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Autore: Bobogi    03/11/2012    2 recensioni
Fred passò tre volte davanti al muro trascinando Angelina con se. Pensava voglio un posto dove poterle dire quello che provo, dove poterla baciare, non troppo romantico, niente fiori, se non quelli di Zonko che spruzzano puzzalinfa in faccia a chi li annusa, ma d’altronde tu sai cosa voglio, non è vero, mia adorata stanzetta? Un grande portone maestoso apparve. Fred lo aprì con cautela ed entrò, portando la sua amata con se.
Una One shot sulla storia di Fred e Angelina. Su come il loro amore fosse buffo e limpido. E su come i gemelli Weasley non si smentiscano mai!
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Fred e la Sua Cacciatrice

Angelina era rimasta sola nella Sala comune. Fred scese di soppiatto i gradini e le raggiunse.
«BU!»
«SEI. IL. Più. GRANDE. IDIOTA. DEL. MONDO. FRED. WEASLEY!»
«SHHHHH, non vorrai mica svegliare tutti! Non voglio che qualcuno veda dove ti porterò»
Fred non lasciò ad Angelina nemmeno il tempo di ribattere. La afferrò per mano e la trascinò con forza e delicatezza allo stesso tempo attraverso il buco del ritratto.
La signora Grassa si lamentava di averla svegliata («Ehi! Voi due! Come avete osato svegliarmi??!! Solo per una scappatella d’amore!»), ma Angelina non riusciva a sentirla. Era solamente un brusio di sottofondo. L’unica cosa che riusciva ad ascoltare era il battito del suo cuore, che correva furioso, e il suo respiro affannoso. E poi un refolo. Un profumo forte e delicato insieme. Caramelle. Bosco. Quello strano odore che emanavano le Merendine Marinare. E l’odore di plastica profumata dei prodotti di Zonko. Inconfondibile. Inimitabile. Fred. Non sapeva dove la stesse portando. Le sarebbe andato bene ovunque, pur di stare con lui. La sua cotta si era trasformata in qualcosa di più forte. Più pesante. Più imprevedibile. Amore, forse. Difficile ammetterlo, ma quel ragazzo dai capelli rossi, la battuta sempre pronta e il poco rispetto delle regole, le aveva davvero rubato il cuore. In cuor suo sperava, sapeva, forse, che lui la ricambiava. Paura. Sì, aveva paura. Si era in qualche modo illusa. E se lui la stesse portando solo nel posto dove nasconde il prototipo della suo nuova diavoleria? Di sicuro George non glielo avrebbe perdonato. Forse lo avrebbe fatto solo se il suo gemello fosse davvero innamorato. Ma Angelina non voleva illudersi. Cercava di convincersi che stava solo cercando un’aula vuota per aiutare il suo amico, il suo affascinante, spiritoso, bello e attraente amico a imparare a trasfigurare un tavolo in un maiale. Tentativo fallito. Si stava già immaginando come sarebbe stato appoggiare le sue labbra su quelle di Fred.
Il gemello la trascinava dalle scale, consapevole di tutte le domande che lei si stava ponendo in quel momento. Finalmente aveva capito. Lei non era un’amica. Era molto di più. E sapeva, glielo diceva sempre suo fratello, Alicia, Katy, Baston e anche il suo orgoglio, che anche Angelina fosse in qualche modo “attratta” da lui. D’altronde come biasimarla? La mano di quella ragazza era sempre incredibilmente calda ed era ancora più incredibile come riuscisse a diffondere calore in tutto il corpo di Fred. Il suo profumo di cannella e fiori freschi. L’amava.
Il cuore di angelina batteva sempre più forte. Si stavano dirigendo verso il corridoio del settimo piano. La stanza delle necessità.
Fred passò tre volte davanti al muro trascinando Angelina con se. Pensava voglio un posto dove poterle dire quello che provo, dove poterla baciare, non troppo romantico, niente fiori, se non quelli di Zonko che spruzzano puzzalinfa in faccia a chi li annusa, ma d’altronde tu sai cosa voglio, non è vero, mia adorata stanzetta? Un grande portone maestoso apparve. Fred lo aprì con cautela ed entrò, portando la sua amata con se.
Era incredibile cosa quella stanza fosse in grado di fare. Ora era una stanzetta non troppo piccola con grandi finestre e un lucernario per poter vedere le stelle. C’era qualche candela galleggiante, ma nel complesso era abbastanza buia. Le pareti erano dipinte con colori sgargianti: arancione, verde, viola, rosso. Tipico di Fred. Esattamente sotto il lucernario si trovava un ammasso di cuscini che avevano l’aria di essere i più comodi di tutta Hogwarts. In un angolo, sopra ad un vecchio sgabello, un vaso con un mazzo di fiori. Fred non avrebbe mai messo un mazzo di fiori! La stanza doveva essersi sbagliata. A meno che… ZONKO!
«Quei fiori sembrano avere un profumo ottimo…»
«Fred, onestamente, credo di conoscerti troppo bene, quelli non sono fiori normali! Non ci casco più, ormai»
«Ma saresti ancora più affascinante tutta coperta di puzzalinfa!»
Angelina non potè fare a meno di trattenere un risolino. Fred la invitò a distendersi sui cuscini per ammirare le stelle. Le prese la mano. Il soffitto basso concedeva una visuale fantastica. Era una notte meravigliosa. Fred si mise a sedere. Angelina fece lo stesso e lo fissò perplesso, sembrava stesse pensando a come formulare al meglio una frase.
«Senti, lo so che sono affascinante, attraente e tutto il resto, e so anche che tutte le ragazze cadono ai miei piedi, ma questa sera ho deciso di portare te qui. Te e nessun altro. Secondo te perché?»
«Forse perché anche io sono affascinante, attraente e tuto il resto?»
Fred rise. Sembrava davvero felice.
«Beh, sì, anche per quello, ma principalmente perché volevo fare una cosa»
«Cosa» domandò Angelina, ma aveva un’idea molto chiara di quel che poteva essere.
«Questo potrebbe esserti d’aiuto per scoprirlo» mormorò Fred a mezza voce, accennando a un rametto di vischio che era spuntato dal nulla sopra di loro. Era sempre più vicino.
Fred chiuse gli occhi. Si fece coraggio. Stupido, no? Un malandrino come lui che ha bisogno di coraggio per baciare una ragazza! Le sue labbra incontrarono quelle vellutate e morbide di Angelina. Adesso era davvero felice.
Angelina non fece caso al tempo che passava. Restarono accoccolati insieme a guardare le stelle per chissà quanto tempo. Non aveva più paura. Ora era solo innamorata. Follemente. Di tanto in tanto le loro labbra tornavano a sfiorarsi. Arrivò l’alba. Guardò Fred e disse.
«siamo davvero una strana coppia… una negretta e un rosso…»
«Beh, vedila così: siamo la negretta e il rosso più belli dell’Universo!»
Fred la baciò di nuovo, con più ardore. Aveva detto che erano una coppia, strana, ma pur sempre una coppia. Si sentiva l’uomo più felice del pianeta. Era addirittura euforico. Non riusciva a staccarsi da lei. Era mattino ormai. Sabato, fortunatamente. Voleva restare lì. Non li avrebbero mai trovati. Guardò Angelina. Com’era bella alla luce rosea del sole mattutino. Lei gli posò la testa sul petto e lui le accarezzò i capelli. Restarono così per un po’, poi i rintocchi scandirono le sette di mattina. Di sicuro si stavano alzando tutti. Fred sapeva che dovevano andare, ma aveva paura di mettere fine a quell’oblio.
«ehi, Cacciatrice»
«non chiamarmi così» Angelina non aveva un tono severo, come suo solito, era dolce. Guardò Fred e lo baciò. Poi si alzò e lui la seguì.
Fred la baciò sulle fronte, la prese per mano e la portò fuori dalla stanza. Si ripromise che non sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe passato una notte così bella.
  
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