04/11/2012
0 recensioniDeidara aprì lentamente le palpebre e le sbatté più volte. C’era così improvvisamente troppa luce.
Aveva un fortissimo dolore alla nuca ed alla testa. Sembrava che gli avessero appena spremuto il cervello.
Ma dove si trovava? Piano piano cominciò a mettere a fuoco le cose intorno a se. Vide un ciuffo dei suoi capelli biondi, poi una sedia, dei muri color indaco ed un tavolo in legno dipinto.
Delle tenue lampade gialle ai muri illuminavano la camera, mentre a terra, dov’era steso lui, c’era un grande tappeto rosso. Intorno al tavolo c’erano per terra alcune scartoffie ingiallite dal tempo. Una poltrona giaceva in un angolo, abbandonata vicino ad un tavolino su cui stava un’altra lampada ad olio. La stanza stessa era davvero curiosa, ma ugualmente ampia. Non c’era però nemmeno una finestra. Dava la sensazione di una trappola per topi.
A fatica si alzò sulle ginocchia. Gli girava terribilmente la testa e non aveva la più pallida idea sul dove diavolo fosse. Sembrava quasi una camera di albergo, ma decisamente più strana. Era davvero tutto così surreale e gli girava la testa: sembrava aver appena bevuto una bottiglia si Sakè. Stava per alzarsi del tutto quando vide una familiare ciocca di capelli color pece.
Alzò di scatto la testa per ritrovarsi testa a testa con Sasuke Uchiha.
Ma che cazzo stava succedendo? Sasuke, lì, in quella stanza???
Il ragazzo sembrava sorpreso quanto lui, anzi, sembrava saperne anche meno.
Si alzò in piedi sorpreso traballando un po’, finchè non riuscì a rimanere in equilibrio. Si guardò intorno.
In un angolo della stanza stava accucciato il Jinchuuriki a nove code a cui molto tempo prima aveva dato la caccia. Le gambe vicino al corpo e la testa tra le braccia, quasi a proteggersi da qualcosa. Poi alzò la testa e fissò il dinamitardo stupito. Sembrava stanco come non mai, talmente stanco da non volere neanche attaccarlo. Il ninja di Konoha si limitò a fissare con odio l’akatsuki che aveva davanti.
Appoggiato al tavolo che aveva visto prima stava invece il kazekage contro cui si era scontrato. Aveva i capelli rossi arruffati ed i vestiti sporchi di polvere e sabbia. Sulla schiena però aveva la solita giara piena di crepe. Aveva l’area spaesata e si guardava attorno con quei terribili ed inquietanti occhi azzurri.
Ma com’era possibile?
In piedi, dritto e calmissimo, appoggiato alla porta, stava il maestro di Naruto: Kakashi.
- Finalmente vi siete svegliati, ragazzuoli. Credevo foste entrati in coma...- sorrise attraverso la maschera l’uomo.
Il dinamitardo era completamente confuso. Cosa diavolo ci facevano tutti quanti in quel posto? E com’è che non riusciva a ricordarsi come ci era arrivato?
- Kakashi-sensei...che storia è questa?- domandò Sasuke irritato.
Il maestro ridacchiò.
- Ci troviamo in una casa. Non abbiamo molto tempo quindi cercherò di spiegarvi in breve la nostra missione. Vedete questo?- domandò l’uomo mostrando un rotolo sigillato. I giovani annuirono.
- Il nostro compito è proteggerlo. Se finisce nelle mani del nemico, siamo morti- continuò con tutta la tranquillità del mondo, quasi non ci fosse nulla di strano in quello che diceva.
Il biondo si stava invece già scaldando. Non era neanche cominciata che ne aveva fin sopra ai capelli. Voleva andarsene.
- Non mi importa un fico secco di proteggere quel rotolo!!!- urlò spazientito. Kakashi annuì.
- Mi dispiace per te, ma è l’unico modo che hai per andartene di qui. Non ci sono altre vie di fuga...- spiegò. Il dinamitardo si stava davvero alterando.
- E da chi dovremo proteggere questo rotolo?- domandò Gaara massaggiandosi la testa.
- Dalla squadra avversaria. A nostra volta dovremo rubare l’oggetto che loro difendono. Non domandatemi che cos’è, perché neanche io lo so. So solo che dobbiamo fare molta attenzione a dove mettiamo i piedi: la casa è piena di trappole e di trabocchetti. Ci potrebbero essere dei morti, e faremo meglio a non restare in pochi contro i nostri avversari- concluse rabbrividendo. Naruto prese di mano del maestro il rotolo e lo esaminò.
Era molto antico. Era ricoperto da una ceralacca rossa fuoco che era raccolta intorno al disegno di un serpente verde. Che c’entrasse Orochimaru in quella storia?
- Sensei, tutto questo mi sembra stupidamente confuso...- disse il biondo rivolto all’adulto.
Kakakshi sospirò.
- Non so chi ci sta facendo tutto questo, ma dobbiamo sottostare alle sue regole, altrimenti non potremo andarcene – rispose demoralizzato.
Sasuke sbuffò seccato.
- Non sarebbe più facile fare una breccia nel muro e scappare via?- domandò irritato l’Uchiha. L’uomo scosse la testa.
- Ci ho già provato, non serve a nulla. Sembra che le pareti siano indistruttibili...- rispose sconsolato.
Deidara ridacchiò. Era lui l’esperto nel far saltare in aria le cose. Mica quel ninja di villaggio.
Prese dell’argilla dalle tasche e la mischiò al chakra. Intanto i suoi “compagni” stavano ancora discutendo di quella stupida missione. Lui non sarebbe proprio andato da nessuna parte se non via da lì.
Un piccolo topolino bianco balzò via dalla mano del ragazzo, per andare ad aggrapparsi alla parete blu davanti a lui.
- Katsu!- urlò il biondo.
Vi fu un’esplosione improvvisa e sembrava che tutto dovesse crollare. Del fumo nero si alzò dal posto in cui era appena esplosa la bomba. L’aria si fece irrespirabile per alcuni secondi.
Naruto si accucciò a terra e quando finalmente il fumo si fu diradato, vide solo davanti a sé il biondo totalmente sconcertato.
La parete azzurrina non mostrava neanche un segno di scalfitura, mentre il dinamitardo era un po’ ammaccato.
- Ma sei fuori di testa? Ci stavi ammazzando tutti, dattebayo!- urlò il jinchuuriki a pieni polmoni. Sasuke e Gaara erano totalmente calmi e pensosi, mentre il Kakashi scuoteva la testa.
- Ma...non è possibile...- balbettò il biondo.
Il maestro si avvicinò al giovane.
- Quando dico che non ci sono vie di fughe, voglio dire che non puoi andartene di qui, Deidara- ripetè l’uomo.
Naruto osservò il rotolo che aveva in mano.
- Quindi l’unica cosa che ci rimane da fare è proteggere questo coso, dattebayo...- riflettè.
- A quanto pare è così...- annuì Gaara.
Sasuke non aveva detto una sola parola dall’inizio. Stava analizzando pazientemente la situazione.
Se neanche la bomba del dinamitardo aveva fatto effetto, il chidori sarebbe stato solo un inutile consumo di chakra. Quindi doveva semplicemente trovare la squadra avversaria e prendergli l’oggetto che difendevano.
Gli ricordava l’esame dei chuunin, quando insieme al Team 7 aveva dovuto rubare il rotolo nemico.
Sarebbe stato un gioco da ragazzi anche per loro, quindi era meglio cominciare a muoversi e non attendere oltre.
Potevano morire da un momento all’altro, non aveva detto così Kakashi sensei?
COMMENTO DI JULI-CHAN
Allora...un po' di spiegazioni...
Questa è una storia a quattro mani ( non sono una ragazza geneticamente modificata, sto facendo questa storia con una mia amica ), ma in un modo un po' diverso. Noi agiremo indipendentemente, nessuna dovrà consigliare o sbirciare il capitolo dell'altra. Questa infatti è una vera a propria sfida tra i nostri personaggi preferiti...chissà chi vincerà...
La mappa che messo di sopra serve per orientarsi nella casa. Così capirete più o meno dove siamo. Le stanze colorate sono i punti di partenza.
SI, è più o meno come il gioco dell'oca...però molto più divertente...
Mossa introduttiva: completata.
Sonia, passo a te la parola...