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Autore: Alys93    02/11/2012    1 recensioni
Il destino... Non si mai cosa ci riserva. E' qualcosa di oscuro, insondabile, eppure c'è gente che non smette mai di provare a prevedere cos'ha in serbo per noi. Non sappiamo mai come andrà la nostra vita, se riusciremo a realizzare i nostri sogni. E lo sa bene Richard, che, a diciassette anni, non sa ancora cosa fare, se troverà qualcuno disposto ad andare oltre le apparenze.
Se vi ho incuriosito, spero che leggerete la storia. Ve ne prego, siate clementi. E' la prima storia "decente" ke ho mai scritto. [Dopo molto tempo ed alcuni cambiamenti, più o meno lievi, ho deciso di continuare a postare questa storia. Spero che apprezzerete i miei sforzi]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi qui, dopo molto tempo sono finalmente riuscita ad aggiornare la storia. chiedo venia per il ritardo, ma con l'università.. beh, è stata dura. Spero che questo capitolo possa piacervi. vi avverto: la fatidica ora X è arrivata!


28-Confessioni sotto il temporale

Allo scoppio del tuono, Megan rabbrividì.
Dannazione, ci mancava solo il temporale!
Non bastava essere sola, confusa e infelice in una foresta scura e senza apparenti vie d'uscita… Ora ci mancava anche la pioggia!
Affrettò il passo, cercando il sentiero che l'avrebbe condotta verso casa, ma, per quanto cercasse, non riusciva a vederlo.
La paura iniziò a penetrarle fin dentro le ossa e ormai disperava di riuscire a trovare la strada.
Ma perché diavolo non aveva seguito Richard? A quest'ora, ormai, sarebbe dovuto essere arrivato alla baita.
Si chiese come avrebbe reagito quando si fosse reso conto che lei non era ancora arrivata.
Sarebbe tornato indietro a cercarla?
Sua madre sarebbe andata sicuramente nel panico e probabilmente suo padre l'avrebbe rassicurata.
E Miguel? Cosa avrebbe fatto suo fratello?
Suo padre sarebbe venuto a cercarla? Ines avrebbe insistito per seguirlo? E i genitori di Richard?
Si strinse più forte nella giacca ed iniziò a correre, cercando disperatamente la strada per uscire dalla foresta.
Il cuore le batteva sempre più forte, mentre iniziava a sentire i crampi alle gambe.
Dopotutto, non era stata una gran bella idea quella di abbandonare il sentiero principale, solo per stare un po' lontana da Richard.
Quanto avrebbe voluto vederlo in quel momento!
Aveva bisogno di lui e lo sapeva bene.
Era diventato più essenziale dell'aria o dell'acqua o della luce.
Come avrebbe voluto potersi rifugiare tra le sue braccia calde e sicure!
Non avrebbe avuto nessuna paura, nemmeno se fosse scoppiato un temporale tremendo.
Trattenne le lacrime che minacciavano di scenderle sul viso e continuò a cercare il sentiero.
Non poteva farsi prendere dal panico, non doveva cedere!
Nonostante quei pensieri, non riusciva a calmarsi e rabbrividì impaurita, quando sentì il lontano ululato di un lupo.
La disperazione e la paura la inducevano a girarsi continuamente al minimo rumore, senza che potesse prestare la dovuta attenzione a dove metteva i piedi.
Improvvisamente, sentì il vuoto sotto di sé e cadde con un grido di terrore.
 
Richard si bloccò di colpo, quando sentì un urlo provenire dal cuore della foresta.
Megan!
Avrebbe riconosciuto la sua voce ovunque.
Si appoggiò al tronco di un tasso e cercò d'individuare il punto da cui arriva il suono.
Il cuore iniziò a battergli più forte al pensiero che potesse esserle successo qualcosa.
Iniziò a correre nella direzione del grido, cercandola dietro ogni roccia, ogni albero, ma non riusciva a vederla.
"Megan!" gridò con tutto il fiato che aveva in gola "Megan, dove sei? Rispondimi! Megan!".
Non ottenne alcuna risposta e continuò a correre, gridando il suo nome "Ti prego, Megan, rispondimi! Dove sei finita? Megan!".
Inciampò in un masso che sbucava dal terreno, cadde e tornò ad alzarsi, senza smettere di chiamarla.
Doveva trovarla, a tutti i costi. Quella ragazza era troppo importante per lui, più della sua stessa vita.
Ormai aveva i crampi ai muscoli delle gambe e la gola gli bruciava, ma non smise di cercarla.
Sentì uno scricchiolio dietro di sé e vide un ramo abbattersi al suolo, a causa del forte vento che si era alzato.
I tuoni ormai si susseguivano sempre più forti e vicini, segno che il temporale si stava avvicinando velocemente.
Quando un lampo improvviso saettò nell'aria, illuminando la foresta con un bagliore accecante, il ragazzo riuscì a scorgere una grossa buca nel terreno.
Sentì diversi rumori provenire da quel punto e si sbrigò a raggiungerlo, ma un grosso masso ed un albero divelto gli bloccavano il passaggio.
Aveva visto quella fossa nell'angusto spazio tra la roccia e l'albero, ma non ci sarebbe mai passato; lo spazio era troppo piccolo.
Osservando l'altezza del masso, Richard fece alcuni passi indietro per prendere la rincorsa e cercò di aggrapparsi ad una sporgenza della roccia.
La pietra appuntita gli ferì il palmo ed il ragazzo sentì un dolore lancinante alla mano.
Strinse i denti per non urlare e cercò di issarsi sul masso, facendo del suo meglio per ignorare il dolore acuto che lo trafiggeva.
Dopo diversi sforzi, riuscì a salire e si accorse che, dall'altra parte, la roccia declinava dolcemente verso il terreno.
Si lasciò scivolare a terra e ricominciò a correre verso la fossa, aguzzando le orecchie per ascoltare eventuali invocazioni d'aiuto.
"Megan!" urlò di nuovo "Megan, dove sei? Rispondimi!".
Dall'interno buca giunsero diversi suoni, che lo fecero sperare di averla ritrovata.
Terra che si muoveva, qualcosa che invece si tendeva fino a spezzarsi ed un gemito di dolore.
Il giovane si affacciò e tirò un sospiro di sollievo, nel vedere la ragazza sul fondo, circa un paio di metri più giù.
Diverse radici spezzate giacevano ai suoi piedi, segno evidente che aveva cercato di uscire, mentre i vestiti erano completamente coperti di terra.
"Megan!" esclamò lui, sentendo il sollievo invaderlo come un'onda "Finalmente ti ho trovata!".
La vide alzare la testa di scatto ed un tenue sorriso le illuminò il volto sporco di terra.
"Richard!" mormorò "Oh, mio Dio! Come sono felice di vederti!"; provò a raggiungerlo, ma cadde all'indietro e si accasciò di nuovo sul fondo.
Richard si guardò intorno e, vedendo un ramo robusto proprio accanto all'imboccatura, disse "Sta' tranquilla, adesso ti tiro fuori da lì".
Si aggrappò con una mano al ramo e tese l'altra verso la compagna, "Forza, aggrappati a me!".
Lei si diede un'occhiata alle spalle ed arretrò fino alla parete di fondo, poi prese la rincorsa e saltò per raggiungerlo.
Riuscì ad afferrargli la mano e la strinse forte, mentre cercava d'impuntare i piedi nella terra e darsi la spinta per uscire.
Il ragazzo serrò la mascella, quando il dolore della mano si fece più intenso, ma non si diede per vinto e riuscì ad issarla su.
Megan si accorse che qualcosa di caldo e umido le stava colando sul dorso della mano e sul polso; quando vide che era sangue, le vennero i brividi.
Ma allora Richard era ferito! Sentì le lacrime scorrerle sul viso senza che potesse fermarle, pensando che era colpa sua se ora era ferito.
Sua e del suo maledetto orgoglio.
Quando avvertì nuovamente il terreno solido sotto i piedi, sentì le gambe tremare in maniera incontrollabile e si appoggiò a lui per non cadere.
Improvvisamente, iniziò a piangere, affondando il volto nella sua spalla, mentre il suo corpo veniva scosso dai singhiozzi.
"Tranquilla, Meg. Va tutto bene, adesso sono qui" le sussurrò il giovane, accarezzandole i capelli "Va tutto bene, te l'assicuro".
"Mi dispiace" mormorò lei tra i singhiozzi "Mi dispiace davvero, Richard. Io non..non volevo".
Trasalirono sorpresi, quando su di loro cadde una vera e propria valanga d'acqua.
"Maledizione!" imprecò Richard, fissando il cielo con rabbia "Ora ci mancava anche la pioggia!".
La prese per mano, accorgendosi appena del suo sussulto, e mormorò "Dobbiamo cercare un riparo, corri!".
Iniziarono a correre verso il limitare della foresta, in cerca della baita o di un qualunque rifugio sotto il quale aspettare che la pioggia cessasse, ma ovunque si voltassero, non c'erano che alberi.
Infine, Megan scorse una piccola grotta in una parete rocciosa e lo tirò in quella direzione.
Quando furono al coperto, la ragazza tirò un sospiro di sollievo e si accasciò a terra, prendendosi la testa tra le mani.
Lui non se ne stette con le mani in mano, ma si tolse il giubbino e disse "Io vado a cercare un po' di legna asciutta. Temo che dovremo restare qui tutta la notte e ci servirà un fuoco. I temporali di montagna durano parecchio".
La giovane si alzò di scatto e gli prese la mano "No! Ti prego, resta qui. È troppo pericoloso!" .
"Meg, andrà tutto bene" la rassicurò il ragazzo "Tu cerca di avvisare Miguel o chiunque possa aiutarci. E se puoi, cerca di ridurre l'entrata di questa grotta, così potremo stare più tranquilli".
Lei capì che si riferiva agli animali selvatici che potevano aggirarsi nella zona e questo non fece che aumentare la sua paura, ma capì che era l'unica cosa da fare.
Si sfilò la giacca e gliela diede, sussurrando "Prendi anche questa, così potrai coprirti meglio. Ti aspetto qui".
Richard le sfiorò la guancia striata di terra e lacrime, promettendole "Tornerò il prima possibile, te lo giuro", poi sparì sotto l'acquazzone.
Megan si sentì mancare nel vederlo sparire tra gli alberi, ma si costrinse a voltare le spalle all'imboccatura della grotta e si diede da fare per ridurne le dimensioni.
All'interno dell'angusta cavità, c'erano diversi massi e lei ce la mise tutta per spingerli il più vicino all'entrata.
Vi appoggiò la schiena e spinse con tutte le sue forze, ansimando per la fatica.
Ci vollero parecchi sforzi, accompagnati da alcune imprecazioni, prima che riuscisse a ridurre l'imboccatura, rendendola abbastanza piccola da permettere l'accesso solo strisciando.
Un lupo o un puma non ce l'avrebbero mai fatta, grossi com'erano, e lo stesso valeva per gli orsi. Si assicurò che anche nel suolo ci fossero pietre pronte a impedire un'eventuale incursione da sottoterra.
Se un animale selvatico avesse deciso di scavare, fino a creare uno spazio abbastanza grande da permettergli di passare, per loro sarebbe stata la fine.
La ragazza si passò una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore e si accasciò contro la parete.
Era stremata, ma si costrinse a rialzarsi ed a raccogliere qualche pietra poco più piccola della sua mano per costruire un cerchio dove contenere il fuoco.
Con un'altra pietra, dalla forma vagamente a pala, scavò una piccola fossa per accogliere meglio le fiamme.
Quando finì, si appoggiò ad una delle rocce che chiudevano la grotta e rimase ferma, finché il suo respiro tornò alla normalità.
Prese il cellulare dalla tasca ed iniziò a comporre il numero del fratello, ma qualcosa le urtò contro la caviglia, facendola sobbalzare.
Vide Richard che tentava di entrare e subito si diede da fare per liberare un passaggio più grande.
Il ragazzo entrò nella grotta e si guardò intorno, "Brava" si complimentò "Hai fatto un ottimo lavoro. Così dovremmo essere al sicuro".
Poi vide il cellulare di lei a terra e chiese "Hai già telefonato qualcuno, o ti ho spaventato di nuovo?".
Megan lo raccolse e ricominciò a comporre il numero di Miguel, augurandosi che il fratello avesse il telefonino a portata di mano.
"Non sono riuscita a chiamare ancora nessuno" mormorò, portandoselo all'orecchio.
Mentre il telefonino squillava, osservò il grosso fascio di rami e rametti che il suo compagno era riuscito a raccogliere e sorrise, appena più rassicurata.
Almeno non avrebbero patito il freddo.
Miguel rispose subito, ma il segnale era piuttosto disturbato e non riusciva a capirlo. "Megan!" esclamò "Dove accidenti… siete tu e Richard?".
"Miguel, siamo bloccati!" rispose lei "Qui è scoppiato un acquazzone tremendo! Non..Cos'hai detto? Non riesco a sentirti!".
"Siete..siete insieme?" le chiese il fratello "Meg! St... State..bene? Dannazione! Riesci.. a sentirmi?", "No, non..non sento niente!" urlò la ragazza.
La mano le tremava a tal punto che dovette reggere il cellulare con entrambe per tenerlo fermo, mentre continuava a chiamare il fratello.
"Miguel! Siamo in una grotta! Mandateci aiuto!", "Meg..state atte..attenti!" gridò lui "Fate atte..", poi il segnale cadde definitivamente.
I due ragazzi rimasero immobili, mentre la linea toccava inesorabilmente lo zero, segno che non c'era la minima frequenza in quella zona.
Megan cadde in ginocchio e rimase immobile a guardare il display del telefonino, fissandolo con un'espressione vuota.
Grosse lacrime le spuntarono dagli occhi e scivolarono sulle guance, pulendo il viso dalle tracce di terra rimaste.
Richard le cinse le spalle e cercò di farle coraggio, ma neanche lui sapeva bene cosa fare.
La loro situazione non era delle migliori...
Un refolo di vento freddo entrò nella grotta, facendoli rabbrividire, ed il ragazzo si diede da fare per accendere il fuoco.
Sistemò i rami asciutti che era riuscito a trovare nella fossa scavata da Megan e sbatté violentemente due pietre l'una contro l'altra per sprigionare qualche scintilla.
Fortuna che suo padre aveva insistito per mandarlo al campeggio estivo, quando era piccolo; almeno sapeva cosa doveva fare.
Ci vollero parecchi tentativi ed un dito ammaccato, prima che da quei ramoscelli scaturisse una fiammella, e altri dieci minuti, affinché fosse abbastanza caldo da donargli un minimo di calore.
Sospirò sollevato dalla riuscita dei suoi sforzi e tornò dalla ragazza, che ancora fissava il cellulare con lo sguardo vacuo.
La sollevò, stringendole un braccio, e la spinse verso il fuoco, in modo che potesse scaldarsi un po'.
Le pulì il viso e la fronte dalle ultime tracce di terra e le cinse le spalle con un braccio "Avanti, Meg. Vedrai che ci troveranno presto. Ora dobbiamo cercare di stare calmi, capito? Il temporale passerà presto, vedrai".
Finalmente sembrò che Megan si fosse ripresa, ma non reagì come aveva sperato.
Lo guardò sconcertata, esclamando "Stare calmi? Non vedo come possa stare calma in una situazione del genere".
Poi si strinse nella felpa, cercando di trovare un po' di calore, ma con i vestiti bagnati era davvero un'impresa.
Richard si rese conto che i loro abiti erano totalmente fradici e, controvoglia, si sfilò la felpa, sistemando due rami nel terreno perché si asciugasse.
Lo stesso fece con le giacche, ancora più impregnate di pioggia.
Un brivido di freddo gli percorse la schiena, ma si costrinse ad ignorarlo.
La maglia a maniche lunghe non bastava a proteggerlo dal freddo pungente, ma sapeva che, in poco tempo, il fuoco sarebbe stato abbastanza caldo da non fargli più sentire il vento gelido.
Guardò la ragazza e posizionò altri due rami nello stesso modo, dicendole "Ti conviene togliere la felpa. Se è bagnata come penso, rischi di prenderti un'accidenti".
Lei gli rivolse uno sguardo scandalizzato e si strinse più forte nella propria felpa.
"Stai scherzando?" sbottò "Se ho già freddo con questa addosso, figuriamoci se la tolgo".
"Megan, lo dico per te. Rischi di ammalarti seriamente" l'avvertì il ragazzo, "Tu sei matto".
"Sarò anche matto, ma sto cercando di aiutarti, se non te ne fossi accorta!" esclamò Richard.
"Io non tolgo niente, ficcatelo in testa" ribatté Megan "Non voglio morire assiderata".
"Se non ti togli quella stramaledetta felpa, rischi di prendere una polmonite e cosa potrei fare se ti ammalassi?" chiese lui irritato.
"Non preoccuparti per me. So cavarmela anche in queste situazioni" ringhiò la ragazza, allontanandosi.
"Forse, in questo momento, saremmo al caldo in casa, se tu non avessi deciso di prendere un altro sentiero" rispose il giovane sempre più nervoso.
"Non mi pare di averti chiesto di seguirmi!" ribatté lei piccata, "E dovevo lasciarti qui, sotto il temporale?" ringhiò l'altro.
Ormai stavano urlando e quello non aiutava di certo a risolvere la situazione, già abbastanza complicata.
"Io ricordo benissimo che hai il terrore dei temporali" sbottò Richard "Sei stata proprio tu a dirmelo", "Non è un problema tuo!" gridò Megan, poi guardò il terreno mortificata.
Il suo compagno aveva ragione, stava solo cercando di aiutarla e, invece, lei lo stava accusando…
Come se fosse colpa sua se si trovassero in quella situazione.
Era stata lei la causa di tutto, non Richard.
Se solo non si fosse lasciata guidare dall'orgoglio, non sarebbero finiti in quella situazione!
Si stava comportando come una bambina viziata. Una stupida, ecco cos'era.
Il ragazzo lasciò andare un grosso sospiro e prese la felpa dai rami su cui l'aveva appoggiata.
Era di nuovo asciutta e rabbrividì, confortato da quel piacevole tepore che lo stava invadendo grazie al calore assorbito dal tessuto.
Lanciò uno sguardo fiammeggiante alla giovane che si era rannicchiata nell'angolo più vicino al fuoco, nel tentativo di scaldarsi un po'.
"Se tu non ti fossi allontanata nella foresta, forse non ci troveremmo in questa situazione!" borbottò, passandosi le mani sulle braccia.
"Scusami tanto se… se starti accanto, mi scatena dentro cose incomprensibili!" sussurrò la ragazza, mentre altre lacrime le rigavano il volto.
Si coprì il volto con le mani e cominciò a singhiozzare, incapace di trattenere la paura che sentiva.
"Mi dispiace. Io… non volevo che anche tu finissi in questa situazione" sussurrò a stento "Per venirmi a cercare, ti sei anche ferito...".
Le spalle presero a tremarle per il freddo ed i singhiozzi che la scuotevano "È che mi sento così confusa… Non c'è niente di chiaro, in quello che provo. Credevo di aver capito tutto e invece..mi sento più spaesata di prima".
Richard la guardò sorpreso dall'altra parte del fuoco; che diamine le era preso, adesso?
"Cosa… Cosa stai dicendo?" chiese con voce strozzata, mentre quelle frasi gli si accavallavano nella mente, confondendolo.
Le si avvicinò lentamente e le sollevò il viso "Cosa vuoi dire, Megan?".
La compagna non riusciva a guardarlo negli occhi e continuò a fissare il terreno, finché lui non le fece alzare lo sguardo.
"Quando sto con te… mi sento bene, protetta e..al sicuro" ammise a stento "Provo sensazioni..che non avevo mai sentito..prima d'ora e mi sento… confusa e spaventata".
Dirlo le costava moltissimo, ma sentiva anche il sollievo di potergli dire tutto quello che si era tenuta dentro fino a quel momento.
Le guance le diventarono rosse, contrastando con il volto sempre più pallido, ed abbassò nuovamente gli occhi.
Lo sentì lasciarle il viso ed inginocchiarsi accanto a lei, ma non ebbe il coraggio di guardarlo per accertarsene.
"Ho paura..ma, al tempo stesso, mi sento al sicuro" sussurrò infine "Sento dentro me… emozioni così contrastanti, eppure simili. Per questo mi sento… strana".
"È per questo che hai passato tutti questi giorni in silenzio? Cercavi di capire cosa… cosa provi per me?" sussurrò lui.
Si sentiva sorpreso e rassicurato allo stesso tempo, ora che tutti pezzi del puzzle cominciavano ad incastrasi tra loro, dando un filo logico a tutta quella situazione.
La giovane si limitò ad annuire ed il ragazzo sentì il fuoco della speranza accendersi dentro di sé.
Voleva sentirle dire quello che provava nei suoi confronti ed allo stesso tempo aveva paura della risposta che avrebbe potuto ottenere.
Cosa senti per me, Megan? sussurrò titubante Cosa ti ha spinto a rinchiuderti nel silenzio?.
"Io credo… Credo di essermi innamorata di te" la sentì mormorare "Non mi era mai successo prima d'ora e non avevo idea di quello che si potesse provare".
"Non ho mai provato sentimenti così intensi in tutta la mia vita" sussurrò Megan, appoggiando il mento sulle ginocchia.
"Forse adesso riesco a capire.. molte più cose. Tutto… mi sembra più chiaro" concluse, alzando timidamente lo sguardo verso di lui.

Richard aveva un'espressione… semplicemente indescrivibile.
Gli occhi gli brillavano come non mai e, in quel momento, le sembrarono davvero due smeraldi.
Sembrava che quelle parole lo avessero colpito nel profondo, sciogliendo finalmente la maschera che aveva sempre indossato fino ad allora.
Strinse Megan a sé, sussurrando "Non immagini come mi senta nel sentirti dire queste parole. Le ho aspettate per così..così tanto tempo".
Con il cuore in gola, la guardò negli occhi e le disse quelle parole che aveva tenuto dentro di sé troppo a lungo.
"Anch'io ti amo, Megan" mormorò flebile "Perdonami se non ce l'ho fatta a dirtelo prima, ma… Ora sono qui e ti resterò accanto per sempre".
La ragazza rimase a bocca aperta, incapace di dire qualcosa, ma i suoi occhi stavano di certo esprimendo la sua gioia ed il suo stupore, perché lui sorrise e la strinse più forte.
Non sapevano per quanto tempo rimasero così, stretti l'uno all'altra, esprimendo qualcosa che le semplici parole non potevano spiegare.
A sorpresa, il ragazzo si alzò in piedi e tirò fuori dalla tasca i ciondoli che avevano trovato durante la caccia al tesoro, porgendoglieli.
"Questi li ho conservati da quel giorno, aspettando… che arrivasse il momento giusto per darteli. Spero che tu possa accettarli" disse, poggiandoli sulla sua mano.
Lei si alzò a sua volta, sorridendo imbarazzata al ricordo.
Ripensò al bacio che si erano scambiati, alla sua dolcezza ed a tutte le sensazioni che l'avevano invasa come una tempesta.
Arrossendo lievemente, prese quello che l'aveva più colpita, quel giorno nella grotta, e lo allacciò al suo collo.
"Grazie. Questi sono un simbolo per me. Li abbiamo trovati insieme e li terremo insieme. Questa è la mia unica condizione" sussurrò senza fiato.
Richard sorrise nel mormorare "Condizione che sarò felicissimo di rispettare", poi allacciò l'altro ciondolo al collo della ragazza.
Guardandolo negli occhi, Megan si rese conto che i momenti più belli sono quelli dove non c'è più niente da dire, quando le parole si trasformano in emozioni.
Si strinse più forte a lui ed appoggiò il capo sul suo petto, ascoltando il suo cuore impazzito.
Sorrise, pensando che, finalmente, era riuscita a dirgli tutto e che ora poteva stargli accanto, senza più paura o confusione.
Richard le sollevò dolcemente il viso e la baciò, lasciandola senza fiato.
La strinse forte a sé, come per non farla andare più via, e lasciò che tutto l'amore che provava per lei affluisse in quel bacio.
La ragazza lasciò andare un sospiro e rispose con impeto, facendogli capire che non l'avrebbe mai lasciato, per nessuna ragione.
Per un attimo si staccò, rossa di vergogna per la forza dell'emozione che sentiva dentro di sé, ma Richard sorrise sereno.
Non sembrava turbato dal suo impeto, anzi, ne sembrava compiaciuto.
La strinse delicatamente tra le braccia e lasciò che le loro labbra s'incontrassero ancora.
Megan sentì un brivido scorrerle lungo la schiena, mentre la fiamma dentro di lei iniziava ad ardere di vita nuova.
Le braccia di lui la tenevano stretta, stringendola delicatamente ai fianchi, poi una mano si spostò sulla sua nuca.
Inarcò la schiena e gli circondò il collo con le braccia, baciandolo con passione, mentre cercava di stargli ancora più vicina.
Sentì il sangue scorrerle più velocemente nelle vene, quando lui le baciò il profilo del mento, fino alla morbida curva del collo.
Cercò di nuovo le sue labbra e lasciò che quella marea di sensazioni la pervadesse da capo a piedi. Intrecciò le dita tra i suoi capelli, staccandosi per un attimo e guardandolo negli occhi.
"Ti amo" sussurrò, esprimendo quelle parole che desiderava dirgli da così tanto tempo.
Lui la guardò con un sorriso dolcissimo sulle labbra e rispose "Senza di te, la mia vita non ha alcun senso".
Richard le accarezzò i capelli e respirò il suo profumo, lasciando scivolare lentamente la mano lungo la sua schiena, prima di tornare a baciarla con forza sulle labbra.
Non riusciva quasi a credere che il suo più grande desiderio si fosse finalmente avverato.
Ma Megan era lì, tra le sue braccia.
La ragazza che amava era davvero accanto a lui. Riusciva a sentire il calore della sua pelle, mentre il suo profumo lo avvolgeva come una nuvola delicata.
Sentì il cuore battergli sempre più, ma non era la sua velocità ad aumentare, bensì la sua potenza.
Sì, il suo cuore batteva sempre più vigoroso, alimentato da quell'unica e grande forza chiamata amore.
Sfiorò il volto di lei con delicatezza, prima di scendere verso il mento e le spalle.
Megan si strinse con più forza alle sue spalle, sollevandosi appena per baciarlo meglio.
Le sfuggì un sorriso, pensando che era fortunata ad essere alta quasi quanto lui.
Era molto più facile raggiungere le sue labbra, riuscendo ad esprimergli tutto quello provava nei suoi confronti.
Quando Richard le sfiorò le labbra con un dito, fremette da capo a piedi e sentì il respiro farsi sempre più veloce, ma non rimase immobile sotto il suo tocco.
Gli accarezzò il volto, sfiorando delicatamente ogni tratto dei suoi occhi, seguendo il profilo del naso e delle labbra, poi lo baciò di nuovo.
Quando si staccò per riprendere fiato, lui si sedette, trascinandola accanto a sé, e la strinse tra le braccia.
Il fuoco scoppiettava allegro e, in pochi minuti, le loro giacche furono nuovamente asciutte.
Il ragazzo le prese e le sistemò in modo che non sentissero freddo.
"Temo che dovremo aspettare qui che il temporale finisca" mormorò, sistemandole meglio la giacca sulle spalle.
"Finché tu sei qui accanto a me, non ho più paura di niente" rispose lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Richard la strinse a sé e lasciò che il fuoco continuasse ad ardere tranquillo, poi la ragazza prese un fazzoletto dalla tasca e lo ridusse in sottili strisce.
Non appena ebbe finito, le avvolse attorno alla mano di lui, dove la pietra gli aveva tagliato la pelle.
"Almeno, così, smetterà di sanguinare" sussurrò "Mi dispiace che tu ti sia ferito per colpa mia", "Non importa" le rispose il ragazzo "Adesso sto benissimo".
I due giovani sorrisero e Megan gli strinse la mano sana, mentre un sorriso sereno le illuminava il volto.
Le fiamme aranciate riscaldavano tutto l'ambiente, aiutandoli a tranquillizzarsi.
Entrambi non si accorsero di essere sprofondati in un sonno senza pensieri e preoccupazioni; sapevano solo di avere accanto la persona amata e questo bastava a rassicurarli.
 
"Forza, Shiver. Cerca!" disse Alan, mentre la cagna annusava il terreno ancora umido di pioggia.
Le porse di nuovo il guanto della figlia, cercando di aiutarla, ma, fino a quel momento, le ricerche non avevano dato i frutti sperati.
Miguel seguiva Thunder insieme a Josh, ma il cane lo tirava talmente forte che, anche in due, avevano serie difficoltà a tenerlo buono.
Erano già passate due ore da quando avevano iniziato a cercare i due ragazzi, ma il terreno scivoloso li aveva rallentati non poco.
Più il tempo passava e più il timore di non ritrovarli si faceva intenso.
Con quel temporale che li aveva sorpresi, potevano essere finiti ovunque.
Improvvisamente, i due aski fiutarono la scia tanto cercata e iniziarono ad abbaiare furiosamente, mentre guidavano i padroni verso i due ragazzi.
Miguel fu costretto a mollare il guinzaglio per non essere trascinato di peso da Thunder ed iniziò a correre dietro il cane.
Si bloccò davanti all'imboccatura di una piccola grotta e vide che l'aski cercava di scavare sotto le rocce, ma anche nel terreno non ne mancavano.
Chiamò il padre e Josh, che accorsero subito.
"Tu credi che i ragazzi si siamo rifugiati in questa grotta, per sfuggire al temporale?" chiese il padre di Richard.
"Credo di sì" disse Miguel "Megan ha il terrore dei temporali, quindi è logico che abbiano cercato un riparo più asciutto".
Josh annuì, poi, tutti insieme, iniziarono a spostare i massi per aprire un'aperture più grande.
Non ci volle molto, ma, alla fine, erano stanchi e sudati.
Alan si affacciò nell'apertura "Megan? Richard? Ragazzi, siete qui?", poi li vide in fondo alla grotta, coperti dalle loro giacche e con i resti di un fuoco accanto.
Lasciò andare un sospiro di sollievo, sussurrando "Sono qui. Grazie al cielo, stanno bene".
Miguel si affacciò a sua volta ed esclamò "Ehi, piccioncini! Il riposino è finito".
La sua voce rimbombò tra le pareti ed i due ragazzi sobbalzarono.
Megan si strofinò gli occhi e lanciò un grido di sorpresa "Miguel? Sei proprio tu?", "E chi dovrebbe essere? La pizza a domicilio?" ribatté il fratello.
I due aski si precipitarono dalla loro padrona, scodinzolando felici.
Lei li accarezzò riconoscente e rise quando Thunder abbaiò orgoglioso.
Richard prese la ragazza per mano e l'aiutò ad uscire dalla grotta, poi abbracciò il padre, felice di rivederlo.
"Ragazzo mio, va tutto bene? Ci avete fatto prendere un colpo!" esclamò suo padre, "Scusami, papà. È che…".
"È che volevate stare da soli, ammettetelo" li canzonò Miguel "Peccato che poi sia scoppiato il temporale…".
La sorella scosse la testa "No, è stata colpa mia. Credevo che, passando per la foresta, avremmo fatto prima e, invece, mi sono persa come una stupida".
Deglutì a fatica, cercando di mandar via il groppo che le ostruiva la gola "Se Richard non fosse venuto a cercarmi, non so cos'avrei fatto".
Alan strinse a sé la figlia, sussurrando "Guai a te se ti allontani un'altra volta da sola. Siamo stati in ansia tutta la notte", "Scusami, papà".
Josh arruffò i capelli del figlio, dicendo "Sarà meglio tornare alla baita. Sono ancora tutti in pensiero per voi".
I due ragazzi non se lo fecero dire due volte ed iniziarono a scendere velocemente lungo il sentiero, con una gran voglia di abiti asciutti ed una buona tazza di cioccolata calda.

Quando Grecia ed Helen li videro arrivare, corsero loro incontro, abbracciandoli così forte che Megan credette di finire strozzata.
"Meg! Oh, tesoro, come sono contenta di rivederti!" sussurrò Grecia, "Anch'io non vedevo l'ora di tornare da te, mamma".
Ines si attaccò alla gamba della sorella, felice come una pasqua "Meg! Sei tornata!".
Un sorriso apparve sui volti dei presenti, quando abbracciò il ginocchio di Richard "Ric! Meno male, ci sei anche tu!".
Helen aveva gli occhi lucidi per la commozione ed abbracciò il figlio così forte, che il ragazzo dovette essere soccorso dal padre per non soffocare.
La donna si passò una mano sugli occhi, cercando di riprendersi "Venite dentro. Siete tutti bagnati… Quello che vi ci vuole è una buona cioccolata calda".
I due giovani si guardarono in faccia e sorrisero: proprio quello che volevano, una buona cioccolata fumante.
Miguel si accorse che tra Richard e Megan era aumentata la complicità e sorrise, quando capì che finalmente erano riusciti a confessarsi tutto.
"Allora" disse "Ce l'avete fatta, non è vero?", "A fare cosa?" chiese la sorella, alzando lo sguardo dalla sua tazza.
"A dirvi tutto, no?" spiegò lui, sorridendo "Guardate che solo un cieco non se ne sarebbe accorto".
I due ragazzi arrossirono, quando Miguel ammiccò complice "Beh, io credo proprio che ci siate riusciti".
Ines sorrise raggiante "La sapevo che Ric voleva tanto bene a Meg! Lo sapevo".
"Ce ne siamo accorti tutti, fiorellino" ridacchiò il padre "Lo sappiamo che lo sai".
I genitori sorrisero e Josh sussurrò al figlio "Sono così contento di rivederti di nuovo sereno, Richard... Non immagini come sia bello vederti finalmente felice".
 
Quella sera, Megan ammirò il tramonto tra le braccia di Richard, pensando che quello era il momento più bello di tutta la sua vita.
Sorrise, mentre la luce donava riflessi infuocati al paesaggio circostante, e si voltò verso di lui.
Il ragazzo sorrise a sua volta e le sfiorò il viso, prima di stringerla a sé con forza e dirle "Questo giorno è il più bello che abbia mai vissuto. Ho ancora paura di svegliarmi di colpo e scoprire che tutto questo è stato solo un sogno meraviglioso".
Lei sorrise e, baciandolo, sussurrò "Ora ti sembra ancora un sogno? O ti sei reso conto che è la realtà che desideravi?".
Richard rispose dolcemente a quel bacio, liberandole il viso dalle ciocche ribelli.
"Hai ragione" le disse "Questa è la realtà più meravigliosa che avessi mai potuto immaginare".
Rimasero a guardare il sole sparire dietro le colline in lontananza, finché Ines non bussò alla vetrata che divideva il corridoio dal balcone.
"Meg, mamma ti vuole in cucina!" disse dalla porta, "Ok, sto arrivando" mormorò la ragazza.
La bimba sorrise a Richard, aggrappandosi alla ringhiera in legno e guardando il panorama "È tanto bello qui, vero Ric?".
Lui la prese in braccio, mormorando "Hai ragione da vendere, piccolina. È un posto davvero fantastico".
Un sorriso gli incurvò le labbra "Adesso, però, andiamo ad aiutare la tua sorellina a preparare la cena".
"Sì, io ho tanta fame" ridacchiò la piccola, mentre attraversavano la porta a vetri.
 
Nei giorni seguenti, i due ragazzi approfittarono di ogni attimo disponibile per restare insieme, parlando di tutto quello che stava accadendo intorno a loro.
Preferivano evitare Miguel, perché non perdeva occasione per prenderli in giro per quanto fossero stati lenti nel riuscire a confessare i propri sentimenti.
Alla fine, Megan aveva mollato un pugno nelle costole del fratello, convincendolo a smettere con le sue frasi poco appropriate.
Aveva fatto piano, ma l'avvertimento era stato ricevuto chiaramente.
Nella baita sembrava scesa una nuvola di felicità, come se i sentimenti di Richard e Megan stessero influenzando tutta l'aria circostante.
"Ho notato che Shiver si muove con fatica" disse un giorno Richard, portando a spasso i due cani.
"Sì, presto avrà dei cuccioli" disse Megan, accarezzando la cagna che si riposava all'ombra di un grosso abete.
"Davvero?" mormorò lui colpito, "Si, dovrebbero nascere tra meno di una settimana" rispose la ragazza "Speriamo solo che attenda il ritorno verso casa".
Salirono lentamente il sentiero che si snodava tra gli alberi, in modo che il sole non desse fastidio.
Thunder trotterellava tranquillo accanto alla sua compagna, sorreggendola quando rischiava di inciampare.
I ragazzi sorrisero a quella vista e si sedettero all'ombra di un sorbo rosso.
"Posso farti una domanda?" chiese improvvisamente Megan, guardando il cielo attraverso le fronde.
"Cosa vuoi sapere?" domandò Richard, "Una volta mi hai detto che non riuscivi a dormire bene, ma mi hai detto che non era per le moto. Posso sapere cos'era che ti teneva sveglio?".
Lui ridacchiò e le strinse la mano, sussurrando "Prova ad indovinare. Qual è la cosa più importante per me?". Il suo sguardo le suggerì la risposta, mentre la guardava con dolcezza.
"Io?" sussurrò la ragazza senza fiato, "Mi sei apparsa in sogno parecchie volte, fin da quando abbiamo iniziamo le prove dello spettacolo".
Lei arrossì violentemente "Mi dispiace per quello che ti ho detto alla fine dello spettacolo. Adesso ho capito cos'è successo. Solo che ero…".
"Furiosa. Non devi preoccuparti per quello che mi hai detto. Infondo, avevi tutti i diritti di essere arrabbiata con me" ridacchiò il ragazzo.
"Vorrei solo non aver usato quei termini. Sono stata una vera stupida" mormorò la giovane.
"Tutti commettiamo degli errori. Io sono stato il primo a sbagliare, trattandoti in quel modo" rispose Richard, abbracciandola.
"Spero che tu possa perdonarmi per quello che ti ho fatto" mormorò poi "Sono stato un vero idiota".
Megan si lasciò custodire da quell'abbraccio così dolce, mentre il cuore le batteva con forza nel petto.
"Non hai bisogno di scusarti" gli disse "Sai bene che ti ho già perdonato da tempo".
Rimasero a guardare il tramonto per qualche minuto, poi lei ruppe il silenzio che si era formato.
"Credo che gli altri se ne siano accorti ben prima di noi" sussurrò "Altrimenti non avrebbero provato a lasciarci soli in ogni modo".
"Già" ridacchiò lui "Immagino che il pegno che ti affibbiò Crystal durante la gita, sia stato programmato apposta".
Anche la ragazza si lasciò andare, ridendo imbarazzata "Lo credo anch'io", poi gli rivolse uno sguardo interrogativo.
"Ma tu come fai a sapere che è stata Crystal a scegliere quel pegno? E soprattutto che era un pegno?" gli chiese curiosa.
"Stavamo origliando" ammise Richard sorridendo "Will vi aveva sentito ridere e non abbiamo resistito alla curiosità".
Megan scosse il capo, sorridendo "Allora perché hai fatto il finto tonto, facendomi quella domanda?".
"Non potevo mica ammetterti che avevamo ascoltato tutto" disse il ragazzo "Volevo saperlo da te, ma eri troppo nervosa e così ho lasciato perdere".
"Sai? Ora capisco perché mi chiedevi di José. Eri geloso e pensavi che fosse il mio ragazzo, non è così?" ridacchiò la giovane.
Lo vide annuire appena, mentre osservava il paesaggio circostante.
Era un po' nervoso, forse temeva di averle detto qualcosa di sbagliato.
La ragazza si voltò per guardarlo in faccia e lo strinse a sé "Sta' tranquillo. Non hai fatto niente di male. Non c'è bisogno di avere quella faccia da colpevole".
Lui si rilassò, sentendola parlare così dolcemente, e gli sfuggì un sorriso mentre la guardava.
"Adesso ho io una domanda per te" disse, "Quale?", "Qualche tempo fa, mi hai fatto conoscere tutta la tua famiglia e c'è una cosa che vorrei capire".
"Cioè?" chiese lei incuriosita, "Beh, volevo sapere da chi hai preso degli occhi così belli" disse Richard.
"Tutti i tuoi parenti hanno gli occhi scuri, compresi i tuoi fratelli. Mi chiedevo…" mormorò incerto.
"Da chi li ho ereditati?" ridacchiò Megan, venendogli in aiuto; "Esatto".
La ragazza rimase per un attimo in silenzio, prima di spiegare "Una delle mie antenate da parte di mia madre era una delle sacerdotesse del popolo Maya".
Intrecciò le mani in grembo, continuando "La leggenda che la riguarda diceva che avesse gli occhi dello stesso colore del mare che bagnava le sue terre. Dicevano che fosse molto potente e che avesse una certa influenza sul popolo, perché era saggia".
"Sotto la sua guida, il villaggio prosperò e, quando si spense, i guerrieri che l'avevano assistita, riferirono le sue ultime parole" sussurrò quasi reverenziale.
"Disse che il destino avrebbe sempre fatto il suo corso e quando sarebbe nata una ragazza con gli occhi color acquamarina, come i suoi, coloro che l'avrebbero amata avrebbero trovato la vera felicità" mormorò, sospirando appena.
"Si sarebbe formata una sorta di spirale che infonde calore a tutti coloro che le sarebbero stati accanto" continuò sorridendo "Ognuno di loro avrebbe trovato la propria anima gemella, ovunque fosse…".
Un sorriso le incurvò le labbra "Non so quanto ci sia di vero in questa leggenda, ma mia nonna rimase colpita dal fatto che proprio io avessi ereditato quello sguardo".
"È stata lei a raccontarmi questa storia, quando avevo dodici anni" aggiunse, ricordando quella giornata così strana "Pochissimi nella nostra famiglia li hanno di questo colore, esattamente ogni sette generazioni".
Ci rifletté per un lungo istante, mormorando "Cioè esattamente tre volte, me compresa".
All'improvviso, le sfuggì una piccola risata "All'inizio, Miguel era geloso. Eppure, lui è più grande di me di ben tre anni; in teoria, dovrebbe essere più maturo".
Il ragazzo la guardò a lungo, prima di mormorare "Allora ho di fronte a me una potente sacerdotessa maya. Devo temerla o no?".
Megan rise, divertita da quella frase così strana.
Sembrava che avesse preso sul serio quella leggenda che lei considerava solo una bella favola.
"Devi solo amarmi, come io devo amare te" sussurrò infine, sfiorandogli il volto con dolcezza.
Richard sorrise a sua volta, stringendola tra le braccia.
"E questa sacerdotessa trovò mai l'amore nella sua vita?" le chiese poi, fissandola negli occhi.
"Sì. Fu un valoroso guerriero dagli occhi verdi come la foresta a prenderle il cuore. Esattamente come i tuoi" continuò la ragazza, sorridendo "E il loro amore durò fino alla fine di entrambi".
Un sospiro sognante le sfuggì dalle labbra "Sempre secondo la leggenda, si spensero nello stesso giorno e gli dei furono così colpiti dai loro sentimenti che li trasformarono in stelle".
"Così, potevano rimanere insieme per sempre, nello stesso cielo, come a rammentare a coloro che sono su questa terra che l'amore è il motore di tutto" mormorò flebile "Ciò che rende uniche le nostre vite".
Gli rivolse uno sguardo enigmatico e sussurrò "Richard, tu credi nel destino? Che tutto sia già stato scritto?".
Il ragazzo rimase qualche minuto a riflettere, prima di mormorare "Io non ho mai creduto fermamente in qualcosa fino ad ora, ma penso che ognuno abbia una propria strada da percorrere. Un obiettivo da raggiungere".
Le rivolse un sorriso così splendido, che lei sentì mancarle il fiato e faticò a riprendere il controllo di sé.
"Però sono felice che le nostre strade si siano incrociate e credo che quella sacerdotessa abbia detto il vero" sussurrò il giovane "Chi ti ama trova davvero la felicità, perché non c'è cosa più bella che trovare la persona con cui condividere la propria vita".

ecco qui. capitolo finito... che dite?!? ci hanno messo un bel po' a confessarsi, am alal fine ci sono riusciti.. ^_^ Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto e non sia stato... beh, troppo smielato. Ah, inoltre ci tengo a dire che la leggenda raccontata da Megan è tutta di mia fantasia. non so se una cosa del genere sia mai successa per davvero, ma mi paice pensare di sì *-* sperando che la storia continui a piacervi e che io non vi annoi, vi saluto, sperando di aggiornare presto. un bacio a tutti, vostra Alys'93

   
 
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