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Autore: jade31    02/11/2012    2 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest "About Renesmee", indetto da __Hilary__ su forum di EFP.
Si tratta di un piccolo momento tra la licantropa Leah Clearwater e l'ibrida Renesmee Cullen, una confessione troppo dolorosa per essere raccontata, ma soprattutto l'inizio di un'amicizia di cui vi lascio immaginae lo sviluppo.
Spero di avervi incuriosito almeno un pò! Detto questo, vi auguro una buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leah Clearweater, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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le impronte dell'anima

Le Impronte Dell'Anima


La spiaggia era ventosa quel giorno e i granelli di sabbia le solleticavano i piedi.

Il tronco su cui sedeva era scomodo e trovare la posizione più corretta per rilassarsi non era un'impresa semplice; ma d'altronde, quando mai c'era stato qualcosa di semplice nella sua vita? In fondo Leah non aveva mai davvero trovato il suo posto nel mondo, nemmeno ora che era la beta di Jacob, lontana da Sam.

Delle risate riecheggiarono non molto lontano e lei si voltò. Non fu sorpresa di vedere il suo alfa con la figlia dei succhiasangue. Renesmee, se non sbagliava.

E chi se ne frega!” pensò.

Ormai dimostrava quindici anni e Jacob le aveva già parlato del suo imprinting, così ora erano sempre insieme. Naturale.

Forse per loro, ma non di certo per Leah.

La mutaforma osservò le loro mani separarsi, mentre lui si voltava e tornava verso la riserva. Solo allora la ragazza si accorse della sua presenza.

I lunghi capelli ramati fluttuavano davanti al viso di porcellana. Fece un cenno verso di lei e le sorrise amichevolmente, ma Leah rivolse velocemente lo sguardo verso il sole morente che tramontava nelle acque. La vampira però non demordette; la sentì incamminarsi verso di sé, con passo talmente leggero da non sembrare nemmeno che toccasse terra.

Si fermò a poca distanza da lei e indicò il posticino ancora vuoto sul tronco.

«Non sembra molto accogliente, ma ti dispiace se mi siedo?»

«Se anche ti dicessi che mi dispiace, credo che non cambierebbe nulla.»

«Probabilmente hai ragione. Sono una persona molto cocciuta.»

«Credimi, non lo avrei mai capito.»

«Di’ un po', sei sempre così simpatica?» La ragazza sorrideva. Leah la ignorò.

Calò il silenzio mentre scivolava accanto a lei. Indossava un abito completamente bianco, corto, che le lasciava scoperte le gambe, pallide e flessuose. Il resto del suo corpo emanava calore. Certo, non lo stesso che possedeva lei, ma quel tepore lieve che ti aleggia intorno, trova un varco e ti entra dentro. Leah vorrebbe fermarlo perché la farebbe sentire bene. Perché le ritornerebbe alla mente che cosa significa essere amata e felice, e non vuole. Se ne vergogna, ma è convinta che l'unico modo per provare ancora quelle sensazioni sia mantenere vivo un ricordo puro, ancora ignaro della crudeltà della vita; un immagine sbiadita da tempo, quello di lei tra le braccia di Sam, quello della vita che le cresceva dentro, spezzata nello stesso istante del suo cuore.

La mutaforma osservò la ragazza e rivide se stessa, secoli prima: solare, testarda, con la vita che le scorreva dentro come fuoco; ma soprattutto innamorata, con l'illusione che sarebbe durato per sempre, come lui le aveva promesso. Leah, per quanto gli altri la considerassero una stronza senza cuore, non augurava alla giovane Cullen la sua sorte; per quanto fossero nemiche naturali, non la augurava a nessuno. Beh, a parte Emily.

«Sai, ho incontrato Emily due giorni fa…» iniziò Renesmee.

«Perfetto, ma, ti prego, non iniziare il solito discorso “è adorabile; oh, è così gentile e disponibile” perché, sul serio, non lo reggerei. Non oggi.»

La ragazza affondò i piedi nella sabbia fresca, poi scoppiò a ridere alzando gli occhi al cielo.

«Sai, in realtà credo di essere l'unica, ma nonostante tutti i suoi sorrisi e le sue gentilezze, non riesco a non trovarla un po' irritante…» Si guardò intorno, come se volesse dire qualcos'altro, poi sbuffò. «Ah, al diavolo! Vuoi la verità? Non la sopporto! Insomma, appena l'ho vista volevo fare dietrofront e tornarmene dritta a casa, anche se probabilmente poi le avrei prese da Sam, ma Jacob mi ha fermato.»

Leah era senza parole, ma si riprese in fretta.

«Beh, era ora che qualcuno non cadesse ai suoi piedi.»

«Deduco che nemmeno a te sta molto simpatica.»

«Deduci bene.»

La lupa rimase impassibile come sempre, ma dentro di lei la tensione si stava lentamente sciogliendo e si permise finalmente di sorridere. Quella Cullen cominciava a piacerle.

«È per via di Sam?»

Leah si ridestò di scatto.

«Chi ti ha parlato di Sam?» Che domande. Di sicuro era stato Jake e lei lo sapeva, ma voleva prendere tempo per ricomporsi. Renesmee sembrò stupita dalla domanda.

«Beh, Jacob mi ha raccontato che tu e Sam stavate insieme ed eravate molto felici. Che stavate per sposarvi quando tua cugina Emily venne a farti visita e Sam ebbe… sì… ecco, l'imprinting con lei.» Abbassò il viso, come se fosse in imbarazzo.

Leah sapeva che si vergognava perché l'imprinting aveva reso migliore la sua vita, ma aveva distrutto la propria. Le dispiaceva che si sentisse così; non era certo colpa sua, ma lei non era lì per consolarla. Aveva già un bel da fare con se stessa.

«Lo eravamo.» La vampira rialzò lo sguardo verso di lei, confusa. «Felici, intendo. Io e Sam eravamo speciali. Non fraintendermi, niente smancerie né comportamenti melensi o appiccicosi, ma c'eravamo l'uno per l'altra, sempre, e non avevamo bisogno di parole o di sguardi; ci bastava il nostro sentimento. Ci legava a chilometri di distanza.» La sua voce sembrava sul punto di spezzarsi, come la corda tesa di un violino.

«Leah, io…»

No, fammi finire. Ora che ho iniziato… io… non posso fermarmi.» Era davvero sull'orlo delle lacrime, ma non le interessava. Non più.

«Quando mi chiese di sposarlo, sentii che sarebbe potuto succedere qualunque cosa, ma niente sarebbe riuscito ad abbattermi.» Si lasciò scappare un sorriso e tenne mentalmente conto che era il terzo dei diciassette che aveva deciso di concedersi da quando Sam le aveva rovinato la vita. Diciassette come gli anni che aveva a quel tempo, come le settimane di vita della creatura che le era stata portata via.

Si passò una mano sul viso per cancellare le tracce salate della propria debolezza.

Renesmee distolse lo sguardo. Non conosceva bene Leah, ma aveva sempre creduto che fosse fredda e che non si lasciasse andare alle emozioni. Solo ora capiva quanto fosse forte la ragazza accanto a lei. La donna accanto a lei.

«Il giorno in cui avrei dovuto dire a Sam che aspettavo suo figlio, il giorno che avrebbe dovuto essere il più bello della mia vita si è rivelato il peggiore. Non solo per colpa di Emily, certo. Però Sam mi ha lasciata a causa sua.» Il suo sguardo ora era freddo, distante, come la sua voce.

«E a causa sua ho perso mio figlio. Quando mi disse di lei e dell'imprinting, mi sentii talmente male che il mio corpo non sopportò la pressione e reagì abortendo spontaneamente. Quando Sam capì ciò che aveva causato, fu sul punto di togliersi la vita.» Renesmee si portò le mani alla bocca, sconvolta.

«Oh, mio Dio, Leah, io non…» Non riuscì a continuare.

«Si gettò dalla rupe, sperando che la caduta e le fratture l'avrebbero ucciso, ma invece è guarito. Lui guarisce sempre. Ed Emily lo ha convinto che non ne valeva la pena. Che non era colpa sua se nostro figlio era morto.» Il disprezzo che la mutaforma emanava colpì la ragazza. Leah non voleva piangere di fronte ad altri per non sentirsi debole, ma in realtà le sue lacrime erano il sintomo di una forza talmente grande da non poter essere immaginata. Renesmee sperava di riuscire ad avere, un giorno, anche solo la metà della sua forza. Ed è con quella che ha ora che trova il coraggio di abbracciare quel giovane e fragile corpo, così vecchio e spento dentro, così fustigato da sofferenze troppo grandi, immeritate.

«Io sarei orgogliosa di avere una madre come te.» La strinse forte, sperando almeno di trasmetterle un po' dell'amore che lei ha avuto da quando è nata. Se avesse perso Jacob, ne sarebbe morta, si sarebbe lasciata in balia del destino. Era felice che a Leah non fosse successo; era felice che lei avesse lottato per sopravvivere; era felice che stesse resistendo. Anche la lupa strinse un po' la presa e sbatté le palpebre, per impedire ad altre lacrime di scivolare giù.

«C'è qualcosa che posso fare per te?»

Leah ci pensò su. Essere felice, avrebbe voluto dirle. Per quanto poco la conoscesse, sapeva che quella ragazza era speciale e doveva avere il meglio. Doveva avere ciò che lei non aveva avuto. Famiglia, amore, affetto, amici.

«No… cioè, forse sì, qualcosa ci sarebbe.»

«Dimmi.» Renesmee si fece attenta, i suoi occhi cioccolato colpiti dalla luce erano qualcosa di spettacolare.

«Beh, magari potresti, ecco… fare un po' l'antipatica con Emily.» Rimase seria per un attimo, poi scoppiò a ridere e Nessie con lei.

«Contaci.»

«Sai, mi piacerebbe se ogni tanto passassi a casa mia, non so, magari per un tè» azzardò la vampira.

Leah tornò sulla difensiva.

«Non lo so, forse non è una buona idea. Sai, con tutti quei succhiasangue…» Rivolse il suo sguardo verso il mare. Nessie abbassò gli occhi, imbarazzata.

«Certo, hai ragione… Che scema, non ci avevo pensato…» È un po' delusa.

«E poi, sai, io odio il tè. Se tu avessi del caffè, allora potremmo riparlarne…» Leah si lascia scappare il suo quarto sorriso. “Volano via così in fretta con lei ” pensa.

Renesmee si illuminò.

«Ne ho a quintali di caffè.» Sorrise sfacciatamente.

La vita le fa un baffo, a questa ragazza.”

In lontananza, riapparve Jacob; si avvicinò alle due.

Che diavolo ci fa Nessie con Leah?!”

«Forse è ora che vada.»

«Già.»

«Allora, quando vuoi. A casa mia.»

«A casa tua.»

«Bene e…» Si chinò perché solo Leah potesse sentire. «Non ti preoccupare, sarò antipatica al punto giusto.» La lupa non si trattenne. Rise.

È così bello poterlo fare di nuovo liberamente. Questa ragazza tira davvero fuori il meglio di chiunque.”

«Ehi, che avete da ridere voi due?» Jacob arrivò dietro Nessie e le strinse le braccia attorno alla vita.

«Niente. Parlavamo.»

«Ah, sì?! E di cosa?»

«Della vita.» La vampira fece l'occhiolino a Leah.

«Ah, interessante. Ora andiamo però. Se non ti riporto a casa subito, tua madre mi scuoia vivo. E sai quanto tengo alla mia pelliccia.»

«Ah ah, d'accordo.» Si voltò indietro prima di andarsene.

«Leah.» La lupa le dedicò la sua attenzione.

«Mi raccomando.» Sorrise.

Sorrise anche Leah. «Contaci.»

Renesmee si voltò e lentamente lei e Jacob svanirono, inghiottiti dall'orizzonte.

Leah osservò il sole inabissarsi tra le acque e l'ultimo raggio di luce alimentò la speranza che forse essere felici non era poi così impossibile.

Verrò, Renesmee.”

Note Dell'Autrice: Allora, che ne pensate? Sono molto curiosa perchè a questa storia ci tengo molto, visto che posso definire Leah il mio personaggio femminile preferito preferito insieme a Rosalie. Se vi è piaciuta, se non vi è piaciuta o se pensate che sarebbe stato meglio aggiungere qualcos'altro, lasciatemi un commentino così che la prossima volta possa migliorare!                                  Grazie mille a tutti coloro che leggeranno e recensiranno!                                                                                                                                                                                                                      Un bacio e alla prossima, Jade31.


   
 
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