I bambini tornavano a casa, entusiasti del bottino guadagnato*, e piano piano le strade divennero sempre più deserte.

Un campanile battè la mezzanotte, il suono delle campane echeggiò nelle tenebre, penetrò le nuvole e si disperse nel cielo, sempre più in alto. 

In quel momento un uomo scuro come un corvo apparve in un vicolo cieco e poco illuminato. A passo svelto girò l'angolo, trovandosi sulla strada principale. 

I lampioni gli illuminavano la via, e lui non ebbe il bisogno di accendere la sua bacchetta. Senza guardarsi attorno continuò a camminare a passo svelto. Dopo qualche metro attraversò la luce di un lampione, mostrando la sua faccia contorta dalla preoccupazione. I suoi occhi scuri, presi dall'ansia, guizzavano da un lato all'altro della strada, la sua bocca si muoveva velocemente bofonchiando e borbottando, mentre lacrime traditrici colavano sul suo collo. 

Il suo nero mantello sfiorava la strada e l'uomo inciampò nella sua stessa veste. Si alzò imprecando, e una volta in piedi strappò il mantello, lasciandolo cadere per terra. Poi proseguì per la strada, guardando ogni casella della posta in cerca dl cognome giusto.

Prinberr... Luxs... Meyes... Potter.

L'uomo nero si arrestò di colpo, spinse il cancelletto cigolante ed entrò nel vialetto. 

La porta era socchiusa e lui si appoggiò sopra di essa, spingendola lentamente. 

Una volta aperta entrò nella casa buia e sfoderò la bacchetta. Mormorò una parola. 

All'ultima lettera l'oggetto che impugnava con tanta fermezza si accese, mandando piccoli bagliori di luce per tutta la casa. Si trovava in una piccola sala, ordinata e ben tenuta. La carta da parati era chiara e si contrastava con il pavimento nero perlaceo.  

L'uomo esitò prima di procedere. Dopo un piccolo passo inciampò un'altra volta.  Sdraiato, con gli occhiali storti e in pigiama, James Potter giaceva a terra... morto. Un misto di timore e disgusto si dipinse sulla faccia dell'estraneo, che all'improvviso salì le scale di corsa, ansante. 

Finita la rampa spalancò la porta con scritto "Harry" ed entrò. Quella minima parte di speranza ancora viva scomparve a quella visione.

Lily Evans non muoveva un muscolo, i capelli rossi le coprivano il volto e i suoi bellissimi occhi verdi trasmettevano solo terrore. Accanto a lei un bambino dormiva in posizione fetale, col pollice in bocca. Severus non riuscì che a provare odio.

Prese imbraccio il neonato e lo spostò nella culla, dalla quale era scappato. 

Poi crollò sul corpo esanime della donna. 

-Lily...svegliati. Sono io, sono Sev. Ti prego...rispondimi! RISPONDIMI! -

Severus alzò lo sguardo, ma nessuno parlò. 

Allora accostò le sue labbra sottili a quelle di lei, gli passò le mani fra i capelli e ne annusò l'odore. 

-Bella come un fiore, vuota come il nulla.- mormorò all'orecchio di Lily.

Lentamente uscì dalla casa, abbandonando il suo Giglio**, aprendo una voragine.

ANGOLINO DI SEV.
Ciao a tutti *sorride a 4679861597856 denti*
Ho provato a riprodurre la visita di Severus la notte che Lily e James morirono.
Ce ne saranno molte in giro, e sicuramente questa sarà un'altra monotona rappresentazione. Ma volevo togliermi questo sfizio. Ora vi spiego i punti che ho segnalato.
* Lily e James morirono la notte di Halloween, perciò ho immaginato i bambini entusiasti dei dolci guadagnati.
** Secondo il Linguaggio Vittoriano Dei Fiori Lily= Giglio. 
Spero che vi sia piaciuta, vorrei delle recensioni :D
Ma solamente.... se saranno critiche,vorrei che teneste conto del lavoro e dell'impegno che io ci ho messo a farlo.
Vostro
   Severus