Rieccomiiiiii!!!
Tra una verifica di mate ed una
versione…eccomi a voi *__*
X giuly-chan^^: Ovvio che non è finita!!
XDD
X Azu: spero di darti spunti...(voglio
leggere quella ficciiiiii!!!!!!)
X chibymiky: Direi che Ecchan non era
affatto nel personaggio^^…Ma perché non trovare un lato pucci in quell’individuo
così sadico? (e figooo...*ç*)
(Mmm…Sai Envy, non so proprio cosa dire
oggi nel monologo in parentesi…! ndAly) (Ah, bene…ndEnvy) (Come sarebbe a dire
bene??!! NdAly) (Vuol dire che inizi prima la storia^^ ndEnvy) (Ah…-,- questo è
cotto…ndAly) (*__* ndEnvy) (-,- ndAly)
Va’…iniziamo che è
meglio!!!
Dolore
Irresistibile.
Mi manca come l’aria.
Ora che ho iniziato, ne sono
dipendente.
Peggio di una droga.
Questo è l’amore.
***
Buio pesto, nemmeno il benché minimo
sprazzo di luce.
Silenzio tombale, nemmeno una dannata
cicala che intoni il suo monotono stridio.
Immobilità assoluta, nemmeno un alito di
vento.
Come si può percepire la vita in queste
condizioni?
Alice si portò una mano al petto,
assicurandosi che il cuore pulsasse, quella quiete era paragonabile al mutismo
della morte.
Dopo poco tempo il sonno la inghiottì, si
può dire che tutto quel silenzio l’annoiasse.
D’un tratto la ragazza sentì dei rumori
molesti provenire dalla finestra…
“Mhh…vuoi vedere che è
Envy…?”
La ragazza si alzò controvoglia dal letto
ed aprì la finestra.
No, non era Envy.
“Cosa ci fai qui?!”
Domandò la ragazza stupita, rivolgendosi
all’individuo nascosto nell’ombra.
“Ma che domande…”
Alzò la mano e strinse il
pungo
“…Io voglio tutto!”
…il simbolo dell’oroborus appariva chiaro
sul pugno di Greed.
***
Nel laboratorio 5b, c’era una luce soffusa,
un continuo ronzio di alcuni macchinari e qualche liquido in movimento dentro a
delle provette.
Nulla a che vedere con il resto della notte
la fuori.
Alice si svegliò di soprassalto, era
confusa, ricordava solo un poderoso pugno allo stomaco…
Asciugò un rivolo di sangue dal labbro e si
guardò intorno.
Era in una stanza chiusa, l’unico spiraglio
di luce s’infiltrava da sotto la porta.
Era di sicuro al laboratorio, riconosceva
l’odore acido dell’aria… dovuto forse a tutti quei liquidi in
provetta.
Non c’erano finestre e la poca luce non
permetteva di distinguere nulla nel buio.
Tentò di caricare la porta, al terzo
tentativo un cardine cedette…bastò poi un calcio per buttare la porta a
terra.
Era in una parte del laboratorio che non
aveva mai visto, entrò in un corridoio buio costeggiato di strani macchinari, lo
percorse da cima a fondo, ma non trovò nessuna uscita.
***
“Hei, c’è nessuno??”
Envy fece il suo ingresso al laboratorio,
poi seccato dalla desolazione del posto si diresse verso una camera e si
stravaccò su un materasso.
Era lo stesso di quella volta…quando Greed
li aveva “beccati”…
Non riusciva a riposarsi, continuava a
girarsi e rigirarsi, voleva vedere Alice.
“Beh se le faccio una visitina…” commentò
sorridendo maliziosamente…
***
Quei macchinari nascondevano qualcosa, lo
sentiva.
Sembravano vecchie caldaie… per quel che
riusciva a distinguere al buio…
Perché non fare luce?
Alice si concentrò, poi protese un braccio
in avanti e dal palmo uscì una saetta, che però colpì un
macchinario
“Oh cazz…”
Da li cominciò a defluire impetuosamente un
liquido rosso sangue
“La pietra rossa???”
Essa a contatto con l’aria si spezzettava
in miriadi di piccole pietruzze, come quelle che aveva
mangiato…
“E se mangiandone ancora, i miei poteri
aumentassero? Potrei uscire di qui…”
Tentar non nuoce, di
solito.
Ne inghiottì una manciata stando attenta a
non masticarle…
Un urlo terribile spezzò
l’aria
***
Envy sussultò: finestra aperta, letto
vuoto…ma dov’era Ali?
“Magari…è venuta a cercarmi…” disse poco
convinto.
“Tu! Sgorbio!!! Mi devi una
moto!!!”
Greed?
“Cosa ci fai da queste parti stupido
spaccanoci..?” lo canzonò Envy di rimando.
“Te l’ho detto mi devi una moto… comunque
nel frattempo mi sono premesso un anticipo…”
disse Greed sorridendo con un’insana punta
di cattiveria.
“Cos…”
Ad
Envy sembrò che il mondo si fosse fermato, in pochi istanti
realizzò…
“Dov’è Alice?!” urlò stringendo i
pugni.
“Hei, calmati: sembri un cane a cui hanno
tolto l’osso…” disse pacato l’avido uomo…
“Vedi di trovare presto una nuova moto,
intanto considera PAIN un ostaggio.”
(Sottolineò il nome Pain…l’homunculus…non
l’umana.)
“Brutto bastardo! Come hai potuto?! E’ un
homunculus come noi, se iniziamo ad attaccarci briga da soli non so quanto
potremo resistere qui!”
“Mpf…sai cosa m’importa. Oh, non sei
INVIDIOSO, per caso, del fatto che io abbia qualcosa a cui
tieni…”
“Tks!” ringhiò Envy
“Ah, e non ti pare anche variamente strano…
il fatto che tu tenga a qualcuno?”
Era troppo.
Envy si buttò con tutta forza contro Greed,
che prontamente ricoprì il corpo con la corazza iniziando poi a dirigersi verso
il laboratorio, inseguito da Envy che radeva al suolo tutto ciò che gli si
parava davanti…
***
Era successo qualcosa a
Pain…
Forse i suoi poteri erano cresciuti un po’
troppo, e troppo in fretta.
La ragazza si reggeva in piedi a stento,
ansimando pesantemente…
Una strana aura la circondava, saette color
sangue sfrigolavano attorno al suo corpo…
Gli occhi erano vacui, dall’iride rossa e
contornati da occhiaie scure.
Indossava i vestiti da homunculus, ma era
coperta anche da strani simboli rossi.
Si, era successo qualcosa a
Pain.
***
I due homunculus combattevano come dannati,
si uccidevano a vicenda ma senza morire, sputavano sangue e rompevano ossa, ma
senza riportare danni alla fine.
Uno scontro eterno, non ci sarebbe stato ne
vinto ne vincitore.
Erano entrati al laboratorio, non si
curavano certo di far attenzione alle provette o a quant’altro, almeno, non
Envy.
Dire furioso è troppo poco, furibondo
ancora poco, più che l’invidia, sembrava l’ira.
Combatteva con tutta la cattiveria e la
violenza che aveva in corpo, repressa negli ultimi tempi…sfogava tutto quello
che aveva tenuto per se, voleva vedere solo sangue.
D’un tratto un grido pazzesco squarciò il
trambusto dei due.
Un altro…
Ancora…
Pieno di DOLORE.
Envy temeva di avere le
allucinazioni:
Una voragine enorme si era aperta nel
pavimento, da essa usciva fluttuando a mezz’aria Pain circondata da fulmini
color sangue, ora gli occhi erano vuoti, il volto inespressivo e i palmi delle
mani serrati in due pugni.
Anche Greed ne fu
impressionato.
Poi la ragazza sussultò, cadde a terra
stringendosi lo stomaco e tossendo, gridò in preda ad un dolore terribile,
infine sputò delle pietre rosse.
Envy cominciava a
capire.
Tentò di avvicinarsi, ma lei alzò lo
sguardo vuoto e inconsciamente lo colpì con dei fulmini,
Si, inconsciamente: non poteva
controllarsi.
Envy la guardò, voleva…doveva fare
qualcosa.
Non poteva vederla
così.
Soffriva.
Lo testimoniavano delle fredde lacrime che
le rigavano il viso.
“Greed…cosa…?” balbettò
lui
“Te lo giuro mostriciattolo… non ho mai
visto una cosa simile.” Rispose l’uomo senza distogliere lo sguardo dalla
ragazza
Fantastico, no?
Greed si avvicinò un po’, tenendo comunque
una certa distanza
“Pain, mi senti? Rispondi…”
azzardò
Come tutta risposta la ragazza lo fulminò,
facendolo finire a metri di distanza.
Envy si sentiva del tutto impotente, non le
toglieva lo sguardo di dosso, avrebbe voluto, ma non riusciva a non guardarla…
soffriva… soffrivano tutti e due.
Le si avvicinò con calma, arrivato a due
metri ricevette una scarica notevole, ma restò in piedi e
proseguì.
Avanzò ancora ed ancora fu
colpito.
Le arrivò ad un passo di distanza, fu
colpito di nuovo.
Le si inginocchiò davanti facendosi
colpire.
La strinse a se e fu colpito da una scarica
che non intendeva fermarsi.
La stringeva sopportando il
dolore.
Lei con gli occhi sbarrati sembrava non
sentire nulla.
La scarica aumentò di intensità, facendo
urlare Envy.
“…Envy…?”
Pronunciando queste parole la scarica
s’interrusse bruscamente.
“Envy?”
Disse ancora.
“Sono qui…”
La rassicurò lui.
La ragazza chiuse gli occhi, stanca,
stremata dal dolore che la invadeva fino a pochi istanti fa, e crollò tra le
braccia del pallido ragazzo.
Lui la strinse ancora, poi si alzò
tenendola tra le braccia e si diresse con fare serio in una camera, senza
degnare di uno sguardo Greed.
Anche Greed era piuttosto scosso da quanto
era successo, si sentiva responsabile, un po’ amareggiato si diresse in un’altra
stanza.
***
Quanto può essere intenso il
dolore?
Fino a che punto si è costretti ad
urlare?
Quante lacrime devono cadere prima che
cessi?
È dura, veramente
troppo.
Spesso il veder soffrire, causa tanto
dolore quanto quello di chi soffre.
Essere salvati da un abbraccio
però…
…Può ripagare in parte le
sofferenze.
Anche l’ottavo capitolo è
andato!!!
Devo ringraziare Gritz…mi ha dato
l’ispirazione per il capitolo!!!
Diventerai il mio consigliere!!!
XD
GYAHH!!!
Recensiteeeee
XD
Un baciozzo, Aly Chan
:D
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