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Autore: Gillian_Lightman    02/11/2012    4 recensioni
Certo in molti (me compresa) hanno affrontato il tema dei primi momenti tra Cal e Gillian, quelli del primo bacio...Ma la loro relazione può essere duratura? Riusciranno a tenerla nascosta? Eccomi quindi qui con il seguito di "Sometimes*" per darvi la mia versione! Sconsigliata la lettura a chi non la letto la mia Fiction precedente perchè molte cose vengono date per scontato, come l' identita di Sarah. In questa FF presenterò gli avvenimenti in due parti: 4 mesi dopo l' inizio della relazione e 6 mesi dopo. Chiaramente i guai non mancano mai e i due piccioncini dovranno affrontare non pochi problemi!
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Capitolo 4. Ricatto.
 
 
Era quasi mezzanotte, eppure la pioggia che da questa mattina intaccava incessantemente le strade non sembrava voler diminuire.
La Prius di Cal attrave
rsò a centocinquanta allora il vialetto di casa, mentre le gomme sull’ asfalto facevano schizzare acqua ovunque per stridire violentemente quando questo inchioda  sul colpo, davanti a casa.
Lui e Gill, mentre si avviavano al “bagno di gruppo”, avevano ricevuto una telefonata da Emily…era stata breve e concisa, ma dieci secondi erano bastati per far gelare il sangue nelle vene a suo padre:
“PAPA’! PAPA’ E’… VIENI SUBITO A CASA! QUALCUNO…QUALCUNO HA ROTTO LA FINESTRA CON UN MATTONE E HA LASCIATO UN BIGLIETTO MINATORIO CHE DICE…DICE…PAPA’ TI PREGO TORNA SUBITO A CASA!”.
Dopo trenta secondi Cal e Gill erano in auto, dopo tre minuti (nei quali si saranno procurati per lo meno tre multe in eccesso di velocità) erano arrivati a casa.
Gill si guarda attorno preoccupata: la vetrata che da sul salotto di Cal è sfracellata e grandi pezzi di vetri ricoprono il giardino, quindi devono stare attenti ad entrare.
Voltandosi nota che alle finestre delle case circostanti cè qualche vicino curioso che li sbircia dalla finestra con fare attento, probabilmente allarmato dal rumore del vetro rotto e dalle urla di Emily e Zoe…Ora che ci pensa il mattone poteva anche averle colpite! O i vetri averle tagliate! O peggio il mandante essere entrato in casa! Staranno bene!?
Mentre l’ ansia la assale nuovamente si accorge che Cal sta già correndo verso casa, quindi lo segue.
 
Lightman spalanca la porta guardandosi intorno con terrore, un terrore che solo i padri possono provare.
 “EMILY! ZOE! SONO IO! DOVE SIETE!?”
Per un attimo teme il peggio, poi vede la figlia e la ex moglie emergere abbracciate e sconvolte dalla cucina.
Corre verso di loro per assicurarsi che stiano bene, poi le lascia con Gill dicendo “Arrivo subito”.
Pochi secondi dopo è di ritorno con il suo Revolver: inizia a perquisire la casa stanza per stanza, brandendolo come una matricola dell’ FBI, mentre le tre donne lo guardano spaventate.
 Terminato il minuzioso giro di controllo ritorna da Gill, Emily e Zoe, rivolgendosi alle ultime due:
“Sicure di stare bene?”
Le altre assentirono in silenzio, mentre lui le fissava attento; era evidente che fossero sconvolte, ma a parte questo Cal non aveva riscontrato alcun danno fisico.
Guardando la vetrata sfracellata lo assalì un pensiero che fin ora, preso com’ era ad assicurarsi che Emily stesse bene, non gli era nemmeno passato per la testa.“Il biglietto. Avete detto che attaccato al mattone c’era un biglietto. Dov’è?”
Zoe, quasi con riluttanza, si stacca da Emily per avviarsi in cucina e prendere il foglio, che porge poi all’ ex marito.
Lui lo legge e poi lo passa alla collega, che lo guarda perplessa.

--Dottor Lightman, non scavi, faccia solo il suo lavoro…e alla sua famiglia, o alla sua squadra, non verrà fatto nulla--
 
 
I beati sogni di Sarah furono interrotti, alle due di notte, dal campanello dell’ ingresso.
Le ci vollero alcuni istanti per mettere a fuoco la sua stanza e rendersi conto che qualcuno suonava testardamente alla sua porta.
Assonnata, e alquanto irritata, si alza, si infila una vestaglia e scende le scale maledicendo ‘chicchessia’ a interrompere i suoi sonni.
Scruta i visi dalla finestra: Gillian, Ria e Eli.
Non hanno per niente un bell’ aspetto. La prima sembra essere sveglia già da diverse ore, ma a giudicare dagli sguardi persi degli altri due, capisce che anche loro devono aver subito un risveglio brutale quanto il suo.
Senza esitare oltre, lasciandosi scappare uno sbadiglio, apre la porta “Ragazzi! Che succede?”
E’ Gillian a parlare, con fare deciso “Qualcuno ha minacciato Cal lanciando un mattone contro la sua vetrata mentre Emily e Zoe erano a casa da sole…Diceva di non scavare nelle indagini se ci teneva alla nostra incolumità”.
Ora anche Sarah è del tutto sveglia “COSA? Oh mio Dio, ma Emily e Zoe stanno bene? Dove sono?”
“Stanno bene non preoccuparti, sono solo scosse e adesso stanno riposando; Cal è a casa con loro”.
“Meno male…Ma…Come mai siete venuti in tre per avvisarmi?”
G: “Ecco…”
Questa volta mister ‘senza per sulla lingua’ è più rapido: “Cal non vuole che tu, Gill e Ria restiate sole, quindi se per te non ci sono problemi si fermano da te per la notte; inoltre non voleva lasciare a casa sole Emily e Zoe, quindi mi ha chiesto di accompagnarle”.
Sarà anche una ex agente della CIA addestrata e attenta, ma dopotutto sono le tre di notte anche per lei, quindi ci mette un po’ a registrare e immagazzinare tutte quelle informazioni che il suo collega le ha spiattellato allegramente, come fossero una lista della spesa…
“S-Si d’ accordo entrate pure…Loker vuoi un caffè?”
“No grazie me ne vado a casa, ci vediamo domani. Occhi aperti! Anche se tecnicamente dovreste dormire, quindi i vostri occhi dovrebbero rimanere chiusi, a meno che non siate in uno stato di dormiveglia, per cui…”
“Buonanotte Loker” lo congedano quasi in contemporanea le tre donne, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Credo sia veramente superfluo dire che, ne in casa di Sarah ne in quella di Cal nessuno avrebbe chiuso occhio per quella notte.
 
 
Brutto figlio di puttana, a che gioco stai giocando?”
La mattina seguente Zoe, Gill e Sarah, giunte in ufficio, avevano tentato invano di calmare Cal, che si era avviato furibondo verso il cubo, dove lo stava aspettando James…Il ‘poveretto’ ora era appeso al muro per i vestiti, mentre Lightman gli urlava furibondo a meno di cinque centimetri dalla faccia.
“Cal…Ma di che parli?”
“Non fare il finto tonto con me James non attacca, non più! Mi credevi davvero così imbecille? Pensavi di poter minacciare la mia famiglia e i miei colleghi? IDIOTA! E perché avresti dovuto minacciarmi? Eh? Perché sei colpevole! E io che mi fidavo di te, mentre tu hai allegramente picchiato, sciolto e strangolato quattro donne, quasi cinque! …Ma adesso basta! Ti farò sbattere in galera e parola mia che tra meno di dieci anni ti ritroverai a fissare i volti dei famigliari mentre ti infilano l’ ago nel braccio”
Le colleghe fissavano la scena dalle postazioni fuori dal cubo: entrambi avevano le pupille completamente dilatate, uno per paura, l’ altro per rabbia.
“No Cal…Non è così…Non sono stato io! E non ho ucciso quelle donne…E’…E’ stato Jhon! John Boot! Il mio socio”
Tutti reagiscono con stupore a questa nuova informazione e si voltano verso Zoe, intenta a sfogliare i dossie e le procedure del caso alla ricerca di quel nome.
Z: “John Boot, nato nel 1960 a Georgetown, ora risiede a Chicago, ed è il co-fondatore della “Smith & Boot tran sport”, l’ agenzia di James.”
Gli altri sono alquanto perplessi, ed è Loker il primo ad esporre i dubbi di tutti per forma verbale “Si ma perché non ce lo ha detto subito? E poi durante le indagini l’ accusa non lo ha mai considerato come un sospettato,anzi stando ai rapporti lo ha solo interrogato per saperne di più sulla vita lavorativa di James…Tutto questo non ha senso!”
Ma su questo Sarah trova da ridire: “Beh un senso potrebbe averlo…Ho lavorato ad indagini come queste anni fa, e quando fanno scalpore in questo modo i poliziotti che indagano iniziano ad avere pressioni dai loro capi, che hanno bisogno di un’ idiota da gettare nella fossa dei leoni, ai mass media, per fare bella figura…Ci sono molti indizi a carico di James e quindi è quasi sicuro che la polizia gli si sia attaccata senza mollare la presa,  quasi ignorando gli altri possibili sbocchi dell’ indagine.”
“Dobbiamo parlare con John” conclude Gillian.
“Si ma come?” si intromette Ria “Se anche fosse colpevole, perché mai dovrebbe accettare di farsi interrogare da noi, rischiando di incriminarsi?”
“Perché” ragiona saggiamente Sarah “non lo presenteremo come un’ interrogatorio, ma come un normale ‘controllo’, del tutto legittimo, di un testimone, da parte da Zoe. Penso io all’ interrogatorio”.
“No” dice fermamente Cal, appena uscito dal cubo e ancora furente “In questa indagine condurrò io tutti gli interrogatori”.
Gill lo guarda preoccupata, ma prima che possa proferir parola Sarah lo richiama tranquillamente “Cal. Seguimi per favore.” Poi esce dalla stanza e si dirige verso il suo ufficio.
Quando si chiude la porta alle spalle Lightman la sta fissando: è in attesa.
Così, senza indugiare oltre, gli spiega semplicemente: “Sei il capo e sei il  migliore, su questo non ci sono dubbi…Ma se tu e Gill mi avete assunto come consulente e assegnato come capo di Ria e Eli, sebbene sia sotto di voi, vuol dire che so il fatto mio…E tu hai bisogno di riposare Cal, non dormi da quasi ventiquattro ore! Su James hai un vantaggio perché lo conosci da una vita, quindi è giusto che sia tu a condurre gli interrogatori…Ma di John non sappiamo niente, ne tu ne io…Prendi Gill, andate da qualche parte e rilassati, qui ci penso io.”
Cal la fissa, con aria stanca…E’ proprio una brava amica.
“D’accordo” assentisce “ma voglio essere informato su qualsiasi sviluppo, chiaro?”
“Si capo” conferma Sarah, prima di abbracciarlo velocemente per poi tornare in laboratorio.
 
 
Nonostante Cal abbia seguito il consiglio di Sarah, non riesce a portare Gill a fare un giro da qualche parte, perché questa, con grande insistenza, lo ha costretto ad andare a casa per riposare.
Adesso sono entrambi accoccolati sul divano ed avvolti da una grande coperta, mentre chiacchierano e sonnecchiano.
Cal la stringe per le spalle, portandola vicino a se e dandole un bacio sul capo.
“Mi spiace che in questo periodo abbiamo poco tempo per noi, tesoro”.
Lei solleva lievemente la testa, gli afferra entrambe le guance con le mani e gli da un tenero bacio sulle labbra.
“Non preoccuparti, occupiamoci di questo caso e quando sarà tutto finito…Bhe sono sicura che troveremo un modo per recuperare il tempo perso” conclude maliziosamente, prima di baciarlo ancora. Poi si sistema nell’ incavo della sua spalla, ed entrambi gli stanchi scienziati cadono nel sonno.
 
 
“Salve Signor Boot. Prego, si accomodi”
Mentre questo entra nel cubo e si adagia sulla sedia, Sarah ne approfitta per studiarlo: alto, moro, sulla cinquantina e…Si, decisamente sprezzante, il tipico riccastro belloccio ed esaltato…Non gli avrebbe lasciato scampo.
“Potrebbe ripetermi perché sono qui?” chiede ad un certo punto.
Sarah, che nel frattempo ha preso posto di fronte al sospettato, solleva lo sguardo “Semplice routine” spiega con noncuranza “la difesa vuole controllare personalmente quelle che saranno le deposizioni dei testimoni d’ accusa. Ora mi dica, lei lavora con il signor Smith da…quando?”
Questo ci pensa su “Pff, credo che oramai siano vent’ anni; abbiamo fondato insieme la società nel 1992, e da di li siamo sempre stati soci”
“E…non ci sono mai state controversie tra lei e il suo socio?”
“Solo le normali discussioni fra colleghi, specie all’ inizio quando avevamo bisogno di fondi ed eravamo sempre sotto pressione…Poi con il passare del tempo ci siamo arricchiti notevolmente e abbiamo fatto strada, così i banali motivi di litigio si sono diradati sempre di più…”
Sarah nota che ha un linguaggio molto articolato, ma risponde troppo in fretta…Quasi abbia già provato queste risposte…Sarà stata l’ accusa a suggerirglielo o lo avrà fatto di sua iniziativa, per essere sicuro di non lasciare trapelare un qualcosa di compromettente?
“D’ accordo” prosegue questa “ora, nella sua dichiarazione” mentre sfoglia alcuni documenti “lei ha deposto alcune informazioni circa lo stato mentale del sospettato…Ecco –nelle ultime settimane era sempre più nervoso e irascibile, sembrava sempre pronto a scoppiare-…Sicuro che sia la verità?”
“Certo! Cosa vuole insinuare?”
Più che spaventato era indignato…Stava dicendo la verità.
“Niente, voglio solo assicurarmi che la pubblica accusa non abbia…ecco diciamo influenzato i suoi ricordi nelle ultime settimane”
“Lo considero oltraggioso! James è il mio socio e più grande amico, e se ora sto testimoniando contro di lui è solo perché giustizia deve essere fatta!”
Interpretazione perfetta, se non fosse che Sarah aveva distinto chiaramente un’ ombra di disgusto mentre questi affermava il suo bel rapporto con James.
“Migliori amici ha detto?…Ne è sicuro? Sicuro che non sia successo niente fra lei e il suo socio? Perché da quello che vedo guardandola, non eravate molto in buoni rapporti, o almeno non ultimamente…Vero?”
Deglutizione e pupille dilatate. Centro.
Sarah continua imperterrita “Signor Boot, ultimamente aveva per caso litigato con il sospettato?”
Ma questo non si lascia prendere totalmente dal panico, e per la prima volta in quella ora agisce con testa: “Non credo di essere un sospettato, Signorina Black…Quindi se non ha altre domande inerenti la mia dichiarazione, ma vuole anzi interrogarmi, le suggerisco di contattare il mio avvocato”.
Detto questo si alza e volta, guardandola con sdegno.
Sarah conosce solo una cosa che lo avrebbe trattenuto…Un’ informazione molto preziosa…Ma Cal, il capo, avrebbe approvato? Si trova di fronte ad un bivio, e deve agire velocemente.
“Ehi John…Non vuoi sapere di cosa il tuo caro ‘amico’ ti ha appena accusato?”
Quello frena bruscamente e si rivolta subito “Cos’ ha detto?”
“Mi ha sentita. Si sieda” gli intima ferma la donna.
Questo ‘ubbidisce agli ordini’ e torna al suo posto.
“Ha-Ha detto che James mi ha accusato…Ma di cosa?”
Questi attimi sono vitali, e Sarah lo sa bene. E’ pronta a scrutare qualsiasi suo movimento. Con un solo gesto gli porge due foto: una ritrae la vetrata sfondata di Cal, e l’ altra il biglietto minatorio.
“James gliene attribuisce la colpa”.
Sorpresa, molta sorpresa…E anche…Si, anche paura.
Ma se è sorpreso…?
“Sembra sorpreso, vorrebbe farmi credere che non pensava la avremmo scoperta?”
“Scoperto? Scherza?! Certo che sono sorpreso, perché non ho idea di cosa stiate parlando! Perché avrei dovuto fare una cosa del genere?”
“Perché è lei che ha ucciso quelle donne, e James lo sapeva, così non voleva che collaborassimo con lui” conclude Sarah.
“COSA? E’ IMPAZZITA? VOGLIO IL MIO AVVOCATO”
“Certo, ma nel frattempo io scaverò nel suo passato e scoprirò anche cosa mangiava per pranzo quando andava al liceo, glielo garantisco…E se troveremo del marcio…Bhe sono sicura che hai giurati piacerà parecchio! Per non parlare di tutti i soci che forniscono azioni alla sua società!”
“H-Hei okay aspetti, ASPETTI!”
Sarah sorride, compiaciuta di come funzioni sempre, poi si volta e torna da John.
J: “In passato…Io…Insomma ci sono cose che non vanno rivelate che potrebbero minare la mia reputazione…S-Se collaboro lascerà perdere il mio passato?”
“Si può fare” assentisce Sarah, notando che adesso è decisamente meno attento al registro del suo linguaggio.
“Ecco…Io e James abbiamo avuto una lite una settimana prima che partisse per D.C…Voleva mollarmi, capisce? Dopo vent’ anni di collaborazione voleva mollare la società! Gli affari non andavano bene, così ha utilizzato una scorciatoia nelle nostre vecchie pratiche per beccarsi metà dei soldi e lasciarmi con la compagnia e tutti i debiti…Così io ho usato la stessa scappatoia, ma con un avvocato più bravo, per rigirare la frittata e lasciargli tutti i problemi, mentre io mi beccavo i milioni…”
Quindi ha tirato in ballo John solo per vendicarsi!  Conclude Sarah. MERDA!
“Grazie, può andare” lo congeda freddamente Sarah prima di avviarsi all’ uscita, lasciando nel cubo uno spiazzato e perplesso John.
 
“James ha tirato in ballo John solo per vendicarsi” afferma Loker non appena Sarah varca la soglia della stanza.
“Come sei perspicace!” sbotta quella dando un calcio al divano.
Poi si passa una mano sulla fronte “Scusa Eli…E’ solo che James continua a mentirci…E a Cal questa non piacerà. Non gli piacerà per niente”

 
 
Gill_Lightman: okay, era poco Callian e il caso poco interessante…Ma spero vi andrà lo stesso di lasciare una recensione, positiva o meno.
  
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