In The Wardrobe

 
Il suo respiro caldo sul collo le provocava costanti brividi, le sue mani affusolate sui fianchi le bruciavano la pelle sotto la maglietta e le sue cosce che sfioravano le sue le infiammavano il bassoventre.  Sentiva il sangue arrivarle alle orecchie e il cuore le batteva aritmicamente in petto.
- Perché ci siamo messi così? – gli chiese in un rapido sussurro mentre cercava i suoi occhi. Gli vide gli occhi carmini brillare nel buio dell’armadio e nonostante l’oscurità lo vide sorridere.
Soul chinò il capo in sua direzione e accostò le labbra sottili tirate in un ghigno storto al suo orecchio. – Così possiamo parlare – si limitò a soffiare nel suo orecchio.
Per un attimo le girò la testa e la vista le si annebbiò. Non fare la stupida. Maka scrollò le spalle e si allontanò dal corpo caldo di Soul e cercò di guardarlo in volto. Lo vedeva con la fronte corrugata e un mezzo sorriso.
- Maka-chop – bisbigliò Maka colpendo debolmente il ragazzo con il dorso di un libro.
- Perché ti sei portata un libro? – le chiese stizzito – Pensavo saremmo stati solo tu ed io – disse senza pensare, infatti subito dopo aver pronunciato l’ultima parola scostò lo sguardo da quello della ragazza e finse di stare esaminando la situazione nella camera.
- Siamo solo tu ed io. E comunque ho portato il libro per precauzione e, infatti, vedi che l’ho già usato – spiegò serafica la ragazza cercando una posizione più comoda che non le avrebbe distrutto le dita dei piedi.
Soul si girò a guardarla, approfittò di un suo momento di distrazione e afferrò il libro, aprì l’anta e lo buttò sul letto. Si strofinò le mani soddisfatto e la guardò con aria appagata, mentre lei invece lo stava semplicemente fulminando con lo sguardo. Maka arricciò le labbra e incrociò le braccia al petto.
- Ho il tuo piede sull’anca – si lamentò Soul afferrandole il piede nudo in questione e spostandolo leggermente lontano dalla sua anca.
Il calore delle mani di Soul ormai da un po’ la infastidiva. Quando la sfiorava, anche solo quando gli passava il sale a tavola, sentiva il corpo pervaso dai brividi, brividi che per quanto si sforzasse di controllare sfuggivano al suo controllo. Sbuffò più seccata dalle emozioni che stava provando che dal gesto di Soul.
- Ehi, Maka, sicura che vengono? – le chiese appoggiando la testa d’argento al muro con aria annoiata.
- Te l’ho già detto: sono sicura che la mattina, quando siamo a scuola, qualcuno entra in casa e rovista tra le mie cose. Se non ne fossi stata sicura, non sarei rimasta a casa da scuola – precisò gonfiando irritata le guance la ragazza con i codini biondi.
Dandosi una leggera spinta con i gomiti Soul si sbilanciò in avanti e il suo viso finì a pochi centimetri da quello di Maka. – Poterebbe essere Blair. Dì la verità: non è che è solo una scusa per stare con me? Se vuoi passare del tempo insieme potremmo uscire ogni tanto e prenderci un gelato – le disse con gli occhi seri e un sorriso beffardo stampato in viso.
Maka si sentì le guance andare a fuoco, il flusso di sangue alle orecchie s’intensificò e la voce non riusciva a uscirle dalla gola. Strinse i pugni e digrignò i denti arrabbiata. Non è così. Gli occhi iniziarono a bruciarle, più tentava di reprimere i suoi sentimenti più questi venivano a galla; Soul era in torto, lei era certa che qualcuno curiosasse tra le sue cose quando non c’era, eppure non poteva negare di non essere stata felice quando lui si era proposto di aiutarla nella cattura del misterioso ladro.
- Blair la mattina lavora – si limitò a borbottare scostando il viso da quello del ragazzo.
Soul le sorrise contento di averla messa in difficoltà e ritornò al suo posto. L’armadio di Maka non era molto grande e per starci entrambi il ragazzo doveva piegare le lunghe gambe, si passò una mano tra i capelli e ricontrollò fuori.
- Vedi nulla? – gli chiese Maka che non vedeva l’ora di poter uscire da quel maledetto armadio, ma non poteva farlo se prima non scopriva chi invadeva la sua privacy così spudoratamente.
- Io, però, ho voglia di gelato – continuò il discorso di prima Soul ignorando la sua domanda.
- E allora? – chiese stizzita Maka dalla mancanza di una risposta alla sua domanda. Stavano perdendo di vista l’obiettivo, con Soul andava sempre a finire così.
- Tu non hai fame? Dai, andiamo in gelateria, tanto qui non viene nessuno – la incitò Soul mentre si alzava e goffamente usciva dall’armadio.
- E se arriva il ladro? – chiese Maka afferrando la mano che Soul le stava tendendo. Di nuovo i brividi le percorsero la schiena.
Il ragazzo scrollò le spalle e uscì dalla stanza biascicando che la aspettava sulla porta di casa tra dieci minuti.
La ragazza si lasciò cadere sul letto, girò la testa e cercò di fissare nella mente la posizione di ogni oggetto all’interno della sua stanza.
- Maka, dai! – le urlò Soul che era già pronto per uscire.
Alla fine Maka aveva ceduto, aveva indossato le prime cose che aveva trovato, si era rifatta i codini e aveva iniziato a pensare a che gusti prendere.
Proprio quando Soul stava per posare la mano affusolata sulla maniglia, quest’ultima si abbassò da sola. Maka si lasciò scappare un urletto stupito e Soul stese un braccio come protezione per la ragazza.
La porta si aprì cigolando come al solito e apparve sulla soglia la figura di Spirit che vedendoli sbiancò.
- Te lo avevo detto – sussurrò sprezzante Maka a Soul prima di colpire il padre con un portentoso Maka-chop.