Visioni
Emily prese una foto sua e del padre dal comodino e cominciò a guardarla, restando nella medesima posizione, sdraiata sul proprio letto, con l’indice accarezzò il suo viso, quasi consumato in quella foto.
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-Dovevi essere bello e dolce, un padre perfetto. Non ricordo nulla, otto anni sono trascorsi, mi sento sola qui.
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Arrivò sera, la madre la chiamò a cena. Emily la raggiunse e mangiarono senza rivolgersi la parola, poi Emily proferì
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Com’era papà?
-
La madre rimase per un attimo in silenzio, sbiancò, era come se aver sentito quel nome le avesse fatto paura. Si ricompose e cercò di sorridere
-Gentile.
-Gentile?
-Si, era molto…gentile
-Vuoi farmi credere che l’unico ricordo che hai di lui è.. gentile?
-Mi passi il sale?
-Ma perché non possiamo mai parlare di nulla?
-Non credi di aver parlato a sufficienza?
-Ora basta
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si alzò e tornò in camera sua, si mise a dormire.
Nel bel mezzo della notte la foto del padre con lei in braccio cadde dal comodino facendo un leggero rumore che la svegliò
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Oh, Vieni qui
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La rimise sul comodino e ricominciò a dormire, solo che essa cadde ancora
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Ancora?
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Ripose la foto sul comodino e sentì una voce dolce ma nello stesso tempo tenebrosa, la madre, stava cantando. Emily si alzò, questa volta la voce proveniva dalla cucina. La raggiunse e vide la mamma che sembrava addormentata, ma con le palpebre aperte e il solito sguardo nel vuoto che puliva un coltello. Il coltello? Dove lo aveva visto?
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-devo resistere..
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pensò fra se mentre osservava la madre, e tremava. La madre di Emily posò il coltello sul tavolo, lei rimase nascosta, e ad un tratto spuntò un uomo dal nulla, un uomo mai visto che si avvicinò alla madre e la abbracciò dal dietro.
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chi mai sarà?
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Egli le accarezzava le braccia, e la madre sempre di spalle davanti a lui non sembrava compiaciuta, il contrario…Si avvicinò al tavolo e con lei questo misterioso individuo. Ad un tratto ella afferrò il coltello…
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-Emily hai avuto un altro incubo
-Cosa?
-Eri stesa dietro la cucina, eri a terra e stavi tremando
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Forse erano davvero dei sogni. No. Visioni, erano visioni…rappresentavano qualcosa
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-Mamma?
-si?
-Qui oltre a te e papà ha mai vissuto nessun altro?
-No tesoro
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La sera dopo si verificò un altro fatto: Emily sentì delle urla, ancora.. il giardino. Ormai era consapevole che ciò che sentiva o vedeva l’avrebbe riportata ad un dialogo con la madre, poiché non era realtà. Scese in giardino e le urla la portarono all’altalena. Pioveva, quella notte milioni di gocce toccavano il terreno, e l’uomo misterioso era accanto a sua madre. Ella con il coltello era fuggita sino lì e a quanto pare l’uomo si era accorto di ciò che voleva fargli.
…Una luce tremenda offuscò la scena
Emily cominciò a vedere immagini veloci, solo quelle, il coltello, l’uomo la madre urlante, poi ancora il coltello e l’uomo steso sull’altalena con il coltello nel cuore…
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La mattina dopo si risvegliò a terra in giardino e corse in casa,
-Emily..
-Mamma dev…devo devo..
-cosa succede?
-vattene
-Emily cosa dici?
-VAI VIA
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così dicendo corse nella sua stanza, prese il proprio orsacchiotto e mise tutto in una borsa di cuoio.
-Voglio andare via…
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Non fu così facile…
Ciao
ancora! Mi scuso per il penultimo scritto, davvero era
messo giù male! Ma cercherò di correggermi. In ogni
caso voglio ringraziarvi ancora tutti, e informarvi che il prossimo sarà
l’ultimo capitolo perché rischio di dimenticare quello che mi è venuto in mente
(hehe) comunque.. vi
anticipo che il finale non sarà nulla di buono! Tenterò di farlo soft ma la vedo difficile! A presto un bacio