Serie TV > Psych
Segui la storia  |       
Autore: iacomary97    03/11/2012    2 recensioni
Conteggio Parole: 37000 Capitoli: 15 (+ epilogo)
Cosa succede quando Lassiter scopre la verita'? Cosa fara'? Questa storia si basa dopo la sesta stagione di Psych. NON CI SONO SPOILER DELLA 7 STAGIONE, sono solo mie speculazioni su cosa potrebbe succedere. Ho inserito anche altri personaggi della serie Lie To ME.
AVVERTIMENTO: E' SCRITTO IN POV
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A/N: Sarò breve. Enjoy :D

 

 

Capitolo 13 – Lo zoom fa male a volte!

 

 

--- LIGHTMAN POV ---

 

Avevo la mano sul manico della porta che mi avrebbe portato al tanto atteso incontro. Iniziai ad analizzare le mie emozioni… ero calmo ma nello stesso tempo impaziente, curioso ma allo stesso tempo impaurito (anche se non è la parola giusta, io non ho paura!) di quello che mi sarebbe aperto davanti…

La mia parte da scienziato era quella impaziente. Non avevo mai incontrato ed esaminato un sensitivo del suo calibro (la maggior parte che avevo conosciuto erano stati sciamani della Nuova Guinea[1] che avevo incontrato all’inizio della mia carriera da scienziato) ed ero felice di poter assimilare nuove esperienze e nuove informazioni per poter ulteriormente migliorare. Per questo mi stavo quasi per buttare dentro la stanza senza riflettere prima chiaramente: Ero pronto a questo? Avevo tutto quello che mi serviva?

La giacca che avevo preso prima era ancora sotto il mio braccio, staccai la mano dal manico e me la misi addosso. Sarei subito andato dentro ma come avrei parlato con il mio team? Come avrei fatto a sentirli senza che lui, li sentisse… Volevo prendermi l’auricolare ma… è stato uno dei motivi per cui Torres era stata scoperta… E non avrei potuto scoprire in nessun modo se lo avesse indovinato, dedotto o sentito grazie ad un probabile udito molto sviluppato. Un modo c’era ma… ci sarebbe voluto troppo tempo…

 

E poi ero curioso di sapere come aveva notato la ragazza “del pranzo” da dietro il vetro…

Quel vetro era fatto APPOSTA per non permettere a nessuno di vedere nulla.

 

 

Era davvero pieno di sorprese.

 

 

Decisi di non andare a prendere nulla ed entrare quindi dentro.

 

-Ehi ciao! Finalmente ti sei deciso ad entrare!- A quel commento mi bloccai… Non avevo fatto così tanta pressione alla maniglia (poi era di spalle) e non avevo parlato…

Senza replicare andai dall’altra parte del tavolo e mi sedetti.

 

Notai il suo modo di sedersi. Attualmente era molto sicuro di se. Aveva (come mi aveva detto precedentemente detto Gillian) il mio stesso modo di sedermi, ma leggermente meno “sbracato” e con i piedi non sul tavolo. Dopo lo spettacolino che aveva fatto nell’ultima mezz’ora aveva pensato che aveva già vinto. Non sapeva contro chi stava… IO.

Che poi… io lo volevo aiutare…

 

Ma per ora non avevo intenzione di dirlo.

 

-Allora… è disposto a farsi controllare i battiti cardiaci?-

Adesso sul suo viso c’era solo un emozione di sorpresa, che venne seguita a ruota da una di noia, stanchezza.

-Mi hanno già testato sul poligrafo ed è solo servito a darmi ragione e a dire che avevo ragione.-

-Infatti non voglio utilizzarla come “macchina della verità”. Sia tu, sia… io. Noi siamo stati capaci di batterla. Infatti voglio solo utilizzarla per analizzare dei dati. Dopo un po’ dovrò uscire per analizzare il tutto.-

La sua faccia era illeggibile… passava da un emozione ad una altra senza alcun senso...

Poi mi rivolse di nuovo lo sguardo.

 

Dopo un po’ venne la ragazza di prima che mi aiutò a montare il tutto.

 

-Bene. Grazie puoi andare.- Rivolto verso di lui dissi –Passiamo alla prossima domanda…-

Sentimmo la porta chiudersi. Nessuno di noi due distolse lo sguardo.

 

-Qual è il tuo nome?-

A quella domanda si mise a ridere, poi ritornò serio e ritornò a fissarmi.

Ecco una micro espressione.

-Shawn Spencer.-

-Bene. Lavori con la polizia?- Da questo momento il suo tono di sfida scomparve.

-Si.-
-Da quanti anni?-

-Sette.-

-Sei soddisfatto di questo lavoro?-

-Si. Amo aiutare le persone. Ho scoperto che voglio utilizzare il mio talento per far del bene.-

-Come tuo padre?-

-Beh…-

Guardò in basso per un po’. Poi rialzò lo sguardo.

-Non posso essere come lui. Lui era un grande poliziotto.-

-Se amavi questo lavoro potevi studiare per diventarlo.-

-Non sapevo di volerlo fare. Ero arrabbiato con mio padre in quel periodo e avrei fatto di tutto per farlo stare male. E’ brutto ma è così. – Fece una breve pausa - E poi le mie uniche abilità – e deglutì – sono avere poteri psichici e una grande memoria. Per non parlare del fatto che ho compromesso il mio futuro da poliziotto a 18 anni, per una ragazzata... e per dare fastidio proprio a lui...-

 

Poteva benissimo controllarsi, sia i battiti cardiaci sia in qualche modo il suo corpo, ma su alcuni argomenti cedeva facilmente… Soprattutto in viso.

Capì che solo le persone che lo conoscevano, o bravi psicologi potevano capirlo.

 

-Per quale motivo si era messo contro suo padre?- Avrei potuto benissimo agire in un modo più cortese e con domande meno personali, sicuramente Gillian me l’avrebbe detto, ma non era proprio nel mio stile.

-E’ necessario?- Gli lanciai un occhiata. Sbuffò. –I miei si separarono quando compii quasi 17 anni. Fui molto infantile e per parole non dette e cose varie diedi la colpa della separazione a mio padre… Ne ero convinto. Poi il fatto che si era tenuto la casa me lo fece odiare anche di più. Ecco tutto.-

 

E qui c’era profonda tristezza e rimorso.

-Perché avevi detto alla polizia che eri un sensitivo sette anni fa?-

Non alzò lo sguardo.

-Ti chiamano.-
-Che?-

Alzò la mano e indicò la porta.
La porta si aprì e si intravide Gillian.
-Come hai fatto…-
Alzò la mano alla tempia senza muoversi dalla posizione precedente.
-Sisi come no…-

Chiusi la porta.

-Che diavolo vuoi!?-
-Che diavolo voglio? Lo sai bene che quello è un filo delicato per lui. Sei troppo impulsivo ed aggressivo. Controllati!-
-Sapevo l’avresti detto…- Dissi con grande menefreghismo e le girai le spalle per rientrare.

-Ehi! Non ho finito!- Mi prese il braccio e mi girò verso di lei.

-Dobbiamo aiutarlo non dobbiamo deprimerlo.-

-Starò più attento ciao.- Girato di nuovo afferrai la maniglia. Si mise di nuovo in mezzo.

-Non ho finito. Abbiamo analizzato l’audio e… ecco è riuscito a far risultare il suo vero nome come una bugia… Non so nemmeno come spiegare per quanto è assurda la cosa. Non avevi detto che il nome proprio è quasi impossibile da falsificare?-

 

In effetti è per questo che quando si va sotto copertura di solito si usa il proprio nome (con un cognome diverso), proprio perché involontariamente ci si può tradire, e usando il proprio nome non si corre il pericolo.

 

-Beh, in effetti ho detto quasi.-

 

-Vuoi dirmi che tu ci sei riuscito?-

Non volevo apparire inferiore a lui ma, per rispetto alla mia scienza, dissi la verità.

-Quasi, sono riuscito a farlo entrare nel limbo. Ma ora so che c'è una tecnica. E gliela chiederò quando abbiamo finito.-

La guardai con un "E noi? Abbiamo finito?"

-Digli della nostra collaborazione. Si sta annoiando e irritando.-

-Questo è solo l'inizio e io mi sto ancora divertendo, e imparando.-

-Imparerai qualcosa se te lo fai amico e ci parli. Se continui così ti si chiude e smetterà a fare il serio.-

-Sono uno scienziato. So quello che faccio.-

 

Mi girai e aprii la porta e capii che mi stava tirando una linguaccia. Notai sul vetro un riflesso sfuocato di noi due. Forse aveva visto così la mia incertezza... ma con la porta chiusa non c'era nessun tipo di riflesso...

 

Prima che chiusi la porta sentii un "Sono io la psicologa qui".

 

-Allora... parlando con la mia collega qui, sembra che sia risultata falsa la prima domanda. Mi spiega come è possibile questo?-

-Visioni, telepatia, parlare con i morti, leggere nel pensiero, a volte anche vedere stralci del futuro sono tutti i miei poteri... Bello essere sensitivi ve'?-

-Stai serio.- Proprio come non detto...

-Beh dato che posso essere posseduto da un'altra persona, posso anche prendere la sua identità in prestito.-

 

Mi misi le mani nella testa. Ebbi una sensazione che qualcuno li dietro stesse ridendo.

 

-Non solo uno... tipo 4 o 5.-

Non credevo alle mie orecchie.

-Scusami?-

Mano alla tempia disse -Ti devo rielencare le mie abilità?-

 

Si stava prendendo gioco di me... Da un interrogatorio stava facendo passare questo colloquio come un comic show.

Feci la mia parte.

 

-Due delle quali hai ripetuto due volte.-

-L'ho sentite in entrambi i modi.-

-Ci credo! Sono sinonimi!-

-Ah... ehm... Quali di preciso?-

 

Mi misi le mani davanti gli occhi. Per quanto era ridicola la cosa gli occhi mi stavano lacrimando anche a me, ma non volevo farlo notare.

Capii che la barzelletta doveva finire qui. Quindi decisi di dirglielo.

Alzai lo sguardo ma non era più seduto. Ma spiaccicato al vetro e guardava qualcosa tutto attento.  Con una mano alzata mimava varie combinazioni, a volte chiusa a volte aperta, a volte con le dita staccate a volte con alcune dita unite.

 

Mi "sbracai" come il mio solito sulla sedia e mi spinsi un po' indietro per guardare meglio da lontano.

Mentre Spencer era girato al vetro a fare non so cosa, aprii il computer segreto nel tavolo ed attivai la telecamera della stanza.

Gillian aveva una mano alzata e mimava tutte le azioni di Spencer... o meglio...

 

Era lui che la copiava.

 

Locker mi vide al computer e decise di togliere l'oscuratore del video e apparentemente anche il blocco audio.

 

-Lassie?!-

 

Tutti quelli che guardavano prima nel cubo si girarono dietro di loro.

Gillian, Torres, Eli e la segretaria, guardando dietro di loro notarono un detective familiare.

 

Tutti rimasero impietriti, Lassiter era li, appoggiato ad un muro con tanta naturalezza da chissà quanto tempo.

 

Spencer fu il primo a aprire bocca.

-Ma da quanto stavi li, eh Lassie?- Apparentemente questo era il soprannome del detective per il falso sensitivo.

 

Con tanta naturalezza Lassiter si avvicinò agli altri (ecco chi era il quinto che rideva) e continuò.

 

-Mezz'ora forse? Non ho controllato. Entrato lo scienziato nel cubo, sono entrato io. E... lo sapevo che eri in grado di battere il poligrafo. Era l'unica soluzione.-

 

A questo punto cosa dovevo fare? Cosa potevo fare?! Con il detective li pronto ad ascoltare non potevo riferire a Spencer il nostro appoggio.

Come avrei fatto?

Inviai uno sguardo a Gillian che mi capì e con una scusa me lo portò fuori.

 

-Che... che sta succedendo?- Spencer si guardava intorno confuso... -Perché l'avete allontanato... io... non capisco...-

-Capirai subito. Io s-

-Non vi ha ingaggiato lui?-

-Fammi finire di parlare e siediti.-

 

 

Lentamente recepì il massaggio e si sedette.

 

-Sappiamo che non sei un sensitivo, che n-

-Io lo sono.-

-Che NON sei un criminale, e che sei un fantastico detective, come ce ne sono pochi, e che lo sei per delle abilità naturali ed innate.-

-...-

-Vogliamo solo aiutarti.-

Non sembrava fidarsi.

-Solo per il bene di tutti.-

-... e...- Stava parlando. -E voi, ad esempio, cosa ci guadagnereste? ...Ad aiutarmi intendo.-

-Un luogo sicuro dove andare in vacanza. Non che voglia rivedere ancora la tua faccia. Solo per quel siparietto avevo intenzione di mollarti coi tuoi problemi.-

-Irritare le persone è una delle mie dote innate, mi spiace.-

 

Gillian intervenne[2]. -Non ti preoccupare, l'uomo che hai davanti irrita anche di più. Soprattutto le autorità.- Lo sguardo che le mandai la fece solo sorridere di più.

 

-Ah beh, allora dovremmo andare d'accordo noi due.-

-Non credo proprio...- Dopo averlo detto incrociai le braccia.

-Eh dai... ... Light... Cal... man... LightlieLiemen... Lieman. LieboyLieboy mi piace.-

-Non vorrai mica darmi un soprannome?-

-Li do a tutti, anche a me stesso... Lieboy.-

-Smettila!-

 

-Lightman!- Torres cercò di riportarmi in me.

Iniziò anche a battere sul vetro.

-Dai.- Anche Gillian mi incitò.

 

 

-Ti vogliamo aiutare.-

-Questo l'abbiamo già detto.- mi disse Torres.

-... ho perso il filo del discorso. Che dovevo dirgli?-

-…-

-…Ah… si. Come diavolo hai fatto a vedere attraverso lo specchio?-

-Cal! Non dobbiamo perdere tempo! Chiedigli come sono andate le cose e basta. Io me ne sono andata e l’ho lasciato attaccato di la! CAL!-

 

-…-

-Almeno a come hai battuto il poligrafo.-

-… Ci ho creduto[3]… e… poi varie tecniche di respirazione.-

-… Va bene… e con Torres?-

-Telecamere nascoste che si muovevano con i miei movimenti, auricolare nascosto, e un altro auricolare nella sua giacca e il fatto che non mi ascoltava perché le parlavate voi.-

 

-Cal!- Gillian entrò nel cubo.

-Dammi tempo!- Sbuffai…

Lei mi guardò un po’ stufata e incrociò le braccia.

 

 

-Ah.-

Mi girai verso di Shawn. I suoi occhi erano fissi sulla mia Gillian.

Come si permetteva a fissarla… E poi quel sospiro?!

Ero travolto improvvisamente da una ventata di gelosia.

-Ehi!!!!!-

Non successe niente. Anzi inclinò ed avvicinò ulteriormente la testa.

 

-OHHH!!!!!- Nulla.

Tirai un cazzotto, a questo punto, sulla sua spalla.

-CAL!-

-Ouch!-

 

Per paura che gli andassi addosso, Gillian si mise in mezzo e mi spinse indietro con le mani sul petto.

-Cal?!-

 

-Ho capito, ho capito…- Shawn rialzò lo sguardo e continuò a sfregarsi il braccio/spalla. –Allora… siete sposati vero?-

 

Io e Gill ci guardammo negli occhi. –Si… non si vede?-

-E tu hai perso la fede?-

-…-

-So chi ce l’ha.-

 

-… si? Come…-

Si portò la mano alla tempia.

-Non abbiamo già passato questa fase?-

Lui distratto li guardò la mano e la riabbassò. –Ehm, questione di abitudine.-

 

-…-

-Beh?-

-Ah si. Lei.-

Mi girai. Indicò proprio Gillian.

 

-Beh non era difficile. Ho visto i vostri comportamenti, ed era palese che stavate insieme. E pure da parecchio tempo credo… 10… 15 anni forse. Ma poi ho visto l’anello... Prima di entrare nel cubo. Abbastanza nuovo. Ma il fatto che tu non ne avevi mi aveva insospettito, ma poi ho visto il segno… Forse era troppo stretto e l’avevi mandato a cambiare. E ora. Ho notato la sua mano…- Mi guardò male. Gli avevo quindi dato un pugno per nulla. –Aveva qualcosa di strano e quindi ho zoommato la visuale… L’anello ora era più in fondo al dito e quindi ho dedotto che non era il suo e, come era normale il suo segno dell’anello era più in fondo ma prima di entrare si era tolto il suo per non fartelo vedere.-

 

-Gillian?-

-Beh all’inizio volevo dirtelo ma poi… dopo che per circa 4 volte mi hai fermato, pensavo lo sapessi già… Pensavo che lo volevi trovare da solo…-

-Ok…-

-Bene…-

-Ehm.- La cosa era un po’ imbarazzante. Lei capì e mi diede l’anello.

Me lo misi. Non mi faceva più male come prima… Ma il fastidio c’era comunque. Adesso che ce l’avevo l’avrei mandato ad aggiustare. SUBITO.

-Lockeeeeeeeer!-

 

Fece capolino dalla porta.

-Dallo al mio gioielliere.-

-Vado.- Si strascinò fuori. Quando aprì la porta si sentì la voce di Lassie che chiedeva aiuto.

 

-Ora sul serio. Mettiamoci seri per piacere.- Gillian mi fece sedere, mentre lei si appoggio a me. Shawn seguì il mio esempio e si sedette.

-Dicci tutto nei minimi particolari. Non è difficile per te no?-

-Non è quello… non so se posso fidarmi.-

-Se avessi voluto incastrarti l’avrei già fatto no? E poi la sai pure tu un po’ di psicologia, vero? Sai quando una persona mente.-

 

 

Ci guardò negli occhi.

Prese un respiro profondo.

 

 

-Va bene…-

 

--- JULIET POV ---

 

Aprii gli occhi… Era tutto buio.

Mi alzai…

 

Apparentemente ero sdraiata su un letto. Mi girai intorno. Sembrava un albergo.

Guardai il mio orologio… Erano le 9 di mattina…

 

Mi sdraiai. Ero stanchissima.

 

Il giorno prima avevo dormito poco, perché…

 

Shawn.

 

Ricordandomi il perché ero arrivata in quella camera incominciai a pensare.

L’ultima cosa che ricordavo dalla sera prima era il fatto che eravamo finalmente atterrati.

 

Alzandomi dal letto accesi la luce e fu in quel momento che notai la lettera.

 



Buongiorno Juliet,
Spero hai dormito bene. Dopo aver firmato alcune carte, ti avevo ritrovata addormentata sul tuo sedile e non volevo svegliarti. Quindi con l’aiuto di uno dell’albergo ti abbiamo portato su anche le tue valigie. Spero non dia fastidio a-tu-sai-chi il fatto che ti ho portato in braccio.
xD Al massimo poi gli passo una canzone inedita di Curt[4]. ;] Beh, ho pagato la camera per altri 2 giorni. Non sapevo quanto dovevi rimanerci…

So che andrà tutto bene tra voi e che si aggiusterà tutto. A presto.

Ps:Se per qualche motivo hai bisogno di aiuto, qui sotto ci trovi il mio nuovo numero.
Con affetto,                     Declan

  

Come al solito continuava ad essere generoso e tutt’altro che avido. Mi misi a ridere ricordando la teoria di Shawn: “Si vuole solo pavoneggiare del fatto che ha soldi a palate.”

 

Posai la lettera sul comodino e andai a farmi una doccia.

 

 

PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH-PSYCH



Ci misi un oretta ma mi ero finalmente rilassata. Infatti avevo trovato al posto di una normale doccia, una fantastica vasca da bagno di ultima generazione. Mi asciugai i capelli e mi rivestii. Mi sdraiai sul letto e guardai il mio orologio.

                

                              10:15

 

Avevo molta… molta fame. Sembrava che non avessi mangiato per giorni…

Presi il portafogli e scesi a fare colazione.

 

Andai al bar… era quasi vuoto, a parte qualche persona a bere caffè e qualche bambino a mangiare gelato.

 

-Due ciambelle e un cappuccino.-

Il cameriere rise. –Ci va pesante con il dessert!-

-E’ da ieri sera che non mangio, è anche poco…-

A questo si bloccò.

-Qual è la sua stanza?-

- La… ehm…- Presi la chiave dalla borsa… - 25P.-

-Ah!- Uscì dal bancone e mi portò in una stanza. Capì che era il ristorante, e la stanza era piena di famiglie e tavoli pieni di primi o secondi. Mi portò in una zona vip. Erano tutti tavoli riservati alle stanze con alla fine la lettera “P” o “L”. Mi accompagnò alla mia. Ci saranno stati circa 4 o 5 piatti coperti.

Come un gentiluomo, il cameriere o barista mi aprii la sedia e mi tolse il coperchio al primo piatto.

-Ravioli di carne con ragù di manzo.-

-Wow…-

-I ravioli sono tutti fatti a mano… e… ora devo scappare. Per gli altri piatti, è tutto scritto qui.- Mi indicò il menù sul tavolo. Accese due candele, fece un inchino e scappò. –Buon pranzo.-

 

Sul tavolo notai un piccolo orologio digitale. Segnava le 14 e mezza. Era abbastanza tardi… Speravo di fare in tempo a finire di mangiare tutto (diedi una sbirciatina e tutti i piatti avevano un aspetto davvero invitante) e riuscire a scoprire il posto dove era andato Shawn… Anche solo beccarlo qui intorno. Sapevo che era al centro… ma dove?

 

Ma adesso dovevo pensare alla mia sopravvivenza e alla mia fame.

Presi il primo boccone e persi la testa.

 

Per il mio lavoro ero costretta sempre a mangiare di fretta o non mangiare di fretta e questo… beh… sembrava un cibo venuto dal paradiso.

 

--- LASSITER POV ---

 

-Mezz'ora forse? Non ho controllato. Entrato lo scienziato nel cubo, sono entrato io. E... lo sapevo che eri in grado di battere il poligrafo. Era l'unica soluzione.-

Erano tutti increduli.

 

Quando ero entrato nell’edificio non c’era anima viva ed è stato una specie di shock. La prima volta me la ricordavo caotica con persone che andavano da una parte a l’altra, gente che correva, persone con carrelli piene di scartoffie, gruppi di persone che parlavano di affari ed altre persone sedute in pausa caffè a parlare di fatti propri.

In quel momento invece tutto era maledettamente silenzioso e cupo. Ed era normale che nessuno sapeva del mio arrivo. Non sapendo cosa fare mi misi a girovagare per l’ufficio alla ricerca degli scienziati e di Shawn. Alla fine riuscii ad entrare in un piccolo laboratorio, dove trovai tutti. Beh le persone rimaste e mi mesi dietro di loro ad origliare.

 

Ad un certo punto la psicologa, credo si chiamasse Foster, mi prende e mi porta alla sala caffè. Doveva parlarmi di alcune cose. Mi parlò un po’ di tutte le cose che riguardavano il caso, ma erano cose che sapevo già nulla di nuovo. Le chiesi allora del poligrafo.

Arrivati nella stanza mi fece sedere e mentre preparava il caffè mi disse che stavano ancora indagando su quel particolare, poi mi chiese di darle una mano con la macchina.

Mi alzai e avvicinandomi, cercai quale fosse il problema.

 

Mi sentii stringermi il polso.

Mi voltai, ma lei non c’era. Al posto suo trovai delle manette.

 

Erano bloccate al mio polso, che erano fissate al cassetto. Mi girai verso l’uscita e la vidi uscire trionfante fuori con in mano le chiavi delle manette.

 

-EHI TORNA QUIIIIIII!-

 

Provai a tirare ma nulla. Il cassetto era protetto da una serratura, che richiedeva un ulteriore chiave.

Mi avvicinai la sedia e mi sedetti.

 

Gridai un altro paio di volte ma nulla.

 

Sarei dovuto rimanere qui ancora un po’.

 

 

-Dannati scienziati.-

Guardai affianco a me. Il caffè era uscito. Non ne avevo più voglia. Da una scatola tirai fuori una ciambella.

 

 

Molto buona.

 

 

Appoggiando il braccio destro al bancone mi sistemai meglio e provai a chiudere gli occhi. Dopo una mezzoretta avrei di nuovo cercato aiuto…

 

 

[1]= Dato che il personaggio di Cal Lightman è stato preso da uno scienziato reale, ho pensato che le avventure che ha avuto quest’ultimo possano essere collegate anche a Cal. In uno dei libri di Paul Ekman (che sto attualmente leggendo) viene detto che uno dei suoi primi viaggi è stato fatto in Nuova Guinea e viene fatto anche l’esempio degli sciamani che per avere “presagi del futuro” o cose simili prendevano funghi o cibi oppure erbe allucinogene. [2]=Spiego dopo cosa ci fa la. [3]= In 6x01 “Immunità diplomatica” Henry insegna al figlio a come mentire, insegna le varie tecniche di respirazione e poi gli dice che ci deve credere a quel che dice. [4]= Curt Smith, un cantante della band dei “Tears For Fears”. La band preferita di Shawn per eccellenza. Lo stesso cantante appare proprio in un episodio nella villa di Declan, lo aveva chiamato per una festa privata ma, “dato che gli piaceva come cantava” aveva di tenerselo ancora per un po’. E il giorno dopo, Shawn arriva a casa di Declan e incontra il suo mito.

 

 

A/N: Ho avuto un po’ d’incertezza alla fine del POV di Cal… Shawn mi sembrava troppo “Ok mi fido”. Ma spero vi sia piaciuto. :D

<3  Recensite  <3

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Psych / Vai alla pagina dell'autore: iacomary97