Caro Ron,

    inizio questa lettera con due parole:mi manchi.

    Immensamente.

    E' da un mese esatto che non sento il calore di un tuo abbraccio, il sapore di dentifricio alla menta di cui sanno i tuoi baci, il suono della tua voce più acuta del solito quando parli con Rose;

    ammetto scioccamente che mi manca persino il tuo disordine, i tuoi calzini sparsi ovunque per casa e il mio conseguente tono di rimprovero che da più di metà della mia vita riservo solo per te.

    Spero che la tua missione da Auror stia procedendo nel migliore dei modi. Qui a casa e' tutto okay, non preoccuparti.

    Ti scrivo oggi per una ragione piuttosto singolare, un avvenimento che ha scatenato in me una domanda fondamentale.

    Mentre Rose faceva il suo sonnellino pomeridiano, ne ho approfittato per rileggere un vecchio libro di storia della magia, ritrovato in uno scatolone in cantina.

    Non lo leggevo dall'estate del tra il quarto ed il quinto anno di Hogwarts.

    Accidentalmente, mi è caduto di mano ed ho fatto cadere una miriade di foglietti di carta posti da molto tempo tra pagina 8 e pagina 9.

    Il primo che ho raccolto, aveva un aspetto malconcio, con molte orecchiette ai lati e la carta di un colore ormai giallognolo. 

    Custodiva una conversazione molto lunga, scritta con un carattere disordinato e cubitale da una parte e dall'altra da una grafia ordinata e piccina.

    Era una nostra conversazione scritta.

    Mi sono così messa a rileggerla e mi sono ricordata solo allora che quell'estate corrispondeva a quella dell'ordine, di casa Black, della faccia di Tonks che cambiava a suo piacimento, della regola del silenzio per il corridoio per non risvegliare il ritratto della signora Black, delle facce soddisfatte dei gemelli ogni qualvolta riuscissero a Materializzarsi anche solo per quale metro.

    Era QUELL'ESTATE, Ron. Quella in cui tutto cambiò.

    Su quel bigliettino parlavamo di come sarebbe stato il nostro futuro, di come sarebbe stata la nostra vita durante la guerra, su quello che realmente stava succedendo,

    perché tutti in quel periodo volevano tenerci all'oscuro di tutto, per proteggerci sicuramente.

    L'ho letta e riletta quella lettera. Una decina di volte.

    Abbastanza da farmi dimenticare ciò che mi stava attorno.

    Poi quando sono tornata alla realtà, mi sono accorta di aver pianto tanto.

    Non potevamo sapere quante perdite ci sarebbero state, non sapevamo nulla di quante sfide avremmo dovuto affrontare.

    Non sapevamo che quella guerra porta delle conseguenze ancora oggi.

    E dopo il mio pianto, quella domanda fondamentale:da dove prendevamo la speranza, la perseveranza, la grinta per andare avanti, giorno dopo giorno?

    Non so le risposte di Harry, Ginny, Luna, Neville, George, Fred, Tonks, Lupin, Piton e tutti gli altri che hanno combatutto questo, ma so la mia risposta.

    La mia speranza eri tu.

    Tu mi hai sempre capito come nessun altro. Ho iniziato a pensare a te come mia unica fonte di speranza quell'estate.

    Forse ti amavo già abbastanza.

    Poi certo, al sesto anno abbiamo avuto tutti quei problemi, al settimo anno tu te ne sei andato via per settimane,

    ma alla fin fine abbiamo sempre combatutto insieme e tu eri la ragione del mio sorriso prima di ogni notte popolata da incubi e lo eri anche la mattina, quando mi svegliavo preoccupata per l'avvenire.

    Tu eri, sei e sarai sempre la mia migliore speranza, Ronald Weasley.

    E proprio mentre formulavo questa frase, mi sono ritrovata con un altro bigliettino, uno in cui mi scrivevi che tu eri inutile, che eri povero, che eri solo l'amico stupido di Harry Potter.

    Beh, sappi che per me tu sei sempre stato solo Ron.

    Un fantastico testardo utilissimo Ron.

    Ringrazio quel giorno che sul treno di Hogwarts il destino, il fato, Dio, Buddha, Shiva o semplicemente il rospo di Neville ci ha fatto incontrare.

    Non vedo l'ora di riabbracciarti tra 10 giorni.

    Salutami Harry se e' in squadra con te per la missione.

    Tua 'Mione.

    P.S. Rose ha finalmente detto papà indicando una tua foto.