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Autore: Evaney Alelyade Eve    02/11/2012    2 recensioni
E' ambientata dopo l'arrivo dei due in Purgatorio! In attesa dell'ottava ci intratteniamo con (im)probabili situations!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nel futuro
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Bestiality.
 



Parole antiche che risuonavano in quel piccolo spiazzo, tra gli alberi nodosi e rinsecchiti del Purgatorio.
Cas serrò gli occhi, gemendo per il dolore: un linguaggio morto che feriva senza pietà le sue orecchie, e pungeva a sangue la sua Grazia. Il linguaggio nato insieme a quel mondo, insieme a quelle anime dannate. Un linguaggio pieno di amarezza, rabbia e sete di vendetta.
Un lampo di luce accecante infiammò d'arancio il mondo celato dalle sue palpebre, e poi ci fu silenzio.
Un silenzio pesante come le pietre; totale come la morte.
Quando riaprì gli occhi, inspirò pesantemente, spaventato e confuso: Dean stringeva tra le mani una lucente lancia argentea, la punta di diamante, decorata con piccoli rami dorati di alloro. L'angelo conosceva bene quel tipo di arma.
- Co-come? - chiese sconvolto, strabuzzando gli occhi, ignorando il dolore alla guancia causato da quel movimento. Dean abbassò lo sguardo su di lui, un sorrisetto sornione e di trionfo stampato sul viso, un luccichio sinistro negli occhi scarlatti.
- Ra-mi-el - mimò con le labbra, e Castiel sentì la sua Grazia tremare per il dolore. Ramiel. Non poteva essere.
- No! - sbottò con il poco di fiato che aveva. La creatura nel corpo di Dean rise.
- Oh, sì! Il povero piccolo Ramiel! Era così ingenuo, e devo dire, così tenero! Delizioso! - si leccò le labbra - Dopo averlo divorato, dopo aver assorbito la sua Grazia, gli abbiamo spiumato le ali e abbiamo rubato le sue armi! Nostra Madre, Eva, era così fiera di noi! Quel pulcino credeva di poterci salvare! -
- L'avete ucciso..- Castiel boccheggiava, sempre più shoccato. Si ricordava bene di Ramiel. Era nato un millennio dopo di lui, ed essendo il più piccolo di tutte le schiere angeliche, l'aveva preso sotto la sua custodia, insegandogli a combattere e a salvare le anime che potevano essere salvate.
- Ovviamente. Voleva salvarti dai Leviatani. Gli è andata decisamente male. Ora, tu sai a cosa serve quest'arma? -

L'Arcangelo Michele discese dal suo trono per dare a suo fratello, Ramiel, un importante compito.
"Ramiel" disse " a te affido la Lancia Divina, portatrice di Punizione e Giustizia. A te il compito di tener lontani dal Purgatorio le anime dannate dei demoni, coloro che una volta erano nostri fratelli e cantavano le Odi al Signore insieme a noi, nel coro alto degli Angeli. A te il compito di ricordare loro la potenza di Dio Onnipotente, Nostro Padre, e di rispedirli nel luogo oscuro e buio che si sono scelti, quando decisero di seguire il Disobbediente."

Cas impallidì.
- Esatto. Non uccide gli angeli, ma infligge loro abbastanza dolore, da fargli desiderare di morire. Ti strapperò le piume una ad una, Castiel. Ci nutriremo della Tua Grazia. Distruggeremo il tuo tramite, e la tua essenza. Come bonus mi terrò il tuo Umano, l'Uomo Retto, e lo cavalcherò fino a consumarlo, risucchiando via tutto ciò che ha. Ne rimarrà solo un'involucro vuoto. - e l'espressione sul suo viso divenen così feroce, così bestiale, che per un attimo l'angelo riuscì a vedere la creatura celata dietro al viso di Dean. Non gli importava di morire, non gli importava di soffrire ed essere torturato, tutto ciò che voleva era salvare Dean da quel mostro. 
Un coro si ringhi e urla si levò tutt'intorno, mentre i mostri che si nascondevano tra gli alberi ululavano il loro consenso, decretavano la condanna a morte di quei due intrusi.
La personificazione della Rabbia, levò in alto la Lancia Divina, sopra la propria testa, lanciando un urlo così selvaggio e crudele, così brutale che avrebbe fatto impallidire persino Guerra, uno dei Quattro Cavalieri.
Un rapido affondo e Castiel urlò con quanto fiato aveva in gola, tremando violentemente mentre la lama attraversava la sua ala sinistra, ferendola gravemente.
- Fa male, Cas?! - domandò, divertita, mentre afferrava una manciata di piume e le tirava fino a strapparle. Urlare era troppo poco per esternare il dolore a quel tipo di violenza. Urlare non era abbastanza.
Castiel smise semplicemente di muoversi, limitandosi a gemere e a tremare con violenza, mentre quel demone colpiva senza pietà e a ripetizione la sua ala, tirando piume, graffiando, a volte mordendo con zanne affilate.
Era come essere violentati, straziati fin dentro le viscere. Era come sentire la propria essenza fatta a pezzi. La sua Grazia sanguinava copiosamente, perdeva la propria luce, la propria forza.
Spezzato e debole soffriva ed implodeva senza aver modo di ribellarsi, avvertendo in tutta quella violenza la rabbia di Dean, e il suo tomento, il rimorso e il dolore, e l'impossibilità di fermarsi. Erano grida mute, grida che Castiel sentiva ugualmente e non poteva fare nulla se non guardare fisso in quegli occhi rossi e pregare il cacciatore di risvegliarsi, se non per lui, almeno per se stesso. Sperava di rivedere quel verde almeno un'ultima volta, mentre sentiva la sua eterna vita angelica scivolare lentamente, sparire piuma per piuma.
- Dean...- esalò, ormai senza fiato. Dean. Dean. Dean.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

   
 
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