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Autore: confidentina    20/05/2007    0 recensioni
'A volte ti fermi a pensarci. Forse sei troppo orgogliosa. È una considerazione che ti coglie quasi sempre impreparata.'
[storia classificatasi al terzo posto nella prima edizione di hp_ficexchange]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I personaggi presenti in questa storia appartengono a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Non scrivo a scopro di lucro e nessuna violazione del copyright è intesa.
Per citare, riprendere, tradurre questa storia in parte o in toto dovete avere il mio esplicito permesso.




1. Una tazza di caffè – Bellatrix

La tazza bianca e a strisce gialle, che tieni sul tavolo, è calda. Il liquido bollente che contiene è scuro e profumato; ne puoi percepire l’aroma forte ed amaro dalla tua postazione, seduta sulla poltrona vicino alla portafinestra.
La crema chiara che galleggia sul caffè si addensa vicino alla ceramica; una mezzaluna fa intravedere il colore scuro al di sotto. L’osservi incantata; via via si allarga, si allunga e poi si restringe di colpo, sotto la scossa del vento flebile che soffia dal balcone. Le minuscole bollicine che si sono attaccate al bordo si scuotono e vengono rimescolate, fino a riprendere la forma originaria.
Sospirando stacchi lo sguardo da questo fenomeno sempre interessante e degno di attenzione. Allunghi la mano sinistra.
È pallida e sottile, raffinatamente allungata. Le falangi strette sono un dono dei tuoi genitori. Due Black. Così come le unghie pulite ed ordinate, mai troppo lunghe, ti ricordano tanto quelle di tua sorella Andromeda. Lo sguardo ti cade, senza volerlo veramente, ad osservare le sottili increspature che iniziano a vedersi nelle zone intorno alle nocche; sono corte e si diradano verso le dita. Trascini quest’ultime, pigramente, verso il manico della tazza riempita di caffè. Adori il caffè. Nonostante tua madre abbia sempre voluto convertirti al sapore del ben più femminile tè, continui a bere quest’insulsa bevanda da uomini.
Non ci hai mai fatto caso.
Il caffè è ciò che più ti si addice. L’aroma denso e forte ti inebria ogni volta che ne puoi annusare l’odore.
Non come quella leziosa di Narcissa.
Già, Narcissa.
Birichinamente ti chiedi cosa farà ora la tua amata sorellina. Non sei mai riuscita a capirla fino in fondo. Tutta la sua fiducia smisurata negli altri. Così credulona.
Prima si fidava ciecamente dei suoi – dei vostri – genitori. Illusa.
Quindi è stato il turno di innamorarsi di suo marito. Un Malfoy. Una delle casate più pure ed antiche del Mondo Magico.
Ed ora che anche Lucius è via, ad Azkaban, e che tutte le sue convinzioni - lui non sbaglia mai - sono crollate, su cosa si appoggerà?
Ridi sommessamente a questo pensiero. La tua risata è rauca, così come la tua voce. Non è mai stata melodiosa, nemmeno lontanamente, per quanto tu possa ricordare.
Non è mai stata come quella acuta e fin troppo trillante di Andromeda, o come quella dolce e ingannevole di Narcissa.
Ne sei talmente fiera che rischi quasi di soffocarti con il caffè.
Reprimendo un pensiero poco carino nei confronti di tua sorella scuoti il capo.
Il plaid pesante che porti sulle ginocchia è talmente freddo che ti chiedi perché lo tieni ancora con te.
Non sai darti una risposta e ne sfiori il bordo morbido con la mano. Inizi ad accarezzarlo senza fretta; socchiudi gli occhi scuri e sbatti un paio di volte le ciglia.
Le rughe che stanno cominciando a formarsi intorno alle sopracciglia e sulle tempie non ti preoccupano. Sai che non è importante tutto ciò. Non il vento o il grande quadro che riempie la parete di fronte a te; né gli alberi frastagliati dipinti sopra.
Tutto quello che potrebbe avere valore, per te, è il potere.
Il silenzio non è mai stato tanto gelido, per quanto tu possa ricordare. Il silenzio, per te, è sempre stato aggressivo e denso di aspettativa. O di stupore. Solo stupore. Tu sapevi, quando il tuo Signore Oscuro cadde per la prima (e l’ultima) volta che sarebbe tornato. Tu sì. Tu sì, anche quando coloro che si erano sempre proclamati servi fedeli lo abbandonarono. Tu lo hai sempre saputo. Il Signore Oscuro è sempre stato troppo astuto, troppo intelligente per farsi sconfiggere così da un bimbo inerme. Hai avuto fiducia in lui anche quando gli altri ne ebbero così poca…
Sei orgogliosa anche di questo.
A volte ti fermi a pensarci. Forse sei troppo orgogliosa. È una considerazione che ti coglie quasi sempre impreparata. Sai che l’orgoglio è un sentimento onorevole. Orgoglio; una delle parole chiave per un Slytherin. Una Slytherin, in questo caso. Ecco perché rimani sempre perplessa davanti a certe riflessioni: non dovrebbero nemmeno venirti in mente.
E ogni volta passi a riflettere su qualcosa di più importante, cioè a come fare in modo che il caffè continui a venire prodotto nonostante i progetti di Voldemort – più che giusti – di far sparire la razza babbana dalla faccia della Terra. Allora pensi che forse potreste tenerne un paio allo scopo.
Chiudi definitivamente gli occhi, cadendo in un vortice di sogni sconclusionati ed incubi senza logica.
Ma, ancora, perché dovrebbero essere logici?
Tu sei illogica. Quindi va tutto bene.

Oh. Tu sai su cosa si appoggerà Narcissa.

Ti sembra quasi di essere finita in un Pensatoio. Solo che i Pensatoi non sono così vividi. Non sembrano mai così reali. C’è sempre quella patina polverosa che separa te dal ricordo, dalla rimembranza; soprattutto, tu non riesci a farti vedere dal tuo ricordo.
C’è Narcissa nel tuo sogno. La riconosci, nonostante tutto sia buio e tutto sia totalmente chiaro allo stesso tempo, per i suoi singhiozzi sommessi che si alternano ai gemiti.
Apprezzi molto che piangano, quando stai per torturarli. Che strillino, gemino, urlino dalla paura. Ti rendono più incline a prendere gioia dal torturarli.
Narcissa.
La riconosci soprattutto perché è la prima volta che la senti – l’hai sentita – implorare qualcuno. La prima volta non si scorda mai, ha detto qualcuno prima di te. Implorare, o qualcosa del genere.
C’è anche Severus. Lui, lo riconosci dal suo solito mantello nero svolazzante. Ne hai sempre ammirato la capacità – secondo te innata – di farlo vorticare sottilmente.
E probabilmente – ma questo non lo rivelerai a nessuno – è più bravo anche del Lord stesso.
Le sopracciglia perennemente aggrottate, poi, lo rendono unico nel mondo. Hanno quella linea arcuata verso la fronte, folte e scurissime come i suoi capelli, che rendono i suoi occhi ancora più intensi e penetranti.
Insieme a loro, poi, ci sei anche tu. Curioso. Probabilmente stai sognando quella notte.
Non sai perché hai dato corda a Narcissa.
Probabilmente perché eri curiosa di sapere in prima linea cosa ne avrebbe pensato Severus.
Il caro, buon Severus.
Avresti dovuto sapere fin da subito che avrebbe assecondato le idee folli di tua sorella, la tua carissima sorella.
Hai sempre sospettato avesse un debole per lei. Sospetto che si è acuito ancora di più da quella notte.
La sua mano si è tesa a stringere, fisicamente e metaforicamente, quella di Narcissa, così fragile e debole. Onestamente, hai sempre pensato che Severus non fosse mai stato completamente dal Lato Oscuro.
Troppo legato all’Ordine della Fenice; ordine il cui nome repelli in modo più assoluto. Hai sempre pensato i Gryffindor non avessero il minimo gusto.
L’hai sempre visto così… ma quella notte uno dei tuoi sospetti è caduto. Magari non è completamente dalla parte dell’Oscuro, ma ci è tanto vicino che basterà trascinarlo un po’ per farlo cadere completamente nei magnifici abissi. Da qualcuno come Narcissa.
Te lo ricordi benissimo, a quanto pare, quel che successe. O forse è solo il sogno che riesce a far risalire a galla particolari che, normalmente, penseresti di aver dimenticato.
Il Voto Infrangibile che fu sigillato.
Sbuffi, cercando di non farti sentire. La polvere e l’aria drammatica sono patetiche. È tutto così patetico.

  
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