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Autore: SuperPelliz    02/11/2012    4 recensioni
Harry Potter e la Camera dei Segreti con un tocco di romanticismo in più!
Harry notò subito che la camera era già ben arredata e c’erano due letti, era una camera abbastanza spaziosa con un armadio alto circa un metro e mezzo, una scrivania e due lucernari che la rendevano ben illuminata.
-Tutta per me?- chiese Harry incredulo.
-No, ci dorme anche mia sorella Ginny, non ti scoccia spero?- chiese Ron.
-No,no figurati- rispose Harry anche se provava un po’ di imbarazzo.
-Bene allora sistemati pure mia sorella dovrebbe arrivare a momenti, credo sia andata a farsi la doccia, a proposito il bagno si trova al piano terra.
-Porca miseria! Scusa è stato Ron a dirmi… cioè scusa, scusa esco subito- urlò Harry che era diventato paonazzo dalla vergogna, Ginny era entrata in camera con l’asciugamano avvolto attorno al corpo che le lasciava le gambe scoperte e i capelli ancora bagnati che gli scendevano sulle spalle. Continuò ad urlare per altri cinque minuti buoni dopo che Harry era uscito dalla stanza diventando anche lei rossa come un peperone.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Harry Potter e La Camera dei Segreti 

La Casa di Ron

Harry stava iniziando a pensare che non avrebbe mai più visto Hogwarts, iniziavano già a mancargli i banchetti nella sala grande, i discorsi di Silente, che ogni volta gli stampavano in faccia un sorriso che sembrava scacciare via ogni preoccupazione, il Quiddich, la Nimbus Duemila, il Natale passato con gli amici, le partite a scacchi giocate con Ron, che non era mai stato in grado di battere, Le scappatelle in biblioteca alla ricerca di informazioni riservate, il tè con Hagrid, Hermione, e un sacco di altre cose che in quel momento non riuscivano a venirgli in mente.  Al contrario era quasi felice di non dover più rivedere Piton, il professore di pozioni, e Malfoy.
Come ogni sera alle venti e trenta la gattaiola cigolò e apparve la mano di zia Petunia, che introdusse nella stanza una tazza di minestra in scatola. Harry che aveva mal di stomaco per la fame interruppe i suoi pensieri su Hogwarts e iniziò a ingurgitare la misera cena malgrado fosse gelata. Mise la ciotola nella gattaiola e si stese sul letto addormentandosi mentre pensava a Neville che russava forte e che riusciva a tenerlo sveglio per ore e a Ron che gli raccontava quanto odiasse Malfoy prima di addormentarsi.
Dormì per qualche ora prima di essere svegliato da Edvige, la sua civetta, che cercava di richiamare la sua attenzione, Harry si ricordò in quell’istante che anche lei aveva bisogno di mangiare, così cercò nel suo baule qualche gelatina Tuttigusti+1, senza però trovare niente. Harry sperava che se da lì a quattro settimane non fosse morto, forse qualcuno avrebbe iniziato a preoccuparsi per lui, non vedendolo tornare tra i banchi di scuola, e forse sarebbero venuti a salvarlo. Come se il suo desiderio si stesse magicamente avverando i fari di una Ford Anglia illuminarono la stanza, attraverso le sbarre che i Dursley avevano fatto applicare il giorno stesso che Dobby aveva mandato all’aria gli affari di zio Vernon. Harry si affacciò alla finestra sbarrata domandandosi come una macchina potesse fluttuare a 5 metri da terra, si rispose subito quando dal finestrino spuntò la faccia lentigginosa di Ron Weasley.
 -Harry!- gridò Ron,
-Ho pensato non volessi più essere mio amico… Non mi hai mai scritto tutta l’estate, ti avrò mandato almeno cinque gufi per chiederti se volevi venire a stare da me-, Harry incredulo di vedere il suo migliore amico venuto a salvarlo e, ancora più incredulo nel vederlo guidare una macchina volante, gli rispose a voce non troppo alta per evitare di svegliare i Dursley:
-Non ho potuto risponderti ma ti spiego dopo il perché, è una storia troppo lunga, come farai a tirarmi fuori da qui, non c’è consentito usare la magia.- Ron mostrandogli un cavo d’acciaio legato al paraurti della macchina gli fece con un sorriso:
-E chi vuole usare la magia?!. Harry prese il cavo e lo legò alle sbarre, Ron con una brusca accelerata le tolse dalla finestra, insieme a tutto l’intonaco verde.
-Muoviti Harry! Carica il baule nel bagagliaio- urlò Ron in preda al panico per aver appena distrutto la facciata della casa di una famiglia di Babbani. Harry fece come gli aveva ordinato il suo amico, poi prese la scopa ed Edvige, che gettò violentemente nel sedile davanti, e con un balzo si aggrappò alla portiera dietro per non cadere. Così insieme partirono verso casa Weasley. Durante il tragitto Harry raccontò tutto a Ron, di Dobby, della torta che aveva fatto spiaccicare al suolo e della lettera che gli era stata spedita dal ministero della magia.        
Ron era evidentemente molto agitato, ma sicuramente non perché un elfo domestico aveva appena cercato di uccidere Harry, anche se indirettamente, bensì era preoccupato che sua madre, la signora Weasley, avesse scoperto che era uscito di notte… Anzi che fosse uscito di notte con la macchina di suo padre… Anzi meglio ancora, era uscito di notte con la macchina di suo padre per distruggere la casa dei Dursley. L’unica cosa che avrebbe potuto salvarlo da una sgridata come si deve era Harry. Infatti la madre di Ron adorava Harry, e forse se gli avesse giurato che lui era in pericolo di vita poteva evitare una punizione troppo pesante.
Durante il lungo tragitto Harry e Ron si raccontarono come avevano passato l’estate, anzi Ron raccontava come aveva passato le vacanze, poiché il povero Harry aveva dovuto trascorrerle dentro la sua camera. Quando iniziarono a scendere di quota Ron era ancora più preoccupato per paura che qualche Babbano potesse vederli. Un paio d’ore dopo aver “riverniciato” la casa in Privet Drive numero 4, i due atterrarono lentamente in un vialetto sterrato che sembrava essere l’entrata di una fattoria, non tanto perché la casa di Ron fosse sporca ma perché le galline appollaiate vicino l’ingresso ricordavano a Harry la fattoria di un parente dei Dursley che aveva visitato qualche anno fa.
-Non è molto, ma noi ce lo facciamo bastare- disse Ron finche smontava dalla macchina il più silenziosamente possibile per non farsi scoprire da mamma Weasley. Harry rispose con un sorriso che andava da un orecchi all’altro dalla gioia di non essere più imprigionato nella sua stanza.
Quando i due entrarono di soppiatto dalla porta principale, che portava direttamente  nella spaziosa cucina piena di oggetti strani che colpirono molto Harry, si trovavano la signora Molly Weasley, non che la mamma di Ron, con le braccia incrociate e gli occhi lucidi.
-Ti rendi conto di quanto sono stata in pensiero, nessun messaggio, letto vuoto, dove diavolo eri finito- urlava dritta in facci di Ron che stava per scoppiare in lacrime. -Mamma, Harry era in pericolo e io sono andato a s…- non fece in tempo a finire la frase che sua madre con uno sguardo gelido gli sibilò:
-Con te faccio i conti più tardi- e con uno scatto si girò verso Harry sorridendogli per offrirgli del cibo
-Sicuro che non vuoi riposarti un po’?- chiedeva con un tono assillante la signora Weasley.
-No, No la ringrazio mi sono riposato abbastanza in queste settimane>> rispose Harry con un sorriso.
-Bene allora vado a prepararvi la colazione, intanto Ron ti mostrerà la tua stanza- e guardò suo figlio con uno sguardo cosi maligno che Ron rimase pietrificato.
-V..Vieni Harry- disse con un’ espressione ancora terrorizzata, I due salirono le scale ed entrarono in una delle molte porte del piano di sopra. Harry notò subito che la stanza era già ben arredata e c’erano due letti, era abbastanza spaziosa con un armadio alto circa un metro e mezzo, una scrivania e due lucernari che la rendevano ben illuminata.
-Tutta per me?- chiese Harry incredulo.
-No, ci dorme anche mia sorella Ginny, non ti scoccia spero?- chiese Ron.
-No,no figurati- rispose Harry anche se provava un po’ di imbarazzo.
-Bene allora sistemati pure mia sorella dovrebbe arrivare a momenti, credo sia andata a farsi la doccia, a proposito il bagno si trova al piano terra.
Harry entrò e iniziò a mettere sopra il letto i vestiti e le varie cianfrusaglie che si era portato dietro da Hogwarts sperando di poter spaventare Dudley. Un grido fece sobbalzare Harry tutto d’un tratto, era Ginny che evidentemente non era stata avvertita dell’arrivo del famoso mago che tanto l’aveva colpita dalle storie di Ron.
-Porca miseria! Scusa è stato Ron a dirmi… cioè scusa, scusa esco subito- urlò Harry che era diventato paonazzo dalla vergogna, Ginny era entrata in camera con l’asciugamano avvolto attorno al corpo che le lasciava le gambe scoperte e i capelli ancora bagnati che gli scendevano sulle spalle. Continuò ad urlare per altri cinque minuti buoni dopo che Harry era uscito dalla stanza diventando anche lei rossa come un peperone.
Quando i due si incontrarono di nuovo a tavola facevano fatica a guardarsi negli occhi e la signora Weasley come se non bastasse gli chiese:
-Allora vi siete già conosciuti?- i due risposero con un sorriso falso verso la donna, Harry pensò che tra tutte le domande che potessero fargli quella era senz’altro la peggiore di tutte. Fortunatamente l’arrivo del signor Weasley li distolse da quel pensiero al quanto imbarazzante.
-Ciao papà!- dissero in coro i gemelli Fred e George
-Com’è andata a lavoro?-  continuarono,
-Ciao Harry!- gridò il padre ignorando i figli. Il signor Weasley si sedette a tavola, era un uomo quasi pelato circa un metro e settantacinque, molto magro e portava gli occhiali.
Quella mattina Harry rispose a centinaia di domande tra quelle del suo migliore amico, dei gemelli, dei signori Weasley , persino Percy, che sfoggiava come sempre il suo distintivo da prefetto lucido e brillante, aveva qualcosa da chiedergli. Arrivarono anche le lettere da Hogwarts quella stessa mattina, con scritto l’occorrente per iniziare la scuola.
-Quest’anno sarà dura riuscire a coprire tutte le pese dei libri e le varie cianfrusaglie per Ginny.- disse la madre preoccupata.
-Tranquilla tesoro vedrai che ce la faremo- rassicurò il marito. Harry si sentì un po’ a disagio in quel momento, ma niente in confronto all’incontro con la sua “compagna di stanza”. 

   
 
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