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Autore: Nightingale    02/11/2012    1 recensioni
é la prima storia che ho scritto e riguarda principalmente me, Matt Shadows e le mie fantasie su Matt Shadows!:) Ecco uno spezzone di un capitolo più avanti:
"Ali sorrideva contenta,Brian boccheggiava,Zacky mi guardava un po’ confuso mezzo sorridendo e Jhonny con molto tatto non mi fissava proprio,mentre Matt semplicemente non si era ancora voltato a guardarmi."
Spero veramente che vi piaccia! :)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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No, non ci scatenammo in una sessione di sesso su tutte le superfici della stanza, proprio per niente. E fu così incredibilmente perfetto, che quasi non ci credevo. Mi baciò, e lo baciai, e mi ribaciò, e continuammo a baciarci a lungo, finché io non provai a sbatterlo sul letto. Si, non suona troppo elegante, lo so perfettamente, ma la quantità di sensazioni che mi stava facendo provare unita ad una prolungata astinenza da parte della sottoscritta mi aveva portato a desiderare di.. beh, si, di sbatterlo sul letto, e non per fare un pigiama party. E invece niente, come capì le mie peccaminose intenzioni, Matt si scostò lievemente da me, lasciandomi boccheggiante. Che cavolo stava facendo?

<< Rosh.. senti.. per ora io, ecco io preferirei che questa cosa rimanesse fra noi..>>

Che cosa?! Ma mi piglia per il culo? Prima mi dice che gli piaccio e poi mi dice così? Che vuol dire?

<< Matt senti, se non vuoi può essere già tutto finito qui ok? Cioè non voglio che tu ti senta obbligato.. O che io non sia presentabile.. O.. >>  Tutti i miei propositi di fare la donna forte andarono velocemente a  farsi friggere, e sentii le lacrime salirmi agli occhi, la gola stringersi e il petto sprofondare. Merda, possibile che non riuscissi mai a gestire le mie emozioni?

<< Senti, ma tu devi sempre pensare al peggio? Sempre e comunque? >>

A sentire queste parole alzai la testa, e trovai a fissarmi un Matt dall’aria tremendamente sconsolata, con quei suoi maledetti occhi verdi che mi osservavano con dolcezza e un filo di esasperazione.

<< Matt io non penso al peggio, mi tutelo, è diverso. >> Ribattei, lievemente piccata.

<< Beh, prima che tu fraintenda ulteriormente, quello che intendevo dire era solamente che volevo tenere questa cosa per noi per un po’ per vedere come va, così da non dover poi parlare con gli altri se non dovesse funzionare.. Non sono esattamente il massimo della discrezione, lo sai bene anche tu.. Voglio dire, fino a pochi giorni fa ci insultavamo, ora ci baciamo.. Possiamo fare le cose con calma? Vedere se può esserci qualcosa davvero? A me piaci, ma non voglio più.. Non voglio affrettare, ecco. Ti va bene? >>

No che non mi va bene. Che cazzata colossale è? Ti piaccio, mi piaci, dov’è il problema? Mettiamoci insieme, affiggiamo i cartelli, andiamo a comprare gli anelli, corriamo a Las Vegas per sposarci!!! Questi erano i miei pensieri. Ovviamente non li condivisi con lui. Sarei sembrata una mongoloide, oltre che un’assatanata..

<< Si certo certo, ovvio, beh chiaro non avevo capito, ecco.. Raggiungiamo gli altri! >> Borbottai con fare non troppo convinto, e scappai fuori dalla camera dopo avergli lanciato uno dei sorrisi più falsi della storia. Sai, quei sorrisi da “va tutto benissimo” quando in realtà vorresti uccidere qualcuno.

Prima di raggiungere gli altri a cena, passai da camera mia per controllare che la mia faccia avesse il solito aspetto, o meglio, non l’aspetto di chi avesse appena preso una pallonata in faccia, come in realtà mi sentivo in quel momento. La verità è che io avevo sempre odiato quelle mezze cose da “ci frequentiamo ma non lo diciamo a nessuno”, quelle forme di storia ibride che non hanno arte ne parte, e che mi avevano sempre suggerito l’idea di scopate fugaci in un sottoscala, piuttosto che storie vere e proprie. E lì sorgeva il mio vero problema, cioè l’essermi resa conto che Matt mi piaceva, ma mi piaceva veramente e non così, a caso, perché colpita dai suoi muscoli. Come avevo potuto? Fino a due giorni prima praticamente pensavo che non era così antipatico in fondo, e ora sognavo di rotolarmi nel prato con lui, con fiorellini e farfalline che svolazzavano intorno a noi. E mentre io mi facevo i miei film, lui non voleva neanche dirlo agli altri. E non voleva neanche fare l’amore con me! Oh mio dio. Avevo appena pensato di fare l’amore con Matt? Non una scopata, una trombata, un fiki fiki insieme? Oh no. No no no no! C’era decisamente qualcosa che non andava, ed era il mio cervello.

Presa com’ero dai miei problemi, non mi accorsi dei minuti che passavano, finché non sentii suonare il mio cellulare.

<< Pronto? >> risposi, vedendo che era mia sorella.

<< Minchia! Ma dove sei finita! Abbiamo fame! >> guardai la sveglia sul comodino. Le 21? Stiamo scherzando? Ero rimasta ad arrovellarmi su Matt per quasi un’ora? Ma che sfigata!

<< Si, si scusate arrivo! >> uscii velocemente dalla camera e corsi giù per le scale, arrivando tutta trafelata in sala da pranzo. Inutile dirlo, ero l’ultima, e sembrava che fossero tutti pronti a mangiare me, dalle facce che avevano.

<< Rosh.. ma che stavi facendo?! Io ho fame, ho fame da un’ora e qui nessuno ha voluto farmi mangiare finché non fossi arrivata tu! Ti rendi conto? Mi hai quasi fatto morire di inedia! >> Brian mi guardava con odio malcelato, e che potevo dirgli?

<< Haner, sbaglio o intorno al tuo piatto ci sono tipo sei confezioni di grissini vuote? Proprio morto di fame non ti definirei… >> risposi dandogli una pacca sulla testa.

<< Ro’, questo non è cibo, è uno stuzzichino. Io ho fame, vorrei un cinghiale. >> e, così dicendo, si illuminò in viso << ehi, voi che ne dite, lo avranno un cinghiale? >> disse, facendoci scoppiare tutti a ridere.

La cena proseguì in modo abbastanza rilassato, e Brian mangiò anche in modo civile, ma io ero iper impegnata a non incontrare lo sguardo di Matt, che invece sembrava non voler fare altro che fissarmi. Sentivo i suoi occhi addosso, e la cosa mi metteva particolarmente a disagio, facendomi rovesciare due volte il bicchiere, cadere il tovagliolo, distruggere il mio panino smembrandolo così tanto da fare del mio posto una sottospecie di campo di battaglia. Si, dovevo sembrare abbastanza comica, e Jimmy non faceva altro che farmelo notare. Tipo ogni 3 secondi. Pressante, si, abbastanza.

Una volta finita la cena e finite le due bottiglie di vino che praticamente avevo bevuto solo io per sciogliermi un po’, decidemmo di andare in un disco-pub a bere qualcosa. Pessima idea. Veramente pessima. Non appena ci sedemmo, un gruppetto di ragazze si accorse dell’alto contenuto di muscoli che avevano Brian e co, e iniziarono a fare le cretine. Non erano nemmeno antipatiche in realtà, né particolarmente stupide, anzi avrei quasi potuto definirle simpatiche, finché una con cui stavo parlando, tale Veronica, non tirò in ballo un argomento delicato.

<< Ehi, ma Matt.. com’è? Cioè, si dice che sia dotato, parecchio dotato, e che ci sappia fare.. Avrei una mezza idea di provarci.. >> schifo e orrore! Quella immensa vacca stava chiedendo a me consigli su come farsi il mio.. il mio.. frequentatore? Oh, suonava ridicolo, e che potevo dirle? “Giù le mani da quell’uomo! È.. ce l’ha piccolo!” Dio, mi auguravo di no, ma in ogni caso non potevo proprio dire niente, così mi limitai a sorridere e ammiccare.

<< No dai veramente, secondo te ci sta? In fondo non sono da buttare.. >> e così dicendo si dette una sistemata al decolté, mettendo in mostra due meloni. Perché non si potevano definire in altro modo: o  meloni o angurie. O mongolfiere. Oh maledizione, dov’era mia sorella? In casi come questi è lei quella sveglia, io avevo lo spirito di iniziativa di un procione! Mi guardai intorno rapidamente, e la vidi: abbarbicata che in confronto l’edera è larga addosso a Zacky, con sguardo omicida verso tutti gli esseri di sesso femminile del locale. Imbarazzante, ma efficacie. Nessuno aveva puntato Zacky. Ma perché io non potevo fare così con Matt? E perché lui continuava a parlare con Brian, che, si sa, è la più zoccola delle zoccole qui? Se avesse continuato a stare con lui, qualunque donna andasse da Brian si sarebbe trovata davanti anche Matt, che con quella camicia a scacchi era.. era porno, ecco com’era! E gli sarei saltata addosso! E lui non poteva uscire di casa con la camicia… Anzi, dallo sguardo maialoso di Veronica, non poteva proprio uscire di casa!

<< Beh, senti, io Francie andiamo a provarci con quei due maschioni.. Auguraci buona fortuna! >> e così dicendo mi strizzò l’occhio e, orrore e raccapriccio, diresse tutte e due le sue angurie verso Matt, insieme all’amica maggiorata e platinata.

Brian, come le vide avvicinarsi, sgranò gli occhi, che diventarono grandi come quelli di un bambino davanti a Babbo Natale, e diede di gomito a Matt con fare osceno. L’amica platinata si sedette in braccio a Brian, puttano che non era altro, e Veronica accanto a Matt. Troppo accanto. Addossata sarebbe la parola più adatta, ecco. Con quelle due angurie che premevano sul braccio del mio.. amicone. Occazzo, era davvero ridicolo. Che potevo fare? Nulla! Se lui voleva, visto che gli altri non dovevano sapere di noi, un noi che per ora consisteva in un paio di baci, doveva togliersela di dosso da solo. Solo che non se l’era ancora scrollata via. No, ci stava parlando. Le sorrideva. E io sentivo aumentare la tentazione di andare lì e sfracassargli la testa contro il tavolino. Raggiunsi il limite della sopportazione, e del masochismo, quando lei gli diede un rapido bacio sulla spalla. “Ehi” avrei voluto urlarle “quella spalla è mia”. Ma non era mia. Perché si, non era mia, e se questo era il suo modo di vedere se le cose potevano funzionare fra noi, beh, io avevo già visto abbastanza. Improvvisamente l’alcool bevuto e la stanchezza, unita ad una punta di delusione si fecero sentire in massa. Mi alzai lentamente e salutai tutti dicendo che sarei andata in camera mia perché troppo stanca. Nessuno ebbe reazioni strane, segno che la mia faccia doveva sembrare normale, così uscii e mi diressi all’hotel, che fortunatamente stava proprio dietro l’angolo.

Una volta giunta in camera, mi struccai attentamente per non sembrare un panda il mattino dopo e mi infilai nel letto, avvolta nel piumone ed estremamente comoda. E lì iniziai a piangere sommessamente, per la tristezza, per il mio essermi illusa e per quello che Matt stava facendo in quel momento. Mi addormentai in poco tempo, spossata e senza più lacrime.

Nei giorni successivi non mi feci quasi vedere dagli altri, ringraziando mentalmente quelle impreviste giornate libere che mi permettevano di stare un po’ da sola a pensare. Matt cercò di parlarmi più volte, ma venni salvata o dall’intervento inconsapevole di qualcuno, o dal loro agente, che in quei giorni stava loro addosso per organizzare il prossimo concerto e assicurarsi che non facessero cazzate. Ebbi così il tempo di pensare a me, a quello che volevo per me, a cosa era giusto e cosa era sbagliato, e constatai con rammarico che Matt rientrava nella lista dello sbagliato. Avevamo vite diverse, esperienze diverse, interessi diversi.. io studiavo, lui suonava e stava in tour; io avevo problemi con gli esami, lui aveva problemi con le groupie; io volevo una persona che annunciasse al mondo intero che stava con me, lui voleva tenere “per noi” la cosa. Troppe incognite, troppe possibilità che non andasse, troppe diversità fra noi. Anche se, appena ripensavo ai suoi occhi verdi o al suo sorriso da bimbo mi scioglievo. Ma mi convinsi che mi ero presa una cotta adolescenziale, di quelle in cui si idealizza la persona interessata e che spariscono in breve.

Quando venne il giorno di riprendere il tour, ci trovammo di nuovo tutti e sette nel pullman. Io ero nella mia cuccetta a schematizzare un libro per un esame che avrei dovuto sostenere una volta tornata, quando Matt aprì improvvisamente la tendina, facendomi prendere un infarto.

<< Perché mi eviti? >> proruppe con aria esasperata, guardandomi torvo.

<< Perché hai fatto il cretino con quella lì l’altra sera? >> era colpa sua se lo stavo evitando! Come poteva non capire?! Mi guardò con aria confusa.

<< Ma.. non facevo il cretino, era una fan.. Non posso comportarmi in modo diverso.. Gli altri si insospettirebbero.. >> aveva centrato il problema.

<< Matt.. è questo il problema, non vedi? Vogliamo cose diverse.. io non voglio tenere nascosto niente a nessuno, e l’altra sera avrei spaccato la testa a te e a quella lì, e tu.. >>

<< Eri gelosa quindi? >> mi interruppe guardandomi con aria fra lo stupito e il soddisfatto. Era stupido? Io gli parlo seriamente e lui si fissa su ste cavolate?

<< Sanders si, ero gelosa ma non aveva senso perché.. >> non riuscii nuovamente a finire la frase.

Non ci riuscii perché lui mi prese la testa fra le mani e appoggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. E io per un attimo credetti di svenire. Erano morbide, calde, e quel piercing freddo faceva un contrasto delizioso. Iniziai a muovere le mie labbra, per approfondire il bacio, e finalmente le nostre lingue si incontrarono. Mi era mancato. Sembra ridicolo ma mi era mancato baciarlo. Sgusciai fuori dalla cuccetta sempre baciandolo, e lo abbracciai, tenendolo stretto a me, e prendendolo di sorpresa. Si staccò lievemente da me e io mi sentii morire. Di nuovo?

<< Rosh, ma quindi.. noi stiamo insieme? Cioè tu vorresti stare con me? >> mi guardava con aria esitante. Ma non aveva più neuroni? Non gli era forse chiaro? Dovevo fargli un disegnino?

<< Io si.. ma sei tu che non vuoi.. >> lo guardai e lo vidi aprirsi in uno dei suoi sorrisi mozzafiato che adoravo.

<< Certo che voglio! Io pensavo che tu non volessi, che avresti preferito vedere come andava.. >> okay, era un fesso. Un enorme fesso. Ma era il mio fesso, da quel momento in poi. Gli saltai letteralmente addosso, stringendolo a me e baciandolo con passione. Forse sembravo una ninfomane, ma dalla reazione che ebbe sotto i pantaloni non mi sembrò che la cosa gli dispiacesse più di tanto. Feci per sfilargli la maglietta, e mi fermò.

<< Ehi, ehi aspetta.. >> Matt Shadows Sanders che si mette a fare il ritroso? Che? << io non voglio affrettare queste cose.. non con te.. So quello che hai passato e vorrei che la nostra prima volta fosse romantica e non contro una parete del pullman! >> Oh santo Dio, aveva intenzione di mandarmi in bianco di nuovo?!

<< beh potremmo usare anche una cuccetta.. >> provai a tentarlo, dandogli un morsetto al labbro inferiore.

<< Ehi, ninfomane, hai capito quello che intendevo.. non voglio che sia una cosa così.. >> mi sorrise. Ma io lo volevo! E lo volevo lì, e ovunque, da volante del pullman al tetto, l’importante era averlo! Ero troppo allibita per ribattere, così ci baciammo ancora un pochino e poi andammo di là dagli altri, mano nella mano.

Descrivere la reazione che ebbero sarebbe troppo lungo e faticoso, so solo che alla fine avevano tutti deciso di fare una mega festa dopo il concerto che si sarebbe tenuto la sera dopo. Mia sorella non faceva altro che sorridere, sprizzava gioia da tutti i pori, e aveva quell’aria da “io lo sapevo” che mi aveva sempre irritata. Matt era sorridente, e declassava le proposte di triangoli ricevute da Brian di continuo. E io stavo bene, veramente, la sua manona stretta attorno alla mia mi faceva sentire a posto. L’unica cosa che guastava il tutto era la voglia che avevo di lui. Saranno stati i due anni e passa di astinenza, sarà stato che mi attraeva tantissimo, sta di fatto che avevo una continua serie di sconcezze che mi passavano per la testa, distraendomi dal tutto. Ad un certo punto, con la scusa di raccontare una cosa a mia sorella, la presi da parte e la trascinai lontano dagli altri. Rimaste sole, la relazionai su quanto accaduto poco prima, e conclusi con una richiesta.

<< Alis, devi aiutarmi a stuprare Matt. >> Suonò talmente assurda pronunciata con voce seria e con aria ancora più seria, che prima ci guardammo un attimo allibite, poi scoppiammo a ridere e andammo avanti per non so quanto. Io ridevo, ma ero seria. Volevo veramente stuprare Matt.

  
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