Prompt: Tsunade,
vecchiaia
Titolo: La fiamma della gioventù
Autore: Ruta
Wordcount: 342
Rating: verde
Avvertimenti: flashfic
Note dell’autore: Il titolo ovviamente non è frutto del mio sacco, ma è
una citazione di Gai, anche se dubito fortemente che non si riesca a
riconoscerla appena la si legge xD
La fiamma della
gioventù
Ci
sono giorni in cui non importa quanto liscia appaia la sua pelle o dinamico il
suo corpo.
Ci
sono giorni, semplicemente, in cui la mente è troppo stanca per fingere un’età
che ha smesso di sentire propria già molto tempo prima che il cambiamento
avvenisse nella realtà.
La
verità è che vecchia Tsunade lo è stata ancor prima di diventarlo, molto prima
che le rughe comparissero ai bordi degli occhi e là attecchissero, a ricordo
delle innumerevoli volte in cui li aveva serrati.
La
carne è debole, lo sguardo non mente e il cuore, nell’amarezza di chi non
riesce a dimenticare dopo averci provato a vuoto per anni, non smette le sue
contrazioni infelici. Non si glissa più sulle cose con la stessa prontezza
sciolta e scattante della gioventù, quella autentica data dall’inesperienza e
dal non sapere cosa fosse un dolore, come affrontarlo; passare oltre o
sorvolare è impossibile. Peggio, diventa un privilegio che non è disposta a
concedersi.
I
ricordi, d’altronde, sono tutto quello che ha. Le briciole di quanto resta dei
tempi che furono, sono stati.
È vecchia Tsunade, lo è dentro, lo sente e lo vive; e anche se il suo aspetto
non lo dimostra, basta a ricordarglielo la stanchezza che la opprime sempre più
spesso oramai, la mangia come un tarlo dall’interno. Vecchia lo è diventata il
giorno in cui ha accantonato le speranze di una vita. Da vecchia, però, può
giurare sulle ceneri delle sue che ha seppellito, di difendere quelle dei
ragazzini che le sfarfallano attorno. Sakura e Naruto sono tra questi. Sono
come falene: anelano la fiamma, la inseguiranno fino a bruciarsi e morire
accecati, spegnendosi infine. Le loro, si dice ogni giorno, può fare in modo
che si avverino. Può preservarle, conservarle, metterle al riparo dall’incendio
che è il mondo, alla base della vita stessa.
È
dovere degli adulti proteggere le speranze di chi ancora può sperare nella
disperazione più nera e nel farlo crederci, avere fede in quanto non si ha, ma
si sogna di ottenere. Un giorno e magari, pregando che una volta tanto sia
vero.