“La stanchezza è una brutta bestia, tesoro mio. Allenta la presa”.
“Lo sai che non posso. L’università non aspetta che io mi riposi, nemmeno lo studio di registrazione”.
Lei non capisce, è tutto più semplice per lei.
“Non puoi ammazzarti così. Io mi ammazzavo ogni giorno di lavoro nelle risaie, tu non hai bisogno di ucciderti così”.
Non capisce perché per lei è impossibile che, nonostante il cibo non manchi e la sopravvivenza sia garantita, io debba farmi un mazzo tanto.
“Tu il cibo e la casa ce li hai. Rallenta”.
Magari potessi, magari. Non sai quanto vorrei. Ma poi cosa direbbe il mondo? Cosa direbbero i miei genitori, io sono il loro orgoglio.
“Finirai per scoppiare.”
Mi vuole troppo bene per vedermi star male mentalmente e fisicamente.
“Come si dice ora? Relax”.
Come fa ad avere sempre il sorriso sulle labbra?
“Ciccietta, nonna ti vuole bene, e poi diventi brutta quando stai male...”
“Nonna, ti voglio bene anche io. Ora scusa ma devo andare”
“Dove tesoro? Ah, non scordare di prendere la friggitrice per tua madre. Dì poi a quella disgraziata che venisse a trovarmi ogni tanto”.
“Nonna, lo sai che nemmeno lei ha tempo”.
Per lei è tutto così semplice. E’ la mia gioia.
“E comunque sto uscendo con Davide”.
“Ah, Davide. Giusto, fai la brava, che hai trovato un ragazzo caro. Si chiama pure come tuo cugino”.
“Sì, è vero. Poi, io amo il nome Davide”.
Sorride, come sorride, è quasi una risata. E’ contagiosa. Tra tutte le persone che conosco, lei  è la più felice per me, perché ho incontrato un ragazzo che sta rendendo felice me. Davide è il mio sogno, il mare che mi culla prima di dormire e al contempo il salvagente che non mi fa annegare. Davide mi ha tolto la paura di amare un uomo.
“Bene, io vado, corro. Ciao nonna!”
E’ vero, ha i suoi difetti: la fissa per il denaro e per la forma fisica che dovrei avere. E’ presuntuosa, pretende tutto e non chiede niente. Ma nel momento in cui le chiedi aiuto è la persona che più ti è vicina, ti aiuta materialmente e non.  
Lei è il mondo in cui rifugiarmi.