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Autore: ElisPan    03/11/2012    0 recensioni
Cosa mai farebbe un ragazzo per salvare la sua donna da un circolo vizioso.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Maglione verde scuro infeltrito ,pantaloni neri, nike verdi, capelli neri pieni di nodi, niente trucco, sguardo vuoto, occhi rossi e gonfi dai mille pianti, testa bassa. E’ questo l’aspetto che ormai presento tutti i santi giorni agli occhi delle persone, a scuola, a casa. Sono distrutta, non fisicamente, sono distrutta dentro!. Il mio cuore, o meglio ciò che è rimasto di esso, adesso ha solo il compito di pompare sangue e nutrire di ossigeno questa pesante carcassa vuota e senza senso, non batte più per  nessuno, almeno non più da quel giorno. Ho allontanato tutti, amici, parenti, compagni di scuola, voglio stare sola,solo questo, non credo di chiedere molto, no?. Sono depressa, arrivo a casa, lancio la cartella dove viene mi chiudo a chiave in camera mia e mi butto sul letto ascoltando musica triste, e iniziano a scendere dalle mie rosee guancie litri di lacrime amare. Piango così tanto che i miei occhi azzurri appaiono rossi a primo impatto, non mangio più, non riesco a concentrarmi sullo studio, non riesco a fare più niente, solo piangere. Neanche dormire mi riesce, a volte sto sveglia tutta la notte a pensare e quando cerco  di addormentarmi i miei incubi fanno si che mi risvegli e non mi riaddormenti più. Non mi riconosco, tutti mi conoscevano come la dolce simpatica Emily, ma forse quell’Emily era morta insieme ai nostri ricordi,  un tempo ero sempre allegra, ridevo e scherzavo con tutti, ero la migliore del mio istituto, i miei mi adoravano, insomma  avevo proprio una vita da invidiare, ‘’perfetta’’ possiamo dire, ma da due mesi a questa parte l’allegrie si è trasformata in pura e amara tristezza, mia mamma è disperata è arrivata a implorarmi di mangiare da dietro la porta, mio padre è più preoccupato di lei, ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui, parlavamo sempre, ma ora non ci sedevamo più sulle scale della nostra veranda a bere limonata e a raccontarci tutto quello che ci succedeva, non adesso, non volevo uscire dalla mia camera già è tanto se uscivo per andare a scuola. Mi sono ridotta pelle e ossa per la molteplicità dei pasti saltati, mi ammalo spesso, ma tanto il dolore fisico si compensava con quello morale, quindi diventava neutro. Non avevo, non trovavo più una ragione per vivere, prima pensavo sempre al futuro adesso penso solo a quei bellissimi momenti passati con il mio vero amore. Avevo trovato il mio principe azzurro, mi sentivo come una principessa con lui, io ero innamorata follemente ma lui? Questa domanda mi ritorna in continuazione in mente, cercavo incessantemente una risposta ma  le persone,no so come, riescono  a "cambiare",a diventare da un giorno all'altro perfetti sconosciuti. A cancellare tutto, insomma .Come se premessero un tasto "reset" e ricominciassero da capo tutto quanto, lui ha fatto questo aveva premuto quel dannatissimo pulsante! E se n’era andato. Un giorno busso alla mia porta, io gli aprii, per fortuna ero sola a casa, e mentre stavo per baciarlo lui si scanso, io rimasi allibita e gli chiesi ‘’Che c’è?’’, ‘’Scusa Emily, devo andarmene da qui, è inutile continuare questa relazione, forse siamo andati troppo oltre, io non voglio una storia duratura, sono uno lupo solitario lo sai… quindi addio Emi’’. Rimasi di pietra. Non potevo crederci, mi stava lasciando se ne stava andando via per sempre, forse avrei dovuto fare qualcosa per farlo restare con me, ma detti di matto. Iniziai ad urlare a piangere, a spingerlo, a lanciargli addosso tutto quello che mi capitava, gli restituii tutto quello che mi aveva regalato in questi mesi, lui cercava in continuazione di calmarmi ‘’ Emily, ti  prego stà calma, Amore..’’.  urlai ‘’amore!?’’ Quale amore non vedo nessuna compagna,  lupo solitario!’’. Incomincia  ad innervosirmi ero arrabbiatissima, sentivo l’ira scorrermi nelle vene, pura e crudele. Quando ad un certo punto, non so che mi prese.. Ma in uno scatto presi il vaso di cristallo, preferito di mia mamma, e glielo scaraventai addosso prendendolo in pieno sulla testa. Lui cadde a terra e inizio a sanguinare paurosamente, caddi a terra anche io e iniziai a piangere come una disperata, mi contorcevo in quella pozza di sangue, e il dolore inizio ad attraversarmi in tutto il corpo. In quel momento arrivo mio padre, e senza dire niente lo portò all’ospedale e mi lascio là, senza speranze, sola e impaurita, convinta dell’idea di essere diventata un mostro. La botta gli causò un grave trauma cerebrale che lo porto alla morte, i medici dicono che non è stata la  botta a causare la sua morte, ma essa aveva solamente dato il colpo di grazia, ad una fine ormai certa. Si voleva allontanare da me per salvarmi, credeva che mi sarei rovinata  entrando in quel circolo vizioso di droga, di cui lui, da tanto tempo ne faceva parte. Voleva solo il mio bene e io per paura di perderlo gli ho tirato un vaso di cristallo in testa.
  
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