio a mio favore. La guerra ci avrà forse ridotto in cenere, ma con Peeta al mio fianco la mia cenere è tornata ad essere un fuoco vivo e la bambina né è la prova vivente.
Il dente di leone che significa rinascita anziché distruzione, la promessa di una vita che continua nonostante le perdite subite, di una vita che può essere ancora bella.
Il nostro dente di leone è lei.
Il nostro dente di leone è la piccola Dandelion.
 

~ Angolo della scrittrice:
 
TATATA’, TATATA’ !!! Ed ecco a voi il continuo del capitolo precedente! :D Avrei voluto pubblicarlo ieri, ma mia sorella si è sentita male e sono dovuta correre all’ospedale perciò lo pubblico oggi.
Allora, innanzitutto vorrei ringraziare coloro che hanno messo la storia tra le preferite, le seguite e quella da ricordare e anche coloro che hanno recensito e che tuttora continuano a recensire. Grazie, grazie mille per il vostro sostegno. :3
Bene detto questo spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, come sempre mi farebbe molto piacere ricevere un vostro commentuccio per sapere cosa ne pensate.
Kiss, kiss,
Gossip Girl   Miss H.
 
  
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