Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Ale_1DHeart    03/11/2012    1 recensioni
-E piccolo mia, credimi, non ti amerà nessuno come lo sto facendo io, forse un giorno riuscirai ad amarti come lo sto facendo io, io ti amo, e non ti lascerò andare un’altra volta.- si avvicinò lasciandomi un dolce bacio sulle labbra.
**
Da quel momento, non ci separammo più, forse era destino, eravamo destinati a crescere assieme, scoprire nuove emozioni assieme, farci una vita assieme ad invecchiare assieme, proprio come fanno poche persone, ormai.
Aprite e leggete, non ve ne pentirete!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ero considerata come la sfigata della scuola.
Mi chiamo Abby, Abby Johnson.
Odio essere al centro dell’attenzione, odio vedere tutti i ragazzi del mio college, posarmi gli occhi addosso e ridere di me.
Odio il mio corpo, sono grassa, ho delle lentiggini, quando sorrido si formano delle pieghe sugli occhi, odio le mie fottute cosce, troppo grasse.
Odio la mia fottuta vita, la cosa che amo di più, sono i miei occhi cangianti dal verde al marrone e dal marrone al giallo, i miei capelli riccissimi, biondo cenere, e il capitano delle squadra di football.
Voi direte sicuramente:’E’ OVVIO, TUTTE SI INNAMORANO DEL CAPITANO DELLA SQUADRA DI FOOTBALL’ e no, io me ne innamorai dal primo giorno che lo vidi, quando ancora era un ragazzo normale, un ragazzo solitario, un ragazzo con problemi con il parlare con la gente e nel fidarsi, mi innamorai di lui all’età di 7 anni, io chiamavo opossum a lui, e lui chiamava me tigre. Seguimmo l’asilo, le elementari, le medie e adesso il college insieme, quando un giorno, il preside lo chiamò dicendo che doveva fare parte della squadra di football, quello fu il giorno e il momento in cui persi il mio migliore amico e il mio amore platonico.
Da quel giorno scaricavo la rabbia con cibo e con la lametta, sì, ero e sono un’autolesionista.
Quando vedo scorrere quel sangue sulle mie mani e sulle mie braccia, mi sento meglio, mi sento amata da qualcosa, mi sento accarezzata. Odio ma amo quella lametta, forse è l’unico elemento che mi rende davvero felice.
Odio mangiare, odio vedermi servire quelle porzioni di cibo e poi andarle a vomitare in bagno quando la casa è solitaria.
Odio sentirmi derisa per quegli stupidi chili in più.
Odio sentirmi derisa da persone che prima mi amavano, o quanto meno mi volevano bene, purtroppo loro conoscono tutta la mia storia.
Ogni giorno tornavo a casa e mi dirigevo verso il bagno, chiudendomi e passando i minuti e le ore lì, veniva a chiamarmi mia madre, mangiavo e mi sentivo uno schifo, non riuscivo a tenere nello stomaco quello che stavo mangiando, temevo che la gente potesse vedere ciò che avevo ingerito poco prima. Aspettavo che i miei genitori compreso mio fratello, andassero via per chiudermi di nuovo in quel bagno e far uscire quel dannato sangue dai miei polsi, dalle mie braccia e dalle mie gambe, ormai pieni di cicatrici.
Quando arrivava la sera e mi appoggiavo al cuscino, pregavo che l’indomani non fosse come il giorno prima, ma quel mio sogno, non si avverava mai.
 
 
Camminavo da sola, come al solito verso la mia classe, non guardavo in faccia nessuno. Urtai contro qualcuno, l’impatto fu così tanto violento da farmi cadere all’indietro.
Delle risate riecheggiarono nel corridoio, la giornata si faceva sempre più interessante.
Alzai gli occhi e incontrai i suoi, caldi e avvolgenti come quando era bambino. Raccolsi le mie cose, mi alzai a stento per il dolore alla caviglia e corsi zoppicando verso il parco dietro scuola.
Qualcuno mi seguì, non volevo voltarmi, sapevo che sarebbe stato uno dei soliti bulli venuti per picchiarmi o deridermi.
-Abby..- disse con voce bassa e cupa. Amavo la sua voce, l’avrei riconosciuta fra mille.
-Che vuoi?.- dissi con finta acidità, cercando di non far vedere che i miei occhi erano pieni di lacrime.
 

 
                                                                     ‘ Your hand fits in mine
                                                    like it’s made just for me
                                                                         but bear this in mind
                                                                                         it was meant to be... 


Sentivo che si avvicinava verso me,  quando pochi centimetri di distanza ci separavano, mi prese la mano.
-Le nostre mani combaciano perfettamente, come se fossero create solamente per me, scusami per prima, mi dispiace davvero molto, ti sei fatta male?.- chiese preoccupato, tremai a quel contatto ma rimani con la mano tesa, lui stringeva la mia, ma io non ricambiai, volevo sapere fino a dove voleva arrivare.
-Perché sei venuto proprio oggi e non 1 anno fa?.- chiesi girandomi di scatto.

‘I’m joining up the dots
with the freckles on your cheeks
and it all makes sense to me
I know you’ve never loved
the crinkles by your eyes
when you smile
you’ve never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
but I’ll love them endless
I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if I do it’s you
(oh, it’s you)
they add up to
i’m in love with you
and all these little things.’

 

 
-Sono venuto proprio adesso, perché ho capito di non essere capace ad andare avanti senza te, ancora per altro tempo. Mi sei mancata troppo, ho sofferto tanto e oggi, quando ci siamo scontrati e tu alzasti lo sguardo, capì che questo era il momento di parlarti, di dirti che amo le tue lentiggini, mi piace provare a collegare i puntini, adoro vedere le tue piaghe quando sorridi vicino agli occhi, adoro le tue cosce, così tonde e morbide, mi sono innamorato di te, 12 anni fa, a 7 anni, quando eravamo ancora dei bambini, ma ci adoravamo come nessuno, ti ho lasciata andare per paura di farti del male quando ti avrei detto tutto questo, mi piaci anche con questi chili in meno, non mi importa, voglio solo il tuo bene, voglio stare con te, come facevamo esattamente 12 anni fa.- disse avvicinandosi pericolosamente a me.
Non fiatavo, stavo zitta, guardavo i suoi occhi e mi ci persi dentro senza volerlo, le nostre mani erano intrecciate, strinsi la sua quando cominciò a parlare.

 

‘…You can’t go to bed
without a cup of tea
and maybe that’s the reason
that you talk in your sleep
and all those conversations
are the secrets that i keep
though it makes no sense to me
I know you’ve never loved
the sound of your voice on tape
you never want to know how much you weight
you still have to squeeze
into your jeans
but you’re perfect to me
I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if it’s true it’s you
it’s you
they add up to
i’m in love with you
and all these little things’

 
-Adoravo vederti seduta sul tuo letto con una tazza di te fumante tra le mani, quando sentivi freddo, poi venivo io, ti abbracciavo e cercavo di farti smettere di bere il te, ma non riuscivo, così mi incavolavo e mi giravo dalla parte opposta a te, tu lo bevevi tutto d’un colpo scottandoti e per poi abbracciarmi da dietro e affondando il tuo dolce viso nell’incavo del mio collo, ci addormentavamo abbracciati, come delle persone innamorate, come del resto, lo eravamo. Adoravo quando ti svegliavi e saltellavi per la stanza cercando di far star dentro i jeans e spremendoti all’interno d’essi in tutti i modi, così poi arrivavo io, ti prendevo dai passanti dei jeans ti sollevavo e finalmente, riuscivi ad esser entrata dentro essi. Odiavi pesarti su quella dannata bilancia, per poi scoprire di essere ingrassata di un chilo o due. Odiavo vederti scoppiare a piangere, appena scesa da quel dannato aggeggio, per me senza senso, ma per te, con una vitale importanza. Venivo verso te e tu mi abbracciavi e ci dirigevamo verso la scuola mano nella mano.
Quando facevamo i video, tu odiavi la tua voce registrata, ma io ne andavo pazzo.- concluse asciugandomi le lacrime che scendevano incessantemente sul mio viso.
 

‘…You’ve never loved yourself
half as much as I love you
you’ll never treat yourself right darlin’
but I want you to
if I let you know
I’m here for you
maybe you’ll love yourself
like I love you
I’ve just left these little things
slip out of my mouth
because it’s you
oh it’s you
it’s you
they add up to
and i’m in love with you
and all these little things
I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if it’s true it’s you
it’s you
it’s you
they add up to
I’m in love with you
and all your little things’
 

 
 
-E piccolo mia, credimi, non ti amerà nessuno come lo sto facendo io, forse un giorno riuscirai ad amarti come lo sto facendo io, io ti amo, e non ti lascerò andare un’altra volta.- si avvicinò lasciandomi un dolce bacio sulle labbra.
Quel bacio rigido e privo di emozioni si trasformò in un bacio pieno di amore e passione.
-Ti amo Abby.- sorrise.
-Ti amo Zayn.- risposi abbracciandolo.
Suonò la campanella e andammo nella classe di fisica assieme, tenendoci per mano, facendo invidia a tutti i ragazzi e le ragazze dei corridoi.
Ripresi finalmente a sorridere come facevo tanto tempo fa.
Da quel momento, non ci separammo più, forse era destino, eravamo destinati a crescere assieme, scoprire nuove emozioni assieme, farci una vita assieme ad invecchiare assieme, proprio come fanno poche persone, ormai.



SPAZIO AUTRICE.

Salve salvino gente gentina (?)
Sono qui con una nuova OS!
L'ho immaginata ascoltando Little Things. 
Cristo quant'è bella quella canzone!
Spero vi piaccia, c'ho messo 1 ora e mezza c':
Spero ne sia valsa la pena!
Ditemi che ne pensate! 
A preeeeesto! 
P.s. scusate per la foto, non sapevo quale mettere. 

-Ale.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Ale_1DHeart