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Autore: Amy In Wonderland    02/11/2012    4 recensioni
Il mondo è governato da tre Streghe Spirito che hanno il compito di mantenere l'equilibrio tra bene e male invariato.
Quando Bonnie McCullough - non più invaghita di Damon, ma concentrata su Matt - muore per un incidente, le tre streghe sono costrette a trasformarla in un fantasma affinché non trapassi e abbia tempo per essere riportata in vita prima che compia la sua "missione" e trapassi definitivamente.
Le tre streghe sono convinte che il suo assassino, Damon Salvatore, nonché l'unico in grado di vederla sotto forma di fantasma, per i sensi di colpa l'aiuti a tornare in vita. Accidentalmente, però, non hanno considerato che né Bonnie né Damon sanno chi sia l'assassino della rossa e che Damon, impegnato com'è a impedire il matrimonio tra Elena e Stefan, non ha nessuna intenzione di aiutare il fantasma.
Tra incidenti e liti che rasentano il comico, Bonnie e Damon fanno un patto che potrebbe aiutare entrambi a raggiungere ciò che vogliono. Ma cosa accadrebbe se, nonostante l'indifferenza che provano l'uno per l'altra, le cose non andassero tra loro come previsto? Cosa succederebbe se Damon iniziasse a guardare la rossa con occhi diversi?
Una long comica e quasi demenziale!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5  -  “DOPPIA CONVENIENZA” o “PRENDERE UN PICCIONE COME ARMA A DOPPIO TAGLIO UTILIZZANDO UN VASO, UNA LAMPADA E UN PAIO DI STIVALI NERI”

 

 

 

 

<< Sì, ma a me il bianco non piace! Non trovi che sia troppo... troppo... >>

 

<< Convenzionale? >>

 

<< Esatto! Brava Meredith! Le orchidee non mi convincono, capito tesoro? Vorrei qualcosa di... di... >>

 

<< Diverso? >> suggerì Matt.

 

<< Già! >> annuì solare, Elena.

 

Damon si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo. Se avesse sentito ancora una volta il nome di un solo altro fiore da matrimonio, avrebbe fatto una strage.

 

<< Insomma, abbiamo scelto quella chiesa in mezzo al bosco ed è una cosa così... >>

 

<< Perfetta per fare una strage di innocenti Bambi post-matrimonio? >> la interruppe con entusiasmo ironico il maggiore dei Salvatore.

 

<< Damon! >> lo rimbeccò il fratello.

 

<< Originale. >> lo corresse Elena.

 

 

(Nel frattempo, nel Secondo Mondo)

 

Werty scattò in piedi e indicò la bacinella con un dito e con enorme soddisfazione.

 

<< A-ah! Allora non sono l’unico trattato in malo modo!! >>

 

<< TACI! >> sbottarono subito le tre streghe, tutte concentrate sulla bacinella da cui si stavano godendo la scenetta nel Pensionato.

 

<< Damon, Damon... Non sai quanto ti capisco... >> borbottò tra sé e sé Werty.

 

 

(Pensionato)

 

 

Damon sbuffò. 

 

Fece per andarsene, quando improvvisamente l’occhio gli cadde su Mutt. 

Accanto a lui c’era Bonnie, intenta a fissarlo con aria malinconia.

 

Gli era seduto proprio accanto, un’espressione di profonda tristezza stonava con il suo dolce viso mentre tutta la sua attenzione era riversata su Mutt.

 

Damon decifrò qualcosa nel suo sguardo molto simile all’affetto... a un forte affetto. 

Senza neanche accorgersene, una profonda irritazione lo avvolse.

 

Quando Bonnie alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di lui, la sua espressione si fece immediatamente seria e la ragazza mise su un cipiglio che Damon avrebbe detto essere di rabbia.

 

Il fantasma distolse lo sguardo e, ignorandolo completamente, s’incamminò velocemente verso il terrazzo.

 

Il vampiro rimase per qualche secondo a fissare il vuoto e, subito, sentì il bisogno di andare a parlare con la ragazza.

 

Per dirle cosa, esattamente? Beh, quello era da vedere. Tutto ciò che Damon sapeva era che aveva bisogno di... di non essere ignorato.

 

Incredibile come soltanto un giorno prima avrebbe voluto vederla sparire dalla faccia della terra - e, per dirla tutta, aveva anche tentato di realizzare questo proposito -, mentre adesso il solo pensiero che lei lo stesse evitando, ed era assolutamente ciò che stava facendo, gli sembrava inaccettabile.

 

Senza riservare neanche una parola i presenti, si alzò e uscì sul terrazzo, fuori dalla finestra del soggiorno: aveva degnato l’allegra brigata della propria presenza fin troppo e, dato ciò che aveva appena pensato riguardo a Bonnie, ciò non gli faceva affatto bene.

 

Come si aspettava, il terrazzo era completamente vuoto. Bonnie si era smaterializzata... di nuovo.

 

Guardò il cielo plumbeo per qualche istante prima di sentire dei passi leggeri alle sue spalle.

 

L’odore di primula fresca e zucchero gli dissero immediatamente che si trattava di Elena.

 

<< Angelo... >> la salutò senza girarsi.

 

In un paio di falcate la ragazza gli fu vicina.

 

<< Dobbiamo parlare! >> disse Elena. Damon alzò le sopracciglia tradendo una certa sorpresa, ma subito si rabbuiò capendo già ciò che la ragazza gli avrebbe detto.

 

<< Sei strano ultimamente, Damon... Ed è iniziato tutto da quando abbiamo annunciato il matrimonio. Ciò mi fa pensare che... beh, che sia colpa mia e di Stefan se stai così... >>

 

Appunto. Oltre a vampiro era anche diventato veggente... Ma che bravo.

 

<< Così come, Elena? >> domandò lui, senza nascondere un tono un tantino alterato.

 

<< Male. Damon, non credere che non me ne sia accorta! Nonostante tutto quello a cui ho dovuto pensare, l’ho notato sai! Ho visto che ultimamente sei più irascibile, nervoso, di pessimo umore! >>

 

<< Beh, mi dispiace di averti dato altri pensieri, mio dolce Angelo. Non era mia intenzione disturbare la tua importante vita! >> usò un pesante sarcasmo mai utilizzato per rivolgersi ad Elena.

Ma cosa stava facendo? Si metteva a insultare anche lei, adesso?

 

Elena lo guardò sorpresa. 

<< Damon... Io... io voglio solo vederti stare bene, okay? E se è per colpa del matrimonio, io- >> precisò, piccata. 

 

<< Tu cosa? Tu cosa, Elena? Lo annulli? >> domandò, la rabbia che cresceva sempre di più. 

 

Elena abbassò lo sguardo, non sapendo cosa rispondere esattamente.

 

Ma certo che no. Lei non lo avrebbe mai annullato.

 

<< Appunto. Sai che c’è, Angelo? Lascia perdere, seriamente. Non sono cose che ti riguardano! Come sto o non sto non ti riguarda... >>

Non più, aggiunse mentalmente.

 

Si trasformò in corvo per troncare una qualsiasi possibile proseguimento da parte di Elena.

 

Come poteva non capire? Gliel’aveva perfino detto! Gliel’aveva detto che l’amava e lei... cosa credeva? Che facendo una scelta, sposando Stefan, non ci sarebbero state conseguenze?

 

Credeva che una volta che fosse stata felice lei, a tutti sarebbe andata bene?

 

Beh, a lui non andava bene. E sì, era incazzato per quel matrimonio. E nel momento in cui lei arrivava lì, in tutta la sua bellezza, a osare chiedere come stesse... Poteva risparmiarselo.

 

“Ti stai remando contro, amico...” pensò. Era vero, comportandosi così da stronzo, attaccando in quel modo Elena non avrebbe ottenuto nulla.

 

Aveva pochi mesi per impedire quel dannato matrimonio e così peggiorava solo le cose. 

 

Era tutta colpa di ciò che sentiva. Perché da quando era tornato in quella dannata città, da quando aveva conosciuto Elena, non riusciva a spegnere i sentimenti?

 

Era così umiliante, così frustrante! 

 

Si stava lasciando andare ai sentimentalismi... Doveva smetterla.

 

Avrebbe trovato un modo per impedire il matrimonio, tornando ad essere il solito vampiro freddo e calcolatore. Era un vampiro, e che diamine!

 

 

 

 

 

 

Bonnie amava le margherite.

 

Erano bianche e gialle. E profumavano di casa. E da piccola ci giocava sempre. Ed era bello toccarle.

 

Già... Bonnie amava le margherite, ma non potendo toccarle iniziò ad odiarle con tutto il cuore.

 

Quando giocavano per i giardini pieni di fiori con sua sorella Mary, Bonnie, da incredibile romanticona quale era, raccoglieva un paio di margherite al giorno e giocava al classico “m’ama o non m’ama”.

 

Essendo ancora una bambina, tutto ciò che voleva era che il piccolo Matt Honeycutt venisse come un principe azzurro e la portasse via verso avventure mozzafiato e una vita che non sarebbe mai e poi mai stata noiosa.

 

La rossa guardò concentrandosi la margherita e allungò una mano verso di essa. Irrimediabilmente le sue dita affusolate l’oltrepassarono.

 

Se avesse potuto giocare a “m’ama o non m’ama” in quel preciso istante, se avesse potuto toccare quella dannata margherita, se fosse stata ancora viva, chi sarebbe stato il soggetto dei suoi pensieri?

 

Matt, rispose mentalmente, sicura di ciò che diceva. Prima di morire l’oggetto dei suoi desideri era solo e unicamente Matt, il ragazzo con cui stava per uscire prima di quel fatale incidente, il suo migliore amico con il quale sarebbe potuto nascere qualcosa di... magnifico.

 

Ma quando formulò mentalmente quella domanda, la sua mente non si riempì di quel sorriso gentile e caldo, bensì di un sorriso cinico e pesantemente sarcastico, ma comunque mozzafiato.

 

Un paio di occhi azzurri non invasero i suoi pensieri, ma lo fecero due occhi di cielo nero con delle stelle che - l’avrebbe giurato - ogni tanto riusciva a vedervi dentro.

 

Bonnie a quella domanda rispose Matt, ma il suo pensiero si volse completamente verso un’altro individuo, come una calamita attratta dal ferro, come un corpo attratto verso la terra dalla forza di gravità.

 

Se fosse stato facile ammettere quella terrificante verità, Bonnie l’avrebbe saputo con certezza: tra lei e Damon non c’era amicizia o astio o affetto o amore. C’era pura forza elettromagnetica, pura energia.

Damon era per lei un uragano, una tempesta che la travolgeva, la sconvolgeva e la rendeva sua per sempre.

 

Ma ammettere una realtà del genere avrebbe significato non riuscire a fronteggiare Damon, diventare una sottospecie di sua schiava.

 

E Bonnie aveva sempre avuto paura di ciò che provava per Damon, nonostante non fosse riuscita a ignorare il dolore ogni volta che il moro si concentrava su Elena, nonostante non fosse riuscita a non notare la gioia ogni qual volta che lui le rivolgeva anche solo un’occhiata, Bonnie era riuscita a coprire quei sentimenti, ad andare avanti.

 

Il suo andare avanti era stato l’andare verso Matt, l’accettare la palese verità dell’indifferenza del moro nei suoi confronti.

 

E c’era riuscita, c’era riuscita alla grande. Damon Salvatore pian piano era svanito dai suoi pensieri.

 

Poi era morta ed ora era costretta a convivere con quell’odioso vampiro, rischiando di ripensare a i propri sentimenti che, data la sua condizione di fantasma, non poteva più provare.

 

Quando Damon le aveva rivolto quelle parole, con la fredda razionalità che possedeva nella sua condizione di non-viva e non-morta, aveva analizzato tutta la sua situazione.

 

Damon le aveva chiaramente detto cosa pensasse di lei.

 

Da umana delle parole di quel tipo l’avrebbero distrutta, fatta terribilmente soffrire.

Ma era un fantasma, era totalmente apatica ed era arrabbiata.

 

Questa era la verità. Ora che Damon non poteva più toccarla con le parole, notare il fatto che per tanto tempo fosse stata una specie di zimbello per il moro l’aveva fatta infuriare.

 

Lei era una donna, con una dignità, non fragile ma forte.

 

Così aveva deciso di ignorarlo - probabilmente non solo perché fosse arrabbiata, ma anche perché aveva paura di un nuovo confronto con Damon.

 

Sarebbe stata fiera di se stessa, non avrebbe mai più rivolto nemmeno uno sguardo a Damon se solo Tre Megere avessero acconsentito.

 

Come se una forza incontrastabile la sollevasse violentemente, Bonnie fu strappata via dalle sue margherite e dalla sua rabbia.

 

In meno di un secondo lo scenario intorno a lei cambiò. Al bosco si sostituì un’intensa ed accecante luce bianca che le trafisse gli occhi.

 

<< E’ un’idiota! >> sentì immediatamente gracchiare una voce.

 

Carmilla.

 

<< Oh, Carmilla, non dire così... >>

 

<< No, Joanne, questa volta concordo con lei! >> intervenne un’Ambra curiosamente infuriata. << Si può sapere cosa stai facendo? >> sbottò poi, guardandola.

 

Bonnie sgranò gli occhi per qualche secondo, confusa, e poi si guardò dietro per assicurarsi che non si stesse riferendo a qualcun altro.

 

<< Rossa? >> la richiamò Carmilla.

 

Cosa stava facendo? Era sdraiata, certo, ma avrebbero anche potuto richiamarla in quel posto dove si trovavano in maniera più delicata! Che cavolo, dopo essere stata trasportata da una specie di uragano, pretendevano anche che cadesse in piedi?

 

<< Per quale motivo stai ignorando il vampiro? >> sbottò Carmilla.

 

Ah, si riferivano a quello.

 

<< Perché è giusto! >> rispose puntualmente lei.

 

<< E’ giusto ignorare un ragazzo così bello, affascinante, sexy, assolut- >>

 

<< Joanne! >>

 

<< Oh, insomma ragazza. Tu non hai capito proprio niente della vita! Non puoi rifuggire ragazzi come Damon! E’ un sacrilegio per qualsiasi ragazza eterosessuale! >> sbottò Joanne.

 

Bonnie la guardò sconcertata. 

 

<< Ma che ca- >>

 

<< Non è questo il punto, Joanne! >> intervenne Ambra, tagliando corto, << Damon deve aiutarti a compiere la missione! Invece di evitarlo, dovresti convincerlo a darti una mano! >>.

 

Bonnie sentì un sentimento pacato e simile all’irritazione iniziare a stuzzicarla.

 

<< Ma ci ho provato! Ho fatto di tutto! Lui non vuole saperne! >> sbottò.

 

<< Allora non hai fatto abbastanza! >> la rimproverò Ambra.

 

<< Perché sei un’idiota! >> sottolineò Carmilla.

 

<< Ma qual’è il tuo problema? >> si rivolse verso di lei Bonnie.

 

<< Insomma, hai quei due occhioni magnetici! Il fascino di una ragazza potrebbe attrarlo sai? Potresti provare a farci dei bambini! >> disse nel frattempo Joanne.

 

Il silenzio calò e le due sorelle, Bonnie e Werty si voltarono sconcertati verso Joanne.

 

<< Che c’è? >> domandò innocentemente lei, << Credevo che non mi avreste sentita! >> si giustificò.

 

<< Devi usare l’inventiva, Bonnie. Sfruttare i suoi punti deboli! >> intervenne Werty, riportando tutti al discorso originario.

 

<< Non m’interessa come farai, ma compierai quella missione, è chiaro? >> disse risoluta, Ambra.

 

Senza che Bonnie potesse in alcun modo replicare, in pochi secondi una forza la riportò malamente su una strada di Fell’s Church.

 

Si alzò da terra sbuffando esasperata.

 

<< Compiere la missione... Compiere la missione! Ma se non so nemmeno qual’è la missione! >> sbottò.

 

Odiava quelle tre. 

Odiava Damon che le stava complicando la vita. 

Odiava essere un fantasma. 

Odiava essere morta.

 

Quella strega del cavolo le ordinava di compiere la missione senza darle neanche una spiegazione! Ma come si permetteva?

 

Non poteva trovarsi in una situazione peggiore.

Era un fantasma, un inutile e impercettibile fantasma del cavolo.

Aveva una missione che neanche conosceva.

L’unica persona al mondo in grado di vederla e in grado di poterla aiutare era Damon Salvatore, il quale non aveva alcuna intenzione di venirle in soccorso! 

 

Che poi, pensandoci bene, perché tra sette miliardi di abitanti sulla Terra proprio Damon era l’unico a vederla?! 

Cosa diamine c’entrava lei con Damon?

 

Una fredda consapevolezza la sormontò.

 

Già, perché proprio Damon? Insomma, non poteva essere una cosa completamente causale che fosse proprio il vampiro l’unica a vederla.

 

Ma certo!, pensò. Deve esserci un collegamento!

 

Lei aveva un missione da compiere, qualcosa che la teneva legata ancora a quel compito, un conto in sospeso. 

L’unico in grado di vederla era Damon Salvatore, una delle persone che per lei avevano contato moltissimo durante la sua vita.

 

Da viva una delle cose che più voleva era vedere i suoi amici felici... Possibile che il suo conto in sospeso fosse di vedere Damon felice?

 

Non c’era altra spiegazione, dopotutto. Quello era l’unico legame possibile, l’unica cosa che spiegasse il perché solo Damon, tra tutti, poteva vederla!

 

Lui non è felice, concluse.

 

Elena si stava per sposare, Meredith aveva Alaric, perfino Matt riusciva ad andare avanti con la sua famiglia e i suoi amici.

Ma Damon cosa aveva? Come poteva essere felice?

 

E fu in quel momento che Bonnie trovò la sua missione. 

 

Una scarica di adrenalina, molto simile alla felicità, attraverso il suo corpo immateriale.

 

Sarebbe restata a considerare il fatto che nulla le assicurasse la veridicità della propria scoperta se un evento straordinario non avesse colpito la sua attenzione.

 

Infatti, qualche metro di distanza, non appena la scarica di adrenalina abbandonò Bonnie il vetro di una macchina si crepò.

 

Il crack nell’aria suonò perfettamente distinguibile e Bonnie si ritrovò ad osservare sconcertata quella crepa nel vetro pulito dell’auto.

 

Era stata lei? Possibile che fosse stata veramente lei?

 

 

 

 

 

 

<< Avanti >> disse non appena qualcuno bussò alla sua porta.

 

Non aveva voglia di parlare con nessuno in realtà, specialmente con Elena. Tuttavia nessuno entrò dalla porta.

 

Damon aggrottò le sopracciglia e, rimanendo immobile sdraiato sul proprio letto, richiuse gli occhi ignorando l’intera faccenda.

 

Probabilmente sarebbe piombato in un profondo sonno se qualcuno non avesse nuovamente bussato alla porta.

 

<< Avanti! >> ripeté, leggermente irritato.

 

Niente. Si concentrò e si sorprese nel constatare che il suo udito non percepiva nessuna presenza oltre la porta.

 

All’ennesimo “toc toc” fu costretto ad alzarsi e, leggermente sconcertato, aprì la porta. Davanti a lui solo le scale che portavano al piano inferiore del Pensionato.

 

Si affacciò e guardo a destra e a sinistra. Nulla.

 

Stiamo scherzando?, pensò irritato. Adesso si mettevano anche a fargli degli scherzi?

 

Immerso com’era nel suo sconcerto non si accorse nemmeno del vaso di vetro che irrimediabilmente gli si schianto in testa, cogliendolo alla sprovvista.

 

<< Ma che diamine?! >>. Con uno scattò uscì dalla propria stanza e si guardò intorno. Non c’era nessuno.

 

Questa volta fu un’antica lampada a schiantarsi addosso a lui. 

Damon ringhiò frustrato e, nel frattempo, la porta della sua camera gli si richiuse dietro.

 

Con sconcerto andò ad aprirla senza nemmeno capire cosa stesse accadendo in quel preciso istante.

 

Entrò dentro e si guardò intorno alla ricerca di chiunque si stesse prendendo gioco di lui.

 

Nonostante la stanza sembrasse apparentemente vuota, uno dei suoi stivali gli venne lanciato in faccia.

 

<< Non è fantastico? >>.

 

Preso alla sprovvista sobbalzò e si girò per incontrare uno sguardo nocciola altamente divertito.

 

La guardò senza parole, realizzando solo in quel momento chi fosse l’artefice di tutto quel macello.

 

<< L’ho scoperto solo un’ora fa! >> proclamò entusiasta Bonnie, << Basta concentrarsi su un oggetto e... >>, l’altro stivale si lanciò contro Damon.

 

<< Smettila! >> ringhiò lui.

 

<< Oh andiamo, Damon! Festeggia con me! Posso interagire con la realtà, è una cosa grandiosa! >> lo rimproverò lei. << Oppure mi vorresti tutta per te? >> domandò innocentemente.

 

Damon la incenerì con lo sguardo. << Credevo che ora mi odiassi >> borbottò lui, non sapendo esattamente cosa dire.

 

<< Oh beh, storia passata. Te l’ho detto sono un fantasma, puoi dire quello che ti pare adesso: non ti libererai mai di me... >> rispose noncurante lei, << almeno che non mi aiuti. >>

 

Damon aprì la bocca per ribattere, ma Bonnie non gli diede il tempo neanche per pronunciare una “a”.

 

<< Sta’ zitto, ora parlo io. So che non vuoi aiutarmi e so bene cosa pensi di me, ieri l’hai espresso con chiarezza toccante. Tuttavia, voglio mostrarti i motivi per cui tu devi aiutarti. >>

 

<< Bonnie... >> tentò di bloccarla lui prima che partisse in quarta. Non si sarebbe scusato, lui era Damon Salvatore e non si scusava mai. Tuttavia forse sarebbe stata una cosa giusta aiutare quel piccolo uccellino in difficoltà.

 

Insomma, ci aveva pensato tutto il giorno... Era vero, aiutare Bonnie l’avrebbe esposto a tanti rischi, emotivamente parlando. Tuttavia l’aveva fatto quando era vivo, la cosa più giusta era aiutarla anche dopo la morte.

 

Lei era il suo piccolo Pettirosso, era un suo dovere proteggerla.

 

<< Innanzitutto, se non mi aiuterai starò con te per l’eternità e giuro che ti renderò impossibile vivere, Damon.

Secondo di poi, ora che posso muovere gli oggetti se non mi aiuterai giocherò spesso a tiro al bersaglio... e indovina chi sarà il mio bersaglio preferito? >>

 

Damon represse un sorriso divertito. Anche se quella nuova Bonnie apatica gli dava veramente i nervi, da una parte amava quel sarcasmo che possedeva in maniera così deliziosa.

 

<< E infine, mio caro Salvatore, ti conviene. Ti conviene veramente. >>

 

Damon alzò un sopracciglio. << Ah sì? E perché mai mi converrebbe? >>

 

<< Ho notato che sono in atto i preparativi per il matrimonio di Elena e Stefan... Una grande delusione per te, non è vero? >>.

 

Damon si fece improvvisamente serio. Bonnie aveva trovato un punto sul quale il vampiro non avrebbe voluto discutere.

 

<< E tu non puoi fare nulla per impedirlo, in tre mesi per di più! Conquistare Elena in tre mesi... Come potrai mai fare? >>

 

<< Arriva al punto >> ringhiò il vampiro.

 

<< Io sono la migliore amica di Elena, la conosco e so per certo cosa ama e cosa desidera... I tuoi modi di fare non hanno riscosso tanto successo con lei, non trovi? Non ti farebbe comodo una guida? >>

 

<< Di cosa diamine sta parlando? >> sbottò lui, non afferrando ciò che Bonnie gli stava offrendo.

 

<< Ti sto proponendo un patto, Damon. Il tuo aiuto in cambio del mio. Io ti aiuto con Elena, tu mi aiuti a completare la mia missione >> chiarificò lei.

 

Damon la guardò sconcertato per qualche secondo. 

 

<< Non ho bisogno di aiuto! >> ribatté piccato, << Io sono Damon Salvat- >>

 

<< Sì che ne hai. Sei disperato, Damon! Non hai la più pallida idea di cosa fare, ma io so cosa devi fare per conquistare Elena! Tu hai disperatamente bisogno del mio aiuto! >>.

 

Damon aprì la bocca per ribattere, ma uscì solo aria. Era vero, Damon non aveva la più pallida idea di cosa fare per rendere sua Elena e impedire il matrimonio.

 

L’aiuto di Bonnie sarebbe stata una vera e propria manna dal cielo.

 

<< Perché dovresti farlo? Tu sei amica di Elena e di Stefan, da umana non avresti mai fatta una cosa del genere... >> le fece notare con tono sospettoso.

 

<< Perché non voglio essere un fantasma anche dopo la morte >> spiegò Bonnie seriamente.

Era la pura e semplice realtà. Le dispiaceva da morire per Stefan, ma se l’unico modo per uscire da quella misera condizione di vita fosse stato rendere Damon felice - e l’unica cosa che poteva renderlo felice era Elena - beh, allora al diavolo tutto!

 

Damon annuì, senza ammettere di essere stato toccato da quelle parole. 

 

L’avrebbe aiutata, decise. L’avrebbe fatto anche senza quel patto, ma perché non lasciarsi aiutare per una volta?

 

<< E quale sarebbe la tua cosiddetta missione? >> domandò.

 

<< Ho lasciato un conto in sospeso quando sono morta, quello di realizzare un mio desiderio. Tutto ciò che volevo era farmi dire un “ti amo” vero, sentito... da Matt. >> mentì.

 

Damon sentì qualcosa dentro di lui muoversi pericolosamente.

 

Doveva aiutarla a farsi dire ti amo da Mutt... farsi dire ti amo da Mutt.

 

Bonnie lo guardò incerta. Non sapeva perché si fosse inventata quella balla, tuttavia era una cosa che le era uscita spontanea. 

 

Sarebbe stato imbarazzante ammettere davanti a Damon che l’unica cosa che la rendeva attaccata a quella vita era il vedere realizzata la felicità del moro.

 

Damon alzò il suo sguardo verso di lei.

 

<< Accetto. >>

 

 

 

 

 

 

 

  • Angolo Autrice*

 

Okay, sono in un ritardo madornale e questo capitolo fa schifo.

Ho il raffreddore e sono un crisi post-31-ottobre, ovvero la morte di James e Lily ç.ç

Comunque, non c’entra nulla xD

ebbene si, questo è il capitolo svolta! Finalmente un po’ di collaborazione.

Come vedete in questa storia Damon non è l’unico ad avere problemi nell’ammettere i propri sentimenti. Come se non bastasse ci si mette anche Bonnie xD

Mi rendo conto che è un capitolo un po’ sottotono, più serio rispetto agli altri, ma è pur sempre un capitolo-svolta quindi la serietà e l’indagare psicologicamente i personaggi era un obbligo xD

Spero di aggiornare presto e che il capitolo vi piaccia. Preparatevi a una fitta collaborazione tra questi due che cambierà presto le carte in tavola! 

Grazie mille per tutte le recensioni e per i lettori silenziosi. 

Noto che la storia non sta avendo molto successo, ma non me la sento ancora di impegnarmi in una storia più seria xD Quindi sono lo stesso felicissima e vi ringrazio tutti ancora :)

Un bacione e al prossimo sabato :)

 

Amily

   
 
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