- che hai?-
- nulla…-
I kunai avevano smesso di sibilare dopo tutto
quell’orrore.Sakura portò una mano alla fronte, accarezzandosi le
tempie.
Socchiuse gli occhi stanchi e sospirò.
- che hai Sakura-chan?-
chiese una voce allegra, mentre qualcuno, da lontano, soffocava un grido.
-
Niente…- sorrise lei, imbrattandosi le mani nella larga ferita che squarciava il
petto del ragazzo.
- Naruto, visto che sei allegro…chiedi alla Volpe se
stasera mi facilita un po’ le cose… c’è Kiba che guaisce come un cagnolino
ferito. Devo proprio andare…-
- Kiba non guaisce, al massimo frigna come un
ragazzina..- rispose lui, alzando la voce, ottenendo per risposta qualche
maledizione urlata al vento.
- Vedi Sakura-chan, Kiba sta benissimo!-
-
Sei il solito baka Naruto-kun…- sibilò lei, chiudendo la ferita
- Ora vedi di
rimetterti in fretta…- gli accarezzò i capelli sporchi e
impolverati
- che
hai?-
- nulla…-
La notte era scesa anche in quell’angolo di nulla.
Sakura portò le mani al
vestito, lasciandovi impresse due profonde macchie rosse.
- non piangere
Akamaru.. . per ora dorme…-
L’enorme cane immerse la testa sotto il corpo del
ragazzo, che ora, notò Sakura, sembrava davvero leggero.
- non puoi fare
davvero altro per lui?-
Sakura voltò la testa con uno sguardo
indifferente.
La ragazza che le porgeva un panno bagnato tremava.
Era
sempre stata una debole.
- no Hinata. E non piangere.-
La ragazza abbassò
gli occhi nivei, accarezzando il volto dell’Inuzuka.
- se puoi…ti prego,
salvalo…-
- ti ha protetta no?!...non è bello essere protette da qualcuno
che ti ama?...almeno qualcuno ti ama Hinata.- pensò Sakura, allontanandosi
dal corpo quasi completamente
esanime.
- che
hai?-
- nulla…-
- Si vede qualcosa?-
- No. Sembra se ne siano andati. Che
terribile seccatura.-
Il ragazzo si accasciò sul tronco sul quale era
appollaiato da ore ormai.
- E dimmi Sakura…Kiba…-
- Ancora no Shikamaru-
rispose Sakura, allentando i lacci degli stivaletti.
- Puzzi di cane e
sangue- Neji, si avvicinò alla ragazza, ondeggiando il braccio ferito.
Sakura
stampò sulle labbra un’espressione di disgusto.
-… e non ho chakra per curare
qualcuno gentile come te, Neji…-
il ragazzo si avvicinò a Shikamaru, che gli
porse delle bende pulite.
- Ma che hai Sakura?-
- Niente- sorrise ancora
la ragazza, scendendo verso il cumulo di terra che avevano reso un momentaneo
nascondiglio per la notte.
- che
hai?-
- nulla…-
- ha ragione, puzzo davvero di cane e sangue- sussurrò lei, gettandosi sotto
una delle coperte
- …dovrei darmi una lavata, appena uscita da
quest’inferno.- portò le mani dietro la nuca, fissando le poche nubi che
ferivano la volta celeste.
Nubi rosse davanti ad una luna rossa.
- che
fantasia stasera è?- Naruto si accasciò accanto a lei, massaggiandosi la ferita
quasi completamente rimarginata.
- Per cosa?-
- Il cielo Sakura, tutto
questo rosso…a Sasuke piacerebbe…-
- Di Sasuke ne ho abbastanza per oggi,
Naruto-kun- si voltò nella coperta, accompagnata solo dal suono delle foglie che
scricchiolavano sotto di lei.
- Sakura…-
- Niente Naruto. Non ho
niente.-
- Scusami…vado da Hinata. È molto tesa-
- Si. Io
riposo.-
- che
hai?-
- nulla…-
Riposare era davvero una parola che a Sakura da anni ormai non
piaceva.
Perché riposare era abbandonare ogni sensazione.
E perché
riposare era smettere temporaneamente di pensare.
Ma quando la sua testa non
era impegnata in qualche complicato pensiero, allora era più difficile
rispondere a quella semplice domanda.
- che hai Sakura?-
- che hai?-
- nulla…-
- Sakura, Kiba sembra essere peggiorato-
La mano le stringeva la spalla convulsamente.
- eccomi…-
Le sue labbra secche trassero qualche profondo respiro ma a Neji sembrò che
la ragazza annaspasse.
Forse proprio per questo, o perché lui Sakura non la
capiva proprio,che si trattenne dal farle quella domanda.
- che hai?-
- nulla…-
Hinata gli passava un panno sulla fronte accaldata.
- non respira bene…-
le sussurrò, quando la ragazza le si inginocchiò accanto.
- …dobbiamo
portarlo al villaggio. Qui non possiamo far altro che…-
- …vederlo morire?-
aggiunse Shikamaru, accendendosi una sigaretta
- si.- concluse lei, spostando
lo sguardo sul moro
Era sempre stato più intelligente e spregiudicato degli
altri.
Per questo Sakura lo apprezzava. E lo odiava.
- Sakura, tu hai già
fatto molto. Occupati di Neji.- Nara si allontanò verso l’albero dove ora,
appena nascosto tra le fronde, vi era Naruto.
- che hai?-
- nulla…-
Sakura si avvicinò al ragazzo che sembrava dormire appoggiato con la sola
schiena al tronco di un albero.
- ora hai persino del chakra per me?- sorrise
beffardo, mentre lei gli sollevava l’orlo della camicia imbrattata.
- Zitto e
pensa a guarire- sorrise lei, illuminando attorno a sé di quella calda luce
verde.
I minuti passarono nel silenzio più assordante.
I cuori battevano,
come sempre, con ritmi diversi.
- bene… ora puoi tornare a spaventare i
cattivi- gli disse, tirando via della polvere dalla gonna.
Neji mugugnò
qualcosa di indefinibile, prima di lasciarla sola.
Lei si appoggiò al tronco, cercando il calore che lo Hyuga vi aveva
impresso.
Socchiuse gli occhi sempre più stanchi e lasciò che il tempo
scivolasse attorno a lei.
Doveva farsi una doccia. Comprare dei fiori
freschi. Visitare Kakashi-sensei.
Aveva davvero tanto da fare una volta
tornata a Konoha.
Sospirò rumorosamente, portandosi le mani alle
tempie.
- KIBAAAAA…-
L’urlo si perse nella nebbia.
Sakura mosse solo un sopracciglio prima di
portarsi le mani alle orecchie.
Ora che era sola.
A lei la morte non
piaceva.
Non le era mai piaciuta.
Serrò gli occhi asciutti e contrasse la
bocca in una smorfia.
Strinse le ginocchia al petto.
Non voleva.
- Hinata, calmati…-
Troppi pianti.
Sakura aveva smesso di piangere.
Lei che aveva pianto
tanto
[lei che aveva pianto troppo] .
Lei detestava ascoltare i
singhiozzi ritmici di Hinata.
- che succede?-
Occhi spenti.
Occhi grigi.
- Kiba è…- sospirò
Naruto, stringendo al petto la fragile Hinata.
Tanto fragile che, si accorse
di pensare Sakura, ancora niente l’aveva toccata.
- dov’è Neji?- chiese la
kunoichi con occhi freddi e grigi.
- Dobbiamo andarcene di qui, ormai è
inutile restare-
In cinque osservavano il viso freddo di Kiba.
Nessun
dolore.
Solo angoscia.
Perché, era normale, il corpo sarebbe dovuto
rimanere lì.
- che hai?-
- nulla…-
Hinata singhiozzava ancora in un angolo, accoccolata al petto di
Naruto.
Neji e Shikamaru scavavano un fossa profonda, con i volti accaldati e
le mani sanguinanti.
Hinata singhiozzava.
Neji e Shikamaru scavavano.
- che hai?-
- nulla…-
Forse per questo nessuno si accorse di Sakura.
Hinata
singhiozzava.
Neji e Shikamaru scavavano.
Qualcuno di loro sussurrava
qualche frase ad Akamaru, che in un angolo vegliava.
Senza piangere né
lamentarsi.
Come morto.
- ora è felice.-
- ora non soffre.-
Forse è perché erano tutti impegnati a parlare della morte che nessuno si
accorse di Sakura.
Hinata si era addormentata sul petto di Naruto.
Naruto
muoveva, senza emettere alcun suono, le labbra spaccate, mormorando di un certo
cagnaccio puzzolente che ora se ne era andato.
Che ora, in mezzo la foresta,
li aveva lasciati soli.
Neji si era lasciato scivolare a terra, accanto la
fossa.
Teneva una mano stretta attorno al braccio ferito, con lo sguardo
basso e il sudore sulla fronte.
Shikamaru aveva trascinato il corpo fino al
limite della fossa.
Lo fissava con sguardo lucido, chiedendosi ancora cosa
avrebbe detto a colei che attendeva Kiba a Konoha.
Forse è perché ognuno
aveva troppi pensieri sulla morte, che nessuno si accorse di Sakura.
- che hai?-
- nulla…-
Sakura odiava la puzza di sangue e cane che aveva addosso.
È per questo
che si era allontanata.
Doveva levarsi la puzza di Kiba da dosso.
Doveva
levarsi la puzza di sangue che aveva addosso.
Forse è perché Sakura non aveva mai niente che nessuno si accorse di
lei.
È perché non aveva proprio mai niente che quando il sole sorse Naruto
non la vide.
Ma non si preoccupò.
Sakura non aveva mai niente.
Sakura, sull’orlo di quel precipizio si accorse che dopo quella
notte lei non aveva davvero più niente.
Perché quella notte, nello stridere
della battaglia, i suoi occhi lo avevano visto.
Freddo, spietato e
assassino.
Come mai i suoi occhi avevano visto l’amato Sasuke-kun.
Che era
solo freddo, spietato e assassino.
Forse è perché troppe volte gli avevano
fatto quella
domanda
- che hai?-
Che ormai la sua bocca si muoveva senza alcun
controllo.
- niente-
Era naturale non avere, non provare niente per
lei.
Sakura si specchiò nel freddo e grigio cielo del mattino.
Avrebbe
voluto essere ancora a Konoha
Avrebbe voluto ascoltare la voce di Kiba urlare
a Naruto
- sei troppo lento Volpino-
- senti chi parla
cagnaccio-
Avrebbe voluto osservare il volto distaccato ma divertito di
Neji.
Avrebbe voluto riflettersi nello sguardo innamorato di Hinata, che
seguiva placidamente i movimenti di Naruto.
Avrebbe voluto sfidarsi con
Shikamaru. Era bravo con gli indovinelli. Per questo Sakura lo ammirava. Ma era
dannatamente bravo negli indovinelli. Per questo Sakura lo detestava.
Avrebbe
voluto credere ancora che Sasuke sarebbe tornato.
Lo aveva creduto Sakura, ondeggiando tra i rami di quella foresta.
Non era
tranquilla
[Questo mai]
ma accanto a Neji, che sorrideva soddisfatto,
dietro a Naruto
e Kiba, che si rincorrevano,
davanti a Hinata, che fissava Naruto,
parlando con Shikamaru, quel maledetto genio,
si era calmata.
Forse
perché erano tutti
tranquilli.
[E questo non accadeva mai].
- che hai?-
- nulla…-
Si chiese Sakura se valesse la pena tornare indietro.
Si voltò verso al
boscaglia, dove giaceva quel cumulo di pietre, che Shikamaru aveva scelto come
nascondiglio.
Si chiese se ora che Kiba era morto e Neji guarito, il suo
ritorno fosse valso a qualcosa.
Ma soprattutto si chiese perché tutti
continuavano ossessivamente a ripeterle
- che hai
Sakura?-
Tutti.
Tranne uno.
- che hai?-
- nulla…-
Ma la tranquillità era finita fin troppo presto.
Sakura stava
pensando.
[cavolo Shikamaru, stavolta non ci arrivo proprio]
Naruto stava
ridendo.
[
ma se ti lancio un bastoncino, corri e me lo riporti indietro, Fido?]
Hinata
stava
arrossendo
[Naruto-kun…]
e nessuno si era accorto della notte.
Che era
arrivata.
Vestita di bianco.
Con i capelli scuri e sottili mossi dal
vento.
Con gli occhi rossi come la luna.
Ma la tranquillità era
finita troppo presto.
Era iniziata quella battaglia.
Senza sapere cosa
l’avesse scatenata.
Ed era scesa la notte.
- perché Sas’ke?-
Sakura lasciò che le gambe penzolassero nel vuoto.
Si
voltò ancora.
Ma nessuno la cercava.
Lei non aveva niente.
Lei non era
niente.
Forse è solo per questo che Sakura si chiese se valesse davvero la
pena continuare a credere in qualcosa o in se stessa dopo quella notte.
Forse è perché Sakura stava pensando, perché Naruto stava ridendo e Hinata
arrossendo che la notte scese così velocemente.
Sakura ricordava di aver
visto calare il sole.
Era ancora troppo caldo.
Aveva tanto desiderato un
po’ di fresco.
Shikamaru si era asciugato con una mano la fronte e le aveva
sorriso
beffardo.
[questa volta ti ho battuto Haruno]
Kiba era saltato su Akamaru che
scodinzolava
felice
[ridi
volpino, che avrai tempo di piangere quando ti avrò preso]
Neji aveva chiuso
i suoi pallidi
occhi.
[non la finirete mai di litigare voi due?]
Forse era perché tutti pensavano
alla vita e alla luce che nessuno si accorse della notte.
E la notte scese come una coltre pesante.
Si impossessò dei loro corpi
come un bambino viziato con le sue bambole.
Forse è perché nessuno aveva
paura che scese la notte più spaventosa.
Sakura smise di pensare quando i suoi occhi incrociarono la lama di
Lui.
Naruto smise di ridere quando vide la sagoma della Notte.
Hinata
smise di arrossire quando un kunai le sfiorò la fronte.
- dannazione, è una trappola! Al riparo!- Neji aveva urlato, questo lo
ricordavano tutti.
Ma forse il fiato gli manco in gola, quando il primo colpo
trafisse il sottile corpo di Hinata.
Naruto distolse lo sguardo da
Lui.
Quella sfida non valeva la sua vita.
Corse Naruto.
Combatté
Sakura.
Lottò Shikamaru.
Forse è per questo che quella notte scese come
una coltre pensante.
- Neji, guardami le spalle!- Sakura si avvicinò al compagno, che, con i
capelli lunghi sciolti attorno al viso, lottava contro nemici
invisibili
- Sakura non fare sciocchezze…difendi la posizione- era un
ordine chiaro e perentorio.
Neji non ammetteva mai repliche.
Ma la sagoma
si confondeva con la notte più nera.
Ma la sagoma sembrava sparire,
illuminata solo da quei terribili occhi rossi.
E Sakura conosceva fin troppo
bene quei dannati occhi.
- Sas’ke-kun- fu un sospiro, un lieve battito
di un cuore stanco anche solo di sperare.
Non poteva permettere che la notte
lo portasse via ancora.
E ancora.
E ancora.
Come in tutti i suoi
incubi.
Sakura era stanca dei suoi incubi.
Kiba giacque riverso al suolo.
Forse fu perché Naruto aveva smesso di lottare, forse perché Hinata era corsa verso di lui ansimante, forse perché Kiba aveva visto la lama insanguinata di Sasuke rivolta alla gola della Hyuga o forse semplicemente perché il caso volle così.
Kiba giacque riverso al suolo.
Hinata voltò il pallido viso verso di lui.
Lui la fissò con occhi
stanchi.
Sakura lo vide sussurrare il suo nome.
Forse non la amava
più.
Forse si era rassegnato.
Forse aveva capito.
Forse si era
arreso.
Ma Sakura lo vide ancora sussurrare il suo nome prima di
svenire.
Colpito da una spada rivolta alla gola di Hinata.
Forse anche per
questo Sakura si allontanò da Neji.
- Naruto!-
Anche Naruto aveva smesso di lottare.
Sakura sentì
un nodo salirle verso la gola ed arrestarsi sulle labbra.
Tentò ancora di
ripetere quel nome.
La dava sempre sicurezza.
Ma ora era a terra, come
morto.
Forse morto.
Strinse i pugni serrando gli occhi.
- perché
Sas’ke?!-
Ma Sasuke non parlava.
Sasuke era una notte troppo fredda.
Non era
possibile resisterle.
Questo pensava Sakura, sferrando colpi tra la nebbia
fitta.
- Sas’ke… non sono una bambina Sas’ke. Combatti-
Troppo fredda quella notte.
Nessuno poteva resisterle.
Ma Sakura aveva sentito le grida di Neji, i boati delle trappole di
Shikamaru, i lamenti di Akamaru.
Ma Sakura voleva solo che quella notte i
suoi incubi finissero.
Per sempre.
Sakura vide riflessi in una pozza i timidi raggi solari.
Tiepidi, rosati,
rossastri, giocavano con la densa superficie della macchia a rincorrersi, a
sfiorarsi, a lasciarsi.
Un senso di nausea le salì alla gola.
Non era una
semplice pozza.
Era sangue.
Sakura si chiese perché una cosa così bella
dovesse essere anche così terribile.
Sorrise.
Tutto questo le ricordava
Sasuke, infondo.
Sakura vide la katana abbattersi sul suo capo e si gettò tra la fitta
boscaglia.
Sospirò lentamente, accarezzandosi il braccio
indebolito.
Osservò attentamente la zona distrutta dai suoi pugni
violenti.
- Ti stai stancando inutilmente…- si sgridò, increspando il
sorriso in un ghigno.
Sasuke la fissava attraverso le foglie
caduche.
Forse anche per questo si gettò di nuovo in un combattimento cieco e
senza scopo.
Ma Sakura voleva che i suoi incubi finissero.
Non avrebbe permesso alla notte di portarlo di nuovo via da lei.
Forse se lei gli avesse solo chiesto di tornare, quella notte sarebbe stata
diversa dalle altre.
Forse se lui l’avesse solo guardata davvero, quella
notte sarebbe stata diversa dalle altre.
O forse sarebbe stata sempre la
solita notte.
Lui non le avrebbe risposto, abbassando lo sguardo
carminio.
Lei sarebbe avvampata di rabbia. Nessuno si permetteva più di
leggerle dentro.
Tutti si limitavano solo a quel " che hai
Sakura-chan?"
Forse è proprio per questo che quando Sakura lo bloccò a terra
tutto cambiò.
Sakura sporse le mani verso il precipizio, come in un fantastico volo.
Si
era chiesta tante volte cosa volesse dire volare davvero.
Come un uccello o
una farfalla.
Non per vedere tutto dall’alto o per sentirsi libera.
O no,
questo Sakura non lo desiderava affatto.
Lei voleva solo provare ad
allontanarsi.
Sorrise quando il vento le scompigliò i capelli.
Per poco
sperò che quel vento portasse via l’odore di cane e sangue.
L’odore di
Kiba.
L’odore del sudore della battaglia.
L’odore di Lui.
Gli incubi non finiscono mai.
Perché nei suoi incubi lui spariva con le
prime luci dell’alba, come una nebbia sottile.
Sakura lo guardava
ora.
Ferito.
Sanguinante.
Sperando di vederlo svanire
lentamente.
Sperando di risvegliarsi nel suo scomodo
letto
[non era scomodo, ma lei non riusciva più a dormire]
Sperando di dimenticare
quell’incubo.
Quell’incubo che era diventato realtà.
- ritirata, veloci!-
Sakura aveva sentito la voce, attutita dalla
battaglia, di Nara.
Ma lei era nascosta.
Aveva ascoltato i passi
appesantiti da Hinata.
Quella sciocca cercava di salvare Naruto.
-
ma Naruto l’hai ucciso, vero Sas’ke…?- bisbigliò, con gli occhi
annebbiati.
Ma Sasuke non rispondeva.
Come sempre la fissava.
E la fissava
ancora, come sempre, con gli occhi di brace.
Occhi di brace che si spegnevano
in quel lago freddo dei suoi.
Eppure Sakura sapeva di essere sola.
Di
averlo battuto.
Di poterlo riportare a casa.
Ma gli incubi non finivano
mai.
- che hai?-
- nulla…-
Il sole era ormai
sorto.
[fa sempre troppo poco caldo]
La ferita di Naruto doveva essersi ormai
rimarginata.
[alla fine tu non eri morto]
La fasciatura di Neji doveva essere
cambiata.
[troppo testardamente orgoglioso]
Il corpo di Kiba doveva già essere
gonfio.
[saresti dovuto tornare a casa. Lì qualcuno ti aspetta. Ancora non
sa.]
Ma quello che Sakura continuava a non capire è perché lei fosse tornata
in quel posto.
- Questa volta Sas’ke saremo felici-
Aveva parlato con una voce
che persino lei stentava a riconoscere.
E come sempre lui non le
rispondeva.
Inclinò il
viso
[sei sempre troppo bello Sasuke-kun]
- uccidimi Sakura- le
disse, fissando il precipizio che si apriva a pochi metri da loro
Forse
perché il sangue di Naruto gli sporcava il bel viso, o perché non si era neanche
accorto che lei stesse piangendo, o perché non l’aveva ascoltata, che Sakura
sorrise.
- te l’ho detto Sasuke. Saremo felici. Tutti. Questa è una
promessa.-
Sakura si era chiesta cosa volesse dire volare.
Questo lei se lo chiedeva
spesso.
Non per essere libera, né per guardare tutto dall’alto.
Questi
erano desideri di altri.
O no.
Sakura non voleva altro che
allontanarsi.
Per questo Sakura si voltò [un’ultima volta] verso
quelle voci.
Forse Hinata si era svegliata, con i nivei occhi arrossati dopo il lungo
pianto.
Forse Naruto le aveva sollevato il bel viso dal petto, imprimendole
sulla fronte un bacio con le labbra secche.
Forse Neji si sarebbe cambiato la
fasciatura, solo, in un angolo appartato.
Forse Shikamaru avrebbe deposto il
corpo di Kiba nella fossa e si sarebbe acceso un’immancabile sigaretta.
Forse
Akamaru avrebbe iniziato a piangere, chiedendosi, semplicemente, perché il suo
padrone fosse stato così insensato da sacrificare la propria vita per qualcuno
che non lo amava.
- Sakura, dannazione! Dove diavolo eri?- Nara si avvicinò alla ragazza
che, camminando lentamente, si faceva strada tra i rami della boscaglia.
Ma
lei aveva solo sollevato gli
occhi
[che se fossero stati carminio sarebbero stati i suoi]
continuando a
camminare.
- Kiba e Naruto sono feriti…- la voce implorante di Hinata
sembrava averla destata.
- Ferito…- aveva ripetuto, sollevando gli
occhi.
[che
se fossero stati umidi di lacrime tutti avrebbero riconosciuto]
-
portatemi da loro. Non c’è
tempo-
[in un modo o nell’altro saremo felici. È una promessa]
Quando Neji aprì i pallidi occhi avvertì che il braccio gli pulsava.
La
ferita si era riaperta.
Imprecò silenziosamente, avvicinandosi a Shikamaru
che rigirava lentamente tra le dita un mozzicone.
- quando partiremo?-
-
appena il sole sarà alto. Il confine non è lontano.-
Neji osservò la fossa
appena ricoperta da un sottile strato di terra.
Kiba vi avrebbe riposato per
un po’.
Puzzava di sangue e cane.
Voltò il viso verso Hinata e Naruto che
sembravano ancora addormentati, ognuno nel proprio incubo.
Ma qualcosa non
andava.
- dov’è Sakura?-
Neji si era chiesto molte volte cosa non andasse in Sakura.
Perché le
sembrasse una bambola rotta, benché fosse la kunoichi più forte di
Konoha.
Perché non riuscisse proprio a comprenderla.
E si chiedeva perché
ora, solo ora, in fondo a quel burrone, Sakura sorridesse.
Naruto singhiozzava sommessamente.
Gli occhi azzurri forse non avevano mai
pianto tanto.
Stringeva tra le mani il volto esanime di Sakura.
Almeno
aveva ripreso a sorridere, pensò, avvicinandolo al petto.
Almeno ora gli era
accanto.
Accanto a quell’incubo dal quale Sakura non era riuscita a
svegliarsi.
Perché, in fondo, Sakura non aveva
nulla.
[oltre il suo incubo]
Nulla per cui valesse ancora la pena
combattere.
[almeno io e te Sas’ke saremo felici. Per sempre]
Rapporto n° 154
Livello: S
Leader: Shikamaru Nara
Componenti: Neji Hyuga
Hinata Hyuga
Naruto Uzumaki
Kiba Inuzuka
Sakura Haruno
Risultato: Fallita.
Feriti: Neji Hyuga
Naruto Uzumaki
Deceduti: Kiba Inuzuka (caduto in battaglia)
Sakura Haruno (suicida)
Note: accanto al corpo della Haruno è stato rinvenuto quello, anch’esso senza vita, di Sasuke Uchiha, ricercato di livello S.
Lo so..pratiacamente non ha senso. Ma era in fase:
Sakura alla fine si suicida (era un'idea che mio ronzava in testa). Spero vi sia
piaciuta...non è esattamente il mio stile, è stata (come tante ultimamente) una
specie di esperimento.
A dir la verità mi dispiace per Hinata (che ho
maltrattato un pò, nonostante mi piaccia molto) e soprattutto per Kiba (non
riesco a spiegarmi perchè alla fina ci abbia rimesso proprio lui...povero
ç__ç).
Spero che non vi abbia fatto molto schifo (correggo l'ipotetica di
prima sull'esservi piaciuta)...a presto!
Grazie a tutte e tutti quelli che recensiscono le mie ficcy! Ed un grazie ancor più speciale a coloro che lasceranno un commentino qui ^__^ (dai almeno ci ho provato)...
Baciotti!
Roberta