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Autore: Guminola    02/11/2012    1 recensioni
Mi sentivo in vena e ho iniziato a scrivere le prime cose che mi venivano in mente e visto che abbiamo passato da poco Halloween, ecco a voi una storia adatta!
Buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gakupo Kamui, Miku Hatsune
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai le lezioni e le attività dei club erano finite...e si era già fatta sera...
Miku, la presidentessa del consiglio studentesco, si avviava a casa per cenare con la famiglia; di solito arrivava a casa prima che facesse buio ma stavolta si era trattenuta un po' più del solito a scuola e le strade erano illuminate già dai lampioni.
«Che freddo...» disse la ragazza sospirando mentre una nuvoletta di condensa uscì dalla sua bocca.
Un rumore di passi proveniente da dietro, si avvicinava sempre di più.
La ragazza si girò di scatto ma non vide nulla «Sarà stata la mia immaginazione?»
Arrivata davanti a casa estrasse le chiavi e aprì la porta...
«Sono a casa...» ma non ebbe alcuna risposta «C'è nessuno?»
Salì le scale e entrò in camera sua, o meglio, la camera che condivideva con le sue sorelle Luka e Gumi.
Appoggiò la borsa sul suo letto e uscì dalla camera per dirigersi in bagno, passando davanti alla camera dei suoi fratellini pestiferi più piccoli Rin e Len.
Quasi quasi gli mancavano le urla dei due...entrò in bagno e iniziò a spogliarsi per farsi una doccia.
«Che giornata...mi sono trattenuta troppo a scuola, ma non mi lasciavano un attimo di tregua...»
Entrò in doccia con i capelli lunghi che la coprivano fino alle ginocchia, una volta che aprì l'acqua si sentì un rumore agghiacciante simile a un graffiare sulla lavagna...la cornetta della doccia iniziò a tremare e uscì qualche goccia d'acqua poi un getto di acqua rossa.
«Kyaaaah! Q-questa non è acqua...m-ma sangue!»
Uscì dalla doccia ricoperta di sangue con qualche ciuffo di capelli bagnati davanti al viso...si coprì il corpo con un asciugamano e scese le scale.
Prese il telefono per digitare il numero di un idraulico ma digitando il numero sentì una voce, quasi un sussurro dire «siamo spiacenti, il numero da lei digitato è MORTO!»
Miku si accorse che non aveva sentito la solita frase «il numero da lei digitato è inesistente» ma aveva proprio sentito "morto"...cosa voleva dire? Perché non c'era nessuno in casa ed era uscito sangue dalla doccia?
Il suo cuore continuò a battere senza sosta, sempre più veloce...e non riusciva più a respirare normalmente...all'improvviso la casa restò nel buio più totale e Miku deglutì a fatica...
«Dovrò scendere nel seminterrato per sistemare il contatore» respirò profondamente e prese coraggio per scendere giù.
«Dov'era?» tastò qua e là nel muro finché non lo trovò «eccolo!» le luci si riaccesero e Miku restò senza fiato nel vedere quella scena agghiacciante:
I genitori, Meiko e Kaito, erano lì, o meglio, il loro corpo era lì con gli occhi spalancati e un cavo attorno al collo.
Erano accanto l'uno all'altra e reggevano insieme una lettera, Miku si avvicinò con un po' di esitazione e con mano tremolante prese la lettera:
«Scusaci tesoro, non abbiamo fatto in tempo a mettere in salvo i tuoi fratelli...siamo arrivati troppo tardi, qualcuno è entrato in casa e ci siamo accorti una volta che di loro era restato solo il corpo senza vita...noi adesso ci siamo nascosti di sotto ma tu cerca di metterti in salvo...i soldi sono sotto il nostro materasso, prendi ciò che ti serve e...»
non c'era scritto altro...solo qualche goccia di sangue...
«Madre, Padre...cosa vi hanno fatto?» la ragazza cadde in ginocchio in lacrime per poi crollare raggomitolata accanto ai genitori...
«A-aspetta hanno detto che dovevo mettermi in salvo...» si alzò con fatica per quel grave shock appena subito...
Salì le scale per 2 volte arrivando alla camera dei genitori, si avvicinò al letto per alzare il materasso...
«Tu adesso te ne stai buona qui!»
Miku si girò con un sussulto e vide un uomo alto dai capelli lunghi e viola, vestito con una camicia bianca, dei pantaloni neri dentro a degli stivali lunghi e sulle spalle un mantello nero.
«TU! COSA HAI FATTO AI MIEI GENITORI?! DOVE SONO I MIEI FRATELLI?!»
«hahaha! Sei proprio da prendere in considerazione visto che sei in asciugamano...»
Miku non ricordava di essere ancora coperta solo dall'asciugamano e si vergognò profondamente di essersi fatta vedere da uno sconosciuto in quello stato. Senza pensarci si avventò verso di lui con un posacenere preso velocemente dal comodino, ma lui riuscì a bloccarle il polso prima ancora che lei potesse fare qualcosa
«Troppo lenta, ragazza mia...piuttosto, vuoi salvarti vero? Sai, perché sei un bel bocconcino e potrei lasciarti in vita se diventerai la mia schiava...e sai una cosa? Amo il cosplay quindi potresti anche divertirti nei panni di Maid, Lolita o Nekomimi...»
«Mi fai solo SCHIFO! Non farò mai una cosa del genere!»
«Povera ragazza, avresti potuto almeno recitare...mi dispiace, ma conosci troppe cose ora e devo eliminarti...» si avvicinò con un sorriso che fece rabbrividire la ragazza e da dentro la tasca estrasse un coltello
«Preferisci che sia delicato o vuoi che sia un po' più deciso? Magari a te piace di più la seconda perché dal tuo faccino immagino già che tipo sei...»
«Sei solo un pervertito! LASCIAMI!»
L'uomo si avvicinò a lei prendendola da dietro tenendola per un polso le sussurrò all'orecchio «è un vero peccato che non mi sia potuto divertire con te stasera...o più di una sera» la baciò al collo, sulla spalla e sulla mano.
«Sei troppo carina per finire così...»
«Lasciami, ti prego...» singhiozzò lei.
«Oh, mi fai sentire un mostro così...non è da te Miku...»
«C-come fai a conoscere il mio nome?» deglutì.
«Non ricordi? Il Natale scorso uscimmo in gruppo e tu mi rifiutasti senza pietà...ora ti ho in possesso e posso fare di te ciò che voglio...sai, ho anche un po' delle tue foto...e ora...» avvicinò il coltello al suo collo e le tagliò una ciocca di capelli che era lì accanto «...ho anche un po' dei tuoi capelli...così se non ti va di fare come dico avrò sempre un tuo ricordo...»
«SEI PAZZO, TI DICO! SEI SOLO UN PAZZO!»
«Dai, non fare così, infondo siamo uguali: entrambi siamo senza famiglia...quindi non fare la sciocca e resta con me»
«NO! SMETTILA! NON VOGLIO STARE CON UNO PSICOPATICO!»
«Ma allora non ti piaccio proprio...allora facciamo così: stavolta ti lascio...ma sappi che ogni volta che tu incontri un ragazzo che non sia io, lo faccio fuori e quando vorrai di nuovo vedermi basterà chiamarmi dicendo "Gakupo, amor mio, sono pronta" e io verrò da te e potremmo stare sempre insieme felici e contenti e non ti lascerò più andare...ti saluto...» scomparve nel nulla e Miku crollò a terra non sapendo cosa fosse successo...era solo un brutto sogno? Un incubo?
La puzza di cadavere ormai si sentiva anche lassù e non sapendo più cosa fare si alzò e scese di nuovo dai genitori...
«Mama, Papa...Daisuki» lì accanto trovò una pistola e in preda a troppe emozioni di quella notte gelida sparò un colpo puntando la pistola nella bocca.

   
 
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