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Autore: kellinsqueen    03/11/2012    9 recensioni
I due divani di pelle erano occupati da molte persone, tutte circa sulla cinquantina, tra le quali riconobbi i miei parenti più stetti, lo zio Andrew, la zia Emily e mia cugina Mary, di cinque anni. Lei però non era l'unica giovane eccezione seduta su quel divano. I miei occhi si posarono infatti sulla seconda eccezione. Un'eccezione parecchio attraente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uncontrollable

 

Ci eravamo conosciuti solo due settimane prima.

Già, quel magico giorno, che all'inizio, di magico non aveva proprio nulla.

 

Mi lisciai i capelli con una mano, davanti allo specchio. Il mio aspetto non era diverso dal normale, ma c'era qualcosa, non saprei dire cosa di preciso, che mi faceva sentire migliore del solito.

Capita a tutte le ragazze, alcuni giorni, di guardarsi allo specchio e vedersi uguali e diverse allo stesso tempo. Come se qualcosa ci illuminasse da dentro. E quel qualcosa spesso ci cambia la giornata, trasformando la solita smorfia perplessa di quando ci si guarda allo specchio, in un leggero sorriso, che accenna un barlume di sicurezza in noi stesse. Che sussurra piano che siamo belle, piano per paura che quella piacevole sensazione scompaia. Perchè infondo tutte siamo belle a nostro modo, e quel giorno, per la prima volta dopo tanto tempo, mi sentii più o meno bella anche io.

 

Il rumore dell'auto cullava i miei pensieri in modo monotono e ripetitivo. Ero seduta sul sedile dell'auto di mio padre da circa un'ora, e pensai che non sarebbe stata una brutta idea mettere su radici. Infatti mi aspettava una cena di famiglia. Esatto, proprio una cena di famiglia. Quelle che fin da quando ero piccola si svolgevano una volta l'anno, in cui molti parenti, zii e cugini lontani, si riunivano per rivedersi e raccontarsi esperienze varie. Trovavo ridicola l'idea di chiamarle 'cene di famiglia', ogni anno non conoscevo almeno un terzo delle persone invitate, parenti lontani di cui non sapevo nemmeno l'esistenza, e che con aria esageratamente socievole mi facevano complimenti tipo 'ma che carina, che educata'.

Io odiavo quel genere di cena. Iniziava alle sette circa, per finire tra un bicchiere e l'altro, a notte inoltrata. E, senza ombra di dubbio sarebbe stata noiosissima, come ogni anno.

 

Quando arrivammo a casa di mia zia Rose, premetti con l'indice il campanello, e qualche secondo dopo la porta si aprì. Da dietro comparve appunto mia zia, mentre il fascio di luce proveniente dall'interno entrava in contrasto con quella del tramonto e dall'interno della casa si sentiva un allegro chiacchiericcio -ma ciao!! che piacere!- esordì mia zia, guardando ogni membro della mia famiglia, sulla porta. venimmo scortati in salotto, una stanza grande e, come la casa di ogni settantenne, arredata con mobili antichi e vecchio stile, tappeti pesanti e sulle tonalità scure.

I due divani di pelle erano occupati da molte persone, tutte circa sulla cinquantina, tra le quali riconobbi i miei parenti più stetti, lo zio Andrew, la zia Emily e mia cugina Mary, di cinque anni. Lei però non era l'unica giovane eccezione seduta su quel divano. I miei occhi si posarono infatti sulla seconda eccezione. Un'eccezione parecchio attraente.

Doveva avere circa la mia età, e chiacchierava con la piccola Mary, assecondandola con gesti affermativi del capo, coperto da una meravigliosa quantità di ricci castani. Mia zia Rose iniziò le presentazioni, e quando gli occhi del ragazzo incontrarono i miei, rimasi senza fiato. Erano verdi, ma di un verde unico. Potevo esaminare ogni singola sfumatura nocciola all'interno di quelle pupille

Mia zia Rose disse qualcosa, ma sentii solo il suono della sua voce. Ero troppo presa da Lui, per ascoltare le parole che pronunciava, intuibili comunque dal movimento delle sue labbra laccate di rossetto. I miei occhi non abbandonarono un attimo quelle due meraviglie che erano i Suoi, mentre il mio cuore sembrava essersi fermato.

Tutto sembrava essersi fermato, intorno a noi. Lo vidi alzarsi e lisciarsi la maglietta contro gli addominali scolpiti, che fortunatamente potei intravedere grazie a quel gesto casuale.

Una volta in piedi, fece qualche passo verso di me, con un sorriso smagliante che gli si formò con naturalezza. Riuscii a trattenermi dall'arrossire. Non potevo. Non dovevo. E grazie al cielo non successe.

Mi risvegliai dalla potente trance in cui mi aveva fatto cadere solo quando vidi che mi stava porgendo la mano. Sbattendo le palpebre riattivai il cervello e accennai un timido sorriso. Tesi la mano avanti e ricambiai la sua dolce stretta, mentre dei piacevoli brividi mi percorsero, dalla mano a contatto con la sua fino a raggiungere tutto il resto del corpo.

-Harry- disse, e il sentire la sua voce non aiutò a migliorare la mia situazione. Era meravigliosa, roca e dolce allo stesso tempo. Sicuramente la cosa più sensuale che avessi mai sentito.

Mi vergognai di me stessa. Aveva scatenato in me un turbinio di emozioni mai provate solo sorridendomi e dicendomi il suo nome? Ero scema.

-Camilla- risposi, mentre sentii la sua mano lasciare la mia, e una leggera folata gelida investirmi.

Significava forse questo essere innamorati? Oh, non avevo tempo per pensarci. Non volevo sprecare una serata meravigliosa. Da quando definivo una serata tra parenti meravigliosa? Da quando c'era Harry. L'aria era bollente, e il suo corpo rappresentava una pericolosa calamita per me.

Era bellissimo. Degli esserini che non avevo mai sentito mi invadevano fastidiosamente lo stomaco. Non sapevo cos'erano. La gente le chiamava farfalle. Così erano quelle, le farfalle nello stomaco. 'Harry' continuavo a ripetermi mentalmente. 'Perché in un minuto sei diventato il centro dei miei pensieri?'

 

Mi sentii raggelare letteralmente quando sentii la voce di mia zia Rose:- lui è tuo cugino di quinto grado, tesoro.-

il sangue si bloccò nelle mie vene e divenne gelido, così come il cuore perse un battito. I miei occhi si sgranarono, così come quelli di Harry. Rimanemmo per qualche secondo immobili, a guardarci, travolti dalla sorpresa. No, no, no. Non poteva essere. Parenti? No.

Sentii il mondo crollarmi addosso. Quel delizioso sentimento che mi era sbocciato nel petto, doveva essere soppresso? Cugini di quinto grado.

Una ragazza normale non poteva provare Quelle sensazioni per suo cugino di quinto grado. Ero un'illusa, idiota, stupida...stavo per continuare l'elenco mentalmente quando lui si risedette e battendo con la mano sul divano mi invitò accanto a lui. Il cuore iniziò a battere forte, ma mentre prima quei battiti erano terribilmente piacevoli, ora suonavano terribilmente sbagliati.

Non potevo, e non dovevo. Eppure era potente, tanto potente.

Incontrollabile.

 

Erano passate due ore, e la mia situazione non migliorava per nulla. Ogni volta che un brivido mi percorreva quando Harry mi sfiorava, ogni battito più veloce del normale, tentavo di eliminarlo. Tentavo, ma non riuscivo.

Un'amore così era raro nascesse in così poche ore. Eppure se non era amore quello, non sapevo come definirlo. Desiderarlo, desiderare sapere ogni cosa di lui, desiderare vederlo sorridere, vederlo felice. Se solo non ci fosse stata quella fottuta parentela.

Fino a quel momento avevamo chiacchierato, e sempre tenendo d'occhio Mary, avevo scoperto molte cose su di lui. La sua passione per i gatti, per il canto, la scuola che frequentava.

All'improvviso si alzò dal divano, e gli chiesi incerta:- dove vai?- -in bagno- mi rispose appoggiandomi Mary sulle gambe e sorridendomi. -sicuro di sapere dove sia?- continuai, magari aveva bisogno d'aiuto. Fremetti di gioia quando mi rispose ridendo:- veramente non ne ho idea.- risi anche io:- ti accompagno-.

Ricordavo abbastanza bene dove si trovava il bagno, in quell'immensa casa, certamente esagerata per mia zia, che viveva da sola.

Iniziammo a salire le scale, da soli. Tra noi non c'era un silenzio imbarazzante, ma l'aria carica di elettricità minacciava il mo viso di colorarsi di rosso. Durante le chiacchiere di prima ci eravamo conosciuti piuttosto a fondo, non sapendo cos'altro fare. Potevo quasi immaginare cosa pensasse.

Ma nell'istante in cui fummo davanti alla porta del bagno, mi sorprese, lasciandomi spiazzata.

Successe tutto velocemente, ebbi solo un istante per vedere la sua espressione tristemente rassegnata, e vedere la sua mano indugiare sulla mia guancia, che bruciava.

E poi sentii le sue labbra sulle mie, quelle labbra che per ore avevo tanto bramato. Le sentii affondare nelle mie, regalandomi momenti paradisiaci. E al diavolo la lontana parentela.

Ricambiai il bacio con tutta la passione tenuta racchiusa per due, brevi, ore, che mi erano sembrate secoli. Sentii la sua mano percorrermi la guancia, e scendere fino al fianco. Il suo tocco lasciava brividi sulla mia pelle, mentre perdevo rapidamente lucidità. Tracciò il contorno delle mie labbra con la lingua, e il mio cuore sembrò esplodere. Tutto il resto scomparve, solo io e lui, e quel bacio tanto agognato quanto disperato, quanto impossibile. Non seppi quanto tempo durò il bacio, il nostro vortice personale di sentimento, ma ero sicura, erano i momenti più belli della mia vita.

Dopo un po' la passione si calmò, trasformandosi in tenerezza. Le nostre labbra si separarono di un millimetro, mentre i nostri occhi si incrociarono. Teneva ancora le mani sulle mie guance.

Un leggero sorriso spuntò sulle sue labbra, per essere subito seguito dal mio.

Ci mettemmo solo un secondo a renderci conto di quello che avevamo fatto. Io arrossii e lui si allontano di un metro. Quella distanza bastò a scavarmi un buco enorme nel petto. Harry si passò una mano fra quei ricci stupendi, e il mio primo pensiero fu di imitarlo. Ovviamente non lo feci.

Aspettai che parlasse. -io...noi..quello..cioè...non so nemmeno se...- vederlo in difficoltà con le parole mi fece pensare a quanto era dolce. - scusa- disse infine, sospirando. Sapevo a cosa si riferisse, ma glielo domandai comunque:-perchè ti scusi?- mi uscì solo un sussurrò, ma lui sentì. -perchè...cioè...noi...ci siamo appena conosciuti...e poi...bhè...mi sembra ovvio, no?- abbassò gli occhi.

Mi chiedo ancora adesso dove trovai tutto quel coraggio, talmente improbabile. Sputai fuori quelle parole, che facevano davvero fatica ad uscire, e sperai in una sua reazione positiva:- non so cosa senta tu, ma è da quando ti ho visto che...sono...attratta da te. Me penso che non sia solo attrazione. Harry, è stato il bacio più bello della mia vita.-

i suoi occhi verdi si sgranarono, mentre sulle labbra compariva quel sorriso che tanto mi incantava. Si avvicinò di nuovo, e temetti che riuscisse a sentire il battito del mio cuore. Mi imposi di calmarmi. Il suo sorriso non svaniva, doveva essere un buon segno. Si fermò quando ci separavano sì e no due millimetri. -anche per me. Non mi era mai successo prima.- soffiò le parole sulle mie labbra. Non seppi cosa dire. Ero talmente stupita, felice, entusiasta. Innamorata. Schiusi le labbra per dire qualcosa, ma non appena percepii la sua lingua mi dimenticai completamente di quello che dovevo dire. E riprendemmo a baciarci, in segreto, perchè il nostro amore in fondo era impossibile.

 

 

 

Ripensare a quei momenti di due settimane fa, mi faceva sciamare un sacco di farfalle nello stomaco. Io e Harry dopo la cena ci eravamo scritto ogni giorno, semplicemente perchè non riuscivo a stare senza di lui, e a quanto pareva anche per lui era così. Sorrisi solo a pensarlo.

Sentii suonare il campanello, e mia madre aprire alla porta. -ciao Harry!- disse.

sobbalzai. Mi aveva preannunciato il suo arrivo via sms, ma non ero ancora psicologicamente pronta. -è di sopra- la sentii dire ancora. Se solo avesse immaginato che Harry non era lì per far visita alla sua cara cugina di quinto grado, sarebbe rimasta sconvolta. E ci sarebbe sicuramente stato proibito vederci. Aprii la porta della mia camera, pronta ad accoglierlo, e trovai lì davanti il mio angelo. Mi sorrise e mi si avvicinò, fino a sfiorarmi con le labbra l'orecchio. -mi sei mancata- l'aveva detto pianissimo, per non farsi sentire da nessuno. Risposi altrettanto piano, mentre piccoli brividi mi percorrevano:- anche tu.-

ci fiondammo l'uno sulle labbra dell'altra, il desiderio aumentato dai giorni di lontananza. Spinsi con il mio corpo la porta della camera, affinché ci trovassimo dentro. Lui la chiuse alle sue spalle, senza interrompere il bacio. Mi fece delicatamente appoggiare al muro, mentre mi stringeva a sé e continuavamo a dirci tutti quei segreti, esprimibili soltanto tramite baci.

Non avrei mai potuto immaginare cosa sarebbe successo nei secondi che seguirono quei momenti meravigliosi.

 

La porta si spalancò. Entro mia madre, che nel vedere le nostre labbra unite sgranò gli occhi e lasciò cadere a terra il cellulare che aveva in mano, che con un sonoro crack si spaccò sul pavimento. Non mosse un muscolo.

Immediatamente io e Harry ci separammo, mentre lentamente rivolgevo lo sguardo a terra. Non avevo il coraggio di guardarla negli occhi, mi sentivo troppo colpevole.

 

-penso mi dobbiate delle spiegazioni- disse mia madre, pietrificata, mentre sapevo le stesse crescendo dentro una delusione immensa.

Io e Harry ci guardammo. E non potei far altro che sprizzare di gioia quando, ebbi la dimostrazione che mi amava, che non contava niente, tranne io e lui insieme, che non mi avrebbe mai abbandonata, che avrebbe lottato con me per il nostro amore:

Strinse la mia mano nella sua.

 

Angolo autrice:

 

ciao a tutti! :D come potete vedere sono tornata con un'altra One Shot, sperando che vi piaccia :3 l'ho scritta per Camilla, un'altra mia amica carissima xD adora Harry.

ringrazio molto chi ha recensito l'altra volta, se mi lasciaste anche adesso una recensione ne sarei felicissima! :3 fatemi sapere che ne pensate, io mi sono impegnata parecchio, spero il mio sforzo abbia dato i suoi frutti!! a presto!

xx-SheDreamsMalik

  
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