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Autore: TheMask    03/11/2012    2 recensioni
Questa storia è nata per un'amica, e solo in un secondo momento ho pensato di pubblicarla. Spero sarà di vostro gradimento.
Lupa Nera
Estratto dai prossimi capitoli:
Perché legarsi alle persone, quando sai che presto o tardi, o ti tradiranno o moriranno, o se ne andranno? In questo luogo l’amicizia non esiste, è impossibile. Convivenza, tolleranza, rassegnazione in stile “se non c’è niente di meglio mi accontento”, questo lo capirei. Ma … amicizia… è una parola che qui non si una neanche più… scomparsa dal vocabolario. Qui non ci sono amici.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Ci furono attimi di silenzio mentre veniva portata davanti a noi.
Portata.
Portat-a
Non riuscivo a pensare dallo stupore. Si, insomma, datemi pure del maschilista, ma non me lo aspettavo!
Mello mormorò un “Cosa?”, ma fu l’unico a dare segni di stupore.
Per cominciare la grafia era concisa, schietta, semplice e calcata. Poi… non so, quello che c’era scritto me l’aveva fatta intendere come qualcuno di simile a me, e dunque l’avevo visualizzata come maschio. Inoltre, se lo fosse stata, avrei potuto parlarci, ma così diventava imbarazzante per me, devo confessarlo.

Infine, la guardai oggettivamente, e per un momento rimasi pietrificato, fisso nei suoi occhi. Erano grigi, pieni di sfumature, nicchie di segreti, di pensieri. Erano gli occhi più profondi che avessi mai incontrato. Ci stava soppesando, proprio con quegli occhi. Passavano su tutti, inesorabilmente, e quando arrivarono ai miei, notai che nessuno stupore incrino quell’espressione così ermetica, ne nessun altro sentimento la sfiorò vedendo dentro di me il sangue.
Mi lasciai cullare per un momento in una strana sensazione, che mi aveva attanagliato lo stomaco, facendo scorrere il mio sguardo sulla sua figura snella e decisa. Indossava dei semplici jeans e una maglietta nera con un teschio, a maniche corte. Alle mani però, aveva dei guanti a mezze dita di lana nera. Gli anfibi di vernice nera scintillavano mostrando una minacciosa punta metallica, e i capelli erano tenuti corti ed erano biondo chiaro. Avevo sempre pensato che una ragazza dovesse avere i capelli lunghi, pensavo che i loro lineamenti fossero fatti apposta, ma lei… aveva un che di diverso, e inquietantemente bello.
I suoi lineamenti erano dolci, armoniosi, in contrasto con lo sguardo duro. Una cosa certa era che non si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa tanto facilmente.
Quando Roger le chiese di presentarsi fece un mezzo sorriso sarcastico.
“Statemi alla larga. Stop.” Dichiarò poi, con voce chiara e forte. Ancora non potevo staccarle gli occhi di dosso, e chissà perché mi sarebbe piaciuto esserle più vicino, per poterla osservare meglio, dappertutto, avevo il forte desiderio di conoscerla.
E dentro di me, in un punto imprecisato nella pancia, sentivo una sorta di calore indistinto.
Ma mi riscossi con durezza da ciò, mi bastò chiudere gli occhi e sentirla sempre in agguato.
Li riaprì in tempo per vedere un’occhiataccia lanciata da Roger, che però, subito dopo, fece un gesto stanco alle guardie, e ci fece portare via.
 
Tock tock
Aprii la porta, vedendo Eloin con un sorriso stampato sulla faccia che mi salutava.
Passammo a prendere le due M, e le dovemmo aspettare non meno di 15 minuti, visto e considerato che si stavano picchiando di santa ragione. Appena fummo di nuovo nei corridoi, Eloin li interrogò sul motivo del bisticcio. Notai Matt lanciare un occhiata strana a Mello, ma egli, con un sorriso beffardo, le disse che secondo lui la nuova meritava un 8, e secondo l’amico un 9.  Matt tossicchiò imbarazzato.
“Così schedate le ragazze, eh?” si informò Eloin con ironia.
“Emm.. no, noi vermente.. ”
“Si sempre!” esclamò Mello.
“Ah, capisco. E come mai?”
“Beh… così… per passare il tem-”
“Beh, in realtà Matt me lo ha proposto un paio di anni fa, e da allora non è soddisfatto se non fa il giudice una volta al giorno!” esclamò il biondo ridacchiando, e ricevendo un’occhiata a metà fra il disperato e l’omicida dal compagno.
“Bene bene…. E io che voto avrei?” chiese lei.
“Ma 10 amore!” esclamò il fidanzato cogliendo una speranza.
“Ma all’inizio era 8!” s’impuntò Mello.
“Ah, meno della pelata?” chiese Eloin con un’occhiata che non presagiva niente di buono per Matt.
“M-ma Eloin, ecco, io…”
“Ne parliamo più tardi.” Chiuse lei secca.
Mello dichiarò che amava essere sincero e Matt gli tirò di nascosto un pugno nello stomaco.
Entrai dunque per primo nella mensa, e subito un senso di rabbia affiorò in me. Al mio tavolo, era seduta la nuova, a mangiare in silenzio. Schermava gli sguardi curiosi con occhi gelidi come una lama di ghiaccio.
Eloin mi disse di non farla tanto lunga e di prendermi da mangiare. Ma non appena ci fummo seduti, lei, senza nemmeno alzare gli occhi, fece una cosa che fece affiorare di nuovo la rabbia, insaporita a quella sensazione di follia.
“Alla larga mocciosi.”
Mello alzò lo sguardo minaccioso, ma il primo a rispondere, fui io.
“Per quanto mi riguarda, io sto dove mi pare” dissi infatti con voce distaccata, continuando tranquillamente a mangiare.
“Se non te ne vai con i tuoi amichetti giuro che ti spedisco fuori da quella cazzo di finestra, è chiaro?” disse con un tono che voleva apparire forte.
“Perché non ci provi? Forse dopotutto, se ti stendessi abbasseresti la cresta piccola” le risposi, sapendo che l’appellativo l’avrebbe fatta arrabbiare.
“Come mi hai chiamato, stronzo?” chiese infatti indurendo il tono.
“Ehy, già ci scaldiamo eh?” la presi in giro.
Matt e Mello si erano allontanati per godersi la scena senza finirci in mezzo, ed Eloin continuava freddamente a mangiare, imitandomi.
“Cerchi grane?”
“Se mangiare vuol dire cercare grane… si.”
“Tu sei Beyond Birthday, vero?”
“Forse ti riguarda?” risposi, celando lo stupore. Poi capii: Roger.
“Ero curiosa di conoscerti. Mi hanno parlato di te.”
“Posso dire la stessa cosa.”
“Mi hanno detto che sei pazzo.”
“Ma davvero? Dove vuoi arrivare?”
“Volevo informarti che io, a differenza tua, faccio sul serio. Non uccido per gioco.”
“Ti hanno detto che uccido per gioco… strano, tutti sanno che non è così.”
“Allora avevo ragione”
“Su cosa?”
“Tu hai ucciso quelle persone per tentare invano di superare L, perché volevi dimostrargli che tu eri l’originale e lui la copia.”
Come sapeva quelle cose? O aveva parlato con L stesso… o le aveva dedotte.
Invano….
“Non proprio. ma mi sto chiedendo se per caso tu non abbia paura di me, visto che svii un argomento che potrebbe condurti a essere messa KO con furbizia.”
“Io non ho paura di nessuno qua dentro.”
“Ma hai paura di qualcuno la fuori. Chi? Kira?”
Sussultò. “Sei bravo anche tu a sviare gli argomenti.”
“Sei decisa a fare a botte per un tavolo quindi. Davvero intelligente.”
“Se vuoi evitare, forse per salvare la tua dignità, puoi andartene subito.”
“Sai che non lo farò.” Dissi con calma, passando al secondo.
 
THINKS OF ELOIN EDUD
Assistevo a uno scambio di battute durante le quali i due interlocutori avevano dimenticato la mia esistenza. E quando giunsero alla fine, mi preparai a vederli andare tutti e due in escandescenze, Mello mi aveva avvisato che si diceva in giro che la nuova fosse territoriale, forte e furba.
Già la odiavo. Come si permetteva di insultare così BB? È da dire che lui non sembrava prendersela, ma mi dette proprio fastidio quella saccenza scandita dalle sue parole.
Comunque sia, notando che continuavano a mangiare tranquillamente, mi stupii. Li osservai finire ordinatamente i cibi nei piatti, e infine alzarsi e uscire, seguiti da me. Camminavano fianco a fianco come BB non mi aveva permesso di fare se non dopo tante insistenze. Provai una punta di gelosia, ma mi dissi che BB di sicuro non la sopportava come me, quella presuntuosa. Non poteva sperare di batterlo, mi ripetevo.
Entrarono in camera di lui, chiudendo la porta. Sospirai, andando nella mia e sedendomi sul letto.
 
THINKS OF BEYOND BIRTHDAY
Come un tacito accordo, in perfetta sincronia, salimmo, entrammo, e infine ci guardammo un momento negli occhi per cominciare una macabra danza dettata da una miscela di esperienza, istinto e una serie di arti marziali imparate in precedenza.
Eloin sentiva i colpi secchi, e non sapeva cosa fare, se non ignorarli.
Non riuscivamo a farci male veramente , ci difendevamo troppo bene tutti e due. Non riuscivamo a sfondare l’uno la difesa dell’altro.
Ci fermammo dopo una trentina di minuti, col fiato corto. L’uno da un lato della stanza e l’altro dall’altro capo. Ci fissammo.
“Non sei così male” mi concesse.
“Neanche tu” ribattei, scostandomi i capelli dalla fronte.
“Allora, suoni?” chiese incuriosita avvicinandosi alla mia chitarra.
“Vattene.”
“Oh, scusa, ero solo curiosa, hai una bella chitarra.”
“Cosa vuoi da me?”
“Lo ammetto, qualcosa lo voglio, ma non te lo dirò ora.”
Accennava alle telecamere e ai microfoni, me lo sentivo.
“Allora cosa ci fai qui?”
“Intanto mi assicuro che tu sia quello che speravo.”
“Cosa dici?”
“Che mi servirai.”
“Non mi farò certo usare da te, dolcezza.”
“Probabile, ma vale la pena provare” disse, soppesandomi con lo sguardo.
“Perché’?” chiesi, stupito da una tale concessione.
Si avvicinò alla porta, cioè a me.
“Beh- cominciò, calma- non sei male come ragazzo.” E detto ciò, se ne andò.
Tranquillissimo, andai a sedermi alla scrivania.
Ma chi prendo in giro? Con un rossore sospetto sulle guancie, rimasi immobile per un minuto buono. Nessuno mai mi aveva detto una cosa simile. Mai. In venti anni. neanche quel… nessuno.
Eloin comparve.
“L’hai battuta o no, quella meretrice?”
“Che?” esalai stupito, ancora un po’ in shock.
“BB, stai bene?”
“Si si, credo. Devo pensare.”
“Dimmi che non stai pensando che è simpatica. Oh no non fare quello sguardo lo conosco! No! Ma sei scemo!?”
“Devi piantarla di leggermi nel pensiero, sei inquietante!” esclamai, cercando di metterla sul ridere.
“BB. Non metterla sul ridere. Pensaci bene. Ho sentito che ti ha detto, sta solo tenendo fede alle tue parole. Per usarti. Stalle alla larga, chiaro?”
“Eloin, ora stai esagerando. Anche se avessi ragione, fino a prova contraria non mi puoi imporre niente.”
“BB, per favore! Dammi retta!”
“Mh” risposi, già perso nei miei pensieri.
“Sei un idiota sappilo.” Dichiarò, sbattendo la porta.
Risi fra me e me, e mi avvicinai alla finestra. Il cielo scintillava di azzurro, sembrava irreale. Una rondine passò nel cielo andando a posarsi sul tetto molto lontano da me. Magari avessi potuto essere quella rondine…
Ma basta, non era possibile, cosa andavo a pensare? Mi ritornò in mente il discorso di Eloin sui sogni. Cominciavo forse a intuire ciò che intendeva…
Ripensai alla giornata. Mi rivenne in mente un particolare e mi rabbuiai.
 
  
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