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Autore: lupabianca    02/11/2012    2 recensioni
"Potrei amarti. Ho sempre pensato che fossi perfetta per me. Fin da quando eravamo piccoli e giocavamo a tirarci la terra e le bambole pensavo che ci saremmo sposati, un giorno. Ma il fatto è che non ci riesco più. Il mio cuore è stato rapito da un'altra."
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Roma era ancora immersa nella penombra quando Anna uscì di casa. Era il primo giorno di scuola dopo le vacanze di Natale e l'aria fredda le pizzicava le guance. La pesante sciarpa di lana presto si congelò e dura cominciò a sfregare contro le sue gote irritate. Ma ad Anna non importava. Il suo unico pensiero era che doveva sbrigarsi, se voleva passare più tempo con Lui prima di arrivare a scuola, dove sarebbero stati separati dalla massa dei loro amici, ansiosi di salutarli, e soprattutto dalla fatidica campanella. Si erano visti il giorno prima, è vero, ma ogni istante che Anna passava lontano da lui le sembrava inutile e privo di senso. Affrettò il passo, avvicinandosi sempre più alla fermata dell'autobus, dove certamente lui la stava aspettando, come ogni mattina. E infatti lo vide, appoggiato al palo della luce che ancora era acceso, le mani in tasca, si guardava intorno con uno sguardo sornione, il suo tipico sorrisetto strafottente stampato sul volto, mentre poco lontano un capanello di ragazze spettegolava, lanciandogli occhiate fugaci. Ma quando vide Anna il volto del ragazzo si illuminò d'amore, aprendosi in un sorriso di gioia. Il cuore della ragazza cominciò a battere più forte e come un fringuello che si innalza in volo percorse gli ultimi metri che la separavano da lui di corsa. Lui la prese a volo e ridendo la strinse a sè, in un abbraccio così intimo che le ragazzine che li fissavano poco distanti dovettero distogliere lo sguardo, imbarazzate. "Andrea" sussurrò la ragazza, come se quel nome fosse l'unica cosa al mondo che avesse un signficato. "Sì, Scricciolo?" "Mi sei mancato". Andrea scoppiò a ridere: "di già?! Ci siamo visti ieri!" Anna sorrise, un po' incerta "Certo. Tu mi manchi sempre. Ogni momento che passo lontano da te è come se un coltello affondasse sempre di più nella mia carne." Adrea non disse niente. La prese per mano e la condusse verso la panchina della fermata dell'autobus, facendola sedere sulle sue ginocchia. In quel momento arrivò l'autobus, ma era ancora presto, e lo lasciarono passare senza neanche curarsene, mentre le ragazze di prima salivano lanciando loro strane occhiate. Quando finalmente l' autobus ripartì Andrea interruppe il silenzio e le disse con voce grave, fissandola negli occhi: "anche per me è così". Poi la baciò, le labbra, che conoscevano ogni minimo dettaglio di lei, esperte e familiari indugiavano sulle sue labbra, il leggero velo di barba le faceva il solletico. Anna venne percorsa da un brivido e Andrea la strinse ancor più, forse credendo che fosse dovuto al freddo. "Ti amo" gli disse lei. "Vorrei vedere, dopo quasi otto mesi!" Andrea era sempre così, un romanticone a cui però piaceva sdrammatizzare sempre la situazione. "Te lo ricordi allora!" esclamò lei, con un sorrisetto di sfida. "Come potrei dimenticarlo? Mi offende signorina, pensando che possa dimenticare il magico giorno in cui ci baciammo, il 19 maggio dello scorso anno." "Hahaha scemo!" rise Anna e dopo un attimo di esitazione aggiunse: "spero solo che dopo così tanto tempo non ti stuferai di me"
Andrea la guardò serio, fulminandola con i suoi occhi verdi. Poi accostò le labbra al suo orecchio e disse: "MAI". Anna, che fino a quel momento senza rendersene conto aveva trattenuto il respiro, si rilassò. "Anna, io non mi stancherò mai di te. Otto mesi sono troppo pochi. Io vorrei stare con te due, tre anni, anche tutta la vita! Perchè ti amo, ti amo ti amo ti amo ti amo..." e cominciò a farle il solletico, le mani si erano magicamente insinuate sotto il cappotto. Anna ridendo cercò di divincolarsi, e quando stava per scappare lui le immobilizzò le gambe e la spinse contro la panchina, baciandola con forza per trattenerla. Anna subito si rilassò, passandogli le braccia attorno al collo. Passò l'autobus, che con uno sbuffo di smog si fermò, aprendo le porte. "Ho vinto io" sussurrò Andrea sulle sue labbra prima di staccarsi. Entrarono nell'autobus mano nella mano, pronti ad affrontare il primo giorno di scuola dell'anno nuovo.

                                                                                           * * *
Anna e Andrea si conoscevano da sempre. All'asilo erano stati fidanzatini, e così anche in terza e quarta elmentare. Erano sempre stati in classe insieme e anche i loro genitori erano molto amici. Prima di mettersi insieme erano migliori amici e ognuno conosceva i segreti dell'altro. Erano una di quelle coppie che dai per scontato che si sposeranno: portavano al collo una collanina con la A, l'iniziale dei nomi di entrambi, ed erano assolutamente perfetti nsieme, anche per quanto riguardava l'aspetto fisico. Lui era alto e muscoloso, lei piccolina ed esile, Andrea con gli occhi verdi e i capelli ricci e castani, Anna con gli occhi marroni e i capelli lisci e biondi. Una rarità, per quell'età. Quando la gente chiedeva loro se si sarebbero sposati loro si guardavano e sorridevano, conversando in quel linguaggio che solo due pesone che hanno condiviso tutto conoscono. Spesso le sue amiche chiedevano ad Anna se pensava fossero anime gemelle, e lei rispondeva di sì. Ma un giorno lo aveva chiesto ad Andrea e lui non aveva risposto, chiudendosi nei suoi pensieri. Questo pensava Anna mentre sull'autobus guardava le loro mani intrecciate, la sua piccola in quella grande. Si riscosse solo quando il mezzo si fermò davanti al suo liceo, uno scientifico né troppo al centro né troppo in periferia, che seguiva ufficialmente il pensiero di destra, ma la maggior parte delle persone che lo frequentavano erano di sinistra.
Dopo aver salutato tutti i loro amici entrarono in classe e Anna come al solito si sedette accanto alla sua migliore amica, Elena. Entrò la professoressa di matematica, la Merini, e tutti si alzarono in piedi. "Seduti, seduti ragazzi. Spero che abbiate passato delle belle vacanze."  La classe assentì con un mormorio. "Bene, bene. Beh, ho una sorpresa per voi ragazzi. Da oggi farà parte di questa classe una ragazza nuova. Tra poco arriverà la preside per presentarvela." Un bisbiglio percorse l'aula, tutti che si scambiavano le loro ipotesi su chi fosse. "Io spero che sia bona!" esclamò Luca, il migliore amico di Andrea, il cui vocione come sempre si alzò su tutti gli altri ed arrivò fino alla prof, che lo guardò malissimo.



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Vorrei ringraziare chiunque sia così gentile da leggere la mia prima storia ;)
Come avete potuto vedere, parla d'amore, puro e semplice, ma anche complicato, come ogni amore dovrebbe essere, e tra poco capirete perchè dico così. Vi avverto che non so ancora come finirà. Questa storia mi è venuta in mente l'altra sera, come un'ipirazione, e l'ho scritta subito per non dimenticarla. Spero sia di vostro gradimento e spero che recinserete. Mi scuso nel caso in cui abbia fatto molti errori di ortografia, ma la tastiera del mio computer, che mio nonno definisce un CARCIOFO, è messa piuttosto male. Grazie in anticipo! Scusatemi se dovessi impiegare troppo tempo nell'aggiornare la storia, farò del mio meglio!
Intanto vi auguro buona lettura xD
  
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