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Autore: dreamlikeview    03/11/2012    6 recensioni
Ispirata al film "Come D'Incanto.
Louis/Giselle, Harry/Robert , Lux/Morgan, Liam/Principe Edward, Zayn/Nancy, Niall/Pip, Caroline Flack/Narissa, Josh/Nathaniel
Dal testo:
Nei pressi di Doncaster..
Louis era un ragazzo bizzarro. Viveva in un mondo tutto suo.
Era convinto che il parco fuori casa sua fosse un luogo di oscure magie e fantasia.
Nei pressi di Londra..
Harry era un ragazzo serio, troppo serio.
A soli diciannove anni aveva ricevuto in eredità una grande industria, perché della sua famiglia non era rimasta traccia, a parte lui e la sua sorellina Lux. Harry era cresciuto troppo in fretta, per la sua età.
[Accenni Zarry, Ziam, Nosh.]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'All about them.'
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Nei pressi di Doncaster..
Louis era un ragazzo bizzarro. Viveva in un mondo tutto suo.
Era convinto che il parco fuori casa sua fosse un luogo di oscure magie e fantasia.
Forse al trauma ricevuto da piccolo, forse per essere cresciuto completamente da solo per ventun anni, forse erano questi i motivi per cui Louis Tomlinson viveva nelle favole e non voleva vivere nella realtà.
C’era il suo migliore amico, Niall, che tentava di aiutarlo a tornare alla realtà, ma Louis non voleva. Rifiutava la realtà e trovava una spiegazione magica a tutto ciò che accadeva.
Lui aspettava solo il bacio del vero amore.
 
Nei pressi di Londra..
Harry era un ragazzo serio, troppo serio.
A soli diciannove anni aveva ricevuto in eredità una grande industria, perché della sua famiglia non era rimasta traccia, a parte lui e la sua sorellina Lux. Harry era cresciuto troppo in fretta, per la sua età.
Dentro di sé lui aveva ancora la fantasia da bambino piccolo e dolce, ma non la tirava mai fuori, perché lui doveva essere serio, e sempre composto, ecco il motivo per cui con il passare del tempo, aveva abolito totalmente le favole e i sentimenti, e così stava facendo crescere la sorellina. Certo, accanto a lui c’era Zayn, il suo compagno d’infanzia e di vita,ma Harry non riusciva a sognare nemmeno vicino a lui.
Lui non aspettava nulla, lui si lasciava vivere dalla sua vita.
 
A Doncaster, 2 novembre 2012, ore 12.00
Louis, bellissimo ragazzo dai capelli castano e gli occhi talmente azzurri da far invidia al limpido cielo, era intento a passeggiare per il parchetto, dove da sempre gli era piaciuto immaginare la vita scorrere felice tra animaletti, bambini, elfi e fate. Tutti i bambini lo conoscevano, e lo assecondavano con le sue storie, anzi ne erano incantati, perché lui le raccontava in quel modo tutto suo, da farle sembrare vere.
Ovviamente, non era preso sul serio da nessun adulto, ma a lui non importava, lui viveva la sua vita come più gli piaceva, e viveva nel suo mondo lontano dalla realtà, senza importarsene del giudizio della gente.
E proprio quando era seduto a terra, con le ginocchia al petto e il suo solito sorriso che non lo abbandonava mai, dietro i bambini che erano seduti di fronte a lui, passò un ragazzo.
Capelli color miele, occhi nocciola, espressione dolce sul viso.
Louis giurò di non aver mai visto ragazzo più bello di lui. Beh, effettivamente non l’aveva mai visto davvero un ragazzo così, l’unico che conosceva bene era il ragazzo che era cresciuto con lui, il suo migliore amico, il biondino irlandese dagli occhi talmente blu da far invidia al mare stesso, Niall.
Il giovane di fronte a lui gli sorrise cordialmente, e si inginocchiò.
“Posso ascoltarti anche io?” – chiese dolcemente.
Louis, ammaliato e rapito da quella bellezza, si ritrovò ad annuire, mentre il castano si sedeva insieme ai bambini di fronte a lui, e a quel punto Louis volle dare il meglio di sé, aggiungendo alle storie che raccontava una colonna sonora.
Si schiarì la voce, e iniziò a cantare con la sua voce da usignolo.
Oh, oh
Be my baby
Ooh
Oh, oh
Cantò Louis, arrossendo. Non aveva mai cantato in pubblico e non sapeva se quella era la mossa giusta da fare, insomma, cantare per uno sconosciuto? Ma lui era Louis Tomlinson, non aveva vergogna di nessuno, eppure quel giovane sconosciuto gli faceva uno strano effetto.
Il castano sorrise, e conoscendo la canzone, diede man forte a Louis, proseguendo il ritornello della canzone che il ragazzo aveva iniziato poco prima.
Be my Baby
I'll look after you
Louis nel sentirlo cantare si emozionò quasi, e sorrise, continuando anche lui.
And I'll look after you
Finirono per cantare l’ultima frase in coro, perdendosi l’uno nello sguardo dell’altro, e sorridendo come due ebeti.
Louis pensò di essere in una favola, dove lui incontrava il principe che gli faceva battere forte il cuore.
Era vero allora, l’amore a prima vista esisteva!
Louis non poteva crederci, aveva appena fatto la scoperta più sensazionale della sua vita, finalmente avrebbe avuto quello che sperava da sempre. Il suo primo bacio.
Sorrise come un ebete, fino a che i bambini non andarono via, e restò da solo con il ragazzo misterioso.
“Io sono Liam” – disse a quel punto il castano.
“E io Louis..” – fece timidamente il ragazzo dagli occhi chiari abbassando la testa, imbarazzato.
L’altro ragazzo sorrise dolcemente, cercando di tranquillizzare il giovane di fronte a lui, perché lui lo sentiva tremare, e temeva di averlo spaventato in qualche modo.
Non sapeva che Louis infondo sperava di incontrare qualcuno e innamorarsi a prima vista.
“Ha una bellissima voce, Louis” – sorrise l’altro, ancora.
Quel sorriso era snervante. Louis si chiedeva se non gli facessero male le mascelle a sorridere in quel modo.
Il sognatore era incantato dalla bellezza assurda di quello sconosciuto di nome Liam.
“Perché non vieni a fare un giro con me?” – chiese il ragazzo, vedendo che Louis non rispondeva.
Il castano annuì, abbozzando un sorriso intimidito e lo seguì. Liam aveva lasciato la sua moto appena fuori il parco,e Louis, appena la vide, tremò. Non aveva mai visto una cosa simile, insomma la sua routine era casa-parco-casa-farmacia-casa-supermercato-casa e così via.
Al massimo lui aveva usato la bici per arrivare al supermercato che era leggermente lontano da casa sua, ma non aveva mai visto un bestione di ferro come una moto.
“Ma..ma..?” – indicò la moto con il terrore visibile negli occhi. –“cos’è?”
“E’ una moto! Andiamo, non dirmi che non ne hai mai vista una!”
“Beh, ecco.. io.. n-no..”
Liam lesse la paura nei suoi occhi,e lo rassicurò con un sorriso.
Un altro sorriso e Louis si perse di nuovo in quel sorriso.
Salì sulla moto con lui, dopo che Liam gli ebbe allacciato il casco, e una volta che anche il castano fu sulla moto, Louis si strinse a lui. Gli abbracciò i fianchi, allacciando le mani sulla sua pancia e lo strinse forte. Si sentiva al sicuro.
E Liam partì con la moto, arrivando in un altro luogo, che a Louis era quasi sconosciuto. E per questo si sentì spaesato.
“Non preoccuparti, voglio solo presentarti ad una persona, sei bravo a cantare, potremmo fare un duetto!”
“Ma io..”
Cantare? Duetto? In pubblico?
Louis non sapeva a cosa si riferisse quel giovane, insomma, il suo pubblico erano i suoi bambini del parco, nient’altro!
“Tranquillo, vieni con me!” – lo fece scendere dalla moto, con delicatezza, e poi con la stessa delicatezza gli prese la mano trascinandolo dentro un palazzo enorme.
Gli occhi di Louis si guardavano intorno con terrore, e con ansia.
Chi stava portando via Louis dal suo mondo?
Chi stava cercando di farlo andar via da quel mondo speciale che era solo suo?
“Liam io non credo..”
Il ragazzo, contemporaneamente, aprì una porta, trascinandolo con sé.
“Caroline! Abbiamo la seconda voce!”
Una donna era seduta su una sedia in pelle nera, girevole. La voltò lentamente verso i due giovani, e si sorprese di vedere Louis.
Un ragazzo bellissimo, a dirla tutta. Un ragazzo i cui occhi erano puntati su Liam, il ragazzo su cui lei stava investendo tutto il suo capitale. I suoi capelli biondi, ormai stinti, lasciavano intravedere delle ciocche ancora nere, e quegli occhi azzurri si proiettarono in quelli di Louis.
A Louis, quella donna ricordava vagamente la strega di una delle sue favole, o era una sua avventura?
Forse la seconda.
Fatto stava, che lei visto il ragazzo, aveva provato una profonda gelosia nei suoi confronti.
“Ascoltiamo, allora.”
Liam annuì, e guardò Louis negli occhi, cercando una cosa in lui che gli trasmettesse che lui era sicuro.
Ma Louis era terrorizzato. Non sapeva dove si trovava, non sapeva niente. Voleva solo tornare a casa sua, nascondersi nel suo bel lettino, e aspettare che Niall gli portasse la cena.
Sapeva che stava per avere un attacco di panico, e solo il suo migliore amico era in grado di calmarlo.
“Allora, Louis, facciamo così.” – iniziò Liam, vedendo lo smarrimento negli occhi dell’altro –“io inizio la canzone e tu continui, come abbiamo fatto al parco.”
Louis annuì. Quella canzone lo tranquillizzava, e non appena Liam iniziò la canzone, lui si rilassò immediatamente.
Canticchiarono quella canzone entrambi, inizialmente e poi Liam lo lasciò solo nel cantare. E Louis – tenendo gli occhi chiusi – continuò a cantare infischiandosene di tutto.
La sua voce cristallina, dolce come quella di un usignolo, riecheggiò nella stanza, compiacendo Liam e facendo sentire gelosa la donna di nome Caroline.
Quando lui smise di cantare si sentiva bene. Si sentiva in pace con il mondo. Non sentiva nulla di meglio di quello che stava provando in quel momento. Il principio di attacco di panico era scomparso e stava benissimo.
“Bravissimo, ti farò sapere.”
“Caroline! È bravissimo, diamogli l’occasione.” – la donna sorrise fintamente al giovane, e annuì.
“D’accordo, e sia. Avrà la sua occasione.”
Ma Louis domani non sarà qui.
“Lasciami sola con lui, gli dirò ciò che gli serve.”
L’altro ragazzo annuì, e si congedò dalla camera.
Louis rimase solo con la donna che gli incuteva timore.
Questa gli sorrise – in maniera molto ambigua – e gli mise tra le mani un biglietto.
“Prendi questo, vedrai Josh ti indicherà la strada. Quando sarai pronto tornerai da me e..”
Louis squadrò il biglietto sorridente.
“Una nuova avventura?” – chiese lui.
Lei senza capire annuì.
“E ci saranno fate, streghe, demoni, elfi?” – chiese Louis sognate.
Ma è scemo o fa lo scemo? – pensò la donna, ma decise di assecondarlo.
“Certo, e principesse da salvare e cavalieri da sconfiggere!”
Louis era gasatissimo. Finalmente qualcosa che gli  piaceva.
“E potrò avere una bacchetta magica?”
La donna alzò gli occhi al cielo, ed estrasse un bastoncino dal cassettone, porgendoglielo.
“Ecco, la tua bacchetta!”
“WOOOOOOOOOOOOOOW!” – esultò il ragazzo.
“Grazie signora vecchia, grazie!”
L’abbracciò e corse a cercare questo fantomatico Josh, che una volta trovato lo condusse ad un pullman diretto a Londra.
-
Londra, 2 novembre 2012, ore 22.00
Harry Styles era sfinito.
Era tutto il giorno che sgobbava come un mulo nel suo ufficio.
Una cosa era certa, Harry Styles odiava le scartoffie.
Sbuffò ancora una volta, prima di guardare l’orologio e rendersi conto che era veramente troppo tardi,e  che sua sorella ormai si era addormentata con la babysitter.
Sbuffò per l’ennesima volta. Lui voleva solamente essere libero. A diciannove anni avrebbe dovuto essere libero di fare quello che voleva, di uscire, di divertirsi. Invece era obbligato a lavorare nell’industria di famiglia.
“Kate, io vado! Devo passare a prendere la piccola Lux,segnami sull’agenda tutti gli impegni di domani!”
“Così in fretta, Harry?!”
“Devo correre, ci vediamo domani!”
“D’accordo, buona serata!”
“Grazie,anche a te”
E scappò via, prendendo velocemente l’auto e schizzando via, alla velocità della luce, verso casa della donna che accudiva la sua sorellina di quattro anni.
Doveva essere un bravo fratello maggiore, ma con tutti quegli impegni, non gli era possibile.
Arrivato alla casa, scese velocemente dall’auto, e resosi conto che iniziava a venire giù un acquazzone terribile, si decise a fare tutto molto velocemente.
Salì in fretta le scale che lo separavano dalla sorellina,e suonò ripetutamente il campanello, per assicurarsi che sentissero dall’interno dell’abitazione; la porta si spalancò mostrando la donna che teneva in braccio la bambina.
“Scusi il ritardo, io..”
“Eri impegnato con il lavoro, tranquillo.”
Harry annuì,e si tolse il giubbotto, per poi togliersi la felpa e avvolgere la bambina in essa, per non farle prendere freddo una volta fuori dallo stabile.
“Buona serata, Harry!”
“Grazie signora, a domani!” – sorrise cordiale, per poi prendere la borsa con le cose della sorella, e scattare nella direzione della sua auto, e aperta posò delicatamente la sorellina sul sedile, per poi entrare lui, bagnato come un pulcino dall’altra porta. Si scosse i capelli con una mano, rendendoli ancora più ricci del solito, e puntò i suoi occhi smeraldini nello specchietto retrovisore. Capelli attaccati alla fronte, orribilmente bagnati, gli occhi gonfi, le occhiaie. No, non stava affatto bene. Lanciò uno sguardo veloce alla bimba che dormiva accanto a lui, le palpebre coprivano i suoi occhioni blu, ma poteva vedere i capelli biondi tutti arruffati. Allungò la mano verso la sua guancia e l’accarezzò con un dito, e sorrise.
La visione di quella bambina era l’unica cosa che ancora lo faceva sorridere, e per questo lui ogni sera, restava a contemplare la figura della sorellina per un buon quarto d’ora, per ricordarsi per chi faceva tutti quei sacrifici a soli diciannove anni.
La piccolina, sentendo il contatto con il dito ghiacciato del fratellone, aprì gli occhi puntandoli sul riccio davanti a lei.
“Helly..” – borbottò, mettendosi seduta.
Harry si lasciò scappare una risatina sommessa, sentendo ancora che la sorella non aveva imparato a pronunciare il suo nome.
“Pove. Helly pove!” – indicò fuori. Il riccio annuì.
“Sì, piove. Adesso ce ne andiamo a casa nostra, ci beviamo una bella cioccolata calda e poi facciamo la nanna.”
Lux annuì, sistemandosi dentro la felpa del fratello, e il giovane capendo le esigenze della sorella, accese il riscaldamento dell’auto, facendo sorridere la piccola.
Mise in moto, e ripartì alla volta di casa, mentre la sorellina scrutava la strada scorrere con loro, con le manine appoggiate al vetro e il viso premuto contro di esso. Era buffa da guardare, ma proprio per questo Harry ogni volta che la vedeva, tirava un sospiro di sollievo, e si dimenticava di tutto quello che lo assillava.
“Helly!” – urlò improvvisamente la bambina. Harry frenò bruscamente, colto alla sprovvista, e la bambina sobbalzò, fortunatamente all’indietro, cadendo sul fratello.
“Lux, ti ho detto mille volte che non devi urlare quando guido” – esclamò duro, ma ricordandosi che la sorellina aveva solo quattro anni, addolcì il tono –“ cosa succede, piccola?”
Lux indicò fuori dal finestrino, il ragazzo che si stava arrampicando su un albero.
Ma non sa che è pericoloso con i temporali?
“Helly, Helly, devi.. aiuta-aiutallo!”
“Si dice aiutarlo, Lux. Si vado a recuperare quel tipo.” – asserì il giovane compostamente
Sarà ubriaco. – aggiunse mentalmente.
“Aspettami qui, mi raccomando.”
“Ti!” – cinguettò la piccolina, strappando un altro sorriso al fratellone.
Harry uscì di corsa dall’abitacolo dell’auto, e si diresse all’albero.
Certo che Londra è piena di mentecatti, pensava Harry, mentre si avvicinava all’albero, e quindi al tipo strano.
“Mi scusi!” – urlò Harry, superando di gran lunga il rombo di un tuono che si stava abbattendo su di loro.
Il giovane si sporse dal ramo e guardò male il riccio.
“Cercati un altro albero, questo è mio!” – urlò con voce stridula e altamente fastidiosa.
“Scenda di lì, è pericoloso! Non sa che con i temporali è vietato stare sugli alberi o in prossimità di essi? Potrebbe essere colpito da un fulmine!”
“Io sono un eroe, non ho paura dei tuoni!”
Ci mancava solo il tipo con la sindrome da Superman!–pensò Harry esasperato.
“Per favore, signore, scenda di lì, le do un passaggio io.”
Il giovane sull’albero, sporgendosi per guardare il suo interlocutore, si sbilanciò troppo, e scivolò dal ramo sul quale si era posato.
“Oh porca puttana!” – urlò Harry. Si precipitò sotto il ragazzo, e lo prese in braccio, prima che si rompesse l’osso del collo, ed entrambi caddero a terra, l’uno sull’altro.
“Mi..mi hai salvato la vita!” –esclamò il giovane, perdendosi nello smeraldo degli occhi di Harry.
Mentre Harry, senza accorgersene, si perdeva nell’azzurro profondo degli occhi del giovane davanti a lui, diavolo se era bello.
“Ehm..” – balbettò Harry, cercando di alzarsi da terra, sovrastato dalla presenza di quel castano dagli occhi azzurri.
“Io.. io sono Louis!” – esclamò l’altro, presentandosi.
“Harry.” – rispose frettolosamente l’altro, ricordandosi di avere la sorellina in auto.
“Sai..io mi sono perso. Dovevo andare in un posto, ma ora non ricordo quale e.. una simpatica vecchina mi ha dato il biglietto e la bacchetta.. ma s’è spezzata..” – prese dalla tasca sia il bastoncino spezzato che il biglietto stropicciato. Harry si colpì la fronte, aveva capito di trovarsi davanti ad un evaso dal manicomio, probabilmente.
“E nessuno mi ha aiutato..”
“Benvenuto a Londra!” – esclamò esasperato l’altro.
“Grazie!” – sorrise sornione il castano.
Harry alzò gli occhi al cielo, ormai non ne poteva più delle frottole dell’altro.
“Capisco, venga con me. Le chiamo un taxi e la rispedisco da dove viene.”
Il giovane alzò lo sguardo sul ragazzo di fronte a lui, e lo guardò sorridendo.
“Davvero? Tu mi aiuteresti?”
“Si”- si arrese all’evidenza che quel ragazzo non sapesse la differenza di registro linguistico per rivolgersi alle persone.
“Vieni con me, ti dai un’asciugata e poi torni a casa tua.”
Louis lo guardò triste, senza però far trasparire quello che realmente provasse. Si sentiva disperso, in una città che non conosceva, e nessuno era stato gentile con lui fino a quel momento. Gli mancava Niall, e il suo modo di tranquillizzarlo.
Sentiva che stava per avere un  attacco di panico,ora non poteva, doveva cercare di calmarsi.
“Tutto bene?” – gli chiese Harry, notando che il ragazzo iniziava a tremare.
Louis scosse la testa, spaventato.
“Ok, ok. Calmo, ok? Ti porto a casa mia al calduccio.” – sorrise. Fece per alzarsi, ma Louis lo intrappolò, abbracciandolo stretto.
“Ti prego, abbracciami..” – sussurrò.
Sembrava un bambino indifeso, ed Harry si intenerì subito, vedendolo così indifeso e impaurito.
Si tirò su, sedendosi sull’asfalto bagnato, e gli cinse le spalle con le sue braccia, stringendoselo al petto. Lo sentiva tremare – per il freddo, ipotizzò – e lo strinse di più.
Louis,dal canto suo, annusava il profumo fresco di Harry, e mentre lo stringeva si sentiva al sicuro, lì accanto a lui.
Si sentiva maledettamente bene, come non lo era mai stato. Nemmeno con Liam si sentiva così.
Cos’è questa dolce sensazione dentro di me?– pensò il giovane, chiudendo lentamente gli occhi, e rilassandosi contro il petto caldo del ragazzo appena conosciuto.
“Dai, alziamoci.. ho la piccola in auto.” – sussurrò Harry, sentendo che il castano si era calmato.
Ma non ricevette risposta.
Lo scostò appena dal suo petto, e lo vide beatamente addormentato.
Sorrise teneramente, e passò una mano sotto le gambe del castano, alzandolo in braccio. Louis si sistemò meglio contro il petto di Harry, e strinse in una mano il giubbotto dell’altro, mentre la guancia la teneva appoggiata contro il petto di Harry. Era davvero un bambino in quel momento, e il riccio provava una tenerezza infinita nel tenerlo in braccio e nel portarlo in auto.
Lo adagiò piano sul sedile posteriore, e lo coprì con un asciugamano che aveva nell’auto con sé.
Salì al posto del guidatore, mentre Lux lo guardava spaventata.
“Helly è motto?”
“No, Lux, si è solo addormentato. Lo portiamo a casa e poi lo riportiamo a casa sua.”
“Ma è cotì bello.. pecchè non lo teniamo?”
“Non è mica un cane!” – rise il riccio, coinvolgendo la bambina, mentre il castano dietro di loro sorrideva sornione nel sonno. Si sentiva bene, a casa per una volta.
Harry ripartì alla volta di casa, e una volta giunto nel garage della sua auto, si sentì all’asciutto. Non avrebbe dovuto correre per metri sotto l’acqua con una bambina di quattro anni e un ventenne che sembrava un bambino.
La piccola Lux balzò sul sedile posteriore, e scosse il ragazzo che dormiva beatamente.
“Ehi! Signole! Vegliati!”
“Lux, non dare fastidio a Louis” – asserì Harry prendendola in braccio.
La piccolina annuì contro il petto del fratellone, il castano aprì gli occhi, sentendosi di nuovo spaesato. Lui si era addormentato tra le braccia di Harry, e ora era in un abitacolo a lui sconosciuto, da solo senza nessuno.
Harry notò il suo sguardo perso e tossì fintamente, attirando l’attenzione su di sé.
Louis alzò lo sguardo verso Harry e sorrise dolcemente. Harry d’altra parte, ora non sorrideva più. Odiava quando sorrideva e si venivano a formare quelle odiose fossette sulle guance, e si chiedeva come avesse fatto prima a cedere ad un sorriso, vedendolo in quelle condizioni.
Gli porse la mano, e Louis l’afferrò prontamente la mano del ragazzo, e si tirò su, andando a sbattere con la testa nello spigolo della portiera dell’auto,ed emise un suono contrariato.
“Ahia..” – mormorò Louis, sotto lo sguardo divertito di Harry, che faceva scendere la piccola Lux dalle sue braccia, che si avvicinava al ragazzo porgendogli  la manina.
“Io Lux!”
Louis sorrise intenerito, e si alzò in piedi, in tutta la sua altezza, poca rispetto a quella di Harry, e prese la marmocchia tra le braccia.
“Io sono Louis” – poi guardò Harry sorridendo –“tua figlia?”
Harry si fece rosso dalla vergogna. Sembrava davvero così vecchio? Ok, il lavoro lo aveva stressato e non sembrava un diciannovenne, ma addirittura avere già una figlia, sembrava esser troppo. Anche perché Lux aveva appena quattro anni, e lui diciannove, avrebbe dovuta averla a quindici anni.. nemmeno quelli di MTV fanno figli così piccoli!
“No, è mia sorella.. non sono così vecchio” – borbottò Harry, premendo il tasto che avrebbe prenotato l’ascensore.
Louis lo raggiunse, mormorando con la bambina qualcosa riguardante la permalosità di Harry, e la bambina ridacchiava.
Harry si intenerì guardando la scena, ma non sorrise. Si vergognava troppo.
L’ascensore arrivò e i tre vi salirono, dopodiché Harry schiacciò il tasto del piano e l’abitacolo si mosse verso l’alto, facendo sussultare Louis, non aveva un ascensore a casa sua,e non sapeva che esistessero macchine del genere.
Si avvicinò al riccio, e a bassa voce chiese:
“Ma questo.. coso.. non cade?”
“No, tranquillo, Louis.”
“Ma che cos’è? Una specie di tappeto volante con le pareti?”
Harry spalancò gli occhi.
Cosa aveva chiesto? Un tappeto volante?
“Non esistono i tappeti volanti, Louis.” –asserì, mentre le porte dell’ascensore si aprivano. Louis teneva ancora la bambina che sorrideva sentendolo parlare. Harry non faceva mai discorsi del genere. Era sempre tutto serioso e rispettoso delle regole.
Percorsero il pianerottolo battibeccando sull’esistenza o meno dei tappeti volanti, e nel frattempo arrivarono fuori l’appartamento di Harry, che infilò le chiavi nella serratura facendola scattare.
Louis entrò, guardandosi intorno esterrefatto. Non poteva credere a cosa lo circondava.
Era una casa bellissima.
“Sembra la casa delle favole!” – indicò ogni oggetto. Le tende colorate erano un’attrattiva per lui, i mobili gli ricordavano tanto la casa dei nanetti di Biancaneve, le pareti quelle del castello di Cenerentola, e la finestra che dava sulla strada, quella della camera di Wendy in Peter Pan.
E sì, i suoi occhi brillavano alla vista di quella stanza, che era solo il salone, i suoi occhi brillavano perché si trovava in un mondo tutto nuovo per lui, che non era mai uscito dal suo.
“Cambio la piccola, e la metto a letto, tu.. ambientati, poi ti chiamo un taxi” – esordì Harry.
Louis lo guardò senza parlare,ed annuì.
“Aspetta, hai ragione. Ti presto qualcosa di asciutto.” – affermò il riccio, dirigendosi in una stanza in fondo al corridoio, e ricomparendo con una felpa e un pantalone di tuta, che lanciò al ragazzo, che li osservò divertito.
Forse è meglio che mi cambi – pensò Louis spogliandosi nel salotto di casa di Harry, mentre il riccio di voltava verso il corridoio e spariva di nuovo.
Louis indossò i vestiti asciutti, caldi e profumati di Harry, e si sentì bene.
Sbadigliò sonoramente, e si appoggiò al divano.
Cullato dal profumo di quella casa, e dei vestiti indossati crollò in un profondo sonno.
Il riccio si occupò della sorella, e la depose nel lettone. Si rese conto di essere davvero troppo bagnato,e decise di fare una doccia calda, per evitare di prendere una polmonite, forse avrebbe chiesto a Louis di farla dopo di lui, non voleva che quel bambinone prendesse un malanno.
Entrò nel box della doccia e aprì l’acqua calda. Il getto bollente sembrava massaggiare i suoi nervi tesi, e i suoi muscoli si rilassarono, fortunatamente.
Massaggiò per bene i suoi capelli, che in quel momento non sembravano più tanto ricci e si insaponò per bene, massaggiandosi la pelle con il bagnoschiuma.
Si sentiva rinato.
Chiuso il getto della doccia, uscì da essa e si asciugò completamente. Si guardò allo specchio, e fece una faccia disgustata. Non si riconosceva nemmeno più. Continuò a muovere l’asciugamano nei capelli, fino a che non fu sicuro che tutta l’acqua fosse caduta via, e li lasciò bagnati. Adorava quella sensazione di frescura nel tenere i capelli umidi, e i suoi una volta asciugati senza phon erano ancora più morbidi.
Infilò i pantaloni del pigiama, e si diresse in sala con il telefono in mano, pronto a chiamare il taxi per il nuovo arrivato.
“Allora dove devi arriva..?” – gli morirono le parole in gola.
Lo vide lì, addormentato. Stretto nella maglietta che lui stesso gli aveva dato, quell’aria dolce, sognante che gli aveva visto poco prima sotto la poggia, e un senso di tenerezza infinito lo percorse.
Prese una coperta e gliela mise addosso, e dopo avergli accarezzato il viso, constandone la morbidezza, si alzò sulle sue gambe, e tornò in camera sua, dove, accanto alla piccola Lux, crollò in un sonno profondo.
 
Intanto a Doncaster.
La perfida Caroline sghignazzava con il suo scagnozzo Josh.
“Povero Louis, non sa che tutti lo prenderanno per il culo. È così.. fantasioso!”
“Già, hai proprio ragione. Quando l’ho messo sul pullman credeva che lo stessi mandando dai folletti!”
La donna scoppiò a ridere.
Liam da fuori aveva sentito tutto, e non sapeva cosa pensare di quella che avrebbe dovuto essere la sua manager.
Velocemente, corse verso la fermata degli autobus, sperando che quello per Londra non fosse ancora passato.
Mentre correva, scontrò un biondino.
“Scusa, scusa” – borbottò quest’ultimo.
“Nulla, tranquillo”
Il biondino si alzò, pulendosi i pantaloni, e guardandosi intorno con aria preoccupata.
“Qualcosa non va amico?”
“Il mio amico. Viene sempre qui, ma è abitudinario alle due del pomeriggio torna a casa! Sono le tre!” – sbottò il ragazzo, allarmato.
“Senti, lo so che è strano e non ti sarà mai capitato di vederlo. Ma hai visto un ragazzo.. alto quasi quanto me, castano occhi azzurri con una spiccata fantasia e una capacità di trovarsi nei guai superiore al cento per cento?”
“Louis?”
“Esatto!”
“Temo di aver fatto un guaio.”
Il biondino spalancò gli occhi, si presentò come Niall, migliore amico di Louis, e Liam gli raccontò tutto. Del parco, della sua manager.
“LONDRA?!” – sbottò Niall. –“Louis non sa nemmeno allacciarsi le scarpe da solo, usa i mocassini a posta!”
Liam si passò una mano sulla faccia.
“D’accordo, vado a recuperarlo.”
“Non senza di me.” – asserì Niall.
Il castano alzò gli occhi al cielo esasperato.
Acconsentì a farlo andare con lui,e dopo un’accurata preparazione del viaggio del simpaticone biondo, i due partirono.
All’oscuro che Caroline, capendo le intenzioni di Liam, poiché aveva visto le sue mosse dalle telecamere di cui era dotato il palazzo in cui amministrava i suoi affari, aveva mandato il suo scagnozzo Josh a Londra per sbarazzarsi definitivamente di Louis, che con la voce che si ritrovava, le avrebbe fatto perdere la faccia. Già Liam era un problema, poi la voce di Liam unita a quella cristallina di Louis, avrebbe fatto breccia nel cuore della gente, così che lei perdesse il suo pupillo per cederlo ad altre case discografiche. No, lei doveva essere l’unica a controllare quella rete di cantanti di quella piccola città di periferia, perché era sicura che appena Liam avesse sfondato con lei come sponsor avrebbe preso la Sony.
E Louis era una minaccia.
 
Ritornando a Londra.
Ore 3.00, 3 novembre 2012.
Louis si stiracchiò sul divano. E guardò il soffitto.
Si sentiva bene in quella casa.
I suoi occhi perlustrarono tutta la stanza. Cercava di ricordare dove fosse. Poi gli venne in mente il ricciolino, e la sua sorellina e sorrise spontaneamente. Voleva sdebitarsi con loro per essere stati così buoni con lui.
Si mise seduto, e si guardò. La felpa era leggermente più grande di lui, e gli andava un po’ larga, e Louis si sentì strano, ma non sapeva cosa provava, lui non aveva mai imparato cosa fossero le emozioni.
Alzò lo sguardo sulla finestra, ed era ancora buio fuori. Quindi decise di dormire ancora un po’.
Sentì,poi, dei rumori dalla cucina, e si rizzò spaventato. Chi era?
Magari è qualche stregone cattivo che vuole far del male ai miei nuovi amici – pensò ingenuamente Louis, e decise di andare a perlustrare la casa e scoprire chi fosse a generare quei rumori.
In silenzio, in punta di piedi avanzò verso la cucina. Afferrò la prima cosa che si trovò sotto le mani – una lampada – e brandendola entrò nella cucina.
“Louis?”- chiese il riccio seduto tranquillamente su una sedia.
Il castano sorrise imbarazzato.
“Credevo ci fossero.. degli intrusi.. che volevano farvi male..”
“Tranquillo.”- Harry non si accorse di abbozzare un sorriso. Non se ne rese per nulla conto, fatto stava ce lo fece. Un sorriso era nato sul suo viso.
“Vuoi del the?” – chiese.
Scosse la testa, sedendosi di fronte a lui.
“Bevi il the di notte?” – chiese curioso Louis, guardandolo dolcemente.
Il riccio annuì, guardandolo con uno sguardo che diceva tutto quello che provava.
“Non riesco a dormire, poi mi capita di parlare nel sonno e spavento Lux.”
“Oh.. ho capito, fai brutti sogni.”
“No, io non sogno.”
“Impossibile, tutti sogniamo!”
Harry sbuffò, bevendo d’un fiato la tazza di the, scottandosi le labbra, e tossì abbastanza forte.
Louis subito gli fu accanto e lo aiutò, gli diede degli schiaffetti sulla schiena per farlo riprendere dalla strozzatura, e poi prese un panno e dopo averlo bagnato tamponò le labbra di Harry.
“Anche Niall lo fa sempre. Mangia e beve in fretta e si strozza..”
Louis sorrideva spontaneamente ed Harry non sapeva cosa pensare di lui. Insomma perché un ragazzo doveva sorridere così? Non era già snervante essere un adolescente con le proprie crisi esistenziali? Doveva anche essere snervato da quel sorriso odioso di quel tipo che aveva salvato?
“Perché non sorridi, Harry?” – chiese a bruciapelo il ragazzo.
“Non sorrido mai. Non mi piace sorridere.”
“Sei stupido.” – sorrise salutandolo.
“Buonanotte, Harry.”
Tornò in salotto stiracchiandosi, e dopo un sonoro sbadiglio, si accucciò sul divano stringendo la coperta che Harry gli aveva dato, perché sentiva che quella lo avrebbe protetto.
Louis, in realtà, aveva tanta paura. Troppa. Era in una casa sconosciuta, con persone che non gli volevano bene, lontano dal suo amico Niall, e dal suo quasi amore Liam.
E non sapeva cos’era quel vuoto che sentiva dentro di sé.
Si addormentò di nuovo, con tanti dubbi e pensieri in mente.
-
La mattina dopo, Louis si svegliò presto. Erano quasi le sei di mattina.
Si guardò velocemente intorno, e si accorse che la cucina era completamente messa a soqquadro, e ricordò la notte precedente. Harry in cucina che si preparava il the.
In silenzio e in punta di piedi andò verso la stanza di Harry, voleva vedere se fosse vero che lui parlasse nel sonno, e aspettò fino a che non sentì la voce roca del giovane espandersi per la camera.
“No! Non voglio.. lasciatemi in pace..”- si girò su un fianco –“io non voglio.. ho solo diciannove anni..”
Era agitato, agitatissimo.
Louis si avvicinò al letto, e gli accarezzò i capelli. Erano così meravigliosamente morbidi.
Ne saggiò la morbidezza, fino a che Harry non si rilassò smettendo di parlare.
Si diresse di nuovo in cucina, e dopo aver dato una veloce rassettata alla stanza, iniziò a canticchiare.
These lines of lightning
Mean we're never alone,
Never alone, no, no
E più cantava, più si sentiva bene. Mentre sistemava il divano su cui aveva dormito, mentre spostava i cuscini per mettere ordire, mentre versava l’acqua nel bollitore. Si sentiva al settimo cielo, senza saperlo. E non ne sapeva nemmeno il motivo.
Come on, come on
Jump a little higher
Come on, come on
If you feel a little lighter
Come on, come on
We were once
Upon a time in love
E mentre cantava saltellava per la cucina, inondando la casa di una strana allegria che solo lui portava dentro di sé. Preparava la colazione cantando, e non si accorgeva che la piccola Lux si era svegliata e lo osservava silenziosa.
We're accidentally in love
Accidentally in love
Non sapeva perché, ma sentiva quelle parole dentro di sé, come se gli appartenessero.
Sorrideva mentre metteva a fare il caffè – avrebbe ringraziato Niall per avergli insegnato a farlo una mattina di metà gennaio – e poi impastò i biscotti. Aveva voglia di cucinare quella mattina, e in breve l’aria della casa fu invasa da un piacevole odore di caffè, the e biscotti caldi.
I'm In Love, I'm in Love,
I'm in Love, I'm in Love,
I'm in Love, I'm in Love,
Accidentally
Continuava a cantare Louis, mentre la piccola Lux correva a chiamare Harry,risvegliandolo dal profondo sonno in cui era ricaduto con le carezze di Louis.
“Helly! Helly! Veni! – lo tirava da un braccio cercando di risvegliarlo.
“Sono sveglio!” – buttò fuori il ragazzo, e l’odore invitante lo invase subito.
“Ma cosa..?” – borbottò il giovane.
Si alzò dal letto infilando le ciabatte e rimanendo a torso nudo, così come era andato a dormire, e seguì la piccola Lux che lo tirava da un braccio, portandolo in cucina, dalla quale sentì la melodiosa voce di Louis inondargli le orecchie, facendolo sentire stranamente vivo.
Come on, come on
Spin a little tighter
Come on, come on
And the world's a little brighter
Come on, come on
Just get yourself inside her
E Harry sorrideva sotto la porta. Insieme a Lux, senza muoversi osservava il ragazzo muoversi agile nella cucina, mentre sistemava il macello fatto per preparare i biscotti, che ora giacevano in una scodella sul tavolo, facendo profumare tutta la casa di buono, come non profumava da tempo.
Love ...I'm in love
E sulle ultime due note che cantava, si voltò.
“Oh buongiorno!” – sorrise ai due.
Lux gli corse incontro allungando le braccia verso di lui.
“Louis!” – urlò la piccola.
Louis sorrise, e si abbassò per prenderla e alzarla.
Harry contrariato entrò in cucina e si sedette.
“Non è giusto, il tuo nome sa dirlo, il mio lo storpia.” – sorrise Harry, senza accorgersene.
E Louis se ne accorse, e piacevolmente stupito, indicò le adorabili fossette che gli erano comparse sulle guance.
“Oh Harry! Hai sorriso, hai sorriso!” – sorrise il castano a sua volta.
“Hai un bellissimo sorriso, e delle adorabili fossette!” – esultò, affondando un dito in una delle fossette di Harry, che scoppiò a ridere, coprendosi il volto imbarazzato.
“Non mi piace il mio sorriso, quelle fossette sono terrificanti.”
“Ma smettila, sei bellissimo!”
Gli porse una tazza di caffè e la scodella con i biscotti e poi prese una tazza più piccola riempiendola di latte e si sedette con la piccola Lux sulle gambe e l’aiutò a fare colazione.
Il riccio si intenerì nel vedere la scena. La sua sorellina in braccio ad un ragazzo così tranquillamente.
Con Zayn non era mai stata così buona, si agitava e piangeva, ed Harry non capiva perché si comportasse così con Louis, di solito con gli estranei era come con Zayn,e ora..
Scosse la testa, e bevve il suo caffè tutto d’un fiato, strozzandosi, come la notte precedente, con il caffè.
Il ragazzo dagli occhi azzurri, dopo aver messo la piccola sul tavolo, attento che non si facesse male, si avvicinò ad Harry e gli pulì la bocca dopo avergli dato due pacche sulla schiena.
“Non prendere l’abitudine, curly boy!” – esclamò esaltato Louis, scuotendo la testa.
Poi afferrò un biscotto e lo addentò immediatamente. Aveva fame, decisamente.
Ma era felice.
Dopo la sontuosa colazione, Harry invitò Louis a fare una doccia, e il ragazzo accettò immediatamente, fiondandosi nel bagno indicatogli dal riccio. Si sistemò i capelli guardandosi nello specchio, e poi si spogliò completamente fiondandosi sotto il getto dell’acqua calda. Sentiva ancora tutta l’umidità della notte precedente nel corpo e sapeva che avrebbe preso come minimo il raffreddore, gli succedeva sempre quando giocava con la pioggia. Solo che il giorno prima non aveva giocato, aveva avuto un attacco di panico sotto l’acqua.
Scosse la testa, scacciando quel pensiero.
Uscì e prese l’asciugamano che Harry gli aveva dato e se lo legò addosso.
Ma non si seppe come, Louis appena fuori dalla porta, mise male il piede a terra, ritrovandosi a terra e urlò di dolore. Probabilmente si era slogato una caviglia o peggio!
Harry accorse immediatamente dalla sua stanza, ancora in boxer, e lo aiutò a rialzarsi.
Ma il ragazzo non si reggeva in piedi, e mentre il riccio lo aiutava si ritrovarono tutti e due a terra, nell’esatto momento in cui un moro dalla pelle mulatta apriva la porta ed entrava in casa per cercare il suo ragazzo.
E lo vide nella posizione equivoca con il giovane.
“Ah bene!” – sbraitò il nuovo arrivato.
“Vedo che te la spassi, quando io sono fuori!”
“No Zayn!” – si affrettò ad alzarsi da terra. –“non è come sembra, Louis stava facendo la doccia e..”
“Ah si chiama Louis il tuo amante?”
“No!” – sbuffò –“è solo un ragazzo che ho trovato ieri sera, non è di qui e ha passato la notte sul divano”
Louis si alzò, reggendosi al muro e guardò i due litiganti.
“E’ vero.. io.. non volevo creare problemi.. Harry mi ha solo aiutato.”
Qualcosa dentro il cuore di Louis si spezzò, ma lui non sapeva ancora cosa fosse. Si sentiva troppo strano in quel momento per rispondere di qualcosa o a qualcosa.
“E perché eravate in quella posizione?”
“E’ scivolato, e si è fatto male, guardalo a stento cammina ora!”
E in effetti era vero, Louis saltellava su un piede allontanandosi dai due ragazzi. Andò sul divano, dove si lasciò cadere a peso morto. Si strinse di più nell’asciugamano e cercò di sparire dietro quel divano.
“E cosa fa?”
“E’ convinto di avere poteri magici, te l’ho detto non è normale.”
E a Louis si spezzò qualcos’altro nel cuore.
Lo considerava non normale. Perché? Lui era sempre se stesso, lui era sempre stato così, Niall non gli aveva mai detto che non era normale. Perché ora gli importava del giudizio della gente?
Il moro scosse la testa, e dopo una fugace occhiata ai due voltò i tacchi, andando via.
Harry si sentì morire dentro, e lo rincorse giù in strada, infischiandosene di essere ancora in boxer, ma Zayn era salito nel taxi, ed era andato via di corsa.
Harry era risalito, triste, giù di morale.
Louis zoppicando si avvicinò a lui.
“Io.. non volevo..”
Il riccio lo guardò con disgusto, con disprezzo, quasi come se il giovane di fronte a lui fosse la causa di tutti i suoi problemi.. okay, in parte lo era, ma non era colpa sua. Non era abituato ad una casa estranea, e non sapeva cosa fare. Louis in quel momento sperò ancora che il suo amico Niall comparisse davanti a lui, e lo abbracciasse, come era solito fare.
“Vestiti, ti porto in ufficio e da lì chiamiamo un taxi per te.”
Il ragazzo, senza rispondere, si diresse zoppicando ancora verso il bagno e lo investì una profonda tristezza causata dall’atteggiamento strano di Harry. Fino a pochi minuti prima era gentile, gli sorrideva..
Ora era così antipatico. Ma chi era quel tipo che aveva portato scompiglio nella loro mattinata felice?
Si vestì in fretta con gli abiti ancora umidi della notte prima, ed uscì in fretta.
Harry lo guardò alzando un sopracciglio.
“Metti quello che ti ho prestato. Ti prenderai un malanno.” – asserì duro.
Louis abbassò lo sguardo, e tornò indietro, mettendosi i vestiti che Harry gli aveva prestato e indossata una camicia bianca, che gli andava leggermente larga sulle spalle, e un paio di jeans, e i suoi adorati mocassini, tornò dal riccio, che rimase esterrefatto dalla bellezza del ragazzo che si trovava davanti. Scosse la testa e presa la bambina di nuovo in braccio, in fretta, la vestì in fretta, e dopo essersi preparato uscì insieme ai due, tornando all’auto.
Sfrecciarono in fretta, verso la casa della babysitter, e lasciata lì la bambina, il riccio portò in ufficio con sé Louis. La sua segretaria li accolse con un sorriso. Louis si guardava intorno stupefatto. Era abbagliato dalla bellezza di quel luogo. Quello era il paese delle meraviglie. C’era una strana macchina con lo schermo luminoso, una vasca con i pesci, le pareti di un candido bianco davano un senso di oppressione, ma il castano non ci fece caso, perso nei più piccoli particolari.
“Harry, ma dove lo hai preso quello lì?”
“E’ una lunga storia,  trovagli un taxi, un pullman qualsiasi cosa, pago io, dovunque deve andare, ok?”
“D’accordo vai alla riunione ti aspettano”
Il riccio annuì, e disse a Louis di aspettarlo e di non fare cazzate prima che lui non fosse tornato. Louis si sedette come un bravo bambino su una delle poltroncine e si guardò intorno ancora rapito dai dettagli di quel luogo magico.
Si avvicinò alla strana macchina con lo schermo luminoso, un PC e lo fissò.
Lo screensaver mandava le immagini di alcuni pesciolini colorati,e  Louis batté le mani osservandoli.
“Ma c’è l’acqua lì dentro? Guarda nuotano!” – esclamò.
La ragazza, Kate, capì che c’era qualcosa che non andava in quel tipo, come faceva a non sapere cosa fosse un PC?
“Non si tocca.. come ti chiami?”
“Louis!” – esclamò lui sorridendo felice. –“e tu?”
“Kate.” – sorrise lei. –“dove abiti, Louis?”
“Ovunque e da nessuna parte!”
La ragazza rise. Il ragazzo era di una spontaneità mai vista prima, e non sapeva perché ma le faceva tanta tenerezza quel bizzarro tipo.
In effetti, il fatto che indossasse i vestiti di Harry la diceva tutta. Era andato a Londra senza nessun abito, senza un cambio, senza nulla. Era stato fortunato ad incontrare Harry, tutto sommato.
Continuò a scrutarlo per un po’, fino a che non si decise a chiedergli il motivo della sua presenza a Londra.
“Una simpatica vecchina mi ha detto che dovevo svolgere una missione qui a Londra, sto cercando gli elfi!”
Kate strabuzzò gli occhi.
Elfi?!
“Non esistono gli elfi.”
Louis incrociò le braccia al petto e sbuffò.
Quando, dopo ore di attesa e di scorsi insensati con la tipa, vide Harry uscire gli corse incontro, non curandosi degli uomini con lui.
“Harry, la tua amica non mi vuole dire dove sono gli elfi!”
Il riccio alzò gli occhi al cielo, e sbuffò esasperato.
“Scusate signori, ma sto aiutando questo ragazzo.”
“E’ un bel gesto, Styles, non è da tutti aiutare i ritardati!”
“Io non sono ritardato!” – si oppose Louis. –“io sono Louis! Sei tu che sei un vecchio e potresti essere ritardato!”
“Ma che insolente.”
Harry lo ammonì con lo sguardo, e si congedò dagli uomini.
Afferrò Louis per un braccio e lo trascinò fuori.
“Mi stai portando solo guai!” – sbottò.
“Prima mi fai litigare con Zayn, ora mi vuoi rovinare gli affari!” -  nell’urlare non si accorse che sovrastava il castano, che si era piegato sulle ginocchia, mettendosi le mani sulle orecchie per non sentire le urla. Aveva il terrore quando qualcuno gli urlava contro. Ne aveva sempre avuto paura e non sapeva il perché.
“Non urlare.. non urlare..” – bisbigliò il ragazzo.
Harry non se ne rese conto. Louis aveva ripreso a tremare. Un altro attacco di panico? Stava esagerando. Dov’era Niall? Lui non urlava mai con lui. Dov’era il suo parco? I suoi bambini? Le sue avventure. Quest’avventura non gli piaceva per nulla, era troppo difficile per lui.
Il riccio estrasse una serie di banconote dal portafoglio e lo guardò.
Lo tirò su per un braccio,e invece di calmarlo gli diede i soldi.
“Vattene, vai dove vuoi a cercare gli elfi, a drogarti, non lo so! Fai quel che cazzo vuoi, ma non rovinarmi la vita!”
E Louis tremò ancora.
Una lacrima gli sfuggì dagli occhi.
Prese in mano le banconote e si allontanò da lui. Perché era così arrabbiato? Non aveva fatto niente di male.
Si guardò intorno spaesato. Non sapeva dove andare, non sapeva nulla in quel momento. Voleva solo trovare un posto sicuro e piangere. Si fermò vicino ad una signora che dava da mangiare ai piccioni e sorrise.
Ricordò il suo piccione, il suo Kevin, rimasto a Doncaster e chiese alla donna un sacchetto. Lei sorridendo glielo diede e lui le diede una banconota. Si piegò a terra e iniziò a cospargere il marciapiede con il mangime, guardando ammaliato i piccioni che iniziavano a beccare da terra.
In fondo è un bravo ragazzo. Ed è dolce. Non voleva fare del male a nessuno, forse ha solo problemi mentali.
Pensò Harry scuotendo la testa. Era stato troppo duro nei suoi confronti. E così con uno scatto degno di un maratoneta corse da lui sollevendolo da terra.
Louis nel vederlo tremò. Aveva paura che urlasse ancora.
“Scusa, Louis. Ho sbagliato, sono solo nervoso, mi dispiace essermela presa con te.”
“Non importa, ci sono i Kevin con me..”
“I Kevin?” – inclinò la testa.
Louis annuì indicando i piccioni lì per terra ed Harry sorrise addolcito.
Tra tutte le sue stranezze, parlava anche con i piccioni.
“Vieni con me, su. Ti faccio vedere un po’ Londra.”
Il ragazzo che viveva nella sua fantasia sorrise dolcemente all’altro, fin troppo serioso.
Harry gli regalò un sorriso, e gli prese la mano.
Lo portò in giro per Londra, fino a che lo stomaco di Louis non reclamò, aveva fame probabilmente.
Ed Harry ridacchiò.
“Hai fame, Louis?”
“Un po’.. forse..”
“Vieni, ti faccio assaggiare qualcosa che ti piacerà di sicuro!”
Louis si fidava di lui, quindi lo seguiva e lo ascoltava in qualsiasi caso.
Lo portò fino ad un fastfood, dove presero delle patate fritte. Louis non ne aveva mai mangiate di così buone, e finalmente sentiva di nuovo quel senso di felicità  che lo invadeva ancora.
Mentre mangiavano le patatine, i due giovani presero a passeggiare per l’Hyde Park. Louis sorrideva ad Harry, ed Harry sorrideva a Louis – senza accorgersene tuttavia – e i due giovani non si accorgevano per nulla di quello che stava nascendo tra loro. Forse non era stato così male per Louis perdersi per Londra, aveva trovato Harry, e per quest’ultimo non era stato male prendersi cura del ragazzo che non viveva nella realtà.
Louis camminava davanti ad Harry all’indietro per poterlo guardare.
Aveva le braccia dietro la nuca, e lo sguardo divertito.
“Non ci credo, a tutti piace cantare!”
“Io non canto, è inutile!”
Louis sbuffò.
“E Zayn?”
“Nemmeno. Noi siamo persone serie.”
“Anche io sono serio, eppure canto!” – sorrise, facendolo ridere ancora.
“E gli hai mai detto che lo ami?”
“Lo sa, non ne ho bisogno.”
Louis scosse la testa, e un simpatico motivetto gli entrò in testa. Doveva cantare, le parole le aveva nel petto, e premevano per fuoriuscire.
From the moment I met you everything changed
I knew I had to get you whatever the pain
Cantò Louis saltellando davanti ad Harry.
“Oddio non cantare, Louis!”
Lo afferrò per un braccio, trascinandolo via.
I had to take you and make you mine
Continuò un ragazzo sulla strada, facendo sorridere Louis.
“Vedi? Non sono l’unico a cantare!”
I would walk through the desert I would walk down the aisle
I would swim all the oceans just to see you smile
Whatever it takes is fine
E trascinava Harry con sé, mentre cantava. Gli stringeva le mani e gli sorrideva.
Il diciannovenne era stranito da quel tipo, non sapeva perché ma quel ragazzo gli aveva sconvolto le sue sicurezze.
Oh oh oooh oh so put your hands up
Oh oh oooh oh coz it's a stand up
Fece Louis prendendo le braccia di Harry in alto, e continuando a cantare ridendo con quella sua risata melodiosa, che unita alla sua voce cristallina erano un toccasana per le orecchie del giovane imprenditore.
And I won't be leaving 'til I've finished stealing every piece of your heart
Every piece of your heart
Ad Harry scappò un sorriso, un sorriso vero e Louis lo guardava ammaliato.
Andarono avanti così, percorrendo il parco.
Oh oh oooh oh
I'm a thief I'm a thief
Call me a thief
“Guarda Harry!” – indicò uno stand con dei biglietti per un ballo.
“Non so ballare, Louis!” – esclamò l’altro, facendo ridere il giovane.
“Si, che lo sai fare! Tutti sappiamo ballare!”
Oh oh oooh oh
I'm a thief I'm a thief
But you should know your a part
La voce melodiosa di Louis faceva battere forte il cuore di Harry, senza che lui se ne accorgesse si ritrovò a sorridere di fronte a lui, mentre il ragazzo saltellava e cantava per tutto il parco.
Oh oh oooh oh
 I'm a thief I'm a thief
I'm only here
Oh oh oooh oh
I'm a thief I'm a thief
Because you stole my heart
Louis balzò sulla ringhiera che dava sul Serpentine Lake e scivolò all’indietro piombando nell’acqua gelida del lago.
Harry corse alla ringhiera, e si sporse per cercare con lo sguardo il ragazzo caduto in acqua, e perse un battito nel non vederlo riemergere. Stava per buttarsi nell’acqua per recuperarlo, quando la testa di Louis emerse con un sorriso sornione.
“Wow! E’ pieno di pesci!”
Il riccio tirò un sospiro di sollievo e scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. Sapeva nuotare per fortuna.
Harry si avvicinò alla riva più vicina, verso la quale Louis stava nuotando e gli porse la mano, l’altro per tutta risposta l’afferrò facendosi tirare fuori.
“Devi stare attento.”
Louis fece il labbruccio, per fargli tenerezza. E sortì l’effetto desiderato. Harry si intenerì fin troppo nel vederlo così, e decise che non poteva fargli soffrire il freddo, e siccome erano vicini al negozio di abbigliamento di Zayn decise di portarlo lì,al diavolo la gelosia del moro!
-
Intanto Liam e Niall, accompagnati da Josh, erano arrivati a Londra e iniziarono a perlustrarla da cima a fondo.
Dovevano trovare Louis, prima che si cacciasse nei guai, e il leccapiedi di Caroline voleva solo metterlo fuori combattimento. La donna lo aveva riempito di stupidaggini, ma lui era abbagliato dalla sua bellezza non vedeva al di là del suo naso, e non sapeva che quella si stava approfittando di lui.
Si sentì improvvisamente una canzone, provenire dall’Hyde Park – dove i tre cercavano Louis, poiché Niall aveva spiegato loro la sua passione per i parchi, perché li vedeva come luoghi di stregonerie e magie varie.
“Ma questo è Louis!” – esclamò Liam.
“Sì, solo lui canta così.” – gli diede corda Niall.
Ma non arrivarono in tempo, che Louis si era già dileguato insieme ad Harry, e i tre dovettero riprendere la ricerche da un punto morto.
-
Harry trascinò il ragazzo fino al negozietto, e Louis ricordò di aver messo due biglietti per una festa in maschera nella tasca di Harry, e così una volta lì, glieli mise in mano, facendo in modo che li desse al suo fidanzato.
E Zayn vedendoli sorrise sornione.
“Ti sei ricordato che è il nostro anniversario..?”
“Ehm.. ecco io..” – vide la felicità del ragazzo e non poté fare a meno di sorridere ed abbracciarlo dolcemente.
“Sì..”
Zayn lo strinse forte al petto, cullandolo piano.
Louis capì che quei due, sotto sotto si volevano bene, ma probabilmente la loro relazione era legata all’abitudine. Harry non sorrideva accanto a Zayn. Il castano starnutì. I vestiti bagnati stavano aderendo al suo corpo e l’umidità stava prendendo il sopravvento. Come diceva sempre Niall, Louis se si bagnava non poteva restare a lungo senza asciugarsi o si sarebbe preso un malanno.
E.. “sto solo cercando di aiutarlo, Zay!” – esclamò Harry a sua discolpa, mentre il moro annuiva e sorrideva.
“Dagli qualcosa di asciutto, può scegliere quello che vuole, mi piaci di più quando sei così  altruista!”
Harry accompagnò Louis in giro per il negozio e gli fece scegliere gli abiti che avrebbe voluto indossare quella giornata e Louis optò per una felpa calda – aveva davvero tanto freddo – e un paio di jeans normalissimi. Si promise che per quando sarebbe tornato a casa sua, avrebbe ripreso le sue amate bretelle, si sentiva nudo senza.
Uscì dal salottino prova con i nuovi abiti ed Harry ne restò nuovamente incantato. Ma da dove la prendeva tutta quella bellezza? Perché non aveva incontrato prima un tipo così?
E un timido sorriso comparve sulle sue labbra.
Il castano gli si avvicinò e lo abbracciò forte.
“Grazie Harry..” – sussurrò contro il suo petto.
“Di nulla, Louis..”
I due si congedarono da Zayn ed Harry pensò bene di andare a prendere la piccola Lux, in fondo aveva preso quel giorno libero e quindi non c’era motivo per cui la piccola stesse lontana dal fratellone.
Il riccio portò con sé Louis, fino a casa della donna che accudiva la bambina e una volta arrivati lì, Louis continuò a guardarsi intorno.
“Ehi, tranquillo, le pareti non si chiuderanno su di noi.” – gli sorrise Harry. Ormai aveva capito come andava preso Louis e gli piaceva, in un certo senso, prendersi cura di lui.
Suonò il campanello e la donna aprì, si sorprese nel vedere Harry lì fuori. Lo guardò inclinando la testa.
“Sono qui per Lux.. ho preso un permesso..” – sorrise il riccio.
“Harry, ti vedo diverso. Sorrisi e non hai la giacca.” – ridacchiò la signora andando a prendere la piccola Lux. Forse era vero, la presenza di Louis stava cambiando la routine di Harry. Bastava vedere quella mattina cosa era stato in grado di fare.
“Helly!” – urlò la bambina saltando in braccio al fratello.
“Oggi andiamo al parco con Louis, contenta?”
Lei annuì energicamente e dopo essersi congedato dalla signora, riprese Louis per mano, che era rimasto in religioso silenzio fino ad allora, e lo portò fuori.
Louis, tuttavia, aveva una brutta sensazione dentro di sé, come se qualcosa non andasse per il verso giusto. Aveva una brutta sensazione ma non lo diceva a nessuno, perché non sapeva cosa fossero le brutte sensazioni. Forse era successo qualcosa a Liam..
Liam! Non aveva pensato a lui nemmeno un secondo da quando era con Harry, ma che gli stava succedendo?
Non sapeva cosa pensare, eppure lui era sicuro che Liam fosse il suo vero amore.
Scosse la testa. Forse era solo ammalato per l’acqua presa.
Passarono un piacevole pomeriggio nel parco, dove mentre i due guardavano la bambina salire sullo scivolo,Louis appoggiò la testa sulla spalla di Harry chiudendo gli occhi.
“Mi sento debole, Harry..”
“Ti riporto a casa..?”
Scosse la testa, accucciandosi accanto al riccio e chiudendo gli occhi.
Aveva bisogno di dormire.
E si addormentò  tra le braccia di Harry, come la notte precedente, dove l’aveva ritrovato.
-
La festa in maschera si avvicinava. Harry era agitato, non sapeva cosa indossare e Louis era preoccupato.
Non aveva notizie di nessuno, né di Liam né di Niall.
“Louis! Avevo pensato. Perché non andiamo a mangiare una pizza insieme?”
Louis lo guardò come se stesse dicendo una cazzata.
Non si sentiva bene. Non fisicamente, mentalmente.
“Harry.. perché mi sento una strana cosa nello stomaco, come se qualcosa non andasse bene?”
“Uhm.. malinconia, nostalgia direi. Ti manca qualcuno?”
Lui annuì. –“Niall e Liam..”
“Ah già, mi hai parlato di loro.”
Qualcosa si mosse nello stomaco di Harry.
Gelosia, forse?
“Usciamo, così non ci pensi!”
Il castano annuì e seguì Harry fuori casa. La piccola Lux teneva la manina ad entrambi e camminava in mezzo a loro, si sentiva protetta con entrambi, e preferiva di gran lunga la presenza di Louis a quella di Zayn che gli incuteva paura.
Arrivarono nella pizzeria e Louis si sedette accanto ad Harry.
“Non mi hai mai detto perché vivete da soli..” – sussurrò flebilmente Louis ad Harry, puntando i suoi occhioni azzurri in quelli verdi e spenti di Harry.
“I nostri genitori son scomparsi da due anni. Io ero quasi maggiorenne e quindi ho avuto l’affidamento di Lux.. e.. ho preso in eredità l’industria dove lavoro.”
“E’ triste..”
“Già tanto. E tu?”
Louis stava per rispondere, ma improvvisamente ricordò che lui era solo, era solo fin da quando ne avesse memoria e abbassò la testa.
“Io non lo so.. ho solo Niall.”
“Hai perso la memoria?”
“Ricordo solo che son cresciuto con Niall, il resto no.. non ho i genitori.” – asserì il ragazzo con aria triste e mesta.
Prima o poi il suo passato sarebbe venuto a galla.
“Louis!” – urlò qualcuno alle loro spalle.
Il ragazzo spalancò gli occhi voltandosi nella direzione della voce che l’aveva chiamato.
Due occhi azzurri lo invasero e riconobbe quei capelli biondi stinti.
“Niall!” – urlò alzandosi e correndo verso di lui.
Scattò un grandissimo abbraccio tra i due. Louis quasi pianse e Niall finalmente tirò un sospiro di sollievo.
“Vieni con me, ti presento Harry si è preso cura di me!”
Il biondino avanzò verso il tavolo.
In effetti, moriva di fame, quindi una sosta cena non gli avrebbe fatto male.
Dopo le dovute presentazioni, Niall fu invitato a cena da Harry, che sentì di nuovo quella strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Non era geloso, lui era felice con Zayn.
 
Harry, ma sei sicuro di conoscere la felicità davvero?
 
Qualcuno arrivò con un vassoio e una bevanda destinata a Louis.
Niall riconobbe Josh, e non impiegò molto a collegare le cose.
Aveva visto già diverse volte il ragazzo tentare di far qualcosa a Louis. Lo avevano visto da lontano, e aveva indicato a lui e Liam tutt’altra direzione, ma Niall l’aveva capito, e non era cascato nell’inganno.
Per questo aveva visto Josh far cadere Louis nell’acqua del Serpentine Lake, ma per fortuna Louis era un buon nuotatore e aveva visto il ricciolino avvicinarsi a lui.
Era dovuto tornare da Liam, e aveva tentato di spiegargli cosa fosse successo, ma Liam si fidava troppo di Josh e non capiva quello che il ragazzo tentava di spiegargli.
Per questo quella sera, aveva deciso di cercarlo da solo.
Doveva metterlo al sicuro. Non sapeva perché, ma quel Josh voleva far del male a Louis, e Niall per salvare l’amico fece cadere quel bicchiere accidentalmente per terra.
“Uh..”- borbottò Louis –“è caduto..”
“Tranquillo, Louis te ne prendo un altro.”
E Niall si addolcì vedendo come quel riccio fosse premuroso con Louis e sorrise.
Doveva andare a dire a Liam che l’aveva ritrovato,così sarebbero tornati a Doncaster e Louis non avrebbe dato fastidio ad altri con le sue stramberie.
“Louis veniamo a prenderti domani.” – sorrise.
“Venite..tu e..?”
“Liam!”
Louis annuì e sorrise. Ma era un sorriso strano, come se non volesse quello. Come se la sua vita non fosse più quella di prima, si sentiva diverso.
“Harry abita proprio qui di fronte!”
“A domani, amico!”- poi si voltò verso Harry –“e grazie per esserti preso cura di lui!”
“Nulla, davvero!” – sorrise.
Niall scappò via, lanciando un sorriso sghembo a Josh che lo guardava con risentimento.
Louis ed Harry tornarono a casa insieme alla piccola che si era addormentata tra le braccia di Louis. Harry era sempre più invaghito di quel ragazzo, dei suoi modi, della sua dolcezza, della sua stramberia. Adorava tutto di lui, anche le cose più piccole.
Una volta a casa, messa la piccola a letto, Louis andò come suo solito in cucina dove sistemò il bollitore, la bustina per il the e la tazza di Harry. Sapeva che lui aveva bisogno del the.
Si stiracchiò e andò sul divano, aspettando che il bollitore emettesse quel suono odioso e avvisasse che era pronto per essere infuso e messo nella tazza.
Harry, d’altra parte, si era abituato a queste accortezze di Louis, e ora che pensava non voleva che il giorno dopo andasse via da lui. Via da Lux. Via da quello che stavano diventando insieme.
Andò in cucina, quando Louis già si era dileguato e vide la solita tazza di the. Ne bevve un po’, e poi andò in salotto dove lo vide con gli occhi chiusi.
“Louis. Grazie” – sussurrò dandogli un bacio sulla guancia.
“Resti con me, stanotte..? ho paura..” – sussurrò.
“Vieni in camera mia, qui non ci stiamo in due.”
Lo prese per le mani e lo alzò, lo portò in camera sua,facendolo stendere sul letto accanto alla piccola Lux e a lui.
“Harry, mi canti qualcosa..?”
Harry si senti spiazzato.
Lui non cantava. Non cantava mai.
Non era il tipo che si perdeva in certe cose.
Lui.
Ma lui glielo stava chiedendo con quel tono dolce, con quella vocina da eterno bambino, e non poté fare a meno di accontentarlo.
Beautiful.. like the summer rain to wash away the winter stain
Beautiful.. like the morning sun inviting the dawn to break
Beautiful.. like the joy that comes when the love you've longed for has just begun
Beautiful.. making everything brand new
Sussurrò al suo orecchio, mentre Louis sentendolo cantare prendeva sonno, e crollava tra le braccia di Morfeo, o di Harry?
Beautiful you
Sussurrò Harry, accarezzandogli la guancia.
Sorrise spontaneamente e genuinamente accucciandosi, mise un braccio attorno alla piccola Lux, e cercò la mano di Louis, stringendola forte. Sapeva che Louis aveva bisogno di sentire che Harry c’era vicino a lui. O forse era lui che aveva bisogno del contatto con lui?
Non si sapeva, ma Harry si addormentò con il sorriso sul viso.
Quella notte sia lui che Louis dormirono sonni tranquilli.
-
La mattina dopo Louis si svegliò più pimpante degli altri giorni.
Preparò i suoi soliti biscotti, il the, il caffè, il latte e tutto quanto doveva servire alla colazione, e poi si fiondò a farsi la doccia. Se Liam tornava da lui doveva essere presentabile, no?
Harry si svegliò, e cercò Louis.
Doveva chiedergli se avesse dormito bene, doveva accertarsi di averlo protetto bene dai fantasmi della notte.
Si stava convincendo anche lui che tutto quello di cui Louis parlava fosse vero, e lo sollevava questa cosa. Finalmente, aveva capito cosa volesse. E lui voleva Louis.
Louis uscì dal bagno con l’asciugamano sui fianchi.
Si immobilizzò nel vedere Harry lì davanti a lui, e deglutì.
“L- Louis..” – balbettò Harry, stupito della bellezza del giovane. Dopo averlo visto per settimane, non si capacitava di quanto fosse bello.
“Ha- Harry..” – fece eco Louis, mentre si avvicinava a lui.
“Ho preparato la colazione..”
Harry si avvicinò a lui, di scattò.
Fece aderire le sue spalle al muro e lo baciò.
Gli teneva il viso tra le mani, e lo baciava con foga, ardore, desiderio.
Louis dopo un attimo di smarrimento, ricambiò quel bacio. E fece aderire il petto del riccio al suo, continuando a baciarlo con più dolcezza.
Quando si staccarono per riprendere fiato, lasciarono le fronti a contatto. I ricci di Harry solleticavano il viso di Louis, e il naso di quest’ultimo incontrava quello del riccio.
Due sorrisi spontanei sorsero sui loro visi.
“Louis, io ti..”
Non finì la frase. Il campanello trillò, facendo scattare il riccio all’indietro, e sobbalzare il castano che si portò una mano sul cuore, che batteva troppo velocemente.
Harry si staccò da lui, e corse ad aprire la porta.
“Lou!” – urlò Niall, facendosi spazio nella stanza, correndo vicino all’amico che credeva perduto. Louis lo abbracciò forte. Era la sua sola famiglia, fino a quel momento e lo strinse forte.
E nella stanza fece ingresso un altro giovane.
La bellezza disarmante del nuovo arrivato era incontrollabile. Persino Harry rimase incantato da tanta bellezza. I capelli tenuti perfettamente, gli occhi profondi e scuri, il naso rotondetto ma perfetto, fisico asciutto palestrato.
Quello doveva essere..
“Liam! Ecco Louis!”
Appunto, Liam.
Ecco perché Louis era cotto di quel tipo, era bellissimo da vedere, e probabilmente non era nemmeno male come persona, dato il sorriso dolcissimo che gli aveva increspato le labbra nel trovarsi davanti Louis.
Corse subito ad abbracciarlo.
“Mi dispiace, mi dispiace.. non sapevo che Caroline ti mandasse qui, io..”
“Non importa Liam.” – fece Louis, senza ricambiare l’abbraccio.
Si sentiva strano. Come se non volesse quel giovane, ma volesse altro.
Ricordava ancora quel bacio.
Che fosse quello il bacio del vero amore?
“Forza vai a vestirti! Torniamo a casa!”
Louis annuì spaesato.
Andò a vestirsi con il vuoto che gli riempiva il cuore. Infilò i pantaloni che gli aveva regalato Harry e la camicia che gli aveva prestato il primo giorno. Profumava di buono quella camicia.
La piccola Lux entrò di corsa nella stanza e gli si lanciò in braccio.
Quando si è svegliata?– pensò Louis.
“Louis.. non andare.. non voglio.. tu sei mio fratello..”
A Louis vennero le lacrime agli occhi, e la prese in braccio cullandola.
La strinse al petto.
“Verrò a trovarti, promesso.. te lo giuro, ti vengo a trovare.”
“Ma Helly ti vuole bene, e anche io..”
Louis sorrise dandole un bacio sulla fronte.
“Anche io vi voglio bene, e prometto che verrò. E poi c’è Zayn!”
“A me non mi piace!” – sbuffò la bambina.
“Si dice a me non piace, Lux.” – la riprese divertito.
Lei mise su un adorabile broncio e il ragazzo le diede un bacio sulla fronte.
“Devi pe fozza?”
Il ragazzo annuì, e dopo aver tranquillizzato la bambina, tornò in sala dagli altri, salutando Harry con un lungo abbraccio.
Il riccio avrebbe voluto piangere. Avrebbe voluto urlargli di restare, avrebbe voluto urlargli quello che provava per lui, avrebbe voluto, certo, ma non lo fece.
Lo abbracciò e lo lasciò andare.
Lo guardò andare via, mentre la sorellina si avvicinava a lui e si faceva prendere in braccio, per iniziare a piangere nell’incavo del collo del fratello.
I'd have you by my side
Oh I miss you
Oh I need you
And I love you more than I did before
And today I won't see your face
Nothing's changed
No one can take your place
It gets harder every day
Say you love me more than you did before
And I'm sorry it's this way
But I'm coming home
I'll be coming home
And if you'll ask me I will stay
Canticchiò Harry con le lacrime agli occhi. Aveva ripreso a cantare.
Grazie a Louis aveva ripreso a cantare, aveva ripreso a sognare.
Gli sarebbe stato debitore per tutta la vita.
-
“Liam, prima di tornare a casa.. andiamo alla festa in maschera? Ho due biglietti..”
“Se proprio vuoi, ci andiamo!” – sorrise il ragazzo a Louis, e il castano si riprese leggermente dalla tristezza che lo stava invadendo.
Così passò tutto il pomeriggio a cercare qualcosa da mettere, e alla fine decise di ritornare con le sue amate bretelle.
Finalmente si sentiva a posto. Gli mancava solo una cosa per realizzare tutto.
Harry.
-
Alla festa la sera c’era davvero tanta gente.
Liam e Louis entrarono quando ormai la festa era quasi finita. Colpa del primo che aveva passato la maggior parte del tempo al telefono con quella strega di Caroline, dicendogli che avevano ritrovato Louis, e che sarebbero tornati la mattina dopo.
Ma loro non sapevano che Josh l’aveva già avvisata e lei già era arrivata a Londra, pronta a distruggere i sogni di tutti, quella notte.
La musica in sottofondo era dolce, e Louis si sentiva dentro quelle parole.
But I see you with him
Slow dancin'
Tearin' me apart, cause you don't see
Whenever you kiss him
I'm breaking
Oh, how I wish that was me.
Scesero le scale insieme, ed Harry si fermò con Zayn nel vederli.
Zayn fu rapito subito dalla bellezza del giovane che accompagnava Louis, Liam, mentre Harry era attratto dal ragazzo con le bretelle che scendeva le scale.
Quanto era bello? Quanto era affascinante in quel momento?
Appena giunsero tutte le presentazioni furono fatte, e Liam era perso nello sguardo di Zayn tanto quanto quello di Louis era perso in quello di Harry.
Il dj disse a tutti di scambiare le coppie, e Louis si trovò tra le braccia di Harry. Il suo cuore perse un battito,così come quello del riccio; Zayn e Liam avevano ancora un gioco di sguardi in corso, erano completamente persi.
Forse era quello il fantomatico colpo di fulmine?
Le braccia di Harry finirono attorno al collo di Louis, avvicinandolo a sé, mentre le mani di Louis andarono sui fianchi del riccio sentendolo ancora più vicino.
E mentre ballavano su quelle note troppo dolci, Harry si avvicinò all’orecchio di Louis, iniziando a canticchiare la canzone.
Cause I can love you more than this
Yeah
A Louis mancò un battito.
Si sentiva in paradiso in quel momento.
E quando entrambi finirono di volteggiare si ritrovarono a guardarsi negli occhi.
Fronte contro fronte, respiri affannati, le labbra che a momenti si sfioravano, i nasi attaccati.
“Louis..” – sussurrò Harry.
“Harry..” – sussurrò Louis.
“Louis, dobbiamo andare, su.” – asserì Liam comparendo alle spalle dei due ragazzi che stavano per dirsi qualcosa.
I due si guardarono. Quello sguardo diceva tutto quello che provavano, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di dire quello che volevano.
E il cuore di Louis si spezzò quando vide da lontano Zayn baciare Harry con una tale possessività che avrebbe voluto dare lui. Avrebbe voluto urlargli che lui era solo suo, avrebbe voluto chiedergli di farlo restare.
E nella sua mente risuonarono quelle parole.
“Perché io posso amarti più di così..” – sussurrò Louis guardandoli, senza farsi sentire nemmeno da Liam.
Si avvicinarono all’ascensore, che si aprì senza che nessuno dei due avesse premuto il pulsante, e una donna si piazzò davanti a loro.
“Liam, Louis!” – esclamò questa.
“Caroline? Che ci fai qui?”
Louis spalancò gli occhi terrorizzato.
Quella donna. Era colpa sua se si trovava in quel luogo, era colpa sua se ora stava soffrendo, era colpa sua se qualcuno era entrato nel suo mondo di fantasie. Era tutta colpa sua.
E indietreggiò.
“Liam, Louis, non fidatevi di lei! Vuole far fuori Louis per avere l’esclusiva sui successi di Liam!” – urlò Josh comparso dietro di lei.
Finalmente era rinsavito. Accanto a lui c’era Niall. Probabilmente il ragazzo aveva fatto il lavaggio del cervello all’altro facendolo così rinsavire.
Liam subito si parò davanti a Louis, che si strinse a lui.
Harry e Zayn capirono che qualcosa non andava e salirono di corsa le scale, trovandosi davanti la donna.
“CAROLINE?” – urlò Harry.
“La conosci?”
“Sì, è lei che ha smesso di farmi cantare. Mi ha fatto arrivare a un punto di rottura che odiavo persino la mia voce.”
“Ma ciao, Harold.”
“Che vuole questa?” – la ignorò rivolgendosi a Louis e Liam.
I due ragazzi spiegarono velocemente la cosa e la donna li guardò con disprezzo.
“Tutti a difendere quel tizio. È pazzo. Pensa ci siano gli elfi e le fate!”
“Magari sarà anche pazzo. Ma è la persona migliore che abbia mai incontrato, è un ragazzo stupendo, con una personalità tutta sua.”- asserì Harry.
Zayn strabuzzò gli occhi. Ci aveva visto giusto, quei due provavano qualcosa l’uno per l’altro.
Louis sorrise impercettibilmente, mentre il suo cuore faceva capriole dentro il suo petto. Anche in quel momento avrebbe voluto urlare tutto quello che provava ad Harry, ma non ne aveva la forza.
Il riccio stufo di quella situazione,si scusò con Zayn con un solo sguardo e afferrò il castano per le spalle baciandolo con foga. Come quella mattina. Finalmente quelle labbra erano sue, finalmente lo stava baciando ancora. Doveva dimostrare a quella donna che Louis non era un povero scarto umano, ma era il suo amore.
Le mani di Louis andarono sui fianchi di Harry e ricambiò il bacio, approfondendolo.
La donna urlò, sconfitta. Liam e Zayn si guardarono per un attimo, sorridendo.
Erano liberi di fare quello che volevano.
E mentre Louis ed Harry si baciavano appassionatamente, gli altri due si prendevano la mano ed uscivano dall’edificio per andare altrove. Sì, quello era stato un colpo di fulmine.
Niall arrivò trafelato e assisté alla scena con un sorriso sornione sulle labbra.
“Niall, possiamo andarcene, abbiamo finito qui.” – disse Josh, che era rimasto in disparte per tutto il tempo.
Il biondino annuì afferrando la mano di Josh,e si avvicinò ai due amanti che si scambiavano ancora un profondo bacio.
“Louis, volevo.. ti stacchi per favore?” – sbottò Niall.
Ridacchiando Louis si staccò da Harry e si voltò verso Niall, con uno sguardo curioso.
“Da quando?!”
“Stamattina..?”
Louis si staccò per un attimo dal riccio e abbracciò l’amico, stringendoselo forte al petto.
“Mi mancherai, Niall.”
“Anche tu, ricordati di tornare di tanto in tanto.”
“Penso che la piccola Lux sarà felice di incontrare lo zio Niall, vero Harry?” – sorrise il castano verso il riccio, il cui sorriso si aprì in un batter d’occhio. Ed annuì.
“Allora ci vediamo a Doncaster, ciao Louis.”
“Ciao Niall, ciao Josh!” – salutò, poi si voltò verso il riccio con un sorriso sghembo sul viso.
“Dov’eravamo?” – chiese innocentemente.
“Penso di ricordarlo.” – lo afferrò per le bretelle avvicinandolo a sé e premette di nuovo le labbra sulle sue.
 
Due anni dopo.
 
Let's go crazy, crazy, crazy till we see the sun
I know we only met but let's pretend it's love
La voce di Louis si espandeva quella mattina in casa Styles/Tomlinson, mentre la piccola Lux si svegliava. Era il suo sesto compleanno.
“Louis!” – saltò addosso al ragazzo che stava impastando, e si voltò verso di lei.
“Auguri raggio di sole! Harry si è svegliato?”
“No, aspetta che gli porti tu il caffè.”
“Si è abituato male, tuo fratello.” –rise.
La sollevò in braccio continuando a cantare.
And never, never, never stop for anyone
Continuò a cantare mentre preparava la colazione al suo amato Harry e alla piccola Lux.
Tonight let's get some... and live while we're young.
“Oh insomma, Louis. smettila di cantare di prima mattina.” – borbottò Harry entrando nella cucina scuotendosi i capelli.
Louis guardò Lux e con uno sguardo d’intesa si avvicinò al ricciolo.
oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh
oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh
Gli urlarono nell’orecchio, mentre Harry apriva gli occhi in due fessure guardandoli male.
“Adesso scappate, prima che io vi prenda!” –urlò Harry.
Louis prese sulle spalle Lux, e corse per la casa inseguito da Harry, che appena li prese li fece cadere sul divano iniziando a fare il solletico ai due.
“Buon compleanno Lux!” – urlò Harry facendole il solletico.
“La torta! Harry lasciami andare!” – rise Louis contorcendosi sul divano.
“Non avrò pietà nemmeno di te, amore mio!”
E fino a che non si sentì il solito odore di buono nella casa, Harry non li mollò. Continuò a fargli il solletico.
In fondo, Harry aveva imparato a sognare con Louis, mentre Louis aveva imparato la vita reale con Harry.
Avevano imparato ad amare tutto l’uno dell’altro.
E se Louis aveva qualche complesso sul suo aspetto c’era Harry a rassicurarlo; se Harry aveva qualsiasi problema, c’era Louis a ricordargli quanto lo amasse.
Harry si abbassò all’orecchio di Louis, dopo aver lasciato andare la piccola Lux.
I'm in love with you
And all your little things.
Gli cantò all’orecchio prima di unire ancora le loro labbra in un profondo e unico bacio pieno d’amore.





NO,JIMMY PROTESTED!

Ma cosa.. cosa ho creato? D:
Allora. vi spiego.
Oggi non ero dell'umore per i Baby, li posterò domani tranquille :3 
I miei genitori mi hanno prosciugato la Pay pall che io avevo con tanto amore ricaricato, e quindi non ho potuto prendere i biglietti.. tanto amore per i miei <3
E vabeh. L'altra sera - perchè le sfighe non vengono tutte da sole - son stata a deprimermi perchè non son potuta andare a Milano per la febbre :') 
E ho guardato Come D'Incanto - chi ha letto la mia Bio sa che è il mio film preferito - e quel gran figone di Patrik Dempsey mi ha ispirato LOL
E mi sono detta... Perchè non facciamo una Larry?
Sto da due giorni a scriverla, abbiate pietà di me.
Non mi sono mai impegnata tanto per qualcosa.. ho scelto le canzoni, poi ho scritto, ho immaginato le cose.. *w* 
Le canzoni sono:
Look after you, The Fray - o la versione di Louis è la stessa cosa LOL
Accidentally in Love, Countig Crows
Stand Up, One Direction
Beautiful, Trading Yesterday
Stay, Miley Cyrus
I Wish, One Direction
More Than This, One Direction
Live While We're Young, One Direction
Little Things, One Direction
Spero di non averne saltata nessuna, nel caso non sappiate qualcosa, chiedete :3
Mi rendo conto che è una cosa immane da leggere, son 17 pagine di word. Odiatemi, su.
Ora mi arriveranno i pomodori e le carote. *si nasconde*
Prometto di tornare me, domani con i baby :3
Veniamo alle cose belle.
Avete visto il video di Little Things? Awwwwwww *w*
Ho perso le ovaie. LOL I primi piani di Liam, Louis, Niall, Harry e Zayn sono.. asfderderdferf. La canzone già avevo detto che fosse stupenda e.. che dire? L'ho adorato. Poi i Larry e Ziam moments.. aww **

Mi dileguo, shao bele :3
*wooosh*
   
 
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