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Autore: Ruta    02/11/2012    2 recensioni
Ci sono giorni in cui non importa quanto liscia appaia la sua pelle o dinamico il suo corpo.
Ci sono giorni, semplicemente, in cui la mente è troppo stanca per fingere un’età che ha smesso di sentire propria già molto tempo prima che il cambiamento avvenisse nella realtà.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prompt: Tsunade, vecchiaia
Titolo: La fiamma della gioventù
Autore: Ruta

Wordcount: 342
Rating: verde
Avvertimenti: flashfic
Note dell’autore: Il titolo ovviamente non è frutto del mio sacco, ma è una citazione di Gai, anche se dubito fortemente che non si riesca a riconoscerla appena la si legge xD


 

 

 

 

 

La fiamma della gioventù

 

 

 

 

 

Ci sono giorni in cui non importa quanto liscia appaia la sua pelle o dinamico il suo corpo.
Ci sono giorni, semplicemente, in cui la mente è troppo stanca per fingere un’età che ha smesso di sentire propria già molto tempo prima che il cambiamento avvenisse nella realtà.
La verità è che vecchia Tsunade lo è stata ancor prima di diventarlo, molto prima che le rughe comparissero ai bordi degli occhi e là attecchissero, a ricordo delle innumerevoli volte in cui li aveva serrati.
La carne è debole, lo sguardo non mente e il cuore, nell’amarezza di chi non riesce a dimenticare dopo averci provato a vuoto per anni, non smette le sue contrazioni infelici. Non si glissa più sulle cose con la stessa prontezza sciolta e scattante della gioventù, quella autentica data dall’inesperienza e dal non sapere cosa fosse un dolore, come affrontarlo; passare oltre o sorvolare è impossibile. Peggio, diventa un privilegio che non è disposta a concedersi.
I ricordi, d’altronde, sono tutto quello che ha. Le briciole di quanto resta dei tempi che furono, sono stati.
È vecchia Tsunade, lo è dentro, lo sente e lo vive; e anche se il suo aspetto non lo dimostra, basta a ricordarglielo la stanchezza che la opprime sempre più spesso oramai, la mangia come un tarlo dall’interno. Vecchia lo è diventata il giorno in cui ha accantonato le speranze di una vita. Da vecchia, però, può giurare sulle ceneri delle sue che ha seppellito, di difendere quelle dei ragazzini che le sfarfallano attorno. Sakura e Naruto sono tra questi. Sono come falene: anelano la fiamma, la inseguiranno fino a bruciarsi e morire accecati, spegnendosi infine. Le loro, si dice ogni giorno, può fare in modo che si avverino. Può preservarle, conservarle, metterle al riparo dall’incendio che è il mondo, alla base della vita stessa.
È dovere degli adulti proteggere le speranze di chi ancora può sperare nella disperazione più nera e nel farlo crederci, avere fede in quanto non si ha, ma si sogna di ottenere. Un giorno e magari, pregando che una volta tanto sia vero.


  
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