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Autore: Merlina97    03/11/2012    4 recensioni
Hermione Granger decide di salire su una collina che scorge in lontananza. Una volta in cima decide di sedersi e coglie un fiore che posiziona proprio sotto al naso, all'incrocio degli occhi e... Si lascia prendere dai ricordi.
Questa storia partecipa al contest "Ricordi" indetto da HPthebest
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Viole
 

Hermione Granger camminava spedita su per quella collina, non si fermava, nonostante il fiato corto e il viso accaldato, memore ancora della velocità e della prontezza che era stata tenuta ad avere a diciassette anni.
Quella mattina, mentre apriva le imposte della sua casa nella verde campagna inglese, aveva notato quel piccolo pendio,che alla fine si era rivelato più ripido del previsto, in lontananza, dove spingeva di rado lo sguardo, e le era venuta voglia di raggiungerne la cima, senza un perchè. E così era partita, semplicemente, evitando per una volta di farsi troppi problemi. Ora era lì e continuava a camminare e a guadagnare metri, ormai in cima. Quando arrivò si concesse un sospiro e si abbandonò con un tonfo per terra. Non era più abituata a fare certe cose.
Si guardò intorno: il sole primaverile, minacciato da qualche nuvoletta qua e là, faceva risplendere l’erba del prato circostante brulicante di vita: api, calabroni, farfalle e coccinelle svolazzavano nello spazio circostante per poi andarsi a posare da qualche perte. Tra i ciuffi d’erba spuntavano decine e decine di fiori colorati, tali da creare una specie di mosaico policromo insieme al verde dell’erba. Hermione dovette stringere gli occhi per distinguere i singoli fiori all’interno di quel tripudio. Ce ne erano di davvero tanti colori e di tante specie, così tante che Hermione  non riuscì a dare il nome ad ognuno dei fiori ma, guardando meglio, ne riconobbe alcuni: Margherite, Denti di Leone, Occhi della Madonna e... Viole Selvatiche, decretò. Le raggiunse e, sedendocisi di fianco, le colse e se le portò proprio davanti al naso, dove per vederle doveva quasi incrociare gli occhi, come aveva fatto qualcun’altro per lei molti anni addietro. Era un’ Hermione Granger di sei anni, allora, ricordò l’Hermione adulta. Era un’ Hermione Granger ancora inconsapevole della sua vera natura, che si sarebbe rivelata solo cinque anni più tardi. Era una bambina del tutto ordinaria: una di quelle bambine che il primo giorno di scuola delle elementari, durante il tragitto casa-scuola pensano a cosa faranno da grandi. L’avvocato o il dentista come i suoi genitori, pensò la bambina dai folti capelli castani, poco prima di essere lasciata a scuola dalla madre, in tempo per la sua prima ora. All’intervallo la maestra aprì la porta dell’aula che dava su cortile e i bambini si riversarono fuori in una massa informe e strillante, iniziando a correre e a saltellare per il giardino. Hermione uscì dalla classe per ultima, con una lentezza quasi innaturale per una bambina della sua età e si andò a sedere contro il tronco di un albero un pò rifilato, sbocconcellando il suo panino. Durante le precedenti due ore non aveva considerato molto i suoi nuovi compagni, era stata ben attenta alle parole della maestra, sebbene questa gli avesse chiesto solo di presentarsi e di fare un disegno riguardante le vacanze. Hermione non era una bambina socievole e ne era del tutto consapevole; per questo possedeva una certa tendenza alla noia e sperava di ottenere, con lo studio, una valida occupazione con cui sostituire la mancanza di amici. Ovviamente allora non la pensò in questo modo, ma ne era comunque consapevole. Inconsciamente inconsapevole, avrebbe detto più tardi.
La piccola Granger era tutta presa dai suoi pensieri sul primo giorno, quando arrivò, a distoglierla da essi, la figura di una bambina che le si piazzò bellamente davanti:
-Ciao – disse.
Hermione alzò lo sguardo, incontrò due grandi occhi castani che la fissavano e, colta da un attacco di timidezza lo riabbassò subito dopo, mormorando un saluto di risposta a quello precedente.
-Come ti chiami? - continuò la bambina.
- Hermione. – rispose l’altra, sforzandosi di alzare un poco il tono di voce; le avevano insegnato che bisognava sempre parlare ad un tono di voce sufficientemente alto e chiaro.
-Io sono Helena. – continuò la bambina, senza che le venisse chiesto niente.
Hermione riamase in silenzio, sperando che quella “conversazione” (si fa per dire, visto che aveva parlato solo Helena) finisse il prima possibile.
La bambina rimase un pò a guardarla, decisa a non andarsene, poi mosse un passo in avanti e si accovacciò di fianco ad Hermione, intenta ad osservare il terreno, e si allungò ad afferrare qualcosa poco più in là. In seguito si scostò con la mano libera i lunghi capelli biondi dal viso e allungò il braccio verso Hermione di scatto, mettendole proprio sotto al naso un paio di fiorellini viola.
-Sono Viole.- disse solo. Fu un’affermazione tanto semplice quanto scontata, ma che per Hermione equivalè ad una spinta a reagire: lentamente prese quei modesti fiorellini viola e li annusò: emanavano un buon profumo.
-Puoi tenerle.- disse Helena.
-Grazie. – Hermione sorrise a stringere la mano a quella bambina, la sua prima vera amica. E forse l’unica.
Quando la piccola Hermione era tornata a casa aveva messo le Viole in mezzo ad un libro di favole, dove poi erano rimaste per anni.
Nonostante l’iniziale diffidenza di Hermione le due bimbe impararono a conoscersi e a dare giorno per giorno qualcosa dell’una all’altra; Helena non era brava a scuola come Hermione ed imparò da lei la diligenza e a frenare la sua esuberanza durante le lezioni, invece Hermione imparò ben presto a non protestare quando l’amica la invitava gentilmente a chiudere i libri e ad andare fuori a giocare insieme.
Ogni tanto Hermione riapriva quel libro di favole e riguardava le Viole ormai rinsecchite che vi aveva posto a sei anni, e sorrideva.
Poi venne l’undicesimo compleanno per la più giovane di casa Granger, quel compleanno insolito per via di un dettaglio: un gufo che era planato nella stanza dalla finestra aperta e aveva posato una lettera sulla scrivania. Una lettera di ammissione.
I mesi successivi passarono in fretta e presto arrivò il momento dei saluti e delle bugie. Decise di tenere Helena per ultima e quando venne l’ora le raccontò la solita versione (vera per metà) di una convocazione ad una scuola prestigiosa e la salutò in maniera fredda e sbrigativa.
La sera prima della sua partenza spostò le Viole in un altro libro, quel libro che sarebbe diventato il suo preferito: Storia di Hogwarts.
Hermione tornò a casa con l’Estate successiva, ma quando si decise ad andare a fare visita alla compagna di giochi trovò un altro nome sul campanello dei Woods; infatti, venne poi a sapere, Helena e la sua famiglia si erano trasferiti in Irlanda. Senza avvisarla, senza aver mai cercato di contattarla. Hermione si chiese se ce l’avesse ancora con lei, mentre si asciugava una lacrima solitaria che allora giudicò inopportuna.
Da allora non guardò più le Viole, poichè sapeva che se lo avesse fatto, quelle le avrebbero lasciato un senso di amarezza addosso che l’avrebbe costretta a rimanere lì, ferma, a guardarle piangendo senza il coraggio di buttarle.
Le due amiche non si videro mai più.
“Potrei andare a trovarla”, questo fu il pensiero che balneò per un attimo nella mente dell’Hermione del presente, ma venne subito stroncato sul nascere da un altro ricordo, più recente. Si rivide seduta attorno ad un fuoco con Harry e Ron: stavano tutti e tre in silenzio, stanchi, arrabbiati, delusi. Solo il gracchiare della radio a riempire quel momento così vuoto. L’annunciatore, puntuale, iniziò ad elencare un’unica ed uniforme lista di nomi. La lista dei caduti per colpa delle forze di Lord Voldemort. Hermione ascoltava distrattamente quella declamazione atona, finchè la voce gracchiante non disse qualcosa che attirò la sua attenzione. Un nome. “Helena Woods”.
 
Spazio autrice: se qualche anno fa mi avessero detto che avrei scritto una fic su Harry Potter penso mi sarei messa a ridere... Ma tralasciamo!
Ho deciso di buttarmi nel contest “Ricordi” indetto da Hpthebest e... Questo è quello che ne è venuto fuori! Spero vi piaccia, alla prossima
Ila
 

 

  
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