Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: Meramadia94    03/11/2012    4 recensioni
D'Artagnan partecipa a una gara indetta dal re. Uno dei moschettieri contro una guardia cardinalizia.
Ma quella che sembrava una tranquilla competizione equestre si trasforma in una probabile tragedia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aramis decise di rimanere accanto all'amico ancora per un po'.

Il dottore aveva detto che tra un paio di giorni la febbre sarebbe del tutto sparita e anche la gamba sarebbe tornata come nuova, ma conosciendo D'Artagnan, abituato a fare diverse imprudenze era meglio non lasciarlo solo troppo a lungo, avrebbe potuto fare più danni della grandine.

Lei era l'unica al momento, a potersene occupare: Costance era tornata a servizio dalla regina, alla quale portava ogni giorno notizie del giovane moschettiere, visto che anche i sovrani di Francia erano molto in pena per il ragazzo.

De Treville era molto occupato con il cardinale Richelieu e Rochefort, per quanto riguardava il processo contro Raoul De La Ferè, e Athos e Porthos erano di pattuglia.

Jean e la madre invece, erano andati a casa per concedersi qualche ora di riposo più che meritato.

A distanza di anni, le faceva uno strano effetto prendersi nuovamente cura di qualcuno più giovane di lei.

Non le capitava più da quando Joseph era morto, lasciandola nella disperazione dalla quale solo Françoise sembrava essere riuscito a salvarla.

Poi anche lui era morto e lei si era ritrovata da sola con una nuova disperazione addosso, e anche tanto odio.

Dentro di se, si era convinta che se il destino le aveva messo sulla strana D'Artagnan era stato per darle una seconda possibilità.

La possibilità di proteggere il fratellino, che tanti anni prima era morto sotto i suoi occhi.

E finora l'aveva adempiuta a pieno titolo.

Ma i problemi non erano finiti li.

Doveva assolutatamente scoprire il perchè Athos si stesse comportando così con il ragazzo, e trovare un modo per farli riappacificare, e soprattutto per togliere a D'Artagnan sensi di colpa e rimorsi che non gli appartenevano.

E dentro di se, aveva anche dei sospetti molto corposi sul perchè di quel comportamento così bizzarro.

Convinecere Athos del contrario sarebbe stata una bella gatta da pelare.

In quel momento sentì bussare alla porta, colpi decisi ma delicati.

''Avanti.''- rispose la ragazza voltandosi verso la porta.

La porta si aprì e nella stanza, fece il suo ingresso il più anziano del loro gruppo.

''Come andiamo?'' -chiese avvicinandosi al letto.

''Sempre uguale. Ha mangiato e adesso sta dormendo come un angioletto.'' -rispose la ragazza sorridente, annuendo all'espressione pacifica che regnava sul volto del guascone.

Il sonnifero funzionava alla grande, per quello che vedeva: dormiva in quel modo da almeno due ore, e a differenza delle altre volte non si agitava, ne sudava e soprattutto non si svegliava urlando come se lo avessero inseguito fino a quel momento con una mannaia.

Era l'occasione buona.

''Senti, avrei delle faccende importanti da sbrigare a casa, saresti così gentile da rimanere con lui fino a quando non si sveglia?''- chiese Aramis con il tono più cortese che riusciva ad avere.

Athos s'irrigidì all'improvviso e iniziò a tentennare-:''Non posso proprio, il capitano mi ha chiesto di allenare le nuove reclute, mi porteranno via tutto il pomeriggio.''

Detto questo si diresse a passo spedito verso la porta, ma Aramis essendo una donna, quindi meno muscolosa di lui, e di conseguenza più leggera e veloce, lo precedette e si parò di fronte alla porta impedendo ad Athos il passaggio.

Dopo di che chiuse a chiave la porta, e prese la chiave mettendosela in una tasca della giubba.

''Qual'è il tuo problema si può sapere?''- fece la ragazza visibilmente arrabbiata, inarcando le sopracciglia e mettendo le mani sui fianchi.

''Non so proprio di che cosa stai parlando.''- disse Athos distogliendo lo sguardo, tentando di fare lo gnorri.

''Mi hai preso per una stupida per caso?''- Aramis si stava infuriando-:''Ti rendi conto che in questi giorni non sei tu, almeno per quanto riguarda D'Artagnan?

Di solito, sei addirittura più protettivo di me nei suoi confronti, lo tratti come se fosse tuo figlio, eri disperato quando era in quello stato disperato, ti ho anche sorpreso a piangere nell'armeria, anche se so che tu non lo ammetterai mai. Poi si sveglia, e sembra che a te non importi un fico secco, come se il fatto che lui sia ancora vivo per te, sia del tutto indifferente.''

''Chiedo sempre sue notizie, gli mando i miei saluti e vado a trovarlo...''- cercò di proteggersi Athos.

''Solo quando sei sicuro al cento per cento che sia profondamente addormentato, ma mai una volta che tu vada a chiedergli come si sente, direttamente. Ti rendi conto che lo stai facendo soffrire?''

Athos diede segno di non capire quell'ultima frase e chiese spiegazioni-:''Che vuoi dire?''

''D'Artagnan si è messo in testa che tu lo disprezzi, per come si è conclusa la competizione. Ho cercato di convincerlo del contrario, ma non ci crederà mai se non lo sente dalla tua bocca.''

Athos in quel momento provò ribrezzo per se stesso: non avrebbe mai voluto far credere a uno dei suoi amici più cari di preferire l'onore del corpo a cui apparteneva alla vita.

Guardava D'Artagnan profondamente addormentato, e riusciva solo ad immaginare lontanamente cosa stesse provando in quel momento.

''D'Artagnan è la persona più gentile e leale che io abbia mai incontrato, è il nostro più caro amico... non merita un trattamento simile, è una vigliaccheria.''

Athos abbassò lo sguardo-:''E' vero, tu hai ragione Aramis.... ti assicuro che non era mia intenzione provocargli del dolore inutile.''

''E allora cosa c'è? E' per Raoul, non è vero?''- indagò la ragazza, convinta della sua ipotesi sino in fondo.

Il moschettiere annuì.

''Ogni giorno, vorrei venire qui, chiedergli come sta e augurargli di rimettersi presto, per dirgli che da quando non c'è il nostro gruppo non è più la stessa cosa... poi mi ricordo che per causa mia ha rischiato di morire.''- rispose il bel moschettiere.

''Perchè allora non gli spieghi le cose come stanno? Tu ti liberi da un peso dal cuore, e lui si sbarazza di paure e sensi di colpa del tutto infondati.''- propose Aramis.

''Non posso.''

Aramis era sualla strada buona per imbestialirsi-:''Perchè no?''

''Ci tengo a lui, la sua fiducia e la sua amicizia per me contano almeno quanto la tua e quella di Porthos...''- tentò di spiegare Athos, poco prima che la bionda lo interrimpesse.

''Bene, un motivo in più per chiarire le cose.''

''Il punto è che ho paura di come potrebbe reagire, se dovessi confessargli la verità. Se gli dicessi che ho sposato la donna che a tentato di ucciderlo molte volte e che ha addirittura attentato alla vita della ragazza che ama, e che da quest'unione è nato un giovane che ha tentato di ucciderlo per vendicarsi di me, per farmi provare cosa si sente a perdere una persona cara...''

''E' questo che temi? Che la sua amicizia e stima nei tuoi confronti si trasformi in odio?''

Athos annuì nuovamente:''Ho gia perso ogni possibilità di farmi voler bene dal mio unico figlio, non voglio perdere anche la sua stima.''

''No, non credo che lui ti odierebbe. Ricordi quando abbiamo tentato di intercedere per D'Artagnan, poche ore prima che Rochefort ti attaccasse e D'Artagnan ti salvasse la vita? De Treville rispose che D'Artagnan era ancora un bambino. E in un certo senso ha ragione: in lui non c'è la minima traccia di malvagità, odio, capacità di portare rancore, proprio come un bambino.''- cercò di rassicurarlo la ragazza addolcendosi un poco.

''Forse hai ragione....''- riflettè Athos-:'' Senti, perchè non glielo dici tu? Ti prego, io non riuscirei nemmeno a guardarlo in faccia...''

''Vorrei poterti aiutare, ma non posso. D'Artagnan ha il diritto di sapere la verità da te. E anche tu, ti vanti sempre del tuo onore indelebile, non riusciresti più ad essere te stesso se mandi qualcuno a dire qualcosa che avresti dovuto dire tu, ti pare?''

Athos non ebbe il coraggio di ribattere: niente da dire Aramis aveva ragione su tutta la linea.

Aveva ragione, doveva parlare con D'Artagnan, senza nessun timore.

In quel momento si sentì un fruscio di lenzuola.

Entrambi si voltarono e videro il loro giovane amico seduto sul letto, ancora sotto le coperte.

''Scusaci, ti abbiamo svegliato?''- chiese Aramis premurosa.

D'Artagnan fece cenno di non con la testa-:''No, l'effetto del sonnifero è finito. Ciao, Athos è bello rivederti.''

Athos accennò un lieve sorriso-:''Anche per me.''

''Beh, io vi lascio soli... ho delle faccende da sbrigare.''- disse Aramis uscendo dalla stanza.

Doveva lasciare che discutessero della questione a quattr'occhi.

Athos si sedette sulla sedia vicino al letto.

''Come ti senti?''

D'Artagnan sorrise-:''Molto meglio, ti ringrazio.''

Athos prese un bel respiro: com'era difficile dire certe cose.

''D'Artagnan, credo che io e te dobbiamo parlare... non sarà facile per me dirtelo, e per te ascoltarlo.''

Il ragazzo sorrise-:''Non devi preoccuparti: ho sentito tutto, e non devi spiegare nulla.''

''Da quanto eri sveglio?''- gli chiese Athos con due occhi sgranati dalla sorpresa.

''Da un po', ormai. Il sonnifero era davvero finito e poi... ho sempre usato questo trucco per sapere quello che i miei nonni non volevano io sapessi.''

''Allora sei più intelligente di quanto non sembri.''- non poterono fare a meno di lasciarsi scappare una risata. Poi Athos si fece nuovamente serioso.

''D'Artagnan, io...''- iniziò-:'' non ho parole per dirti quanto mi dispiace per quello che ti è successo e per averti fatto intendee che do la priorità al nome dei moschettieri che alla tua vita. Se avessi saputo a cosa andavi incontro, ti avrei fermato.

Non ti biasimerei se adesso mi odiassi.''

''Odiarti?''- fece D'Artagnan sorpreso-:''Athos non esiste niente al mondo che potrebbe spingermi a provare odio verso di te, Aramis o Porthos.

Siete i miei migliori amici, e voglio che sia così per sempre.''

Il volto di Athos s'iiluminò di gioia allo stato puro-:''Parli sul serio?''- domandò Athos, ancora incredulo.

''Athos... tu sai che ho perduto entrambi i genitori, non ho nemmeno un ricordo di loro, e sono morti senza la possibilità di avere altri figli. Io non ho avuto ne fratelli ne sorelle, ma se mi fosse data la possibilità di rinascere e scegliere le persone da incontrare, vorrei che tu, Aramis, Porthos e Jean foste miei fratelli. Certo, forse in futuro ci capiterà di essere in disaccordo e di litigare, Dio non voglia, ma non esiste niente che potrà distruggere il nostro legame.''

Athos si autocomandò di non piangere e abbracciò l'amico.

''Bentornato tra noi.''- gli disse.

Si sciolsero dall'abbraccio quando sentirono la porta aprirsi.

Era il capitano De Treville.

''Noto con piacere che avete finalmente fatto la pace.''- sorrise il militare.

''Si...''- confermò Athos-:'' abbiamo avuto un brutto malinteso, ma adesso è tutto risolto.''

De Treville annuì soddisfatto.

Poi si rivolse a D'Artagnan.

''Come vi sentite?''

''Alla grande. Tra un paio di giorni mi potrò alzare e voi riavrete il vostro letto. Mi dispiace avervi procurato tanti inconvenienti.''- si scusò D'Artagnan.

''Non ditelo nemmeno per scherzo. Athos...''- fece il capitano-:'' hanno condannato Raoul al carcere a vita.''

Entrambi sussultarono, ma per Athos la cosa non poteva finire meglio.

Ucciderlo sarebbe stato come graziarlo. Meritava di marcire in carcere, la morte sarebbe stata solo una liberazione agognata.

''D'Artagnan?''- chiese Athos-:'' sei tu la vittima, cosa ne pensi?''

''Se l'ha deciso il re, accetterò la sua volontà. Certo, non potrò scordare e perdonare facilmente il suo gesto, ma posso dire di capirlo... anch'io avrei fatto di tutto per vendicare una persona amata, e voi lo sapete.''

Athos e De Treville rimasero impressionati nel sentire tanta maturità da una ragazzo così giovane. Il militare però constatò felicemente che nel caso gli fosse accaduto qualcosa, aveva un degno successore a cui lasciare il comando.

Athos gli poggiò una mano sulla spalla dicendo-:''So che non sei più nobile da tempo, anche se lo eri per nascita. Ma hai una rara nobiltà qui dentro.''- disse riferendosi al cuore-:'' nessuno te la toglierà, ma nemmeno tu devi mai rinunciarvi.''

D'Artagnan sorrise con Athos suggellando con una stretta di mano quella promessa.

  
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